Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Lisey91    23/03/2014    3 recensioni
Tutti conosciamo la storia del famoso Harry Potter e dei suoi migliori amici, Hermione Granger e Ronald Weasley, e di come essi sconfissero il malvagio Lord Voldemort. Ma pochi conoscono quella di tre ragazze speciali, senza le quali forse non avrebbero potuto farcela... Questa storia non l'ho scritta io, ma una dolcissima ragazza con un lieve ritardo mentale ma con una fantasia a dir poco stratosferica che l'ha terminata dopo 5 anni che ci lavorava. Spero che piaccia a voi quanto è piaciuta a me.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
3.20 Il rintocco del Giratempo



Amyas guardò il corpo rigido della figlia in silenzio, poi si voltò lentamente verso il piccolo drappello di uomini che aspettavano a poca distanza. Il ministro lo fissava cercando di nascondere le mani tremanti. Era pallido e sudava, sembrava che la scure del boia fosse già posizionata sulla sua testa e aspettasse solo di vedere l’ordine eseguito. Al suo fianco un Severus Piton dal volto tumefatto lo fissava con rispetto e disgusto in egual misura, ma poteva percepire chiaramente una lieve tensione nei suoi muscoli. Quasi anche lui si aspettasse un accusa o peggio.
Non sapeva se ridere o sentirsi irritato dall’evidente convinzione di quegli uomini che lui fosse più interessato alle loro patetiche vite che a quella di sua figlia, che ora giaceva come morta su un letto. –Un Lupo Mannaro, avete detto?- domandò, rivolgendosi all’unico uomo che pareva sinceramente preoccupato per la salute di Melen.
Dumbledore annuì lentamente –Probabilmente lei saprà del Professor Lupin..- al cenno affermativo del vampiro il mago continuò –Per farvela breve, durante la cattura di Black il professore si è trasformato. Sua figlia ha cercato di difendere i suoi amici e c’è stata una colluttazione. Madama Chips ha cercato di fare qualcosa ma, come vede lei stesso, non ci sono ferite da sanare- s’interruppe un attimo, carezzandosi la lunga barba pensieroso –Abbiamo fatto tutto quello che potevamo ma immagino che ci siano cose sulla vostra razza che a noi maghi non sono note. Crede che starà bene?-
L’uomo spostò nuovamente lo sguardo sulla figlia. Il respiro era quasi inesistente e il cuore praticamente fermo. Ma questo era semplicemente dovuto alla perdita di sangue, era il modo del corpo di proteggere se stesso. Quello che lo preoccupava maggiormente erano i segni viola dei morsi che ricoprivano la sua pelle. Anche se, a quanto pare, erano invisibili a occhi “normali” lui li vedeva perfettamente e lo rendevano ansioso.
–Starà bene- disse lentamente, tornando a fissare negli occhi il preside –Ma devo portarla via con me. Subito. Le manderò un gufo sulle sue condizioni quanto prima- Dumbledore annuì e lasciò che l’uomo prendesse tra le braccia il corpo senza vita della ragazza senza aggiungere altro. Il ministro gli fece i suoi migliori auguri e Amyas annuì con un breve inchino. Poi si lanciò nel vuoto della finestra spalancando le ali e portandosi velocemente al di là delle protezioni della scuola, prima di smaterializzarsi. Un attimo dopo l’aria gelida della primavera Russa gli sferzava il viso.

Emily si strinse con più forza la coperta che Madama Chips le aveva portato sulle spalle, cercando di trovare un po’ di calore. Il suo intero corpo tremava con violenza e sapeva che l’effettiva temperatura della stanza centrava poco e niente. Il suo sguardo vagò sulle sagome addormentate dei suoi amici. Madama Chips li aveva costretti a prendere una pozione che, a suo dire, li avrebbe aiutati a distendere i nervi ma lei aveva l’atroce sospetto che in realtà fosse un qualche genere di sonnifero. Così, con la scusa di andare a lavarsi le mani in bagno, l’aveva vuotata nel lavandino.
Non voleva dormire. Non quando.. Deglutì a vuoto fissando Harry muoversi nel sonno. Ron russava nel letto vicino e Hermione era perfettamente immobile in quello dopo il suo. Melen e Marion non c’erano e lei non riusciva a fare a meno di chiedersi se le avrebbe più riviste. Poteva ancora sentire chiaramente il pulsare del cuore di Marion affievolirsi sotto le sue mani, il sangue vischioso che le scorreva tra le dita macchiandole la pelle, i vestiti e i lunghi capelli che le erano sfuggiti dalla treccia. Non aveva mai visto tanto sangue in vita sua.
