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Autore: lollipop 2013    24/03/2014    3 recensioni
Summer, Liam e Melody i tre moschettieri o almeno lo erano ad 11 anni.
L’odio ed il rancora hanno distrutto questa alleanza, questa amicizia pure e semplice, come può esserlo solo ad 11 anni.
Spesso la colpa degli errori dei genitori ricade sui figli, ed’ è ciò che è successo alla dolce Sum.
Costretta ad abbandonare la sua casa, la sua città natale per 5 anni… Ora un ritorno, inatteso e indesiderato, riporterà i tre amici a ritrovarsi, ma se… il padre di Liam si è dato all’alcool a causa del padre di Sum e se il fratello di Sum è stato costretto ad azioni losche a causa del padre di Liam… Come riusciranno a ritrovarsi?
Tratto dal capitolo 1
Pov’s Melody:
Noi non abbiamo colpa delle scelte sbagliate e avventate che prendono i nostri genitori, non dobbiamo crogiolarci nel dolore per errori commessi da chi, dovrebbe insegnarci i valori della vita.
 
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Capitolo 2


 
Pov’s Narratore:

Il sole su Chittenden risplende, è febbraio ma se pur le stagioni parlano di pieno inverno, il fioco caldo bacia i volti della gente, riscaldandoli.
« E’ una splendida giornata vero? » Melody corre incontro a Liam, spingendo con una mano la sua spalla. Il ragazzo alza il capo, sfilandosi gli auricolari dalle orecchie e poggiando il suo sguardo sorridente sull’amica. « Già, verrebbe quasi voglia di marinare la scuola… » Mel sorride scuotendo il capo. « Non contare sul mio appoggio, oggi ho la prova di inglese e sai quanto ho dovuto studiare per arrivare preparata a questo compito. » Liam fa cenno di si col capo senza rimuovere dalle labbra il suo sorriso. Cinge il collo di Melody con un braccio per poi incamminarsi con lei nella scuola.
Messi i piedi nella hall della scuola, i due si dividono, raggiungendo i loro gruppi di amici. Liam si aggrega alla squadra di football della quale è il quarterback. Melody avanza verso la sua aula con le sue compagne del coro.
Qualcun altro invece avanza cercando di passare inosservato. Qualcuno che avrebbe bisogno di un gruppo di amici… ma anche solo di un amico.

Pov’s Summer:

La macchina frena dinanzi al cancello della Brookside School, la guardo per un attimo per poi voltarmi verso il guidatore…  « Cosa c’è sorellina hai paura? » nelle sue parole c’è sarcasmo, ma nello sguardo di Vikram riesco ad intravedere un velo di compassione. « Vuoi che ti accompagni? » spiritosano, se c’è una persona nella contea di Chittenden odiata quasi quanto mio padre, quello è mio fratello, con tutte le marachelle che ha combinato… « Mi odiano già, per quello che ha fatto nostro padre, figuriamoci se mi vedessero varcare la soglia della scuola con il mio “adorato” fratello… No grazie, vado da sola. » Vik ride, per poi passarmi una mano sulla testa, scostando il mio capello. « Vengo a prenderti all’uscita, cerca di non combinare casini Sum. » da che pulpito viene la predica… « Fino a prova contraria sei tu quello che si fa arrestare per delle bravate. A più tardi. » salto giù dall’auto e a capo chino entro nella scuola.
Infilo le mani nelle tasche del mio impermeabile e continuo a guardare i lacci rossi delle mie scarpe da ginnastica.
Cerco di tenere un profilo basso, farmi prendere di mira il primo giorno non rientra nei miei piani!
La giornata scorre velocemente. Le lezioni sono noiose, come in tutte le scuole… L’inglese resta la mia materia favorita, la mia nuova insegnante si lascia chiamare col suo nome di battesimo, Joyce. Cerca così di istaurare un rapporto di amicizia con noi studenti, è un comportamento che non avevo visto assumere da nessun docente. Mi piace!
La campanella suona, dando inizio all’intervallo. Uscendo dall’aula continuo ad essere ignorata dai miei compagni che, se potessero mi camminerebbero sulla testa.
Quando, ad un tratto, un gruppo di cinque tra ragazzi e ragazze mi circonda…
« Hey Geyer, come se la passa tuo padre al Northwest Correctional?» uno spintone e poi un insulto. Ed ecco che iniziano a nominare mio padre.
Jackson Geyer era un importante banchiere qui a Chittenden, tutti i cittadini confidavano in lui, affidandogli i propri risparmi, così che lui potesse investirli in borsa e accrescere i loro portafogli… Era mio padre, è mio padre, ma ormai non è più uno stimato direttore bancario ma è solo un delinquente, un criminale che ha ridotto intere famiglie di Chittenden sul lastrico.
« Lasciatemi passare… » tento di evitarli scansando i loro sguardi duri. Comprendo il loro rancore, mio padre li ha feriti nel profondo, ma cosa c’entro io…

