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Autore: zoey_gwen    22/03/2014    3 recensioni
*storia scritta in collaborazione con Sara_Rocker*
Ciaooo! Sono Gwen, ma ormai qualcuno di voi dovrebbe conoscermi :3
Ho deciso di scrivere questa storia con la mia amica Sara, dato che è una scrittrice fantastica e
dato che avevamo l'ispirazione... Così, ecco qua questa long!
Parla di Gwen, una dama aristocratica del 1775, che vive insieme al suo ricco futuro sposo,
Trent. Cosa succederà quando proprio quest'ultimo deciderà di invitare al matrimonio, come futuro sposo,
il sergente militare Duncan, un suo vecchio amico d'infanzia?
Una storia ricca di amore, passione e colpi di scena, tutta da vivere insieme ai suoi protagonisti.
*Love In War*
Il link di Sara_Rocker: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=216786
Dolci :3
Gwen&Sara
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Duncan, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Gwen, Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Capitolo II

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Gwen si riscosse dalle parole del moro, il quale si inchinò per baciarle nuovamente la mano con ossequi e riverenze, per poi rivolgerle un sorriso dolce che le imporporò evidentemente le guance.

La ragazza, verso l'età adolescenziale di 17 anni, viveva come una normale fruttivendola nel popolino, ricavando da vivere vendendo la poca frutta che ricavava; una volta conosciuto Lord Trent, la sua vita era cambiata per sempre, ed ora si ritrovava qua, consona del fatto che non si sarebbe mai veramente abituata alla vita di corte.

Troppo impegnativa, troppo diversa dalla sua precedente per essere minimamente confrontata; e ora, si ritrovava a dover sposare Sir. Trent, diventando lei stessa un'importante donna d'affari.

Il giovane imprenditore era ormai giunto nella sala adiacente allo studio, conducendola nell'enorme e riverenziale sala da pranzo, per poi farla accomodare su una sedia pregiata lì vicino, sporgendola arretratamente in modo da permettere a Gwendoline di sedersi.

La giovane sollevò la veste di una pregiata seta color smeraldo, mettendosi a sedere ed aspettando il pranzo; sapeva infatti che avrebbero dovuto pranzare colloquialmente con Lady. Heather e suo marito, il noto ed affascinante imprenditore spagnolo Alejandro Burromuerto; la ragazza, avvolta nella seta verde acqua, spiccava intensamente e rivolgeva occhiatacce di puro disgusto all'ambiente circostante, schernendo acidamente le domestiche che le rivolgevano ogni tipo di ossequio.

Alejandro e Trent si conoscevano da svariati anni, ma le formalità con cui si salutarono fecero capire il contrario: freddezza, riverenza, rispetto, niente pacche amichevoli o abbracci rincuoranti.

Gwen strinse la forchetta d'argento e piluccò distrattamente il petto d'anatra all'arancia trovatosi dinnanzi a lei, ascoltando con poco interesse i discorsi loquaci avvenenti fra il suo futuro sposo e il latino: politica, guerra, affari, nulla di pressochè interessante, o almeno per lei; infatti Lady Heather sembrava alquanto interessata alla Guerra d'Indipendenza, e rivolgeva domande su domande ai due giovani uomini.

-Stupidi nativi... - bofonchiò silenziosamente, senza alcuna intenzione di esternare le proprie opinioni; non era concesso, ne era perfettamente consona, per cui decise di tenere per sé stessa le proprie opinioni e professare solo quelle puramente oggettive, senza esprimere preferenze o schernire malamente una delle due fazioni.

Gwendoline non riusciva, sebbene i suoi sforzi, a comportarsi civilmente a tavola, abituatasi al clima informale del popolino; sebbene fosse fidanzata ufficialmente con Trent da due anni, quella vita ricca di formalità e riverenze non faceva per lei.

Non esternò quel pensiero, avrebbe provocato pettegolezzi sul suo conto e l'unica cosa che odiava era quella di essere al centro dell'attenzione, per cui preferì ingoiare il cibo e non professare parola.

