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Autore: xMileyshug    23/03/2014    1 recensioni
Andrea, una ragazza timida, che non riesce a dichiarare al mondo la vera sè, è una cantante eccezionale e suona il pianoforte da quando aveva sette anni. Ormai è cresciuta seguendo la passione per la musica ed il canto, compiendo l'età che tutti sognano, i diciotto anni. Il suo miglior amico, si chiama Sam, ha un carattere molto semplice, dolce e sensibile, lui però ha diciannove anni. Un giorno successe l'inaspettato, incontrò la persona che le fa battere sempre il cuore all'impazzata Niall e i suoi idoli, i One Direction.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5. “Ciao dolcezza”

Il sole mi svegliò arrivò dritto nei miei occhi, vidi sul cellulare dodici chiamate perse, presi il cellulare e vidi le chiamate, erano tutte di Sam e di sua madre, provai a richiamare Sam, ma non mi rispose, continuai, a chiamarlo, fin quando alla sesta chiamata non mi rispose la madre di Sam piangendo e disse: -Andrea, ieri sera, Sam ha avuto un grave incidente e adesso è in ospedale, raggiungici appena puoi, il caso è molto grave e i dottori ieri hanno dovuto operarlo di emergenza alla gamba sinistra, perché altrimenti l’avrebbe persa.- a quel punto la mia faccia si colorò di un blu scuro, mi cadde il cellulare dalle mani, rimasi a bocca aperta e iniziai a piangere, chiamai subito mia sorella e mi chiese cosa fosse successo, le raccontai tutto e fece una cosa che non mi sarei mai aspettata, mi abbracciò forte e mi disse nell’orecchio –Vedrai che si sistemerà tutto, ora ti accompagno da Sam-. La guardai, quasi sorridendo, poi andammo in macchina e partimmo immediatamente per l’ospedale, arrivammo subito e corsi nel reparto di Sam, lo vidi lì, disteso su di un lettino, lui dormiva, gli presi la mano, mi sedetti sulla sedia e iniziai a dire –Avanti Sam, svegliati, ti prego-. A quel punto arrivò la madre di Sam e mi disse che stava dormendo, era in terapia intensiva e che i medici non avevano dato risposta, mi appoggiai vicino a lui, passai tutto il giorno con lui, a dirgli sempre nell’orecchio “ti prego Sam svegliati”, arrivata la notte, dissi alla mamma di Sam di andare a casa a riposarsi e che sarei rimasta io a dormire lì con Sam, la mamma mi rispose –Andrea sei sicura?-, io le risposi subito di si e che poteva contare su di me, poi lei andò via. Restai con lui tutta la notte, ad un certo punto iniziò a muoversi, saltai dalla sedia e lo vidi, si stava agitando, chiamai gli infermieri  e chiesi aiuto, ma loro mi dissero che era tutto normale e di non preoccuparmi, perché si sarebbe calmato a momenti. Tornai nella camera, e ancora una volta nell’orecchio gli dissi “ti prego Sam svegliati”. Passò la notte, i ragazzi vennero a trovare Sam, iniziai a piangere e Niall mi abbracciò forte, tremavo, mi appoggiai alla sua spalla, non volavano le parole, ma eravamo solo intorno a lui. I ragazzi andarono via, salutai loro e rimasi con Sam, provai ancora una volta, con la stessa frase “ti prego Sam svegliati”, ma nulla. Passarono i giorni, passarono due settimane, Sam dormiva ancora. Il diciassettesimo giorno, ero stremata, non dormivo nel mio letto da diciassette giorni, ero stata tutto il tempo a stare con Sam e dirgli sempre “ti prego Sam svegliati”. Stavo per svenire sulla sedia, quando vidi che Sam mosse un dito, saltai dalla sedia, spalancai gli occhi, gli presi la mano, il mio viso si colmò di un sorriso a trentadue denti, con molta gioia dissi ancora la fatidica frase. Lui pian piano aprì un occhio e mi chiese –Andrea, che ci fai qui, dove sono, cos’è successo?- Una lacrima uscì dal mio occhio e gli dissi –Ciao Sam, siamo in ospedale, hai avuto un grave incidente e sei stato in terapia intensiva per due settimane, ma ora ti sei svegliato, stai meglio-. Lui mi chiese anche come mai stessi io lì, c’era con noi anche la madre di Sam e prese lei parola –Hey tesoro, Andrea è stata qui tutto il tempo con te, tutti questi diciassette giorni, è stata qui a ripeterti sempre di svegliarti e alla fine l’hai fatto-. Appena disse ciò gli diedi un bacio sulla guancia e stetti meglio.
