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Autore: lunatique    23/03/2014    16 recensioni
“Quali sono le tue intenzioni Harry? Vuoi essere mio amico? Dubito che lo diventeremo, quindi che senso ha sforzarsi più di tanto?” Tutte le decisioni che avevo preso nell’ora prima sull’essere più disponibile con Harry si distrussero come un castello di sabbia bagnato dal mare.
“Senti, ecco le cose come stanno.” Poggiò i gomiti sul tavolo incrociando le mani sotto il mento. “Dobbiamo passare 9 fottutissimi mesi nella stessa casa e fidati che l’idea non mi eccita più di tanto dato che ogni minuto mi convinco sempre di più che preferirei morire in una fossa piena di serpente che vivere una giornata con te.” Stavo per rispondere ma lo lasciai continuare. “Quindi, abbiamo due scelte: o ci divoriamo giorno dopo giorno a vicenda ma questo non ci porterà a nulla, o possiamo provare ad essere più gentili uno con l’altro e cercare di superare quest’anno di merda. Allora, cosa vuoi fare? Perché io non ho intenzione di passare 9 mesi a litigare con te, ma sembra che tu non voglia altro.”
**
La vita di Mackenzie Fox è già complicata e non le serve uno stupido Inglese a peggiorare tutto, soprattutto se il suo nome è Harry Styles
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quella mattina mi ero alzata presto e sono uscita prima di affrontare le battute squallide che puntualmente mia madre sforna, come ‘sei sveglia alle 8 di domenica? Accipicchia, devo avvertire la stampa!’
Ah-ah-ah, davvero esilarante, non trovate?
Comunque, tornando a me, ‘sta notte non ho dormito per niente, forse è questo che mi ha spinta a girovagare alle 8.30 del mattino come un’asociale per le strade di New York.
Ma io dico, è l’alba ed è domenica, cosa ci fa tutta questa gente in giro? Perché non rimangono a dormire? Invece no, una povera ragazza non può neanche camminare tranquillamente di primo mattino che si ritrova davanti una mandria di pecore al pascolo che rischiano di schiacciarla.
Vidi la figura slanciata di Zayn camminare con le mani nelle tasche dei suoi jeans strappati.
Zayn Malik è il vicino di casa di Tamara, nonché il suo migliore amico dai tempi di Cristo.
Provai a non farmi riconoscere mettendo le mani nella tasche del giacchetto e camminando come un orangotango.
Forse nascosta sotto questa massa di capelli non pettinati e l’aria da sciattona non mi riconoscerà, no?
“Ma guarda chi si rivede! Mackenzie Fox in tutto il suo splendore! Qual buon vento ti porta qui?”
No.
“Un vento fastidiosamente inglese.” Risposi sovrappensiero.
“Eh?”
“Niente.” Sviai il discorso. “Che ci fai qui?”
“Ci abito, ricordi? Sono Zayn Malik, il figo che vive vicino alla tua migliore amica, quello che ti sei scop…”
“Ricordo chi sei, deficiente!” Lo zittii e scoppiò a ridere. “Intendevo, che ci fai per strada alle otto di mattina?” Riformulai la domanda.
“Le solite cose. Stavo andando a fare colazione al bar, vieni con me?” Sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi, sperando di intenerirmi.
Se solo non avessi i crampi dalla fame e le tasche senza neanche uno straccio di dollaro rifiuterei la sua proposta con un sonoro ‘gira a largo, Malik’ ma ahimè, sono povera e affamata.
“Okay.”
Il bar sulla 448 di Washington Street era sempre pieno, tanto che dovevamo fare a turno per respirare, ma in compenso faceva degli ottimi caffè (se sei un’amante dei caffè freddi quanto l’Antartide, però).
“Stai ancora con Mercedes Parker?” Domandai, per rompere il silenzio, non perché mi interessasse veramente.
In realtà un po’ mi interessava, ma non pensate male, devo solo mantenere la mia reputazione da Ragazza-Gossip della scuola.
In tutta risposta si mise a ridere a crepapelle. “No. Stai indietro Fox, ci siamo lasciati da mesi!”
“Ma che ne posso sapere io? Ho passato l’estate in un paesino in culo alle balene nel Minnesota, fuori dal mondo.”
“Minnesota?”
“Si, uno di quegli stati non cagati da nessuno all’estremo nord.”
“Aah.” Fu la sua arguta risposta.
Corrugai la fronte. “E comunque, perché vi siete lasciati?”
“Mi ha scoperto alla festa delle sorelle Clark mentre una ragazza mi faceva un servizietto nel bagno.”
“Non ti smentisci mai, Malik.”
Fece un sorriso sghembo e bevve un sorso dalla sua lattina di birra. Ma come si fa a bere birra per colazione?
Bah. Maschi, creature assai misteriose.
 