Quando aveva sentito dei passi veloci correre nella sua direzione non aveva nemmeno alzatolo sguardo, troppo impegnata a cercare di fermare il torrente che le scorreva tra le dita colorando il prato di rosso e lasciando un odore pungente di ferro e ruggine nell’aria fresca della notte. Piton era spuntato dai cespugli, un occhio gonfio e un rivolo di sangue ormai secco che gli scendeva da una tempia fino al mento, e si era guardato intorno guardingo. Era ovvio che stesse cercando qualcuno in particolare ma non le aveva chiesto nulla.
Si era inginocchiato davanti a lei e le aveva spostato le mani dalla ferita in modo gentile ma fermo
–Stai calma, ora ci penso io- dopodiché aveva puntato la bacchetta sulla ferita. Il sangue aveva cambiato direzione, tornando nel corpo pallido della ragazza sotto l’ordine del mago. Il professore aveva aggrottato le sopracciglia fissando preoccupato la cicatrice frastagliata e rossa sulla spalla della ragazza. Le aveva posato una mano sul collo sospirando di sollievo nel sentire un battito debole ma costante sotto le dita e solo allora  si era concesso di guardarsi intorno, nuovamente guardingo.
–Lupin?-
-io.. io non lo so. Melen e Black l’hanno spinto nella foresta ma quando io e Harry siamo arrivati loro..-
-Dov’è Potter?- la interruppe l’uomo con una nuova urgenza nella voce. Emily gli indicò un punto fra gli alberi
–Lui e Mirice sono andati ad aiuta.. sono andati di la-. Piton si era alzato ed era corso nella direzione che gli aveva indicato. Era tornato poco dopo, il volto livido e pallido e quattro barelle che lo seguivano fluttuando tetramente. Alla sua occhiata terrorizzata aveva risposto con un laconico
–Dissennatori- prima di far apparire un’altra barella e sollevare anche Marion. –Tu stai bene? Riesci a camminare?- Emily annuì cercando di alzarsi in piedi ma le ginocchia le avevano ceduto e lei era ricaduta a terra, tremante. Il professore l’aveva presa in braccio senza dire una parola, zittendo le sue proteste con una semplice occhiataccia.
Erano arrivati vicino alle porte del castello quando avevano incontrato una piccola folla agitata, che sembrava venire nella loro direzione. Oltre a Dumbledore li aspettavano anche la professoressa McGonagall, il ministro della Magia, Madama Chips, Hagrid,il boia di Fierobecco. Ron e Hermione non c’erano e Emily poté solo sperare che avessero raggiunto sani e salvi il castello. Madama Chips era subito corsa verso le barelle, per un primo esame. Piton l’aveva messa a terra e le sue braccia erano subito state sostituite da quelle di Hagrid, che l’aveva stretta con tutta la delicatezza di cui disponeva, pronto a portarla ovunque la medimaga avesse ritenuto opportuno. Lei se ne curò poco, troppo ansiosa per la sorte dei suoi amici per preoccuparsi di altro e comunque ben consapevole di non essere ferita.
–Questa deve andare al San Mungo e subito! Questo è un morso di Lupo Mannaro- aveva sentito la paura serpeggiare tra i presenti ma Dumbledore aveva calmato le acque con un gesto
–Suo padre è già un Lupo Mannaro, non sappiamo quanto effetto avrà su di lei. L’importante è stabilizzare le sue condizioni. Come stanno gli altri?-
-La ferite della signorina Black si stanno già rimarginando ma il fatto che sia ancora incosciente mi preoccupa. Credo sia meglio avvertire suo padre. Per quanto riguarda gli altri.. direi che sono solo svenuti. Ha cacciato lei i Dissennatori?- chiese a Piton che scosse la testa
–Quando sono arrivato c’erano solo loro tre. Suppongo che sia stata opera della Signorina McGonagall- La professoressa McGonagall si era posizionata di fronte alla barella della figlia e la fissava in ansia
–Starà bene vero?- chiese con voce tremante
–Certo Minerva, stia tranquilla. Per ora portiamo tutti in Infermeria, mentre contattiamo chi di dovere per le ragazze. Poi si vedrà- concluse la donna agitando la bacchetta e voltandosi verso il castello con le barelle che la seguivano.
