Suspense
Il
sole non era ancora sorto, il buio della notte si stava diradando lentamente
seccato di dover lasciare il posto alle prime luci dell’alba. Le finestre,
coperte da pesanti tendaggi, gettavano oscurità su tutta la stanza mentre i
mobili proiettavano sprazzi di ombre su ogni cosa.
E
lei era lì. Sdraiata supina sul suo letto, coperta da fresche lenzuola e una
leggera coperta.
L’inverno
era ormai alle porte e il freddo si annidava ovunque tentando invano di
oltrepassare porte e finestre.
Superai
la porta, da dove fino a quel momento l’avevo spiata, avvicinandomi a lei. Il
profumo della sua pelle era ovunque e si levava come spirali di vento.
Sapeva di terre
lontane, di speziato, sapeva di dolce e salato.
Sapeva di magia, di
incantesimi e legami d’amore.
Mi
avvicinai ancora di più, inginocchiandomi accanto al letto e mi sporsi di più
verso le lenzuola.
Era
una cosa strana da fare e francamente, prima di lei, non mi era mai successo.
Non lo avevo mai fatto. Lei mi spingeva a fare cose strane, cose così fuori dal
normale da farmi rimanere a volte senza parole.
Era una strega.
Mi
rendeva incapace di pensare e ragionare con chiarezza, attirandomi verso di
lei. Verso quel corpo che ogni giorno e ogni notte desideravo possedere.
Era
ancora immersa nel sonno quando lentamente cominciai a scostarle le coperte di
dosso. Avevo una strana frenesia addosso.
Volevo
guardarla.
Volevo
guardare il suo corpo.
Nonostante
il freddo indossava una leggera t-shirt in cotone e pantaloncini corti. Me ne
rallegrai e con un ultimo gesto la scoprì fino ai piedi.
Holly
mugugnò in maniera sconnessa e con un unico atto fluido si voltò dall’altra
parte, dandomi così le spalle. La stanza era in penombra ma questo non mi
impedì di accarezzare con lo sguardo la sinuosità del suo corpo armonioso.
Dalla
curva del collo delicato scesi verso le spalle, esili e sottili. La sua schiena
era arcuata, esposta, così vi passai sopra le dita senza però toccarla davvero;
la sentivo liscia ma tesa. I fianchi erano un poco sporgenti e morbidi al
tatto. Li accarezzai con le dita non riuscendo a frenare la voglia che avevo di
toccarla.
Mugugnò
di nuovo, allungando le gambe e stendendole lungo il letto. Vi posai sopra lo
sguardo e sorrisi.
Le
cosce erano toniche e tornite, le gambe lunghe con polpacci sodi. Sorrisi
ancora e senza resistere alla smania che invadeva il mio corpo, alla vista del
suo, feci l’unica cosa che volevo davvero fare da quando ero entrato in camera
sua.
Entrai
nel suo letto e mi stesi accanto a lei. Il mio petto contro la sua schiena.
Senza
pensare alle conseguenze iniziai ad accarezzarle la pelle dei fianchi e come
immaginavo li trovai soffici al tatto. Scesi piano con le dita iniziando a
sfiorarle la curva dei glutei. La sentì scostarsi un poco, sempre dormendo, e
mugugnare qualcos’altro di incomprensibile.
Sorrisi
della sua reazione, probabilmente credeva di sognare e non si era ancora
accorta di nulla.
Mi
avvicinai ancora di più a lei, le scostai piano i capelli e scesi a baciarle il
collo; continuavo ad accarezzare quel corpo con gesti lenti ed appena
accennati. Non volevo che il mio tocco la spaventasse.
Sentivo
il suo corpo muoversi appena sotto il mio e non ci volle molto perché dal sonno
fosse riportata indietro.
“Marshall?”
domandò con voce arrochita dal sonno
“Shh” risposi
“Non volevo svegliarti ma non potevo resistere” mi scusai senza smettere
di toccarla e baciarla piano
“Che
stai facendo?” mi chiese voltandosi parzialmente in modo da potermi guardare in
faccia
“Lasciati
solo accarezzare, ok?” glielo sussurrai all’orecchio prima di avvicinarmi
ancora a quel tempio di carne che, senza coscienza alcuna, mi spingeva a
pensieri peccaminosi e lascivi.
La
sentì annuire piano e stendersi più comoda in modo da goder meglio delle mie
attenzioni. Passavo le mie dita su e giù su quel bellissimo santuario godendo
della sensazione di portarle piacere col mio solo tocco.
