Passeggiare nella foresta riusciva sempre a
calmarla e a far
ritornare la pace dentro di lei. Dawn si era svegliata prestissimo,
molto prima che il sole facesse la sua apparizione e aveva camminato
molto a lungo tanto che al suo ritorno il sole era alto nel cielo.
Scott era il motivo di quella lunga camminata. Ancora non si spiegava
il perché dello schiaffo del rosso. Non credeva che egli
fosse
arrivato a quel punto, ma forse la vicinanza del lago aveva
condizionato quegli avvenimenti. Con tutte quelle anime che entravano e
uscivano da lì, il lago ormai era diventato un calderone di
magia nera capace di condizionare le azioni di chiunque, soprattutto
quelle di un Guardiano senza Cerimonia. Doveva fare assolutamente
rapporto di ciò alla regina. La sua mano
andò
involontariamente dove il ragazzo l'aveva colpita e, sospirando,
entrò in casa. Nella biblioteca pentagonale Dana
stava
preparando i composti per le due Cerimonie ancora da fare.
-
Oh! Sei tornata. Stamattina ho
mandato un messaggio ai Guardiani rimanenti... Gli ho detto di venire
qui in fretta. Così sprecheremo meno tempo e torneremo a
palazzo
in men che non si dica. - Disse Dana, senza distogliere
gli
occhi dal suo lavoro. Al sentir pronunciare la parola palazzo, alla
bionda comparve nella mente la sua immagine.
Gli mancava così tanto, doveva
sentirlo. E se poi lui era ancora arrabbiato con lei?
Non le importava, la voglia di parlargli era
tanta.
-
Dana potresti lasciarmi sola? - Pigolò
lei. La donna la guardò per un attimo, poi raccolse le varie
bottigliette e se ne andò in cucina lasciando
così la
bionda sola in quella biblioteca. Prese un gessetto appoggiato sul
tavolino e nel cerchio di candele, disegnò un altro cerchio
più piccolo, dove al centro tracciò una stella.
Dopo aver
tracciato tale segno, ella congiunse le mani e recitò
un’antica preghiera, imparata negli anni di permanenza nel
Regno
di Fara. Il cerchio disegnato sul pavimento, come stregato da quella
preghiera, si alzò e mostrò il suo lucente e
perlaceo
aspetto alla donna davanti a lui.
-
Mostrami mio marito. –
Disse Dawn al portale e questi in risposta cominciò a
squittire,
contrarsi, dilatarsi e a emettere altri strani rumori.
Continuò
così per un po’, finché non comparve la
figura di
un uomo molto alto e dagli occhi privi di sclera come gli insetti.
Portava i capelli lunghi fino alle spalle, sul capo vi era una semplice
ed elegante corona e aveva un portamento reale.
Quell'uomo dall'aspetto solenne e reale era
Alucard II. Egli era
il principe ereditario del Regno di Fara e marito di Dawn da appena 5
anni. La bionda rimase un istante ad ammirarlo: era da molto tempo che
non lo vedeva, ma la cosa che la sorprese di più nella sua
figura era cicatrice che gli percorreva la guancia.
Scosse la testa, scacciando pensieri che di
sicuro non avrebbero avuto risposta.
-
Mi fa piacere che hai accettato di vedermi... -
Mormorò lei, regalandogli un timido sorriso.
L'uomo rimase per un po' impassibile, per poi
sospirare pesantemente.
- Mi dispiace
per le parole che ti ho
detto prima della tua partenza. Ho parlato senza pensare e ho seguito
solo la mia gelosia... -
-
Avevi paura che io potessi
lasciarti rivedendo lui. È stato comunque una mancanza di
fiducia nei miei confronti, ma so quanto tu possa essere geloso a
volte... - Sospirò lei, mentre un silenzio
tombale si frappose tra i due.
Alucard sapeva di Scott, sapeva quello che la
moglie aveva provato
per lui. Quel sentimento però era morto da tempo, ma il
principe
era famoso per la sua forte indole gelosa. La bionda lo
guardò
negli occhi, cercando il coraggio di pronunciare tale frase.