–Un momento, prego. Credo sia il caso di separare Black dagli altri. E di metterlo in un posto in cui non possa scappare di nuovo- la fermò il ministro
–E non solo Black- aggiunse Piton. –Mi duole informarvi che quella donna- disse con disprezzo indicando Mirice –E’ una sua complice. L’ha aiutato ad evadere e lo ha protetto per tutto questo tempo, aiutandolo nella sua missione-
-Severus! Cosa stai dicendo? Mia figlia non..- iniziò la McGonagall oltraggiata
–Mi spiace Minerva ma è così. L’ho udito io stesso.-
-Questo è ridicolo! E’ infamia!-
-State sbagliando tutto! Sirius è innocente, è tutta colpa di Crosta!- Era intervenuta Emily decisa. Tutti si erano girati a guardarla –Crosta?- aveva domandato la McGonagall alzando un sopracciglio perplessa –Il topo di Ron. Ma in realtà non è un topo. E’ Peter Minus. Si era finto morto invece è un animagus non registrato e..- si fermò spalancando gli occhi. La visione che le era apparsa nella nebbia della sfera di cristallo durante l’esame le esplose nella mente. Il bambino scorticato e Codaliscia, vicino alla sua poltrona, che si inchinava servile
–Era Voldemort- mormorò sentendo il battito del suo cuore aumentare
–Dobbiamo cercarlo! Lui è il vero colpevole e se non lo prendiamo lui aiuterà Voldemort a risorgere! Io l’ho visto!- urlò cercando di divincolarsi dalla presa di Hagrid, con il cuore che le batteva forte dal terrore e dall’urgenza
–Ma cosa diavolo sta dicendo?- chiese McNair lisciandosi uno dei baffi sottili incredulo
–Incanto Confundus. Credo che Black lo abbia fatto a tutti i ragazzi. Sembravano convinti fosse innocente..- commentò Piton scuotendo la testa. Il ministro borbottò qualcosa fissando prima la McGonagall poi Dumbledore
–Beh, capisco. Prima di condannare la ragazza ci servono delle prove, naturalmente. Del Veritaserum magari. Intanto li rinchiuderemo in una stanza sicura. E bisognerà dare qualcosa ai ragazzi per.. chiarirgli le idee- continuò massaggiandosi il mento. Emily digrignò i denti buttandosi in avanti e riuscendo a sgusciare dalle mani del mezzo-gigante prima che questo avesse il tempo di riacchiapparla. Si tuffò verso Dumbledore, afferrandogli la veste disperata
–Sirius e Minus si erano scambiati prima di pronunciare l’incanto Fidelius. Sirius sospettava del Signor Lupin e per questo non l’ha detto a nessuno. Quando ha capito che Minus era un traditore ha cercato di salvare i genitori di Harry ma è arrivato tardi. Mi deve credere! Lui.. lui ha detto che Minus faceva la spia da quasi un anno ha.. ha pronunciato nomi di altre persone che ha tradito.. persone di un ordine. Me li ricordo, posso provare che dico la verità! Come farei a sapere queste cose se no?- Dumbledore la fissava senza dire una parola e la ragazza sentì la frustrazione scacciare quasi la paura. Doveva convincerli della sua versione. Si voltò a guardare gli altri volti ma su nessuno di loro trovò un briciolo di fiducia. Tutti la fissavano, anzi, come preoccupati della sua salute mentale e lei seppe che, qualsiasi cosa avesse detto, non le avrebbero creduto. Madama Chips aveva interrotto il silenzio con voce perentoria, alcuni dei pazienti erano urgenti e non c’era tempo di stare a discutere di quelle sciocchezze. Hagrid l’aveva sollevata di nuovo seguendo la donna e lei l’aveva lasciato fare.