La
sua pelle era incredibilmente liscia, vellutata e cedevole, come un marshmallow,
ed altrettanto tenero. Le massaggiavo gambe e cosce alternando tocchi delicati
ad altri più forti, incrociai una mia gamba alle sue e presi a baciarle le
spalle e la schiena. Le mie labbra, la mia lingua si susseguivano su quella sua
porzione di pelle lasciando scie umide alle quali seguivano immancabili suoi
mugolii di piacere.
“Continua
ti prego” sussurrò premendosi di più al mio bacino “Non ti fermare” aggiunse spostandosi i
capelli tutti da un lato e lasciando scoperti collo e spalle
“Non
ne ho alcuna intenzione” la rassicurai catturando la sua bocca
Le
racchiusi un seno con la mano quando la sentì arcuare la schiena sotto la
spinta di quel sommesso piacere. I suoi lievi sospiri mi indussero ad aumentare
la pressione delle dita, del mio tocco, delle mie strette, dei miei baci.
Iniziai
a muovere il bacino contro di lei, contro il suo sedere; la sentì tendersi e
sospirare ancora.
I
baci diventarono pressanti e più arditi, le voltai il viso e le catturai le
labbra in un incontro violento. La sentì mugolare e voltarsi completamente
contro di me, le sue braccia attorno alle mie spalle e le sue dita fra i
capelli.
Quel
tocco mi innescò dentro una reazione così violenta che la voglia di lei
straripò da ogni poro. Feci cozzare i nostri bacini, sentendo la mia erezione
allungarsi e tendersi per lei.
“Facciamo
l’amore, Marshall” mugolò strusciandosi contro di me “Ti prego” aggiunse
baciandomi ancora
“Non
aspettavo altro” risposi con un sorriso malizioso
Le nostre labbra
si uniscono accarezzandosi dolcemente, la mia lingua si intreccia alla sua in
una densa unione. Gli occhi chiusi per godere meglio di quel momento mentre le
mani e le dita vagano leggere su ogni porzione di pelle scoperta.
Mi siedo, poggiando
la schiena alla testata del letto, stendo le gambe e la incito a sedersi sopra
di me. Le sue cosce sfiorano le mie, le sue ginocchia accarezzano i miei
fianchi. Siamo uno di fronte all’altro, le nostre bocche ancora unite quando
sento le sue mani scivolare sul mio torace nudo. La sento mugolare di piacere
quando con pochi movimenti le sfilo la t-shirt e prendo ad accarezzarle il seno
racchiuso in un reggiseno bordeaux in pizzo.
“Ti
amo” la sentì sussurrarmi all’orecchio mentre la sua schiena si inarcava in
cerca di maggior piacere
Le
sorrisi accarezzandole il viso e la baciai a lungo, profondamente. Continuava a
dondolare il bacino sfregandolo sul mio, solleticando e accarezzando la mia
erezione.
Si solleva quel
tanto che le permette di sfilarsi i pantaloncini e con gesto incurante li getta
lontano. Sorrido e prendendole il viso tra le mani lo avvicino al mio. Lei
chiude gli occhi e sospira deliziata.
Sa cosa
l’aspetta.
La mia bocca si
posa leggera sulla sua fronte, passando dalle tempie scendono verso le
sopracciglia e gli occhi. Accarezzo tutto dolcemente per poi passare al naso di
cui bacio la punta.
Sento le sue mani
accarezzare le mie braccia muscolose, le mie spalle.
Continuo il percorso
scendendo ancora di più ed arrivando alle guance che soffici si piegano sotto
la spinta della mia bocca. Infine la mia parte preferita.
La sua bocca, il suo
collo.
I baci lambiscono
la morbidezza della sue labbra carnose e del suo collo da cigno.
“Facciamo
l’amore” mi pregò nuovamente scendendo a baciare la tenera carne dietro
l’orecchio
“Cosa
pensi stiamo facendo, Holly?” risposi sorridendo scherzoso
“Sai
cosa voglio dire” aggiunse ancora prendendo la mia erezione in mano e stringendola
un poco
“Questa
volta voglio fare le cose con calma” risposi baciandola ancora “Senza fretta” aggiunsi
allontanandole la mano
“Non
mi vuoi?” domandò colpita da quel mio lieve rifiuto
“Non
essere sciocca, Holly. Ti voglio eccome” risposi serio “E poi … non lo senti quanto ti voglio?”
domandai malizioso
“Permettimi
allora…”
Non
la lasciai finire
“No,
voglio fare le cose con calma. Lo faremo lentamente e ti prenderò solo quando
il desiderio ci avrà distrutto la mente. Solo allora e non prima”
“Vuoi
farmi impazzire?” chiese fingendosi seccata
“Se
la vuoi mettere così…”