Pov’s Narratore:

Il corridoio della Brookside School si gremisce di studenti. Mel e Liam lo percorrono, tenendosi a braccetto, dirigendosi verso i loro armadietti. Una folla impedisce loro di arrivare a destinazione.
« Che sta accadendo? » chiede Mel a Denny, uno dei compagni di squadra di Liam. « Alcuni ragazzi si stanno vendicando. » Mel corruga la fronte non comprendendo quelle parole. Allunga il collo, facendosi leva sulla spalla di Liam e slanciandosi selle punte dei piedi, fino a vederla Sum, circondata da un gruppo di studenti che le sputano addosso veleno. Anche Liam sembra aver visto la sua vecchia amica… « E’ Summer. » mormora Melody ingoiando l’ansia che le blocca la gola.
« Dobbiamo aiutarla… » digrigna tra i denti, nella speranza che Liam non senta quelle parole. Il ragazzo tace, Mel lo guarda e dal suo rude sguardo comprende che il suo amico non muoverà un passo per aiutare Sum. « Vado ad aiutarla. » china la testa Mel e punta i piedi a terra facendo per dirigersi verso Summer, ma Liam la ferma, bloccandola per un braccio.
Freme Mel, guardando un ragazzo impossessarsi del cappello di Sum e pestarlo come se stesse andando a fuoco, poi una ragazza, stringe tra le mani un bicchiere dello starbucks contenente del caffè, si avvicina a Sum e lo versa tutto sulla sua t-shirt e sul viso. Urla Summer, il caffè deve scottare parecchio.
Mel si morde un labbro e poi, infervorata, sfila via il suo braccio dalla morsa di Liam e si incammina facendosi spazio tra quella folla infima… « Mel dove vai? » « Ad aiutarla, tu puoi anche startene qui tra le mani nella mani. » ringhia contro Liam e poi raggiunge Sum. « Ora basta, andatevene! » Melody raggiunge Summer, le cinge il braccio e la trascina verso il bagno…
« Vattene, raggiungi tuo padre al Northwest Correctional. E’ quello il tuo posto!» l’ultimo sputo di veleno e poi Mel chiude le porta del bagno alle sue spalle, bloccando la maniglia con una sedia.
« Perché lo fai? » chiede Sum con gli occhi lucidi e ricolmi di lacrime. « Quello che ti stanno facendo è ingiusto. Tu non hai commesso errori, non hai tradito la fiducia dei cittadini della nostra città, tuo padre è l’unico colpevole, non devi pagare tu per i suoi errori. » Sum china il capo mentre Melody, con non poca difficoltà, cerca di rimuovere un chewingum appiccicato da uno degli studenti, tra i capelli di Sum. « Ahi! » mugugna Sum… « Posso chiederti una cosa Summer? » l’acqua scorre sulle mani di Sum che strofina via le macchie di caffè dalla sua t-shirt. Guarda Mel e gli fa cenno di si col capo in modo incerto. « Quando sei partita, cinque anni fa, sei andata via senza salutarmi, ho cercato di contattarti per mesi senza ricevere un tuo segnale, una tua risposta. Perché mi hai sempre ignorata? » Sum ascolta in silenzio, senza parlare… « So di averti allontanata dopo quello che ha fatto tuo padre, ma credimi non l’ho fatto perché c’è l’avevo con te ma in quel momento c’era qualcuno che aveva più bisogno della mia presenza… Liam. Lo sai, tu lo conosci, forse meglio di me, lui è debole, fragile molto più di te. Sentivo che lui sarebbe crollato, mentre tu, in un modo o nell’altro c’è l’avresti fatta… Non volevo abbandonarti Summer. » le due si guardano profondamente negli occhi, senza proferir parola. Quel silenzio viene interrotto dal suono della campanella. L’ultima ora è saltata, è tempo di tornare a casa.
Mel e Sum escono dal bagno e si dirigono verso l’uscita della scuola… Di fronte a loro c’è ferma un enorme auto nera, poggiato, di fianco ad essa c’è un ragazzo, corporatura lineare, capelli castano chiari, ed una leggera barba che gli dona un aria più matura, vissuta. Jeans scuri e giacca di pelle nera che lasciano intravedere la rudezza del suo carattere. « Hey sorellina, il caffè va bevuto non lo si deve versare sui vestiti… » ride, rivolgendosi a Sum… « E’ tuo fratello, Vikram? » chiede Mel alzando un sopracciglio, rivolgendosi alla ragazza bionda che ha di fianco. « Si… Il simpatico Vik. »

