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Autore: Saju    03/07/2008    0 recensioni
Un pò la storia di Temari ed i suoi amici...falò in spiaggia, gite, terme...un pò di tutto! ^^ PAIRINGS:neji/ten, sasu/saku, hina/naru, shika/?^^
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Temari girò l’angolo che imboccava nella sua via e per poco non imprecò quando sentì di aver urtato qualcuno e di trovarsi col sedere per terra

Temari girò l’angolo che imboccava nella sua via e per poco non imprecò quando sentì di aver urtato qualcuno e di trovarsi col sedere per terra.

- Ma porca…Shikamaru!?-

 Temari era completamente nel pallone.

- Temari? -

- Ma che diavolo…-

- Sei tu che mi sei venuta addosso, non si guarda avanti quando si è così di fretta? - domandò ironico il ragazzo porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi.

- Ero sovrapensiero…- si giustificò la ragazza tirandosi in piedi e pulendosi i pantaloni con le mani.

- Dove stai andando così di corsa? -

- Guarda io stavo andando a casa, dal momento che questa è la mia via, la domanda è che ci fai tu qui? - chiese indispettita.

- Stavo facendo quattro passi, prima di andare da Ino -

Temari si senti soffocare e aveva solo voglia di vomitare nel sentire quelle parole.

- Da Ino? - chiese la ragazza, cercando di camuffare l’evidente interesse nel voler sapere i dettagli.

- Ti stupisce che vada da Ino a mangiare? -

- Ma no, figurati…mi chiedevo solo come mai, ecco tutto -.

- L’ho incontrata stamattina in centro e siccome è a casa da sola, m’ha chiesto se volevo tenerle compagnia - spiegò Shikamaru, quasi fosse la cosa più naturale del mondo.

- Vai a mangiare da quella troietta? - Temari non si seppe trattenere, ma evitò di aggiungere altri aggettivi alquanto sgradevoli.

- Non è male se la conosci bene. E poi è sempre un mangiare gratis -.

- Ah sì certo – replicò la ragazza in tono troppo ironico…

- Bè, io vado, ci vediamo in giro…Ciao - e con tutta la sua calma di sempre, si accese una sigaretta e riprese a camminare superandola.

Temari rimase per qualche secondo con gli occhi sbarrati a fissare il fondo della strada. Avrebbe tanto voluto fare retro-front per raggiungere la casa di Ino e darle tante di quelle padellate in testa che, magari, l’avrebbero convinta a non uscire più di casa.

Ancora una volta si trattenne e cercò di debellare l’istinto omicida che le pervase il sistema nervoso per dirigersi definitivamente verso casa.

Rientrata, si trangugiò una vaschetta di gelato di soia poi, contenta di essersi abbuffata come un vero maschio, si rintanò in camera sua a meditare attentamente sulla situazione che si era creata nell’arco di due ore.

I pensieri vagavano nella sua mente alla velocità della luce, tanto che decise di addormentarsi di nuovo, sperando sinceramente che al suo risveglio i pensieri affollatisi fossero spariti.

***

 

- Temari, dormi? – chiamò Gaara, cercando di smuovere la sorella supina sul letto.

-…Mmmmm…GAARAAA! – sbottò Temari, respingendo il braccio del fratello che la scrollava.

- Stavi dormendo? – chiese con fare innocente il fratellino.

Temari alzò il busto e rimase seduta sul letto con le palpebre socchiuse e pesanti.

- Gaara, se vedi tua sorella sdraiata sul letto con gli occhi chiusi, inerte, che non risponde alle tue chiamate…secondo te, stava dormendo o guardando un porno? - chiese piuttosto accigliata Temari.

- Ok, stavi dormendo, scusa. Non c’era comunque bisogno di fare tutta sta scena per dirmelo! Bastava dirmi “sì stavo dormendo”… - rispose schietto il fratellino.

- Vai a farti fottere Gaara! Ti ho detto mille volte che non mi devi svegliare, cazzo! – sbraitò la ragazza.

- E stai calma! Stamattina te la sei presa perché non ti abbiamo svegliata, adesso te la prendi perché ti svegliamo, per favore! - ribatté con fermezza il fratellino.

Gaara aveva due anni meno di sua sorella, ma come maturità ne dimostrava almeno uno in più di lei.

- Si va bè, tanto ormai a dormire non ci torno…- rispose, emettendo un sonoro sbadiglio.