Un movimento dal letto di Harry la distrasse dai suoi pensieri. Il ragazzo strizzava gli occhi cercando di mettere a fuoco qualcosa e lei gli si avvicinò con passo leggero passandogli gli occhiali. Sobbalzò un attimo prima d’inforcarli
–Emily?- sussurrò sforzandosi di mettersi seduto. Era evidente che gli costasse una certa fatica e allungò le mani ad aiutarlo, sedendosi di fianco a lui sul letto. Harry le sorrise grato lasciando vagare lo sguardo sulla stanza, confuso –Come..-
-Ah, sei sveglio!- Madama Chips si avvicinò a lui con passi svelti, fissandolo critica. Lanciò un’occhiataccia a Emily ma non le disse nulla, limitandosi ad offrire un grosso pezzo di cioccolato al ragazzo –Mangia. Ti farà bene- ordinò la donna perentoria. Il ragazzo seguì il suggerimento in silenzio, aspettando che lei si allontanasse per controllare Ron e Hermione prima di bisbigliare piano
–Cos’è successo a Sirius? E Melen e Marion?- Emily si mordicchiò il labbro
–Melen e Marion erano ferite gravemente- si accorse di tremare ma si fece forza per continuare –Le hanno portate da qualche altra parte e per quanto riguarda Sirius..- strinse forte i pugni cercando di scacciare le lacrime che minacciavano di cadere mordendosi a sangue il labbro inferiore. Harry le strinse le spalle preoccupato –Ho..ho cercato di spiegare ma non mi hanno creduto e.. e c’era tutto quel sangue io..- alzò gli occhi su di lui –Credono ancora che sia colpevole. E anche Mirice- Rimasero a fissarsi in silenzio. Senza Minus non sapevano davvero come provare che quello che dicevano non era una montatura.. Dal corridoio fuori dall’Infermeria arrivò un rumore di passi e di voci che si facevano sempre più chiare man mano che si avvicinavano
–Spero che non creda ad una parola di quello che lui le ha detto, Preside. Sirius Black è capacissimo di uccidere. Vorrei ricordarle che ha cercato di uccidere ME a soli sedici anni.- stava dicendo Piton, evidentemente adirato
–La mia memoria è buona come sempre- la voce di Silente era uscita piuttosto seccata, sembrava stanco e preoccupato, ben poco incline ad ascoltare le scene melodrammatiche del professore. La voce del ministro s’intromise insicura
–I Dissennatori dovrebbero essere ormai pronti per eseguire la condanna. Andrò ad accoglierli-
–Vi raggiungerò fra poco. Vorrei sincerarmi delle condizioni dei miei studenti- aggiunse Dumbledore. CI fu un attimo di silenzio, poi una coppia di passi si allontanò. La porta si aprì e Emily e Harry schizzarono in piedi correndo verso il Preside. Madama Chips li inseguì con occhi di fiamma
–PRESIDE! Questi ragazzi hanno bisogno di riposo e..- iniziò, ma l’uomo la interruppe alzando una mano
–La mie scuse Chips, ma questa conversazione non può attendere. Mi dia cinque minuti da solo con loro e poi le lascerò fare tutto quello che vuole- La donna arricciò il naso scontenta ma si incamminò verso il suo ufficio a grandi passi, senza aggiungere altro.

–Bene. Ora ascoltatemi e vi prego di non interrompermi poiché non abbiamo molto tempo- Si voltò verso il letto di Hermione –Anche lei Signorina Granger, può smettere di fingere di dormire. Hermione si alzò dal letto imbarazzata
–Io non volevo mettere in agitazione Madama Chips- balbettò arrossendo. Ma l’anziano preside non le prestò attenzione. Sembrava preoccupato –Non c’è uno straccio di prova a sostegno della versione di Sirius Black. A parte la parola di una manciata di maghi tredicenni che non convincerà nessuno-
-Ma Mirice e il signor Lupin..- esclamò Harry senza riuscire a trattenersi.
–Il professor Lupin al momento è nel cuore della foresta, quando sarà tornato umano sarà troppo tardi per Sirius Black. E in ogni caso i Lupi Mannari non godono di grande fiducia. Per quanto riguarda la Signorina McGonagall, mi duole informarvi che ha ammesso di avere aiutato Sirius Black ad evadere e a nascondersi e che quindi verrà condotta ad Azkaban dopo che i Dissennatori avranno eseguito il Bacio su di lui- Emily tremò e vide lo stesso orrore dipingersi sul viso dei suoi amici.
–ma lei crede a noi- balbettò Harry insicuro
–Si. Ma non ho il potere di costringere gli altri a fare altrettanto, mi spiace Harry- Era come se ogni speranza si sgretolasse davanti ai loro occhi. Se nemmeno Dumbledore poteva farci qualcosa.. Fece una smorfia decisa, guadagnando la porta –Dove vai?- domandò Hermione fissandola basita
–A farli evadere, ecco dove!- rispose risoluta, lanciando uno sguardo di sfida al Preside. L’uomo non sembrava per nulla turbato dall’annuncio ma le mise una mano sulla spalla per bloccarla sul posto. Poi si rivolse ad Hermione.
–Sirius e Mirice sono chiusi nell’ufficio del professor Vitiuos al settimo piano. La tredicesima finestra a destra della Torre Ovest. Se tutto va bene riuscirete a salvare più di una vita stanotte- si avvicinò alla porta fissandoli serio –Non dovete farvi vedere, questo è molto importante. Ora vi chiuderò dentro- consultò l’orologio –E’ mezzanotte quindi tre giri dovrebbero bastare signorina Granger. Buona Fortuna- Uscì richiudendosi la porta alle spalle.
Harry e Emily si scambiarono uno sguardo confuso ma Hermione pareva sapere esattamente cosa fare. Si era slacciata qualche bottone della camicetta, estraendo una catena d’oro molto lunga e sottile. Tra le mani stringeva una piccola clessidra scintillante.