Pov’s Melody.

Ci avviciniamo all’auto, a pochi metri da Vikram. E’ diverso, rispetto a come lo ricordavo. Sono trascorsi cinque anni dall’ultima volta che l’ho visto e, ovviamente lui è cresciuto, come me.
 « Melody Quinn? La piccola Melody? » mi chiede accennando un sorriso. Faccio cenno di si col capo, arrossendo lievemente… « Sei cresciuta e anche bene dire… » ammicca mentre il mio volto diventa sempre più paonazzo. « Piantala Vik. Torniamo a casa che ne ho avuto già abbastanza della scuola per oggi. » Sum tira a se Vikram per un braccio, trascinandolo verso l’interno dell’auto. « Hey Quinn, serve un passaggio? » mi chiede Vikram tenendo la portiera aperta con una mano. Ad un tratto sento delle voci a me familiari, mi volto e vedo Liam, allontanarsi con la squadra di football. « No grazie, mi aspettano. » « Spero di rivederti presto piccola Melody. » gli sorrido per poi dirigermi verso Liam e il suo gruppo. « Hey torniamo a casa insieme? » gli corro incontro saltandogli sulla schiena. « No, torno a casa con la squadra. » la sua risposta è dura e fredda. I suoi occhi non trovano i miei. Sibilo un ok malinconico, per poi guardarlo allontanarsi. Torno a casa da sola, con la malinconia a farmi compagnia.
I libri aperti sul letto non riescono comunque a farmi concentrare, continuo a chiamare Liam ma, il suo telefono squilla invano… L’aver aiutato Sum ha forse pregiudicato il nostro rapporto?
Sono stanca, getto, irritata, i libri giù dal letto per poi affondare la testa nel cuscino e addormentarmi.
Vengo svegliata dalle urla di Marja, la nostra governante, che mi invita a scendere in cucina per la cena. Gli urlo un ‘ subito ’, per poi ricontrollare il telefono, nella speranza che durante il mio sonno, Liam abbia provato a contattarmi. Nulla da fare, sul display lampeggia uno zero… Zero chiamate perse e zero messaggi.
Faccio spallucce e con aria affranta faccio per scendere in cucina per la cena, poi ci ripenso e decido di fare un ultima mossa. Mando a Liam un ultimo messaggio dicendogli tutto ciò che provo in questo momento, magari potrebbe servire a scuoterlo e a farlo aprire con me…