-
È uno dei Guardiani, del fuoco. - Pronunciandola
aveva un suono terribile. Era anche giusto che lo sapesse da lei, e non
che lo scoprisse.
Egli la guardò per un po' assente,
quasi distratto.
-
Questo vuol dire che avrò l'onore di conoscere colui con cui
condivido il tuo cuore. - Rise lui, scuro in volto.
-
Sai benissimo che nel mio cuore c'è solo mio marito,
cioè tu. - Precisò lei, quasi con
aria stufata.
Poi però cambiò discorso.
- Come
procede la situazione nelle regioni della terra? -
Egli rilassò le spalle e
abbandonò la sua postura
solenne, mostrando alla consorte tutta la stanchezza che aveva addosso.
-
Non si riesce a vederne la
fine. Il popolo della terra è furioso: dicono che le altre
regioni si stanno prendendo tutti i loro raccolti, riducendoli alla
fame. La carestia fa la maggior parte del lavoro. Nella capitale le
dispense sono ancora piene, ma non possiamo resistere a lungo. Mia
madre è ancora convinta che questa situazione si possa
risolvere
con la diplomazia, purtroppo gli altri non sono dello stesso parere.
Siamo stati attaccati tre volte e non posso non rispondere. Ne va del
futuro del regno. - Parlò così
velocemente che
Dawn fece fatica a stargli dietro, ma riuscì comunque a
comprendere il significato di quelle parole.
La regione della terra era l'unica regione
fertile della terra di
Fara. I suoi abitanti coltivavano i raccolti necessari a loro e al
sostentamento anche delle altre. Nell'ultimo anno c'era stata una
tremenda siccità che aveva portato a un'enorme riduzione dei
raccolti prodotti. I contadini protestavano che le altre regioni
pretendevano lo stesso numero di raccolti, senza tener conto della
siccità e condannandoli così alla fame.
Accusavano anche
la capitale di sfruttarli ingiustamente e da molti mesi la rivolta
imperversava senza sosta.
La bionda in quel momento capì come
il marito si era procurata quella cicatrice sul volto.
-
Cosa intendi fare adesso? - Chiese lei.
- A breve
dovrebbero arrivare i capi della rivolta. Spero solo che con la
diplomazia si possa risolvere tutto... -
-
Tua madre dice sempre che un buon re dimostra tutte le sue
capacità in tempi difficili, e non in tempi di pace. -
Disse Dawn, regalando un sorriso all'uomo.
-
Mi erano mancati il tuo supporto e soprattutto il tuo sorriso, moglie
mia. Non vedo l'ora di rivederti! - Esclamò il
moro, facendola leggermente arrossire. Aveva ancora questo potere dopo
tanti anni? Semplicemente incredibile.
-
Mancano solo due giorni. Quindi pazienta, è una questione di
tempo... - Lo informò, ricevendo un gran
sorriso dal principe. All'improvviso la porta si aprì .
-
Scusa adesso devo andare. Di alla Regina che al mio ritorno dobbiamo
parlare di una cosa molto urgente. A presto Alucard. - Lo
salutò lanciandogli un piccolo bacio.
-
A presto amore mio... - Rispose lui, mentre il portale
ritornava alla sua figura originale, per poi sparire.
Dawn corse ad aprire la porta, mentre Dana
rientrava nella biblioteca con tutti i composti pronti.
-
Ah! Siete arrivati insieme, bene. Accomodatevi. - Disse la
bionda, accogliendo Scott e il sesto Guardiano.
***
Zoey camminava a passo lento per la strada
verso casa. Il pallido
sole di ottobre illuminava Dark Lake, senza però dargli
calore e
lasciando così la città in preda al vento. La
rossa si
nascose meglio dietro la sciarpa, mentre la mano sinistra cercava le
chiavi di casa.
Ignorò le leggerissime fitte ai
polsi ed aprì la
porta. Appena entrò, un delizioso profumo invase le sue
narici.
Posò sull'appendiabiti all'ingresso il giubbino rosato e la
sciarpa bianca. Si alzò le maniche della maglia, prese un
respiro profondo e andò in cucina con passo deciso.
Mike era lì che preparava il pranzo
per entrambi.
