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Autore: lunatique    16/03/2014    15 recensioni
“Quali sono le tue intenzioni Harry? Vuoi essere mio amico? Dubito che lo diventeremo, quindi che senso ha sforzarsi più di tanto?” Tutte le decisioni che avevo preso nell’ora prima sull’essere più disponibile con Harry si distrussero come un castello di sabbia bagnato dal mare.
“Senti, ecco le cose come stanno.” Poggiò i gomiti sul tavolo incrociando le mani sotto il mento. “Dobbiamo passare 9 fottutissimi mesi nella stessa casa e fidati che l’idea non mi eccita più di tanto dato che ogni minuto mi convinco sempre di più che preferirei morire in una fossa piena di serpente che vivere una giornata con te.” Stavo per rispondere ma lo lasciai continuare. “Quindi, abbiamo due scelte: o ci divoriamo giorno dopo giorno a vicenda ma questo non ci porterà a nulla, o possiamo provare ad essere più gentili uno con l’altro e cercare di superare quest’anno di merda. Allora, cosa vuoi fare? Perché io non ho intenzione di passare 9 mesi a litigare con te, ma sembra che tu non voglia altro.”
**
La vita di Mackenzie Fox è già complicata e non le serve uno stupido Inglese a peggiorare tutto, soprattutto se il suo nome è Harry Styles
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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eccomi qui tornata con una nuova cagata di piccione storia. ho definitivamente deciso di smettere di rompere le palle a quelle del gruppo di efp e pubblicarla, dajee.
spero che la troviate di vosto gradimento #ottimismoavolontà.
sotto troverete i volti dei vari personaggi, dovete solo cliccare sui loro nomi che vi apparirà la foto, ma penso che questo sia scontato hahaha.
ora mi dilenguo o rischio di annoiarvi, au revoirrrr.





Perché i genitori devono sempre infrangere i sogni dei propri figli? I miei sembra ci godano nel farlo.
Cominciò tutto quella mattina, mi ero svegliata presto aiutando mio fratello Collin a preparare la valigia, felice come una pasqua. Avevo parlato al telefono con Tamara come ogni volta che ero felice/depressa/col ciclo/con le emorroidi. Insomma, come sempre.
E poi? I miei genitori vennero in camera mia mentre stavo a farmi i beati cavoli e mi dissero di mettere a posto la mia camera.
Ecco più o meno com’è andata.
“Mackenzie guarda che casino! Metti tutto apposto, subito. Dobbiamo avere casa presentabile!” Urlò mia madre spostando un po’ di roba dal pavimento.
“Perché?”
“Perché non possiamo accogliere da noi il ragazzo inglese con la casa in questo stato.”
Ed è lì che mi è crollato il mondo addosso. La mia cara mammina ed il mio caro papino si erano ovviamente dimenticati di dirmi che, se Collin va per nove mesi da una famiglia in Inghilterra, a noi ci tocca avere per lo stesso arco di tempo il figlio di quella famiglia.
Poi io ovviamente le ho urlato contro perché non me lo aveva detto prima e la sua risposta è stata “perché, c’era bisogno di dirtelo? Pensavo lo sapessi”.
Quindi dovrò sopportare per un anno scolastico un lord-so-meglio-io-perché-sono-inglese con la puzza sotto al naso.
Si, considero gli inglesi una massa di idioti che bevono il thé tutto il giorno ridendo e parlando con quel loro accento terribile.
È per questo che ora non mi sforzo a mostrare un minimo di entusiasmo aspettando l’arrivo di questo ragazzo col nome più strano che io abbia mai sentito. Mi pare si chiamasse Hanry o Harvey.
Vabè, quello insomma.
Ma non dovrebbero essere illegali certi nomi? Povero cristiano, chissà quante prese per il culo deve subire…
Il cellulare mi vibra nei pantaloni, così lo prendo e mi siedo su una panca lì vicino.
“È già arrivato l’inglesino? Voglio una sua foto!” Leggo.
“No, dovrebbe arrivare a momenti Tam. Ma non esaltarti troppo, gli inglesi sono tutti dei cessi con i capelli biondi, la pelle bianca e gli occhi celesti.” Rispondo alquanto scocciata.
“Ma quelli non erano gli svedesi? O i francesi? Boh aspetta, chi erano quelli che parlavano mettendo ‘s’ ovunque?” Si affrettò a inviarmi la mia migliore amica.
Alzai gli occhi al cielo e ci rinunciai. Tamara va male in tutte le materie che finiscono per “grafia”, “matica”, “enze” e “ologia”, quindi con lei è un caso perso.
“Forse è lui!” Squittisce mia madre mentre trascina me ed il babbo verso un ragazzo che si guarda intorno, completamente spaesato.
“Ciao! Tu sei Harry?” Chiese la mamma a questo, dopo essergli quasi saltata addosso.
Probabilmente lui penserà a lei come ad una pedofila che si vuole sbattere il primo inglesino innocente che becca.
I due iniziarono a parlare e scoprimmo che questo Harry era effettivamente lui.
Non mi curai nemmeno di presentarmi, fin quando mi madre non mi diede una gomitata nelle costole intimandomi di dirgli il mio nome.
“Mackenzie.” Gli porsi la mano, incurante.
“Harry.” Sorrise fin troppo raggiante per i miei gusti.
Uscimmo dall’aeroporto andando verso la nostra Fiat Panda nuova di zecca (almeno nel lontano 1950 lo era), una volta saliti dentro calò il silenzio, interrotto dal mio cellulare che cominciò a sparare a palla la canzone Demons, la mia attuale suoneria.
Tamara mi stava chiamando.
“Che c’è?” Risposi stancamente.
“Hai intenzione di rispondermi ai messaggi o i tuoi polpastrelli hanno già fatto troppo allenamento per oggi?” Disse acidamente.
Alzai gli occhi al cielo, anche se non poteva vedermi.
“Comunque, lui è arrivato?” Cambiò argomento.
“Si.”
“Davvero?!” Mi urlò nell’orecchio, tanto che fui costretta ad allontanare il cellulare della mia testa.
“No, per finta.” Probabilmente ora fu lei ad alzare gli occhi al cielo per quella mia risposta.
“Allora? È carino? Quanti anni ha? Ah già è vero, ne ha 16. Quant’è alto? Hai i capelli biondi? Gli occhi azzurri? Aspetta, era inglese giusto? Quindi parla tipo la lingua di Hitler…” Cominciò a parlare a raffica.
“Ma cosa stai dicendo!” Urlai ricevendo uno sguardo severo da mio padre attraverso lo specchietto retrovisore ed uno sconvolto da Harry. Grandioso, ora penserà che sono matta anche io, non ci bastava mia madre.
Ah, poco mi importa.
“Rispondi!” Mi stordì di nuovo Tamara.
“Non posso dirtelo in questo momento.”
“Perché? È li con te?”
“Si.” Dissi a denti stretti, sperando che Harry non la riuscisse a sentire.
“Davvero?! Me lo passi?! Oooh voglio conoscerlo!” Squittì tutta felice. Fin troppo felice.
“Ma sei matta?”
“Dai! Non fare la noiosa, passamelo!” Si lamentò.
“Tamara!” Le urlai, esasperata.
“Mackenzie!” Mi sgridò mia madre.
“Che c’è?!”
“Non ti ho detto niente.” Mi rispose Tamara.
“Abbassa la voce!” Parlò sopra mia mamma.
“Non stavo parlando con te.” Zittii la mia amica.
“Attenta a come rispondi signorina!” Mi ammonì ancora Claire, pensando che la mia frase fosse rivolta a lei.
“Ma non lo stavo dicendo a te!” Le dissi esasperata.
“Cosa?” Chiese Tamara, dall’altra parte del telefono.
“E a chi allora?” Domandò mia madre.
“Ma con chi stai parlando?” Fece Tamara.
“AAAAH BASTA! Volete starvi zitte un secondo?!”
“Ma cos…” Tamara non fece in tempo a finire la frase che le attaccai incazzata.
Mi sistemai meglio sul mio sedile, guardando Harry con la coda dell’occhio.
Stava trattenendo una risata, ovviamente penserà a me come ad un fenomeno da baraccone.
Dio, perché a me? Cosa ho fatto di male?
Cercai di nascondere il mio rossore facendo ricadere i capelli davanti in modo da semi-nascondere le mie guance. Buttai il mio sguardo fuori dal finestrino, seguendo con gli occhi le case che passavano velocemente vicino alla macchina.


