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Autore: Viola Plummer    23/03/2014    2 recensioni
{Primo pomeriggio. Sasuke è appena rientrato a casa, una casa che non è la sua ma quella casa degli Haruno, la sua famiglia affidataria fino al compimento del diciottesimo anno di età. Ordini del Godaime Hokage. Sale al piano di sopra ed entra in camera di Sakura senza bussare. Sua madre da sotto annuncia che va a trovare la nonna e tornerà solo tra diverse ora, per preparare la cena. E che suo padre non dovrebbe essere a casa prima delle otto.
Sakura non si volta, continua a dare le spalle alla porta, si muove tra l'armadio e lo zaino poggiato sul pavimento, chinandosi di tanto in tanto per sistemarvi dentro dei vestiti, dei rotoli o altri oggetti.}
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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ciao io vado a Suna

{Primo pomeriggio. Sasuke è appena rientrato a casa, una casa che non è la sua ma quella casa degli Haruno, la sua famiglia affidataria fino al compimento del diciottesimo anno di età. Ordini del Godaime Hokage. Sale al piano di sopra ed entra in camera di Sakura senza bussare. Sua madre da sotto annuncia che va a trovare la nonna e tornerà solo tra diverse ore, per preparare la cena. E che suo padre non dovrebbe essere a casa prima delle otto. 

Sakura non si volta, continua a dare le spalle alla porta, si muove tra l'armadio e lo zaino poggiato sul pavimento, chinandosi di tanto in tanto per sistemarvi dentro dei vestiti, dei rotoli o altri oggetti.}

Sakura?

Merda.

Quindi è vero.

Se ti riferisci al fatto che sono in partenza, mi pare evidente.

Ho qualcosa a che vedere con questo?

Tu? No, ovviamente no. È un mio problema.

E questa è la soluzione?

Soluzione? Quale soluzione? Non esiste una soluzione. Ma che importanza ha?

Perché allora?

E a te cosa importa?

Hn.



...



Io non lo so, non lo so perché. Non poteva dissolversi come tutte le cotte preadolescenziali? Sarebbe stato logico. Invece no. Niente. Più passa il tempo, più va peggio. E adesso, adesso veramente non mi resta altra scelta. Non so se mi farà bene o che succederà, ma cos'altro potrei fare? Ho bisogno di ristabilire una distanza. Averti dentro casa è assolutamente terribile. Un vero inferno. Devo andare via.

Vuoi che chieda di essere assegnato a un'altra famiglia?

No, ci mancherebbe. I miei ti adorano e tu stai appena iniziando ad ambientarti. Starete bene senza di me. Sono io che non riesco ad adattarmi, quindi è giusto che sia io ad andare altrove. In ogni caso, non basterebbe. Voglio dire, cambiare quartiere. Non sarebbe assolutamente sufficiente. Devo andare abbastanza lontano da non poterti incontrare, né per caso, né perché ho ceduto alla voglia di vederti e sono venuta a cercarti, né perché ci hanno assegnati alla stessa missione. Chi vuole può venirmi a trovare, ma io non mi muoverò da lì per un bel pezzo. Suna è la giusta distanza.

Il dobe non la pensa così.

E chi se en frega.



...



No, non è vero. Mi dispiace. Mi dispiace per Naruto, per il Team 7, per tutto. Sono mortificata. Ma anche lui... È ora che la finisca. Vede tra noi una simmetria che non esiste e crede di capire cose mentre invece... Semplicemente non è la stessa cosa.

Parlo come una matta, vero? Tu non hai la più pallida idea di cosa sto dicendo. Meglio così.

Meglio così perché è ridicolo, me ne rendo perfettamente conto. Non sai quanto mi sento idiota. In effetti non è che semplicimente mi ci sento. Io so di esserlo. Sono idiota, ne sono consapevole. Ma se voglio avere una speranza di combinare qualcosa di buono, di non restare completamente schiacciata... Avevo trovato un equilibrio quando non c'eri. Senza neanche accorgermene. Precario, pieno di ansie e alimentato da speranze completamente infondate, ma tutto sommato funzionale. Forse se me ne vado riesco a sostituirlo con qualcosa di simile. Forse. Senza illusioni. Sapendoti al sicuro. Solo una pacata distante accettazione. Potrei farcela, devo darmi questa possibilità.



...