–Venite qui. Presto!- esclamò facendo loro segno. Si avvicinarono sempre più confusi e la bionda fece passare la catenella anche intorno al loro collo, cosa che li costrinse a chinare il capo quasi sfiorando quello degli altri.
–Cosa..?- iniziò Emily ma Hermione non la ascoltava. Aveva fatto girare la clessidra tre volte. Il buio si dissolse intorno a loro. Per un attimo ad Emily sembrò di galleggiare in qualcosa di denso e fine al tempo stesso, i contorni intorno a lei sfumavano confondendosi gli uni con gli altri. Poi, così com’era cominciato, finì. Erano ancora in Infermeria, nello stesso punto ma dalle finestre penetrava una lieve luce aranciata.
–Hermione cos’è successo?- chiese Harry, togliendole le parole di bocca. Ma la bionda gli ignorò ancora una volta. Sembrava nervosa. Afferrò entrambi per i polsi e li trascinò fuori dalla porta, nella Sala d’Ingresso, per poi spingerli con malagrazia dentro il piccolo ripostiglio che Mastro Gazza usava per le scope, chiudendo la porta dietro di loro.
–Questo è un Giratempo- spiegò rapida indicando la clessidra scintillante che teneva al collo –E’ un manufatto magico molto raro e potente. La McGonagall lo ha affidato a me e a Melen a inizio anno per permetterci di seguire tutte le lezioni. Non è stato facile convincere il Ministero a fornirci questa opportunità, credo che ci sia anche lo zampino del padre di Mel..- Emily la fissava a bocca aperta
–Vuoi dire che.. che siamo tornati indietro nel tempo?- domandò incredula. La bionda annuì
–Di tre ore esatte. Deve essere successo qualcosa in questo lasso di tempo che Dumbledore vuole che cambiamo- sospirò lasciandosi scivolare sul pavimento e afferrandosi la testa tra le mani –Ma non ho proprio idea di cosa sia. Cosa potrebbe aiutarci a salvare Sirius e Mirice?-
-Forse dobbiamo catturare Minus o impedire a Piton di entrare nella Stamberga- propose Emily. Avrebbe voluto chiedere molto altro riguardo al Giratempo ma aveva deciso di rimandare le domande per un altro momento. Harry sembrava pensarla allo stesso modo.
–Tre ore fa stavamo andando da Hagrid- sussurrò piano, sovrappensiero. –Più di una vita forse.. Ma certo!- esclamò vittorioso battendosi un pugno sulla mano –Dobbiamo salvare FieroBecco!- Emily esultò felice, poi gli gettò le braccia al collo schioccandogli un bacio sulla guancia che lo imbarazzò moltissimo. Ma Hermione appariva dubbiosa
–Come ci aiuterà?- -Dumbledore ci ha detto in quale finestra li tengono rinchiusi. Li libereremo volando con Fierobecco. E poi potranno fuggire con lui- La bionda sospirò
–Se non ci vedranno urlerò al miracolo..- commentò cupa. Emily cercò  di sorriderle incoraggiante
–Non preoccuparti, Becco è un ottimo volatore. Sono certa che riuscirà a non farsi scoprire- Hermione non sembrava ancora molto convinta ma non alzò ulteriori obbiezioni.
–E’ importante che non ci facciamo vedere da nessuno. Le conseguenze potrebbero essere catastrofiche quindi per favore- si girò verso Emily serissima –Per favore, non fate niente di stupido- La rossa sbuffò seccata
–Sisi, ok. Lo prometto. Farò come dici tu. Anche io voglio che questa cosa funzioni sai?- Harry aprì la porta lentamente sbirciando fuori dal ripostiglio e fermando la discussione
–Via libera. Muoviamoci- sussurrò uscendo e iniziando a camminare più in fretta possibile ma cercando di non fare rumore. L’aria frizzante della sera li accolse appena uscirono, le ombre si allungavano e i prati e le cime degli alberi erano inondati di luce oro-rossa.. ancora una volta.
–Facciamo il giro delle serre! E’ più lungo ma non ci passa mai nessuno, così eviteremo di farci vedere- sibilò Hermione con il fiato corto. Seguendo il suggerimento, tagliarono attraverso gli orti fino alle serre, si fermarono solo un attimo per consentire ad Hermione di riprendere fiato e controllare nel frattempo di essere davvero soli, poi ripartirono velocemente. Aggirarono il Platano Picchiatore spingendosi al limitare della foresta e proseguendo al riparo dei primi alberi fino a trovarsi nella zona subito dietro alla capanna del guardiacaccia.