-
Ehi Zoey! Puoi apparecchiare un attimo la tavola? Io intanto impiatto
la carne. - Disse lui tenendo lo sguardo fisso sulla
padella, dove due fette di carne sfrigolavano rumorose.
-
Mike? -
-
Si? - Disse lui impiattando le due bistecche e volgendo
finalmente il suo sguardo verso di lei.
Quello che vide lo sconcertò
tantissimo.
Due pietre erano incastonate nei polsi della
ragazza:
La prima era di un colore blu molto intenso e
brillante, il
secondo era come un mare in tempesta per le sue molteplici sfumature di
blu e
di bianco.
-
T-Tu sei...? - Chiese lui ancora a bocca aperta.
Zoey ancora non riusciva a spiegarselo come
fosse successo tutto
ciò. Sapeva solo che Dawn, dopo aver ricercato per molto
tempo,
aveva scoperto che l'unica persona che rispecchiava le caratteristiche
di prossimo Guardiano era lei.
Bella Gioia raccontò dell'immensa
sorpresa che aveva avuto,
della Cerimonia e tutti gli altri avvenimenti della giornata. Dopo di
che tra i due nacque un lungo silenzio, intervallato dal cozzare delle
posate sul piatto. Solo quando i due si ritrovarono a pulire i piatti,
la rossa finalmente parlò.
- Mike ho
paura. -
-
Stai tranquilla Zoey. Adesso
con queste pietre possiamo difenderci da quei mostri, senza svenire
come ho fatto io. Comunque io sono sempre con te ricordalo. -
Disse lui, cercando di tranquillizzarla, anche se un po' di paura ce
l'aveva anche lui.
-
Non ho paura di questo... - Sussurrò lei, con
le lacrime agli occhi.
-
Ho paura per lui. - Esalò infine, portando le
mani alla sua pancia.
Mike si era quasi completamente dimenticato di
quel piccolo ma immenso dettaglio.
Il loro figlio. Quella piccola creatura che
stava crescendo nel ventre della sua amata.
In quel momento capì la paura della
rossa.
Aveva paura di perderlo in qualche lotta.
E questo era molto peggio che aver paura per la
propria vita.
D'istinto il ragazzo l'abbracciò
forte e lei in quella
stretta liberò tutte le lacrime che stava trattenendo.
Quando
poi entrambi si furono calmati, Mike si abbassò e
poggiò
delicatamente la sua guancia sulla pancia di Zoey.
-
Piccolo mio... Ti chiedo scusa,
il tuo papà si era completamente dimenticato di te. Adesso
però sia lui che la mamma ti faranno una promessa: non
lasceremo
che nessuno ti faccia del male. Te lo promettono anche nonno Ceaster,
zia Svetlana, zio Vito e zio Manitoba. - Mormorò
lui,
facendo sorridere la rossa. Sentendo quella piccola risata egli si
alzò, la strinse a sé e la baciò
delicatamente.
Come a suggellare quella promessa che entrambi
avevano paura di non mantenere.
***
Gwen camminava per il lungo corridoio della sua
casa.
Arrivò alla fine di quest'ultimo, dove vi erano le scale che
conducevano al piano superiore. La donna salì le scale e
percorse sicura di sé il primo piano, ignorando lo sguardo
dei
dipinti appesi ai muri. Da piccola aveva paura di quegli occhi sempre
fissi verso di lei, ma con il passare degli anni la sua paura si era
trasformata in semplice indifferenza. Alla fine di quest'altro
corridoio vi era una piccola botola sul soffitto. Ella
abbassò
la botola, facendo scendere una piccola scaletta in legno.
Salì
la scaletta ritrovandosi così nella soffitta. Prima di
conoscere
Duncan quello era il suo rifugio. Ora la soffitta custodiva tutti gli
oggetti che un tempo popolavano la casa ai tempi dell'aristocrazia. In
mezzo ai candelabri d'argento, le ragnatele e la polvere vi era un
grosso baule verde scuro.
La mora si inginocchiò davanti a
quel baule e lo aprì.
Era sicura che la madre l'avesse buttato.