Ti penserò lo stesso. Tutte le sere. Come sempre. Non credo di trovare la forza di smettere. Dopotutto, è la mia unica consolazione. Avrò pure il diritto di consolarmi un po', no? Chiudere gli occhi e immaginare di contare qualcosa per te. Immaginare di avvicinare lentamente la mano al tuo viso, di arrivare a sfiorarlo con la punta delle dita. E allora tu, invece di tirarti indietro disgustato, chiudi gli occhi e ti lasci accarezzare.

Che scema sono. Mi viene da piangere solo a pensarci. E i polpastrelli bruciano all'idea della sensazione della tua pelle. Sono pazza. Davvero. Sono proprio pazza. Forse invece di andarlo a fondare un ospedale, dovrei farmici rinchiudere. Potrebbero studiarmi e scoprire qualcosa di interessante perché io sul serio ho qualcosa che non va.



...



Avrebbe dovuto affievolirsi, poco a poco, che io volessi o no. Farsi più leggero, diventare una preoccupazione tra tante altre. Non trasformarsi in questo maledetto incendio che non so gestire. Proprio non lo so gestire, non è mancanza di volontà. Non sto facendo i capricci o chessò io. Niente del genere, lo giuro.



E non è giusto. Non è per niente giusto, dei.



Potrei avere un futuro brillante in questo villaggio, io. Maledizione. So lavorare sodo, sono seria e mi applico. E di solito riesco. Non sono un genio come te o Shikamaru, certo. Ma potrei arrivare lontano. Ho una buona memoria, una pazienza infinita, il mio controllo del chakra è praticamente perfetto. E avrei potuto imparare un sacco di robe utili da Kurenai-sensei. Avrei potuto rendermi utile, fare la differenza. Potrei essere tante cose, se solo... Ma che senso ha continuare a girare il coltello nella piaga? Non c'è niente da fare.

Niente, proprio niente da fare. Guarda come sono messa? Sto qui che praticamente parlo da sola. Non ho neanche il coraggio di voltami e guardarti in faccia, ma continuo a parlare e parlare e parlare. Parlo sempre troppo.

E tu te ne stai lì zitto. Scommetto che col pensiero gliene stai dicendo di tutti i colori a mia madre per averci lasciati soli. L'ha fatto apposta. Odia andare a trovare la nonna, non lo fa mai. Ma è fatta così. Non lo ammetterà nemmeno sotto tortura, ma non vuole che me ne vada e spera che tu mi convinca a restare. Non capisco come possa pensare una cosa del genere se è da quando hai messo piedi qui dentro che non fa altro che sfottermi e ripetermi che con te ho puntato troppo in alto, che sei evidentemente fuori dalla mia portata, che non c'è proprio nessuna ragione al mondo per cui uno come te dovrebbe filarsi una come me. Senza che io le avessi detto mezza parola, tra l'altro. Ci mancherebbe. Sono proprio così incredibilmente incapace di dissimulare o è solo che non è possibile farla alla donna che ti ha cresciuta? 

...

Deve essersi sentita furba a lasciarci soli. Che razza di cretina. Deve essere proprio disperata. Anche se non me lo dirà mai. Ha lasciato che fosse papà a supplicarmi di ripensarci, lei è rimasta a in cucina ad ascoltare in silenzio tutto il tempo mentre io mi sorbivo il discorsetto. “Ma è proprio necessario?”, “Non puoi aspettare l'anno prossimo? Aspetta di fare diciotto anni, che fretta c'è?”, “Non può andare qualcun altro?” perché ovviamente io per loro sono sempre sostituibile. Un po' per tutti, a dire la verità. Ma no, spiacente, non questa volta. Stavolta o vado io o non va nessuno. Che peccato.



...





Peccato soprattutto che questo non riesca a rendermi felice o soddisfatta o fiera di me. Ma nemmeno un po'.









Di cosa dovrei essere fiera se non riesco neanche a fare l'unica cosa sensata che ci sarebbe da fare adesso, cioè dirti di andartene.

È che saperti lì, sapere che solo a tre passi da me è lenitivo. Che è una cosa paradossale, date le circostanze. Eppure quasi mi viene da chiederti di non muoverti, di restare esattamente lì dove sei. Io non mi girerò. Perché se mi girassi, ecco se io mi girassi è meglio non pensare a quello che potrei fare, se mi girassi.



...