–Eccoci!- mormorò piano Hermione indicando due sagome accucciate poco più avanti di loro
–Che state facendo?- chiese Emily guardandoli perplessa
–Ci nascondiamo. Il mantello ce l’ha Melen, ci ha portati giù in volo ma ha dovuto fare due viaggi- spiegò Harry sotto voce. In effetti non passò molto tempo che altre tre figure si unissero alle prime, comparendo dal nulla. L’Harry del passato bussò alla porta, Thor abbaiò selvaggemente, si udì un lieve trambusto e poco dopo il faccione di Hagrid si sporse dalla porta trafelato
–Oh, non anche voi!- esclamò scostandosi per farli entrare e richiudendo loro la porta alle spalle.
–E’ decisamente una delle cose più strane che mi siano capitate- commentò Harry con fervore. Hermione annuì distrattamente, era nervosa e non faceva nulla per nasconderlo.
–Spostiamoci. Dobbiamo avvicinarci di più a FieroBecco-  Strisciarono fra gli alberi finché non giunsero in vista dell’Ippogrifo che scalpitava nervoso, legato ad un palo nell’orto delle zucche di Hagrid.
–Ecco, Becco. Andiamo!- sussurrò Emily facendosi avanti ma Hermione la fermò scuotendo la testa
–Se lo facciamo ora daranno la colpa ad Hagrid! Dobbiamo aspettare che il boia e il Ministro lo vedano- le spiegò tirandola per costringerla ad accucciarsi al riparo delle ombre. Emily lo fece di malavoglia. L’urlo di Hermione dall’interno della casa li avvertì della comparsa di Crosta –Se.. se entrassimo li dentro e prendessimo Minus tutto questo..- borbottò Harry con una smorfia
–Non fare schiocchezze!- esclamò Hermione, voltandosi terrorizzata nella sua direzione –Cose terribili accadono ai maghi che hanno giocato con il tempo! Non possiamo farci vedere per nessun motivo!-
-Vuoi dire che non possiamo intervenire? Dobbiamo rimanere nascosti a guardare quel bastardo fuggire, Melen e Marion venire ferite e..- iniziò Emily stringendo i pugni con rabbia ma la bionda non si fece impietosire.
–Sono le regole Emily. Possono non piacerti ma esistono per un motivo. Non sai cosa succederebbe se intervenissimo, le cose potrebbero addirittura peggiorare- Sospirò nervosamente –anche solo quello che stiamo facendo ora è assolutamente illegale. Il tempo gira in un certo modo, le cose succedono perché devono succedere e andare ad interferire con il corso naturale degli eventi è sempre un rischio. So come ti senti, anche io vorrei che le cose fossero andate in modo diverso ma questo è il massimo che possiamo fare- Un silenzio grave seguì il discorsetto di Hermione. Emily era dell’idea che a volte certi rischi è giusto prenderli, ma era Hermione l’esperta di viaggi nel tempo li e aveva promesso che l’avrebbe ascoltata così cercò di consolarsi nel pensare che, se non altro, avrebbe aiutato Becco, Sirius e Mirice.
–Stiamo uscendo- avvertì Harry, rompendo il silenzio. Fissarono i loro stessi del passato stringersi l’un l’altro e sgattaiolare tra i primi alberi per nascondersi incamminandosi cupamente verso il castello. Da dov’erano potevano sentire quello che succedeva dentro la capanna e rimasero in attesa del momento giusto.
–Dov’è la bestia?- esclamò la voce gelida di MacNair.
–Fuori, nel’orto- mormorò Hagrid. Videro il volto del boia scostare le tendine e guardare FieroBecco con un ghigno divertito. Poi Caramell lo richiamò per ascoltare l’avviso di esecuzione e il viso sparì, mentre la tende tornava al suo posto.
–Vai Emily- bisbigliò Hermione. La rossa si avvicinò all’Ippogrifo proferendosi in un grazioso inchino. FieroBecco ricambiò immediatamente avvicinandosi a quella piccola umana che tante volte si era presa cura di lui con la solita disarmante fiducia. Emily sorrise carezzandogli le piume del collo, puntò la bacchetta alla corda e mormorò –diffindo!- la corda si tagliò, liberando l’animale. –Vieni con me, Becco- gli sussurrò prendendo la corda rimasta attaccata al collo e portandolo al riparo degli alberi.
–Dobbiamo andare più avanti o ci vedranno- mormorò inoltrandosi un po’ di più nel fitto della foresta.
Dietro di loro la porta della capanna si aprì con un tonfo.
Silenzio.
Poi la voce irosa di MacNair esclamò
–Dov’è? Dove diavolo è finita la bestia!? Era legata laggiù proprio un momento fa!-
-Che cosa straordinaria- disse la voce divertita di Dumbledore.