- Comunque ti ho svegliata perché, se ti interessa, io vado là dagli altri al campetto, tu che fai? -

- Dov’è Kankuro? -

- E’ già là…-

- Ma che diamine di ore sono? – chiese stropicciandosi gli occhi e sbadigliando, stiracchiandosi le braccia.

- Sono quasi le 4…Hai dormito 5 ore tutte! -

- Bene, bene…fa bene dormire tanto fratellino! Impara! - e con un sorriso balzò giù dal letto, entrando in bagno a darsi una sistemata.

- Allora ti aspetto o incomincio ad andare? - urlò Gaara dall’altra parte della porta del bagno.

- Due minuti e arrivo! Aspettami, dai! -

Temari si lavò i denti e la faccia in fretta e fermò il viso riflesso allo specchio, analizzandosi attentamente.

I suoi occhi erano un po’ stanchi e affaticati dalla dormita ma, partendo dal fatto che lei non si truccava, si riteneva fortunata ad avere una bella pelle senza adoperare trucchettini vari.

Sorrise, ma le sue labbra si stazionarono imbronciate subito dopo.

Si fissava nello specchio e si chiedeva perché mai le fosse venuto in mente l’incontro improvvisato di quella mattina con Shikamaru.

Si limitò a fare spallucce e ad aggiustarsi un codino ribelle.

- Gaara! Arrivo! -.

Temari uscì dal bagno, indossò le sue solite scarpe da ginnastica e raggiunse il fratello fuori di casa, davanti al cancello.

 

***

 

Arrivati al campetto, Temari e Gaara andarono a sedersi sulla solita panchina, sorseggiando una gustosa granita (lui al limone, lei rigorosamente alla fragola) e chiacchierando da buoni fratelli.

- Oh! Eccola qui la nostra Temari! – gridò ruspante Choji, avvicinandosi alla panchina.

- Ciao Choji, cosa vuoi? – chiese brutalmente la biondina, osservando gli occhi dell’amico puntati sulla SUA granita.

- Solo salutarti… - rispose vago e poco convincente il ragazzoccio.

Temari sollevo un sopracciglio, poco convinta.

- Non giocate a calcio oggi? - domandò la ragazza.

- Manca Shikamaru e senza di lui la nostra squadra ha già perso in partenza. Per oggi ci concediamo una pausa – rispose l’amico, tentando di rubarle il cucchiaino con cui stava mangiando.

- L-E-V-A-T-I! – tuonò la biondina.

- Perché non c’è Shika ? - chiese Gaara, leccando geloso la punta del suo cucchiaino di plastica.

- Non lo so…- rispose innocente Choji, balzando indietro.

- Andiamo Choji, non fare il furbo che lo sai il perché! - lo intimidì Temari, puntandoli addosso il cucchiaino in segno d’accusa.

- Ok, ok…Ino ha invitato il nostro Shika a casa sua questo pomeriggio e non ne sono ancora sicuro, ma, fonti semi-certe, dicono che Ino voglia provarci con lui! Se Shika non ci sta è proprio un cretino! - esultò Choji.

Gaara rimase scettico al riguardo, mentre Temari non si pronunciò neanche, schifata al solo pensiero di immaginarli assieme in un letto.

Detto questo finì la sua granita, buttando per terra, non curante, il bicchierino.

 

***

 

- PALLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! -

 

STUMPH!

 

- Porca puttana Kiba! Ma sei scemo? - urlò Gaara, gettando all’aria la sua granita e chinandosi verso sua sorella stesa al suolo.

- Oh cacchio! Temari? E’ tutto ok? Dio scusa…- si scusò il Kiba, raggiungendo la ragazza.

Temari si alzò da terra barcollando. Poteva sentire il sangue scenderle dal naso, dolorante, quasi certa di esserselo rotto.

- Kiba porca troia scappa! Scappa perché ti uccido...Piccola, come stai? – sbraitò Kakuro, che avanzava di corsa in soccorso della sorella.

- Dio! scusa Tem… - disse Kiba tremante.

- Kiba, dai retta a mio fratello: scappa, perché non appena riuscirò a reggermi in piedi, ti tiro uno di quei calci che te lo ricorderai fino al resto dei tuoi giorni!  - strillò la ragazza, tenendosi il naso con le mani e con le lacrime agli occhi.

- Fammi vedere…- disse Kankuro, affrettandosi a tamponare delicatamente il sangue con dei fazzoletti.

- Ahi…ahi ahi…- si lamentò Temari, supina sulla panchina.

- Scusa Tem… - ….- Tzè, ma si può essere più cretini di quello dico io? - borbottò tra sé e sé Kankuro, preoccupandosi della sorellina con sdolcinata premurosità e delicatezza.