-Sa, Alejandro, ho ricevuto una lettera da un soldato Americano, Duncan Reed. Lo conosci?- il moro porse quella domanda con assoluta leggerezza al giovane dinnanzi a lui, che bevve una stilla di vino prima di poggiare il calice sulla tovaglia di lino, poi alzò lo sguardo sull'amico. -Sì, mi pare di aver sentito un suo nome nelle Caserme. Si dica sia un soldato piuttosto bravo, ma apparte questo niente. E, di questi tempi, non ci si può fidare molto dei racconti dei militari, chiunque sa imbracciare un fucile, per cui non le so dare molte informazioni sul signor. Reed.- pronunciò queste parole con tono pacato, sebbene Trent fosse leggermente in disaccordo con le sue parole preferì non esporre la propria opinione; non era bene, per un uomo importante come lui, designare i pareri di un signore di alto rango come il signor Burromuerto, per cui asserì con il capo e concentrò il suo sguardo su Gwendoline, alla quale si imporporarono le guance per l'improvvisa attenzione dedicatole.

Trent le prese la mano e la innalzò, fino a sopraelevarla sul tavolo, dove la strinse con amore per poi rivolgersi ai due signori dinnanzi a lei, con fare calmo e benevolo -Inoltre, Sir e Lady, vorrei invitarvi al matrimonio mio e di Gwendoline. Si terrà questo agosto, percui vorrei assolutamente che voi ne prendeste parte. Sempre se non vi scomoda, signor Burromuerto.-

Heather inarcò un sopracciglio, evitando di incalzare acidamente Mr.Wright, per poi asserire distrattamente e poco vogliosamente con il capo, lanciando uno sguardo verso il marito; questo sfoderò un largo sorriso e annuì con fare gioioso, noncurante dello sguardo acido che la moglie stava regalandogli -Certo, Lord Wright! Io e la mia dolce consorte saremo felici di prendervi parte.- Il moro sorrise timidamente, rivolgendo a Gwen uno sguardo dolce e affettuoso, che la gotica ricambiò con altrettanta dolcezza; poi si concentrò sul vino rosso oscillante nel suo bicchiere di cristallo e bevve un sorso piuttosto prolungato, che le provocò un capogiro nauseante il quale sparì poco dopo, lasciando posto ad un comportamento leggermente brillo.

I signori e la ragazza si alzarono, vogliosi di ballare con le proprie dame, e una musica ottocentesca partì dal megafono squadrato, giungendo alle orecchie dei giovani, spingendoli a ballare; Trent prese la mano di Gwendoline e le cinse la vita, iniziando a volteggiare aggraziatamente per la stanza; partirono in una serie di giravolte, accompagnate dalle dolci note del Canone Inglese*,

finchè Mr.Wright concesse la giovane ragazza al latino, che le cinse la vita con altrettanta forza attraendola a se, per poi intrecciare le sue dite con quelle della ragazza e partire con un lento dolce e morbido. La riverenza vinceva Gwen, che alla fine del ballo si inchinò convenevolmente, per poi dirigersi dal suo amato; egli le stampò un leggero bacio sulle labbra rosso carminio, di voga, per una dama, a quei tempi, contrastando con le guance imporporate di gesso bianco.

Danzarono a lungo, quando, fra volteggi e sincronie, la musica si spense, rivelando la fine del disco in vinile; Mr.Wright propose quindi di imboccare un sentiero inoltrato nel bosco a cavallo, poi lanciò uno sguardo intenso a Gwendoline, che in tutta risposta abozzò un sorriso; il futuro sposo conosceva bene l'amore sfrenato che la corvina dimostrava verso gli equini, in particolar modo verso il suo purosangue di razza pregiata, Prince, un meraviglioso destriero dal manto nero e lucente.

Heather asserì distrattamente, non pienamente in concordanza con gli animali, per poi dirigersi fuori dalla stanza, seguita a ruota da Alejandro, che la affiancò e le prese la mano, sfiorandone la superficie con le labbra; la dama dalle membra asiatiche trasse questa a se e sfoderò una smorfia disgustata al gesto del marito.

Mr.Wright si muoveva con destrezza nei svariati corridoi della tenuta, accompagnato da Gwendoline, la quale si mordeva il labbro alla vista della ricchezza che prosperava soltanto da quel palazzo; nella sua mente si stagliò l'immagine vivida della casupola rottamata nella quale viveva malconciamente fino all'età diciassettenne, quando andò a vivere con Trent, per mandare avanti la loro storia d'amore.

Heather affiancò il suo futuro sposo e professò a questo svariate domande sugli argomenti più disparati, e Alejandro si avvicinò invece a Gwen, sfoderando un sorriso loquace ed accogliente, che fece imporporire maggiormente le guance della gotica; questa rimandò un sorriso timido ed insicuro, da cui trasparì tutto il suo timore reverenziale verso il latino, il quale le prese la mano e ne sfiorò le dita con un leggero bacio.