Al suo interno, tra vecchi vestiti, c'era un
album fotografico. Lo
prese e lo aprì. Dopo la morte di suo padre, sua madre aveva
rinchiuso tutto quello che apparteneva a lui in quel baule. Sua nonna
le aveva rivelato che quel gesto era dovuto al fatto che la sola vista
di quegli oggetti, provocavano in lei un così grande dolore
nel
suo cuore, da istigarle il suicidio.
" - Ognuno
affronta in modo molto diverso la morte di una persona amata.
C'è chi piange per giorni, chi si tiene tutto dentro e
dentro
muore... Tua madre ha pianto per giorni, poi si è tenuta
tutto
dentro e, dopo aver nascosto dai suoi occhi il suo amore passato,
è morta dentro. L'alcool ha fatto il resto. - "
Questo le
aveva detto la donna quel giorno quando, di nascosto, l'aveva portata
in soffitta e le aveva mostrato per la prima volta il volto di suo
padre.
Gwen guardò attentamente le foto in
quell'album. Mostravano
un bel uomo dagli occhi azzurri e i capelli castano chiaro. In ogni
foto suo padre era in compagnia di sua madre, in tempi più
felici.
Vedendo quelle immagini, il suo pensiero la
portò a lei.
Era sempre stata una madre assente, che pensava
ad affogare il
dolore nell'alcool e nell'amore di altri uomini. Da uno di questi
"amori" aveva avuto suo fratello, David. Lei era rimasta con la madre
solo per non finire in orfanotrofio, quindi si preoccupava di badare a
se stessa, alla madre quando era ubriaca e a David quando nacque. La
nonna l'aiutava in tutto. Dopo la morte del fratello, sua madre aveva
aspettato che lei compisse 18 anni, poi come il vento se ne
andò, senza più farsi sentire.
Per Gwen andava bene così. Non
sentiva quella donna sua madre, e credeva che anche per lei il
sentimento fosse lo stesso.
Fino a quando sua nonna non le disse:
"
- Lei ti vuole
bene. Solo che in te rivede mio figlio, e non può
sbarazzarsi di
una figlia come ha fatto con quelle foto. - "
Scollò la testa, scacciando via
tutti quei pensieri e in
fretta uscì dalla soffitta. Quella stanza riusciva a farla
pensare, anche troppo. Il rumore del campanello riuscì a
distrarla efficacemente. Corse verso l'ingresso e aprì la
porta,
ritrovando solo un biglietto blu cobalto a terra.
Lo prese e quello che lesse la
sconcertò.
"Prepara
i bagagli. Tra due giorni presentati al Burrone dei Lamenti all'alba.
È arrivato il momento di vedere. "
-
È arrivato il momento di vedere... Che cosa vuol dire? -
Angolo
dell'Autrice:
Salve
a tutti!!!
Questo capitolo è un po' piccolo e non succede quasi niente, ma è solo un capitolo di passaggio.
Nel prossimo si passerà ad un'altra parte della storia, dove entreranno in scena altri personaggi, molti poteri, paesaggi incredibili e... Tanto tanto mistero :D.
Questo capitolo è un po' piccolo e non succede quasi niente, ma è solo un capitolo di passaggio.
Nel prossimo si passerà ad un'altra parte della storia, dove entreranno in scena altri personaggi, molti poteri, paesaggi incredibili e... Tanto tanto mistero :D.
Qui
di seguito ci sono le immagini delle pietre di Zoey:
Zaffiro (pietra dell'Acquario)
Agata (pietra del Capricorno)
Zaffiro (pietra dell'Acquario)
Agata (pietra del Capricorno)
Venerdì
prossimo parto in gita (cinque giorni in Liguria) questo vuol dire che
starò molto tempo a viaggiare nel pullman e quindi a
scrivere
per passare il tempo.
Questo c'è vuol dire?
Che credo che appena tornerò a casa vi darò un capitolo molto lungo e, sopratutto, pubblicato in orario.
Adesso però vi saluto e vi invito a regalarmi tante belle recensioni :)
Un bacione:^.^:
Questo c'è vuol dire?
Che credo che appena tornerò a casa vi darò un capitolo molto lungo e, sopratutto, pubblicato in orario.
Adesso però vi saluto e vi invito a regalarmi tante belle recensioni :)
Un bacione:^.^:
Sammy