Ten-Ten, Neji, Naruto e gli altri accorsero per vedere la loro amica.

- Oddio! Temari, ti fa male?- chiese angosciata Ten-Ten, costretta a sorreggere Hinata che per poco non barcollava a terra alla vista del viso insanguinato dell’amica.

- Ma non è il caso di chiamare qualcuno? La portiamo al pronto soccorso? - chiese agitato Gaara.

- Ma dico vuoi scherzare? Io sto bene, davvero…Guarda, non c’è già più sangue! – affermò sicura Temari, indicandosi la punta del naso e sorridendo tra i denti.

- In effetti non esce più sangue, ma è meglio che qualcuno di competente ti dia una controllatina. Vieni, ti porto al Pronto Soccorso…- disse autoritario Kankuro, allungando la mano per aiutarla ad alzarsi.

- No Kankuro, davvero. Sto bene. Non mi fa male! – rispose Temari tentando di convincere pure sé stessa che il naso non le doleva.

- Non dire stronzate! Ti è arrivata una pallonata in faccia, non puoi stare bene con un naso che è un lago di sangue! – sbraitò Gaara.

Kiba assisteva alla scena da lontano, muto, immobile, rigido e disorientato. Si sentiva terribilmente in colpa e il solito sfigato e patetico della situazione.

 

 

***

 

- Hey…che succede qui? -.

Kiba sentì una voce famigliare provenire da dietro le sue spalle:- Shikamaru! Siamo salvi!! Ehi, ci sarebbe proprio bisogno di te laggiù! – disse entusiasta Kiba, indicando la panchina dove giaceva Temari.

- Di che diavolo stai parlando? - chiese scettico il ragazzo, aggiustandosi il codino.

- Eh...accidentalmente ho tirato una pallonata a Temari e l’ ho beccata in piena faccia… - rispose un malinconico Kiba  - Ora è là con Kankuro e gli altri … -

- E io che cosa c’entro? – chiese disinteressato Shikamaru.

- Vai a vederle il naso, sembra che si sia rotto… -

- Se è ancora viva e ride , vuol dire che non è nulla di grave… - disse annoiato Shikamaru.

- Shika sei un morto in piedi! Muoviti! – lo intimò Kiba, abbastanza alterato.

- E va bene, va bene, ci vado…Tu non vieni là a vedere? – rispose sbuffando il ragazzo.

- Troppa vergogna Shika… - rispose l’amico con lo sguardo basso.

- Tsk! Sei uno sfigato Inuzuka…- contestò secco Shikamaru, dirigendosi con molta calma verso la panchina affolata.

Kiba rimase con lo sguardo fisso sul terreno, pensando che, forse Shikamaru, aveva ragione: era uno sfigato. Anzi, lo sfigato per eccellenza.

Shikamaru fece un’entrata trionfante tra i ragazzi, poiché era l’unico che avrebbe potuto fare qualcosa di concreto per Temari, dal momento che faceva volontariato alla Croce Rossa di Tokyo.

- Fammi vedere, seccatura… - disse Shikamaru, facendo spazio tra i ragazzi e mantenendo un’aria tremendamente scocciata.

- Nara nessuno ti ha chiamato se ti pesa così tanto! E comuque mio fratello mi ha già tamponato il naso un pochino. Lo sento di più adesso, non mi fa più male…- disse Temari abbozzando un ghigno ironico.

- Non capisco perché tu debba giustificarti. Ammettilo che ti fa male e basta…- disse scettico Shikamaru, osservandole attentamente il gonfiore.

 

***

Temari era costretta a stare a pochi centimetri dal viso del ragazzo e ogni volta che incontrava per sbaglio i suoi occhi si faceva inspiegabilmente tutta rigida e tentava di distrarsi in svariati modi: dal guardare in basso al guardare in cielo, dal guardare di lato al guardare i suoi fratelli, come in cerca di un’ancora di salvataggio da quella straziante situazione.

Non era abituata ad avere un rapporto così “intimo” con lui.

Lei e Shikamaru si conoscevano da tempo ormai, ma il loro rapporto era sempre stato molto ambiguo, soprattutto agli occhi degli altri. Lavoravano spesso in coppia, si isolavano e combattevano insieme, ma pur stando così tanto insieme, chiunque avrebbe potuto giurare che quei due non si sopportavano per niente. Lei era la “peggior seccatura mai incontrata”, lui semplicemente “il peggior scansafatiche mai conosciuto”.