 
“Mackenzie!” Urlò Claire la iena da chissà quale stanza.
“Che vuoi adesso?!” Gridai di rimando.
“Hai comprato i libri, vero? Domani inizia scuola!” Entrò in camera mia senza nemmeno bussare, guardando sulla mia scrivania.
“Si ma’, ho già comprato tutto.” Mi passai i palmi delle mani sulle palpebre chiuse.
“Ah si? E dove li hai messi scusa?” Fece flippare la sua chioma di capelli biondi come una barbie di ultimo modello e mise le mani sui fianchi.
“Stanno a casa di Tamara.” Improvvisai.
“Bugiarda.”
“Ma è vero!”
Mi guardò.
La guardai.
Sollevò un sopracciglio, senza distogliere lo sguardo.
Alzai gli occhi al cielo, rassegnandomi.
“Eh va bene, non li ho ancora comprati, ma lo farò presto.” Ritornai con la testa sul cuscino.
“Ecco, lo sapevo! Devo pensare sempre a tutto io, sennò voi qua non muovete una paia! E sentiamo, quando avevi intenzione di comprarli dato che domani c’è scuola? Eh no, eh! Così non si va avanti signorina! Stai per iniziare il terzo anno, quando avrai intenzione di maturare? A sedici anni una ragazza dovrebbe…” E smisi di ascoltarla, perché ormai i suoi monologhi li sapevo a memoria.
Per ‘fortuna’ entrò l’inglese in stanza, fissando il suo cellulare in una maniera morbosa e rischiando di andare a sbattere contro il comodino.
Mamma si placò, assumendo un sorriso inquietante ed un tono dolce.
“Ciao caro, hai fame? Cosa vuoi per cena?”
Ma perfavore! È inutile fingere di essere una madre normale davanti al nuovo arrivato, quando tutto il quartiere conosce i grandi problemi mentali che l’affliggono.
“Vuoi dei muffin per spuntino?”
Brava, brava! Complimenti, tanto non se la beve nessuno! Patetica.
“Si, perfavore. Molte grazie, lei è davvero gentile.”
Ma io dico, stiamo scherzando? Sono su Candid Camera per caso?
“Oh, non devi ringraziarmi tesoro, per me è un piacere.”
Questo è troppo. Presi bruscamente il mio cellulare del comodino ed uscii dalla camera a grandi passi.
“Non badare troppo a lei Harry, ha il ciclo.” La sentii dirgli, mentre camminavo per il corridoio.
“Ti ho sentita!” Urlai.
Ah, Dio che nervi!
Entrai in bagno sbattendomi la porta alle spalle, mentre con la mano destra digitavo il numero dell’unica persona che riusciva a non farmi girare i coglioni nel giro di pochi secondi: Tamara.
Misi il vivavoce e poggiai il cellulare sul ripiano vicino al lavandino, prendendo la piastra da un cassetto li vicino.
“Fao.” Mi arrivò la voce della mia amica.
“Ti stai ancora ingozzando di budino, T?”
“Fi.” Fece una pausa, probabilmente per ingoiare. “È troppo buono, mangerei solo questo per tutta la vita.”
Feci una faccia schifata, anche se non poteva vedermi.
“Comunque, ti ho già parlato di Harry, no?” Non aspettai una sua risposta. “Beh, è qui da due giorni e già non lo sopporto. Prima si impossessa della mia camera, poi fa il leccaculo con mia madre. In più è un bradipo, non fa altro che stare in silenzio, bere, mangiare e cagare. Ma io dico, ce l’ha una lingua?”
Afferrai la piastra iniziando a passarla sulla prima ciocca, più volte.
“T?” La chiamai.
“Tam ci sei?”
“Tamara!” Urlai.
“Cvhe fè?!” Rispose.
“Potresti, per due secondi, smettere di mangiare budino ed ascoltarmi?” Sbuffai.
“Offay.” Si rassegnò ingoiando il cibo. “Secondo me sei troppo cattiva con lui, poverino, è appena arrivato.”
“Non sono cattiva Tam, è che non sopporto il fatto che uno sconosciuto arrivato dal paese dei balocchi da appena due giorni pretende di fare come gli pare. Mi sta sul cazzo che non ho.”
“Ma come fai a dire che ti sta sul cazzo se non c’hai mai parlato?”
Dio, mi sembra di parlare ai muri. “Non in quel senso, T. Mi sta sui coglioni a pelle e perché gli inglesi mi stanno antipatici di principio.” Spiegai.
“Questo è razzismo.”
“Ah, chiamalo come ti pare.” Alzai gli occhi al cielo.
Perché cazzo i miei capelli si ostinano a rimanere gonfi, invece di allisciarsi sotto il magico potere della mia piastra? È la centesima volta che la passo, mi sta facendo male il braccio.
“E poi sono sicura che non è tanto male come dici.”
“Ma se nemmeno lo conosci!” Sbottai.
“Perché, tu si?”
Iniziai a far girare le rotelline nella mia testa per poterle rispondere a tono, ma non mi venne niente in mente, perché aveva ragione.
Odio quando quella testolina bionda ha ragione.
“Oddio, devi assolutamente vederla questa!” Gridò facendomi prendere un colpo, dato che dopo cinque minuti di silenzio avevo persino dimenticato di stare al telefono con lei.
“Cos’è successo di così eclatante da farmi smettere la mia opera di lisciamento del nido di rondini?”
“Macks accendi Facebook!” Strillò di nuovo.
Cavolo, ci sento, non sono sorda.
“Tamara mi vuoi spiegare che succed…”
“ACCENDI FACEBOOK.” Usò il suo tono ‘fai come ti dico e basta’ da dittatrice nazista, così alzai gli occhi al cielo e andai verso la mia camera, col cellulare in mano.
Accesi velocemente il computer e mi collegai a Facebook prima che Tamara potesse dirmi per la decima volta ‘Mackenzie, ti vuoi sbrigare?!’
“Fatto, ora cosa dovrei vedere?” Domandai.
“Vai lui profilo di Kyle Mitchell.”
“Ma perch…”
“ORA!”
Dio com’era isterica a volte!
Comincia a digitare il nome sulla barra per la ricerca e cliccai sul primo risultato che mi capitò.
Vidi che aveva cambiato l’immagine del profilo, ma era ancora sgranata perché il computer non si caricava. Ci cliccai sopra e quando la connessione internet decise di farmi vedere la foto per bene, rimasi di sasso.
Ohw. Ohwww.
Quello era Kyle.
E quella bionda cotonata appiccicata alle sue labbra era Penelope Adams.
E quel rumore secco era probabilmente un pezzo del mio cuore in frantumi.