È impressionante quanto una buona doccia calda riesca sempre a farmi rilassare. Anche quando ho i nervi tesi e lo scazzo a mille, mi metto sotto quel getto d’acqua e la tensione sparisce, sostituita da completa tranquillità.
E poi succede che quella calma acquistata viene sballata via da un inglese seduto sul mio letto.
“Che cazzo ci fai qui, guardone!” Urlai ancora all’entrata della mia camera (e sottolineo mia), cercando di coprirmi alla bell’e meglio con l’asciugamano.
“Tua madre mi ha detto di venire qui... scusa.” Si alzò in un secondo, cercando di non guardarmi.
“Mamma!” Gridai incazzata.
“Che c’è tesoro?” Piombò al mio fianco con una cuffia in testa.
Ma perché ha una cuffia in testa?
“Mi spieghi perché questo qui…” Indicai l’inglese a pochi metri da me “… Sta nella mia stanza e soprattutto, seduto sul mio letto?”
“Dove vorresti farlo dormire, scusa?” Alzò un sopracciglio.
“Nella stanza degli ospiti.”
“Quella non è una stanza degli ospiti Macks, è uno sgabuzzino in cui abbiamo messo un vecchio materasso mezzo rotto.” Alzò gli occhi al cielo.
“Perfetto, sono sicura che Harry si troverà benissimo li dentro.”
“Nemmeno per sogno! Harry dorme qui, sul letto di tuo fratello.” Indicò il materasso sopra del letto a castello.
“Ma mamma!” Protestai sbattendo i piedi per terra.
“Basta! Ora vai a vestirti che sei mezza nuda!” Furono le ultime parole che mi disse, prima di tornare in cucina.
Mi passai una mano tra i capelli bagnati, superando a grandi passi Harry per andare verso il mio cassetto.
Presi al volo un reggiseno, un paio di mutandine e la prima tuta che mi capitò sotto mano.
“Hey se per te è un problema potrei dorm…” Non sentii la fine della sua frase perché sbattei la porta violentemente, andando verso il bagno.
Mi attende un lungo, lunghissimo anno.


Mackenzie Fox
Tamara Todd
Claire Fox
Brian Fox


I volti degli altri personaggi saranno inseriti sotto ai capitoli in cui appariranno.
   
 
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