Temari si sentiva tutti addosso e quella situazione stava decisamente superando il limite della sua sopportazione.

Shikamaru non le toglieva gli occhi di dosso e continuava a tastarle coi polpastrelli il naso, poi soffiava e tamponava.

In lontananza si videro arrivare Sasuke e Sakura abbracciati e Ino, alquanto indispettita di fare da terzo incomodo.

Quando i tre si avvicinarono al gruppetto attorno a Temari, Sakura chiese preoccupata cosa fosse successo.

- Una pallonata in faccia, com’è evidente…- spiegò Kakuro, indicando il naso gonfio della sorella.

- Mio dio! Che botta! Chi è stato il furbo? - chiese Ino con un’aria schifata.

- Io - rispose con vittimismo Kiba che si stava avvicinando al gruppo.

- Complimenti per la mira…- affermò Sakura con fare sarcastico.

Sasuke le diede una gomitata leggera nel fianco, comprendendo la situazione delicata per l’amico e Sakura, per tutta risposta, si allontanò dall’amato, indispettita, tanto che il ragazzo dovette ricorrere alle solite coccole di circostanza per creare un’espressione compiaciuta e soddisfatta sul volto della sua ragazza.

- Ok…- cominciò Shikamaru - L’emorragia è finita, ma c’è bisogno di ghiaccio. Chi va a recuperarlo? -.

- Vado io! - si offrì entusiasta Ten-Ten, balzando in avanti e facendo quasi cadere indietro il povero Neji che le stava di fianco.

- Vado con lei - esordì la timida Hinata, facendosi spazio tra il gruppo e avvicinandosi a Ten-Ten.

Quando le due s’incamminarono alla ricerca del ghiaccio, Shikamaru proseguì con la diagnosi:

- Non credo sia rotto niente, penso si tratti solo di un leggero gonfiore per la botta. Un po’ di ghiaccio e non ci dovrebbero essere problemi -.

- Non sarebbe meglio portarla comunque al Pronto Soccorso? – suggerì Kankuro, preoccupato.

- Come vuoi…Io ti dico che non c’è nulla di rotto, a mio parere, ma un accertamento da un esperto sarebbe meglio, forse - chiarì Shikamaru, ancora intento ad osservare il naso della ragazza, con le mani in tasca e corrugando la fronte.

Hinata e Ten-Ten arrivarono col ghiaccio poco dopo.

- Bastava qualche cubetto Ten-Ten - disse sarcastico Shikamaru vedendo l’enorme contenitore di plastica che stavano portando le due ragazze,

- Ho preferito andare sul sicuro…- sorrise compiaciuta Ten-Ten, mentre Hinata si nascondeva dietro l’amica dalla vergogna.

- Ora però serve uno straccio…-.

- Tieni Shika, prendi pure la mia bandana…- si offrì Sakura.

- Grazie Sakura, ma non c’era bisogno di usare la tua bandana - disse Temari

- L’ho fatto senza impegno. Tanto mi fa schifo quel pezzo di stoffa…- la liquidò la ragazza.

Temari non proferì parola, dal momento che stava già lottando abbastanza per non alterare il suo equilibrio d’isterismo nel vedere tutto quel movimento davanti alla sua faccia.

Dopo che Shikamaru le aveva tamponato con cura la botta, col ghiaccio, Temari si sentiva decisamente meglio e anche il naso s’era sgonfiato.

- Grazie Nara, ma non c’era bisogno di fare tutto questo per una piccola botta…- disse Temari senza dare a vedere il suo imbarazzo.

- Non c’è problema – rispose il ragazzo.

- Allora facciamo un salto al Pronto Soccorso Temari, ok? –

- Sto benissimo Kankuro, davvero! Nara ha fatto un ottimo lavoro! - fece Temari, sforzandosi di sorridere più che poteva, sebbene il naso le dolesse ancora un po’.

- Grazie della fiducia Temari, ma tuo fratello ha ragione. Non sono un esperto, ti ho solo alleviato il gonfiore, ma potrebbe esserci, comunque, una microfrattura - obiettò Shikamaru.

- Ragazzi, non mi pare il caso di farvi perdere altro tempo per una cavolata del genere. Sto bene adesso. Grazie della preoccupazione, ma ora dav…-.

- Vai a farti vedere Temari.Il naso ti fa ancora male ed è bene che tu lo faccia visitare da qualcuno più competente di me - replicò schietto e autoritario Shikamaru.

