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Autore: Sara_Uchiha    22/03/2014    3 recensioni
La morte... la Perdita.. il Dolore..
Obito sapeva che significava soffrire. Ma non era solo.
Lei sarebbe stata al suo fianco, sempre. Lo avrebbe aiutato a rialzarsi, sempre.
Questo sarebbe bastato a colmare il vuoto che li univa?
Lui. Lei. Alla ricerca di un mondo migliore.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Obito Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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“Ovvio, no? A fare la spesa!”

La proposta tanto Ovvia era un ordine velato, perciò senza poter fare obiezione annuirono. Era per questo che, due traditori di livello S, si trovarono vicino al carrello mentre un calmo e concentrato ventiseienne compiva una delle funzioni più complesse per gli uomini.
FARE LA SPESA SENZA LA MOGLIE.
Ovviamente lui, il Mitico quarto Hokage, era l’eccezione. Guardava i prezzi, osservava l’ordinata lista che aveva tirato fuori da chissà dove e li guidava tra gli scaffali immensi, ma in parte poveri a causa della tragedia ancora vicina. Passavano inosservati fra la gente e questo perché le notizie su di loro sarebbero state rese pubbliche solo quando la situazione sociale si sarebbe stabilizzata.
E per quello ci voleva tempo, confessò amareggiato Minato fissando uno dei più grandi supermercati del villaggio, vuoto. La popolazione era traumatizzata e lo si poteva notare guardando i visi disperati di chi aveva perso la casa, i propri cari e i propri beni. Quel peso sulla coscienza gravava sulle teste dei due ragazzi, che sulla strada di ritorno abbassavano lo sguardo quasi addolorati per le conseguenze che avevano creato. Minato, con la busta in mano  li osservava in silenzio non potendo immaginare quanto grande fosse il loro senso di colpa.
O forse si.
I rimpianti verso quella sua allieva deceduta, verso il giovane Uchiha che apprezzava per quella sua voglia di vivere che ormai era scomparsa, verso l’Hatake che aveva sofferto la solitudine delle loro perdite, verso il suo villaggio piegato dalla distruzione e verso la sua stessa famiglia a cui non riusciva a stare accanto a causa della sua carica politica. Sensi di colpa che non riusciva a curare a causa delle ferite troppo profonde che in silenzio gli avevano procurato.

Prima di aprire, istintivamente poggiò una mano sulle loro spalle quasi a dargli conforto, quel conforto che in cuor suo voleva anche per lui. La porta cigolò e l’uomo sbuffò ,volenteroso a volerla sistemarla nel tempo libero. Tempo che non aveva nemmeno per la famiglia. Quella porta avrebbe aspettato per molto tempo.. e per molto tempo lo avrebbe irritato. Akiko e Obito silenziosi entrarono osservando quella che da quel giorno sarebbe stata la loro Casa. Semplice, ma bella. Muri di un caldo giallo, mobili color mogano, un tavolo con sedie della medesima tinta, una cucina messa in mostra dall’arcata del muro e una porta che probabilmente portava alla zona notte. Finita l’osservazione minuziosa si resero conto che Minato aveva già sistemato la spesa e che attentamente seduto al tavolo leggeva dei fogli tirati fuori da varie cartelline. Era impegnato perciò decisero di sedersi compostamente sul divano color pelle per aspettare.
….
Aspettare cosa? Era una noia..
Il pensiero comune era quello, ma non potettero negare la grandiosità dell’Hokage che invece di riposare continuava il lavoro a casa. Grandioso si, ma..

Aki: E’ un pazzo..

Le sfuggì e subito le mani coprirono la bocca accompagnate dagli occhi sbarrati, mentre Obito sospirava scioccato dall’impulsività che a volte sapeva dimostrare. Ricordava bene che tipo fosse il maestro perciò non se la sarebbe presa,ma Akiko non lo sapeva e fu per questo che tranquillo si godette la sua faccia scandalizzata. Era un sadico. Un fottuto sadico. Quella esperienza lo rendeva tale in alcuni momenti. Akiko cercò di scusarsi ma Minato alzò lo sguardo e con un sorriso la fermò. Rimase affascinata da quell’aspetto cosi bonario dell’uomo e per questo arrossì. Ai due che si trovavano nella stanza non sfuggi infatti Obito si stiracchiò divertito invece Minato se la rise intenerito. Era diventata un piccolo pomodoro con dei lunghi codini neri. Era buffa. Lei lo guardò allibita e sentendo la sua risata divenne ancora più rossa e quel maledetto sorriso di Obito non aiutava. Che figura di mer- di cacca.

Min: ahhaha.. Scusami Akiko-chan. Eri davvero tenerissima. Sei sempre cosi pallida che con quelle guance rosse eri davvero carina.

Sorrise e lei incominciò a balbettare mentre l’istinto omicida saliva. Si sarebbe sfogata con Obito. Eccomi se si sarebbe sfogata!!! Avrebbe imparato a ridersela!!

Aki: oh.. f-fa niente.. G-grazie Minato-san!!
Min: E di cosa? Piuttosto, volete mangiare? Sono le 13..