Credo di essere uscita di testa, non è uno scherzo. All'inizio mi piaceva raccontarmi che fosse amore, che fosse una cosa bella e preziosa quella che portavo dentro. E che prima o poi l'avresti capito. E avresti smesso di rifiutarla. Di rifiutarmi. Adesso invece so che è un mostro, un mostro assassino che mi sta divorando viva. Non è nulla di buono. E non serve a niente e a nessuno. Solo a farmi star male. Male da cani. Male che non ce la faccio più.

E per cosa poi? Per cosa?

Non sai che darei per potermi ficcare una mano in petto e strapparmelo via da dentro. Dovessi tirarmi appresso tutto il cuore. Dovessi fare la fine di Sasori, kamisama.





...





Ma che dico. Se Naruto mi sentisse... Ma no, non potrei mai. È che mi ha preso a straparlare. La cosa meno dannosa che posso fare per le persone che mi vogliono bene è andare via e cercare di trovare un po' di pace lontano da qui. Non possono capire e non la prenderanno bene, ma è davvero la scelta migliore.

Sul serio, io di solito sono consapevole dell'inutilità di tutto questo. Tu non sai che fartene di questa melassa nausebonda con cui vorrei foderarti. Non ho nulla di buono da offrirti, lo so. Lo so. Io non posso capirti, non posso nemmeno immaginare quello che devi aver passato, quello che hai sofferto. Non so e non saprò mai come ti senti. Non c'è proprio possibilità che io possa aiutarti o anche solo starti vicino. E il pensiero di essere così inutile mi fa sentire un tale freddo dentro che faccio fatica a respirare.





...





Ogni tanto però non posso a fare a meno di pensare che proprio per questo, per il fatto di essere completamente estranea a tutta la vostra storia di morte e distruzione, a tutto quest'odio in cui sei stato risucchiato per anni... mi sembra che proprio per questa precisa ragione io potrei, se solo tu me lo permettessi, potrei prendermi un po' del peso che porti dentro, alleggerirti poco a poco, senza che questo mi danneggi in nessun modo. Non lo tratterrei a lungo, si dissolverebbe in fretta. E sarei di nuovo pronta a rifarlo, tutte le volte che fosse necessario.

...



A volte, quando la mia lucidità proprio vacilla, mi capita di pensare che tra noi due il vero idiota sei tu. Sì, un grandissimo ostinitassimo idiota. Perché potrebbe essere tutto così semplice se solo ti decidessi a darmi una possibilità.

In quei momenti, – che non capitano spesso ma quando capitano sembrano dover durare per sempre, sembrano come delle rivelazioni e ho l'impressione di vederci finalmente chiaro e di aver finalmente capito tutto – ecco, in quei momenti mi sembra di avere la certezza che mi basterebbe abbracciarti una volta per farti rendere conto che io posso essere la tua cura, la tua medicina, l'antidoto al veleno che ti impedisce di stare bene. Perché tu potresti stare bene. Ne hai tutto il diritto e se solo mi lasciassi fare, se tu solo smettessi di sfuggirmi e mi lasciassi fare, e chiudessi gli occhi per qualche secondo, e ti rilassassi un attimo, saprei farti dimenticare tutto, ma proprio tutto, il clan, il massacro, il villaggio, i vecchi di merda e pure di essere uno shinobi. Potrei farti provare cose che tu neanche... neanche nei sogni che hai voluto per forza dimenticare, cose che neanche ti sei permesso mai di pensare che esistono, cose che potremmo... che tu e io... insomma, che noi due insieme potremmo...

Sakura,

Lascia perdere. Non starmi a sentire. Sono tutte idiozie. Deliro. Dovrei darci un taglio, farla finita una volta per tutte. Accidenti.

Hn.





Davvero, sarebbe molto meglio se tu adesso uscissi di qui e mi lasciassi fare le valigie in pace.

Aa.

Il fatto è che, semplicemente, se riuscissi a farti sorridere per un solo secondo, ecco, io sarei la persona più felice del mondo se tu sorridessi una volta. Anche non a causa mia, anche non a me. Io penso che sarei incredibilmente felice. Se poi tu ridessi, sentire una tua risata, una volta sola... credo che potrei anche morire. Sapere che stai bene, certi giorni mi sembra che non esista altro che importi. Non per me. Il fatto è però che io non ho e non avrò mai niente a che fare con questo. Magari Naruto. O Kakashi-sensei. O qualcun altro che incontrerai in futuro... Esisterà pure qualcuno là fuori in grado di fare questo per te, no?