Temari non potè far altro che annuire e alzarsi dalla panchina con l’aiuto dei suoi fratelli che l’accompagnarono fino alla macchina di Shiakamaru.

- Nara, mi fido a lasciartela in custodia? - chiese preoccupato il fratello maggiore.

- Se non ti fidi, ti lascio le chiavi e l’accompagni te. Non muoio dalla voglia di guidare e soprattutto di stare là ad aspettare che la visitino - rispose il ragazzo, grattandosi la testa ed emettendo un piccolo sbadiglio.

Temari non nascose la faccia amareggiata che le procurarono quelle parole.

A volte il menefreghismo di quel ragazzo faceva rimanere davvero di sasso.

- Lo sai che non posso! Devo andare a casa con Gaara -.

- Allora non è che ti fidi, è che non hai scelta…- lo stuzzicò il moro.

- Fa lo stesso Nara, basta che me la riaccompagni a casa! - replicò bruscamente Kankuro.

- Ok, ok… - rispose Shikamaru con tranquillità e si voltò per aprire la portiera a Temari.

La ragazza salì in macchina in silenzio, pietrificata da quel viso determinato e indifferente al tempo stesso.

Conosceva com’era fatto Shikamaru, lui era così: distaccato ma presente, deciso ma pigro, umoristico ma agghiacciante. Poteva vantare di un’intelligenza brillante, ma aveva sempre qualche difficoltà a rapportarsi con gli altri, specialmente con le ragazze.

Aveva molta fama nel mondo femminile per questo suo modo di fare così “misterioso”, molto simile a Sasuke, ma a parere suo, Temari, trovava quest’ultimo come il classico “figo” della situazione, mentre Shikamaru lo considerava più come il ragazzo “sveglio” del momento.

La ragazza si chiedeva come facevano quei due a spopolare così tanto tra le ragazze.

Erano due gran bei ragazzi, ma lei non aveva mai preso in considerazione l’idea di “un qualcosa di più oltre che l’amicizia” con Sasuke e soprattutto, mai e poi mai, con Shikamaru.

Shikamaru Nara era ammirato anche per la sua totale estraniazione dal mondo circostante. Se ne stava spesso da solo, a sonnecchiare sotto un albero, guardando le nuvole e le loro strane forme. Oppure a leggere qualche strano libro, sempre troppo “serio” per Temari. Pur avendo tantissime ammiratrici, lui non aveva mai combinato con nessuna nulla di serio perché riteneva le donne “un’inutile seccatura”.

 

***

 

Il ragazzo accese il motore e per tutto il viaggio, che durò non meno di venti munti, non fiatarono, se non per chiedersi “Tutto bene” e rispondersi “Sì, grazie”.

Arrivati di fronte all’ospedale, Shikamaru parcheggiò la macchina (in divieto di sosta) e scese dalla vettura, con aria scocciata, per aprire la portiera a Temari (da vero gentil uomo, in fondo).

Entrarono nell’edificio camminando l’uno di fianco all’altra e per poco la ragazza non inciampava, ma Shikamru la sorresse prontamente.

- Grazie, ma ce la faccio da sola…- disse altezzosa, scostandosi dal suo petto.

- Allora la prossima volta ti lascio cadere, ok? – sbottò lui, abbastanza irritato.

A quella dannata ragazza non le andava mai bene niente.

Fortunatamente, in breve, riuscirono a farsi strada fino all’ambulatorio e l’equipe riuscì a visitare Temari piuttosto in fretta.

Il responso fu tale e quale a quello di Shikamaru, così la visita si concluse con una breve medicazione al naso, applicando un cerottino e prescrivendo una pomata.

I due ripartirono, ancora in silenzio.

Come promesso, Shikamaru accostò davanti al portone di casa di Temari e spense il motore. Stava per scendere dalla macchina per aiutarla mettersi in piedi, quando li fece cenno di star seduto, dicendo che poteva farcela tranquillamente.

- Grazie di tutto Nara…- disse Temari, regalandoli un mezzo sorriso.

- Ah, figurati…- rispose un poco imbarazzato il moro, puntando lo sguardo in alto.                     

- Bè, devo ammette che ogni tanto sai anche essere estremamente d’aiuto! - le sorrise, ammiccando e voltandosi verso la porta d’ingresso.

- Gentile come al solito, stronzetta - rispose quasi serio il ragazzo.

Temari scoppiò in una risata forzata: - Ci vediamo, morto in piedi! -.

- Vedi di riprenderti, seccatura…- salutò il ragazzo e ripartì a tutto gas.

 

  
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