Si accorsero di non vederci più dalla fame e d’impulso annuirono, chi vistosamente chi meno. Minato ripose i documenti ordinatamente al loro posto e dieci minuti dopo essere entrato in cucina si cominciò a sentire il profumo di.. di.. RAMEN!! Obito ne era sicuro. Lo aveva assaggiato in passato.. e il suo olfatto non sbagliava mai in fatto di cibo! Affamati per intrattenere il tempo, e soprattutto per rendersi utili, apparecchiarono seguendo le istruzioni di Minato che cucinava in modo Divino.
Quello lo constatarono alla seconda ciotola..ciotole che sarebbero diventate tre da un momento all’altro. Al biondo non dava fastidio, anzi sapere che gradivano era una piccola soddisfazione. Lui si era rivelato un cuoco eccezionale e Akiko golosa non mancò a vantarglielo. Ovviamente evidenziando l’incapacità del fidanzato che in fatto di cibo faceva pena. Fortuna che c’era lei.  

La Modestia era il suo forte.

Minato lo aveva intuito. Sparecchiarono e lei volenterosa a riscattare le gesta di quella mattina nei loro confronti si mise a lavare i piatti tirando dolcemente con se Obito che fu obbligato ad asciugarli. Terminarono in poco tempo e quando tornarono in soggiorno Minato era sdraiato sul divano con un braccio sul volto. Il respiro era molto calmo, probabilmente riposava.
Come faceva? Era da pazzi addormentarsi con due traditori per casa.
Davvero si fidava di loro? Se era si.. Fino a quel punto?
Nel profondo del cuore si sentivano un po’ fieri di essersi guadagnati la sua fiducia.
La fiducia di un uomo cosi nobile anche nei piccoli gesti. Senza rendersene conto Obito si trovò a riprovare quel rispetto misto a stima nei suoi confronti. Il suo carattere cosi buono..
Un angelo sia dentro che fuori.
Akiko verificando che stava veramente riposando, lo coprì e invece di andarsi a sedere vicino ad obito si avvicinò alle foto delle cornici. Pezzi di passato ritratti in semplici pezzi di carta. Che idea geniale per non dimenticare. Le osservò una ad una , quelle con Minato, quelle con Kushina, quelle di entrambi o quelle di gruppo. Tutte ma una la colpì. Minato che accarezzava il ventre di Kushina. Che scena dolce.
Un lampo di malinconia brillò nei suoi occhi. Era una domanda che si poneva da anni, che non aveva mai rivelato ma che ora voleva fare ad Obito. Voleva sapere cosa ne pensava. Il suo pensiero era importante per lei.

Aki: Obi..
Ob: Cosa c’è?
Aki: Secondo te.. i miei genitori sarebbero fieri di quella che sono?
Ob: Akik-
Aki: Ti prego.. secondo te, sono una persona cattiva? Mi odiano da lassù?

Obito tacque per un tempo che le sembrò eterno, ma quando sentì i suoi passi seguiti subito dopo da un abbraccio  le lacrime cominciarono a scendere. Si sentiva uno schifo di persona. Quante persone erano morte due giorni prima? Non aveva avuto il coraggio di chiederlo.. aveva paura di soffrire ancora di più gli sguardi dei sopravvissuti. Cosa avranno pensato i miei genitori vedendomi complice di quello sterminio folle? Che era folle. Si sentiva una pezzente.. e quella foto di intensa felicità l’aveva uccisa.

Ob: Aki.. ti hanno salvato morendo.. loro ti amano.
Aki: Amavano la bambina innocente.. non la.. traditrice..

Una voce profonda ruppe il silenzio e quella voce era di Minato che la osservava seduto al divano con la coperta sulle gambe. Era serio.

Min: Un genitore.. qualsiasi sbaglio fai ti perdona. Sei suo figlio, la cosa più bella.. non si può odiare il risultato del proprio amore. Io mi sarei ucciso per salvare almeno lui. Mi rendo conto che la vita che gli stavo per dare era travagliata dal dolore, ma l’importante è che fosse vivo. Sbagliare è umano, non dimenticarlo. Non dimenticare che sei riuscita a salvarci capendo di dover tornare indietro. Loro, chiunque essi siano, ti amano perché sei il loro Tesoro.

Ob: Minato-sensei.. –pensò- “Grazie”

Obito lasciò Akiko che corse subito da Minato abbracciandolo forte.. abbraccio che fu ricambiato subito. Quelle parole l’aveva colpita, l’avevano alleggerita di un peso. Cosa avrebbe dovuto fare per potersi riscattarsi di tutto quello che gli stava facendo? Ci avrebbe messo una vita, ma lo avrebbe fatto.. un giorno avrebbe ringraziato Minato.
Lo avrebbe fatto.
A tutti i costi.


 
------------------[Angolo della cattiva Autrice]------------------------
DA QUANTO CAVOLO DI TEMPO NON AGGIORNO?!? Siete autorizzati a darmi della Baka -_-
Nuovo capitolo!! Ma perché Minato mi esce tenerello? E’ l’impressione mia o è davvero cosi quando parla, si muove o pensa? Ditemi voi se sto uscendo dal suo carattere. Anche se non ho l’obiettivo di rispettare quelli del manga. Cosa ne dite? Fatemelo sapere con una recenzione! **
Supersara, Sara_Uchiha, ti chiede perdono ^^”
Sara_Uchiha
  
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