I'm just an ordinary girl! Sometimes I'm lazy, I get bored, I get scared, I feel ignored, I feel happy, I get silly, I choke on my own words. I make wishes, I have Dreams and I still want to believe, anything can happen in this world, for an ordinary girl.
 

30 MINUTI DOPO.
“La mia vita è finita!” Piansi al telefono ancora seduta nell’angolino vicino al cesso.
“Dai Macks, non farne una tragedia, tanto prima o poi si lasciano.” Mi consolò Tamara dalla cornetta.
“No Tam, tu non capisci! Di sicuro Penelope e Kyle rimarranno insieme fino ai 25 anni quando si sposeranno e faranno due figli di nome Jacob e Lisa!” Singhiozzai.
“Si e poi lui la lascerà perché la scoprirà a farsi un quarantenne in camera loro e tra le braccia di chi andrà il nostro povero e triste Kyle? Eh?”
“Tra quelle di sua madre.” Risposi.
Ein! Risposta sbagliata!” Urlò, tanto che dovetti allontanare il telefono dall’orecchio. “Tra quelle della bellissima, non quanto la sua migliore amica, Mackenzie Fox che sarà pronta ad accoglierlo nel vicolo del santo matrimonio e saranno per sempre felici e contenti.”
“Le tue pippe mentali da psicopatica non mi faranno riavere il mio Kyle!”
 “Cos’è successo, passerotto?” Mio padre spalancò la porta con uno sguardo corrucciato, non preoccupandosi minimamente di trovare sua figlia a cagare mezza nuda.
“Vattene!” Gridai tirandogli la carta igienica, che schivò prontamente.
Però, che riflessi il vecchio.
“C’è qualche sedicenne a cui devo staccare la testa?” Entrò mettendosi seduto vicino a me.
“A me.” Sbottai tra le lacrime.
Che vita di merda.

 

***
bulabulaaaaaa ragazzeeeee
eccomi tornata con questo secondo capitolo, qui conosciamo un altro personaggio che sarà molto importante nel corso della storia. essì, sto parlando proprio di zayn malik gentaglia!
comunque volevo avvertire qualsiasi persona abbia trovato il linguaggio del testo troppo carico di parolacce o cose del genere, la storia è tutta quanta su questo genere, alla fine macks è un adolescente e sto cercando di utilizzare il normale linguaggio degli adolescenti (anche per quanto riguarda le scene, è un po' tutto sullo stile di diario di una nerd superstar).
spero che il capitolo vi piaccia, me ne vado, sayonaraaaa.
se vi interessa ho un gruppo per ragazze di efp, iscrivetevi in tante! (link del gruppo)


ps. la canzone citata nel testo è 'ordinary girl' di miley cyrus.

 
   
 
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