Io invece è proprio meglio se me ne vado.

Sakura.

Che poi io di mio tenderei a coprirti di piccole attenzioni del tutto non richieste, tutto il tempo. Quando ti ho intorno, non faccio altro che trattenermi dal fare cose. Passarti il riso, scansarti una ciocca di capelli da davanti gli occhi, versarti l'acqua la mattina quando scendi in cucina e io so che hai dormito male. Lo so perché la notte ti sento, so che hai gli incubi. Quanto ti sento lamentarti nel sonno, vorrei venire da te e stringerti, semplicemente stringerti forte, accarezzarti i capelli, cullarti un po' cantando piano qualcosa a caso senza farti svegliare del tutto. Come se fosse possibile. Perciò non faccio niente, ma ti giuro che mi si stringe il cuore.

Anche quando sei stato dimesso dall'ospedale. C'è qualcosa che proprio non va in me. Perché la mia coscienza fa davvero fatica ad imporsi al mio corpo, a fargli capire che no, non posso gettarti le braccia al collo ogni volta che ne ho voglia. Che sarebbe praticamente sempre. Non era bello quando lo facevo anni fa, figuriamoci oggi. So benissimo che si deve rispettare lo spazio personale degli altri e a me non piacerebbe affatto che qualcuno mi si incollasse addosso contro la mia volontà. È evidente. Eppure per una frazione di secondo, la parte pazza di me rischia di prendere il sopravvento e di farmi agire nella convinzione che sia del tutto ovvio e legittimo e perfettamente naturale che io con te...

Hn.

Accidenti a me.

E poi è un attimo, e tu sei seduto a tavola accanto a me e non ti sei accorto che hai della salsa sull'indice sinistro e io devo davvero farmi violenza per resiste all'impulso di pulirtelo io. Mettendomi in bocca il tuo dito. Afferarti il polso, portarmi la tua mano alle labbra mentre ti fisso dritto negli occhi.

E come se non bastasse, te ne vai in giro così, con questa camicia aperta in questo modo che ogni volta che mi passi davanti mi viene voglia di piantarti un bacio proprio qua in mezzo al petto, dove arriva la zip e poi salire su, lentissimamente, fino alla clavicola, morderla appena, poi la spalla, il collo, e ancora più su fino all'orecchio e...

Sakura,

deve essere una bella sensazione... Respiro tiepido soffiato nell'orecchio, labbra morbide, appena umide, attorno al lobo. Magari un po' di denti a tirare delicatamente. E certamente qualcosa di lingua, bagnata e bollente, che è come aggiungere zenzero e cannella, cioè magia e perdizione.

Hn.

E non è che vada meglio quando invece la chiudi la zip. Soprattutto se tu stai seduto e io ti passo vicino e guardando in basso si ha questa vista parziale ma decisamente suggestiva.


che disastro.



Se ti dico queste cose non è per metterti in imbarazzo, ma per farti desistere dal voler tentare qualsiasi cosa per fermarmi. Non so chi ti ha mandato qui, Naruto probabilmente, forse in combutta con Kakashi, ma...

Non mi manda nessuno.

... immagino tu ti renda conto che veramente non è il caso. È carino da parte tua volergli fare un favore,

Quando mai.

... ma sarebbe decisamente stupido a questo punto.

Aa.





Detto tra noi, dovresti davvero trovarti una ragazza che faccia per te questo genere di cose. Potresti scoprire un nuovo lato buono della vita e ti aiuterebbe a smettere di pensare sempre al passato. Certo ci vuole una che ti piace almeno un po'. Una che trovi carina e che sappia il fatto suo. Ma non hai che da scegliere. Sai quante ce ne sono che non aspettano altro che tu te ne esca con una richiesta del genere? Vai e scegli. Solo non farmi mai sapere chi è perché t'assicuro che potrei ucciderla.

Hn.

Scherzo.

Forse.



Sakura,

Oh, ma perché a me? Che ho fatto io per meritarmi questo?





Adesso vattene, ti prego.



Sakura,

E smettila di ripetere il mio nome che sentirmi chiamare in questo modo... il suono della tua voce ha un non so che di erotico che mi sta rendendo davvero difficile evitare di saltarti addosso. La mia forza di volontà è limitata.

Aa.

Sas'ke. Vai via di qua. Dico sul serio.



Sakura,


Sakura.

Sas'ke-kun.



   
 
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