–La corda è tagliata, deve essere scappato! Benedetto il suo beccuccio, Becco! Oh, che Ippogrifo intelligente!- Hagrid sembrava assolutamente estatico e ad Emily venne da ridere. Non avrebbe mai potuto dirgli la verità, ma era certa che il guardicaccia avrebbe acconsentito senza problemi. Continuò a guidare i suoi amici nel bosco finché non raggiunsero una radura piena di Ippogrifi. Becco strattonò la corda impaziente ma Emily la tenne salda, schioccando le labbra nella sua direzione per calmarlo
–Questa è la radura che Hagrid ha assegnato ai suoi Ippogrifi, inchinatevi e aspettate che facciano altrettanto- spiegò dando loro l’esempio. Harry e Hermione si affrettarono ad eseguire. Non ci furono problemi. Gli animali, come FieroBecco, riconobbero Emily e s’inchinarono immediatamente per poi avvicinarsi a salutarla, in cerca dei soliti spuntini prelibati che portava loro. Apparvero lievemente in disappunto notandone l’assenza ma si limitarono a manifestarlo con grandi scuotimenti di testa.
–Possiamo stare qua. Non credo che Hagrid verrà per stasera e almeno non ci verrà voglia d’intervenire..- Hermione parve entusiasta dell’idea, mentre Harry si limitò ad acconsentire di malavoglia. Fu un'ora silenziosa. Emily si era sistemata vicino a Fierobecco e Neromanto, fissando le piccole attenzioni che lui rivolgeva alla sua compagna gravida con una leggera malinconia. Sbirciò in direzione di Harry e Hermione e li vide parlottare fitto fitto ma non si unì a loro. Invece chiuse gli occhi ascoltando i rumori della foresta, lasciando che il vento le scompigliasse i capelli e le lavasse di dosso l’odore del sangue. Se fosse corsa indietro adesso avrebbe potuto fare qualcosa? Avrebbe potuto fermare Marion e impedirle di correre da suo padre. Se l’avesse fatto forse Melen sarebbe riuscita a spingere l’uomo a scappare nella foresta, non dovendo preoccuparsi di difendere qualcuno oltre se stessa. Forse non sarebbero state ferite. Forse non lo sarebbe stato nemmeno Sirius e Minus non sarebbe scappato. Sapeva che era irrazionale ma era furiosa con Hermione per averle impedito di fare qualcosa. La visione riapparve nella sua mente e sentì un brivido percorrerle la spina dorsale.
–Vado a dare un’occhiata- disse Harry alzandosi e spolverizzandosi i pantaloni –Da che parte Em?- Hermione lo guardò in tralice –Non ho intenzione di fare nulla. Ma se non vediamo cosa succede come sappiamo quando è ora di andare a liberare Sirius?- rispose il ragazzo alla muta accusa che gli era stata rivolta.
–D’accordo allora.. stai attento, mi raccomando- acconsentì lentamente la bionda. Emily gli indicò la strada da seguire, lo guardò sparire tra gli alberi prima di tornare verso Hermione che si tormentava le mani nervosa. Si sedette accanto a lei in silenzio, indecisa se dirle o meno della sua profezia ma fu la bionda a interrompere il silenzio
–Mi sento in colpa. Se avessimo fatto qualcosa forse Melen e Marion..- si fermò abbassando lo sguardo –So di aver fatto la scelta giusta, sto seguendo le regole come ho promesso di fare alla McGonall ma..- alzò gli occhi per incontrare i suoi e Emily poté vedere che erano gonfi di lacrime. L’abbracciò, sentendosi una vera merda per essersela presa con lei  e scartando immediatamente l’idea di raccontarle della visione. Se avesse saputo cosa comportava la fuga di Minus si sarebbe sentita solo più in colpa. Dei passi concitati si avvicinarono e Harry apparve, trafelato ma con un sorriso soddisfatto, e decisamente inappropriato, sulle labbra. Appena lo vide Hermione schizzò in piedi dirigendosi verso di lui furiosa
–COSA HAI FATTO?!- chiese puntandogli il dito al petto. Il moro arrossì, negando troppo velocemente per essere credibile
–N-nulla. M-ma Piton ha portato tutti al castello. Credo che ci siamo quasi. –La bionda continuò a fissarlo per qualche secondo poi abbassò lo sguardo sull’orologio che aveva al polso
–Spero che nessuno ti abbia visto e che non fosse niente di eccessivamente stupido- commentò a mezza voce, irritata. –mancano quarantacinque minuti prima che Dumbledore ci chiuda in Infermeria. Emily, credi che Sirius sia già nella torre?- la rossa si prese un secondo per pensarci
–Ritengo sia probabile. Li hanno portati via insieme a noi e Piton ha detto che Dumbledore li ha interrogati. Quindi credo che potremmo andare- si fermò fissando Becco ancora accoccolato a NeroManto. –In più con tre persone addosso FieroBecco sarà più lento-
-Allora muoviamoci- esclamò Harry, la baldanza di poco prima aveva lasciato spazio all’ansia.