Andai a casa per riposare un po’ gli occhi, per dormire un po’, al mio risveglio, tornai in ospedale e lui dormiva, guardai la madre e chiesi spiegazioni, lei mi disse solo che era stanco e voleva dormire, sul mio viso tornò la serenità e sempre la mamma mi disse di andare a casa, visto che da troppi giorni era lì con lui e mi serviva un po’ di riposo, io sorrisi e la salutai e tornai a casa. Anche qui i giorni passarono, chiamai Niall e gli chiesi di andare a trovare Sam in ospedale, lui mi rispose subito di si e ci preparammo subito per andare, mi venne a prendere da casa e andammo in ospedale.
Arrivammo subito, Niall mi prese la mano, diventai rossa, andammo nella camera di Sam e lo vedemmo seduto sul letto, e mi disse: -Andrea, voglio provare a camminare-. Io gli risposi subito di no, lui insistette, io andai a chiedere agli infermieri se fosse possibile e loro mi diedero l’okay, tornai in camera e raccontai tutto, Sam volle le stampelle e scese dal letto e pian piano con le stampelle iniziò a camminare, prima fece qualche passo, poi col passare del tempo ne fece molti di più, fin quando non si sentì davvero bene e iniziò a camminare, ma sempre con le stampelle.
Sam’s POV
Non ricordavo più nulla di quello che fosse successo prima dell’incidente. Mi ricordavo solo di aver accompagnato Andrea a casa e dopo ricordo solo di aver visto una luce. Poi mi sono risvegliato nel letto con Andrea non sapendo cosa fosse successo.
Quando mi sentii meglio dissi a mia madre di andare a riposare un po’ e ad Andrea di uscire con Niall e svagarsi. Io mi feci un giro per l’ospedale, poi da lontano vidi una ragazza che seduta per terra che piangeva, aveva gli occhi gonfi e singhiozzava, era una ragazza un po’ bassina, ma tanto carina, aveva un vestito e il trucco tutto sciolto. Mi sedetti per terra con molta calma, appoggiandomi con una stampella vicino a lei e le chiesi: -Ciao dolcezza, che è successo?- lei mi guardò e continuò a piangere, singhiozzava, e io le dissi –Hey, calma, raccontami tutto, so che faccio paura con queste stampelle, ma sono un ragazzo normale come te, sono un tuo coetaneo, non ti mangio-. Lei mi guardò e continuando a piangere e mi rispose –No, scusami, ma, mio zio  non sta molto bene e i dottori non gli hanno dato possibilità, è una delle persone più importanti della mia vita, lo considero un secondo padre e non so cosa farei se gli succedesse qualcosa-, io la guardai e sorrisi e gli dissi –Tranquilla tesoro, vedrai che si sistemerà tutto e tuo zio starà meglio, così potrai stare ancora con lui e passare quei lunghi pomeriggi insieme ad egli. Come ti chiami dolcezza?­-, mi rispose guardandomi –CHIARA, piacere tu invece sei?-, risposi –Sam, il piacere è tutto mio-. Ci alzammo entrambi e continuammo a parlare, di come eravamo, di come mai io ero lì e cercai di farla distrarre un po’ stuzzicandola e sorridendo. Era una ragazza tanto dolce, molto semplice, non era la solita montata ma una ragazza normale, come le altre.
Dovevo andare a riposarmi, non ce la facevo più, salutai Chiara con un bacio sulla guancia e le lasciai il mio numero, cosicché lei mi potesse chiamare il giorno dopo.
Arrivai in camera e ripensai a quella ragazza e a come fosse carina, gentile e dolce e mi chiedevo se fosse successo qualcosa tra noi, non vedevo l’ora che arrivasse
Andrea per raccontargli tutto quello che fosse successo.
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Salve, scusate il ritardo, ma ho avuto tanto da studiare per scuola, il capitolo so che non è molto lungo, ma prometto che il prossimo sarà molto più lungo. Questo capitolo volevo dedicarla ad una persona speciale e spero che abbia capito la mia sorpresa per lei, anche se so che non è una grande sorpresa, ti voglio bene, spero ti piaccia, amami. ♥
p.s. lasciate recensioni cosicché possa capire com’è la fan fiction, addio, alla prossima
  
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