-Lady, oggi è smagliante, un bocciolo di rosa, per così dire. Le porgo le mie più sentite scuse per non averle rivolto confidenza durante il pranzo.- un sorriso pienamente articolato passò sule labbra, per poi rivoltarsi in un ghigno beffardo -Ma c'è tempo per tutto, no?-

La ragazza asserì con un cenno del capo, visibilmente imbarazzata, per poi scuotere impercettibilmente i morbidi capelli corvini e sfoderare un sorriso altrettanto seducente, che tentò di mascherare l'imbarazzo e ci riuscì con successo -Beh, mi dica di cosa vuole trattare, allora.- lui intrecciò le mani dietro la schiena, prima di incentrare lo sguardo in un volto pensoso; esordì poi decidendo di esternare le proprie preferenze nella Guerra d'Indipendenza.

La ragazza dark trasalì, per poi cercare di dilungarsi in un discorso riguardante appunto il tema allsivo -Beh, trovo che il tutto sia una scusa per imbracciare le armi e gettare un po' di scompiglio. Gli inglesi coloni si ribellano ai nativi e tutto va a ridursi in un omicidio ingiustificato. Preferisco non esporre preferenze, tuttavia trovo che sia una guerriglia ridicola e sanguinolenta.- pronunciò quelle parole con disinvoltura, ma prima che l'uomo potesse replicare una mano la attrasse al moro, che le stampò un bacio delicato sulle labbra; poi la condusse all'esterno, nell'ampio giardino che circondava il casato, e la accompagnò ad indossare la sua divisa da fantina, sempre in rigoroso stile reale, non invadendo la sua privacy; quando uscì, Trent non trattenne un'espressione stupita, che divertì Gwendoline: indossava un vestito beige e delicato, che le ricopriva le gambe snelle dilungandosi in una gonna ampia e appunto del medesimo colore, per poi aprirsi nella parte alta in un bustino stretto, sul quale vi era una giacca di pelle pregiata aperta, la quale lasciava intravedere il corpetto leggero. Le mani erano coperte da guanti di pelle nera molto costosa, e stringevano la frusta caratteristica di una cavallerizza, ma cosa ancora più caratteristica era il cappello a tuba di colore scuro, stretto poco sopra visiera da un nastro beige e in perfetta tonanza con l'abito.

-Allora?- la ragazza destò il moro dal suo torpore imbambolato, imbarazzando questo, che le prese la mano e la accompagnò fino alle vaste stalle, ricche di equini dalla razza rara e dai manti lucenti, che fecero letteralmente gioire la dark; questa giunse alla stalla dove viveva il suo amato Prince, pettinato e strigliato ogni giorno; questo si impennò e nitrì altrettanto voglioso di vedere la ragazza, prima di strusciare il muso affusolato contro il petto della giovane.

Heather seguì la ragazza e provò ad avvicinarsi ad un destriero molto robusto, dai profondi occhi neri e dalla criniera folta e cadente sulla schiena resistente; questo, alla vista dell'asiatica, nitrì contrariato alla sua scelta, per poi calciare la donna con una zoccolata in pieno petto.

-Io vi denuncio! Questo comportamento incivile da parte di questo rozzo mulo è assolutamente inconscio! L'ambasciata saprà le mie lagnanze che non esiterò ad esternare, Mr.Wright!- con queste parole irate, la Lady concluse la visita alquanto amara alla tenuta, per poi voltarsi di scatto e compiere pochi passi verso l'uscita, inconscia dell'abbeveratoio poggiato dinnazi a lei; vi cadde quindi con uno schiamazzo non trattenuto, che insieme allo scroscio dell'acqua destò un grande clangore. Gwen non potè non emettere un risolino, che si forzò di trattenere alla vista dell'espressione truce della donna; questa tentò goffamente di rimettersi in piedi, per poi imprecare pesantemente contro Trent e giungere furiosa al cancello della reggia, prima di essere raggiunta da un cocchiere che la fece accomodare all'interno della carrozza e scattò via.