“ Stai ignorando le mie telefonate e credo di sapere il perché… Devi smetterla Liam di comportarti in questo modo, so che sei ferito e ti comprendo, ti sono vicina, ma ciò che stavano facendo a Sum era ingiusto e lo sai bene anche tu. L’unico colpevole del tuo dolore, del rammarico dell’intera città, è rinchiuso in una prigione, lontano da tutti noi. Non potrà più fare del male a nessuno. Incolpare Summer per ciò che ha fatto suo padre è da villani. Lei ha bisogno di aiuto come ne hai avuto bisogno tu. Io per te ci sono stata in questi cinque anni, Summer invece ha dovuto affrontare tutto da sola. Non è giusto! Se comportandoti in questo modo credi di indurmi ad una scelta, te o lei, ti sbagli di grosso. Voglio bene ad entrambi e avervi qui, insieme, mi fa sperare in un ricongiungimento, ma giorno dopo giorno mi sembra solo un sogno lontano. Tu hai sofferto e continui a soffrire ed io, nel mio piccolo, ho sempre cercato di alleviare le tue pene e lo faccio ancora oggi. Ora Liam, sono io a soffrire e parte di questa mia sofferenza sei tu ed il tuo atteggiamento. Merito questo? ”

Lascio il cellulare sulla scrivania e raggiungo la mia famiglia per la cena.
Ritorno in camera e mi getto sul letto per poi essere richiamata dal beep del cellulare, mi avvicino alla scrivania e lo prendo. Sul display una letterina lampeggia, mi è arrivato un messaggio…

 Vederti aiutare Summer mi ha ferito ma, se pur tardi, ho capito perché lo hai fatto. Non so se riuscirò mai a pensare a Sum come la bambina con cui ridevo e giocavo qualche anno addietro, sono consapevole che lei non ha la colpa di ciò che è successo alla mia famiglia, ma per ora non riesco ad avvicinarmici. Questo però non ha nulla a che vedere con te, so quanto hai sofferto quando Summer è andata via, quanto hai pianto per le ingiurie delle altre bambine nei suoi confronti. L’hai difesa sempre quindi non dovrei stupirmi nel vedertelo fare ancora oggi. Mi sono comportato da idiota oggi con te e ti chiedo scusa. Non volevo ferirti. Noi due dovremmo difenderci a vicenda, c’è lo siamo promessi ed io non voglio essere il primo ad infrangere questa promessa. Quindi, se per te va bene, vorrei dimenticare tutto ciò che è successo oggi e ricominciare da ieri, come se nulla fosse accaduto. Ti voglio bene Mel! 
 
Sorrido leggendo il messaggio ed il peso che mi opprimeva il cuore, finalmente svanisce come per magia.
Voglio aiutare Summer, cercando di starle accanto anche se lei sembra respingermi, ma al col tempo, non voglio perdere Liam.
Per cinque anni siamo stati solo noi due e ne abbiamo passate tante, mi è stato accanto quando i miei genitori hanno divorziato, mi teneva la testa mentre vomitavo per il nervosismo e asciugava le mie lacrime quando lo sconforto veniva a farmi visita.
Ho una famiglia sgangherata ed il mio porto sicuro è lui, Liam, ma vorrei che anche Sum tornasse a far parte della mia vita…
Rispondo al messaggio di Liam augurandogli la buonanotte e con un ti voglio bene semplice, ma sentito, per poi addormentarmi stringendo tra le mani il mio cuscino preferito, quello sul quale c’è stampata una foto che ritrae me, Liam e Summer, cinque anni fa.


 



Vikram Geyer
  

Liam Kane & Melody Quinn




Pov's Autrice:

Rieccomi con il secondo capitolo di Unbreakable, più lungo e corposo, 
spero sia di vostro gradimento.
Siete riusciti a capire qualcosa in più sui motivi della fine di questa amicizia?
Lasciatemi qualche commento e fatemi sapere le vostre opinioni.
Ci si vedeeee  ;)



xo lollipopo 2013 
   
 
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