Emily chiamò Fierobecco, lo fece chinare e gli salì in groppa, aiutando poi i suoi amici a fare lo stesso. Schioccò la lingua e l’Ippogrifo si rialzò.
–Tenetevi forte, mi raccomando- avvertì, prima di dare un lieve colpo di talloni ai fianchi dell’animale. FieroBecco spalancò le ali possenti alzandosi da terra. I muscoli si tendevano sotto di loro mentre guadagnavano la notte. Lo diresse verso il castello, mantenendo un’andatura lenta per non stancarlo inutilmente e per non agitare ancora di più Hermione, evidentemente terrorizzata.
–Quella è la torre e la finestra.. dovrebbe essere quella laggiù- gridò Harry, per farsi sentire oltre il frastuono del vento, indicandole una finestra poco oltre la loro sinistra. Annuì dirigendosi sulla torre di Astronomia
–Smontate. Non può portarci in cinque.- ordinò fermandosi in modo che gli amici potessero smontare. Poi si tuffò nuovamente verso la finestra fermandosi appena esattamente davanti al vetro per sbirciare dentro e bussare al vetro. Sirius era legato ad una sedia ma Mirice era libera e si affrettò ad aprire la finestra sbalordita
–Ma questo è..? Come?- balbettò senza parole
–Non abbiamo tempo! Liberalo e salite, i Dissennatori arriveranno presto- rispose concitata. La donna sbiancò annuendo –Prestami la tua bacchetta per favore- La rossa gliela passò e in meno di un minuto Black era libero. Si arrampicarono fuori dalla finestra e salirono sul dorso dell’Ippogrifo, stringendosi l’uno all’altra in cerca di equilibrio e stabilità. Un colpo di tacco ed erano sulla torre. Harry e Hermione gli corsero in contro mentre smontavano dal dorso di Fierobecco.
–Harry! Dovevo saperlo che c’eri tu dietro tutto questo.. sei proprio figlio di tuo padre- esclamò Sirius avvicinandosi al ragazzo con un sorriso luminoso. Mirice mosse nuovamente la bacchetta di Emily
–Accio Bacchette!- esclamò. Poi restituì la bacchetta alla ragazza –Come stanno gli altri? La figlia di Remus.. Melen..- domandò in pensiero. Emily scosse lentamente la testa
–Non lo sappiamo. Hanno chiamato il padre di Melen e hanno è portato Marion al San Mungo.. diventerà un Lupo Mannaro?- la donna rimase in silenzio un secondo, stringendo le labbra nello stesso identico modo di sua madre
–E’ possibile..-
-Diamine, Remus darebbe di matto..- commentò Sirius staccando gli occhi da Harry, preoccupato. Un sibilo li avvisò che qualcosa si avvicinava e un secondo dopo le due bacchette di Sirius e Mirice apparvero a mezz’aria, volando nelle mani della donna
–Dovete andare adesso- disse Hermione guardando agitata l’orologio –Presto si accorgeranno della vostra fuga e dobbiamo tornare in infermeria prima che succeda. Mirice e Sirius annuirono. Mirice si salì sulla groppa di FieroBecco e Sirius si sistemò proprio dietro di lei, cingendola la vita con le braccia per tenere le redini. La donna gli lanciò un’occhiataccia ma lui le rispose con un sorriso sfacciato
–Cosa? Devo stare così per tenere la corda. E poi qual è il problema? Tu mi ami così tanto- Mirice diventò bordeaux ma Sirius si limitò a ridacchiare rivolgendosi a Harry –Ci rivedremo presto. Statemi bene- Colpì i fianchi di FieroBecco con i talloni. Le enormi ali si dispiegarono e l’ippogrifo prese il volo, sparendo nella notte.







Angolo Mio:
Allora... Voi non avete idea della fatica che mi è costato sto capitolo. Non sapevo davvero quale versione preferire e alla fine ho deciso di tenere la prima, poiché nella seconda Melen moriva e farla resuscitare con il GiraTempo sarebbe stato un casino.. E poi è contro le regole, eh! Per il resto spero vi piaccia, a me non convince del tutto. E il prossimo è l'ultimo del terzo anno. Bon, direi che ho detto tutto quello che volevo dire. 
Ciao Ciao
Lisa
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lisey91