Il mio futuro sposo rivolse un occhiata rammaricata all'amico, che dapprima sconsolato scrollò poi le spalle con noncuranza -Mia moglie è... Particolare, in senso negativo. E' acida con tutto e con tutti, pronta a schernire ogni minimo sbaglio, perfino con me ha questi comportamenti. Ma è per questo che la amo.- l'imprenditore scuro mormorò queste parole con aria trasognata, per poi ricomporsi e non divagarsi ulteriormente; si avvicinò quindi ad un cavallo bianco e dai muscoli possenti, sul quale balzò con innata maestria, prima di stringere le briglie nei polsi e sfiorare la pelle dell'animale con il frustino.

-Adios!- sussurrò beffardo, trattenuto dal vento impetuoso scalfitosi sulla sua pelle ambrata, perpoi accelerare la corsa e svoltare l'angolo dell'ampio giardino; Gwen non si fece ripetere la sfida evidentemente lanciata dal latino e saltò in groppa al suo Prince, ordinandogli di partire con un piccolo colpo all'altezza della scapola, che lo fece scattare velocemente pronto a raggiungere Alejandro. Trent, scombussolato da quella frenesia, cacciò le speranze di una tranquilla cavalcata e si preparò ad una sfida alquanto interessante; si ritrovò in sella a Royal e partì con medesima velocità.

Gwen accelerò la corsa ed affiancò Alejandro, il quale impennò il destriero e lo spronò a non farsi raggiungere; invano, poiché la gotica superò i due con un leggero sprint, che la condusse in testa alla gara equina a dir poco sensazionale.

Alejandro era stato un cavaliere dei più bravi, abile con la spada e con il cavallo, ma i tanti anni di lontananza dall'esercito gli avevano fatto scordare quale trucco da maestro, per cui si rassegnò alla vincita e continuò comunque a cavalcare ad un andatura piuttosto notevole.

Gwendoline era già a pochi metri dal traguardo, e con un ulteriore sforzo riuscì nuovamente a superare l'attuale velocità di corsa; tagliò quindi il traguardo, esausta e sfiancata da quella pazza cavalcata, per poi balzare a terra e asciugarsi con l'avambraccio le gocce di sudore che imperlavano la fronte. Poco dopo vide in lontananza le figure estenuate del latino e del moro, che si complimentarono notevolmente con la dark per aver vinto quella corsa; dopodichè, ormai giunto l'imbrunire, l'amico di Trent dovette salutarli per raggiungere la sua tenuta; con ossequi, si inchinò e baciò la mano di Gwendoline, prima di rivolgere un saluto formale a Mr.Wright, il quale ricambiò.

La ragazza lo seguì con lo sguardo varcare il cancello del giardino, per poi sparire all'interno di una carrozza pregiata e trainata da due destrieri bianchi.

Trent cinse la vita della giovane con entrambe le braccia, prima di sporgere il capo sulla spalla e baciarle il collo con passione e dolcezza, infine le scostò un ciuffo corvino e la baciò sulle labbra con amore.

-Amore, fra poco arriverà Duncan. Dovremmo accoglierlo al molo, percui è meglio se ci prepariamo. Ti aspetto fra mezz'ora nella Sala d'Ingresso.- con queste parole il moro si congedò, e lo stesso fece la giovane; si rimise il solito vestito verde smeraldo, nel quale si trovava notevolmente bene, e si acconciò i capelli ondulandoli e lasciandoli cadenti sulle spalle, per poi appuntarli con un nastro del medesimo colore della veste, a quel punto si rimirò un ultima volta nel riflesso dello specchio e si preparò per l'incontro con l'Americano.

Trent la accolse e la accompagnò in carrozza, dove la giovane si sentì tremendamente a disagio: voleva uscire e cavalcare quei meravigliosi destrieri lei stessa, non farsi trascinare da loro con riverenza; fu grata al cocchiere quando il mezzo si arrestò, permettendo ai due di scendere e posare lo sguardo sul molo, sul quale vacillavano maestose navi d'epoca perfettamente lavorate; da una, meno bella e meno pregiata, scese una folla gremita di Americani, che vennero accolti con designo dagli Inglesi.

La gotica si sporse alla ricerca del ragazzo, immaginandosi un giovane forzuto dai capelli neri e folti, con penetranti occhi verdi e gioviali medesimi a quelli di Trent; percui si stupì non poco di vedere il ragazzo dinnanzi a lei, altrettanto accigliato nel vedere Gwendoline.

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICI:

 

 

 

Ehilà, popolo!

Ho qua un nuovo capitolo! So che fa schifo, ma è scritto da me e non sa Sara, sorry D:

Beh, spero comunque che vi piaccia!

A presto e tanti baci <3

Gwen&Sara

  
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