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Autore: Hono    25/03/2014    1 recensioni
- Reed, ascoltami bene perché sarà l’ultima volta che perderò tempo per questo: Riguarda solo me e dal momento che tu non sei nessuno, non ti direi mai nulla sul mio conto. E' chiaro, mezzosangue?
I loro nasi quasi si sfioravano e la giovane strega si ritrovò a pensare che le sarebbe bastato pochissimo per far si che le loro labbra si toccassero. Tuttavia, quelle parole, le lasciarono uno strano senso di amarezza.
- Cristallino, Malfoy. – mormorò sommessamente, mordicchiando con forza l’interno della guancia per evitare di lasciare che altre parole affluissero dalla sua bocca.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco, Malfoy, George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio, Theodore, Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 24

Capitolo ventiquattro: Demons

“Can't wake up in sweat,

'cause it ain't over yet,

Still dancing with your demons,

(Victim of your own creation)!

 

Beyond the will to fight,

Where all that's wrong is right,

Where hate don't need a reason,

(Loathing self-assassination)!

(Avenged Sevenfold – Nightmare)”

 

Rosso, era l’unico colore che riusciva a distinguere nelle tenebre che la circondavano. Si sentiva strana, il respiro affannato, le mani e le ginocchia immerse in qualcosa di ancora caldo. Portò le mani al viso, spaventata. Sobbalzò e per poco non lanciò un urlo constatando di sguazzare in un pozza di sangue vermiglio.
Sentiva un odore terribile - odore di morte - invaderle le narici, la mente, la bocca. Ebbe la brutta sensazione di voler rigurgitare tutto ciò che aveva dentro, compresa l’anima. L’oscurità la opprimeva e le ombre che vi si aggiravano la terrorizzavano. Avrebbe voluto urlare ma rimase paralizzata quando rivide dinanzi a sé il corpo sfigurato di un uomo. Un uomo che lei conosceva, forse, fin troppo.

L’uomo che aveva ucciso, l’innocente babbano che aveva torturato per cercare delle stupidissime informazioni. Allyson sentì lo stomaco ardere, dilaniandosi, come se si stesse corrodendo dall'interno. Strinse con forza la sua maglia, madida di sudore, avvertendo qualcosa risalire lungo l’esofago. Cercò di issarsi ma ricadde rovinosamente in ginocchio, sentendo il bisogno di vomitare per far cessare quel dolore che aumentava secondo dopo secondo. Ma quando aprì la bocca la sensazione fu ben peggiore. Rigurgitó ragni. Piccoli, orrendi, pelosi ragni dagli occhi iniettati di sangue. Allyson urlò, graffiandosi, come a voler eliminare il suo corpo e quel che conteneva, come a voler annullare sé stessa. Avvertì il dolore penetrarle le ossa, spingere e pulsare da sotto la pelle, squarciandola senza pietà. Ma dalle ferite, ad uscire, furono solo altri ragni.

Prima che potesse anche solo avere il tempo di emettere l’ennesimo grido, lo scenario cambiò improvvisamente e lei si ritrovò davanti ad una sé stessa che selvaggiamente s’impegnava a torturare John Morgan, l'auror che aveva ucciso non molto tempo prima, l’espressione di folle eccitazione incollata sul suo viso. Degli schizzi di sangue le ricoprirono il viso e lei accentuò il ghigno compiaciuto e si leccò golosamente le labbra, come se avesse davanti il più prelibato dei cibi. Altri conati la raggiunsero quando il demone che aveva dentro cavò gli occhi a quell’uomo, il piacere e l’eccitazione che si mescolavano in un impetuoso vento. E l’aria ridivenne acre e densa di morte. La sé stessa rise di gusto e le si avvicinò, incatenando i loro sguardi. Allungò un braccio e ficcò la mano dentro di lei all’altezza del suo petto mozzandole il fiato e poi con un saidico sorriso le strappò via il cuore facendola gemere di dolore. Lo stritolò fino a polverizzarlo ed Allyson si sentì vuota, incapace di riuscire a muoversi. Il suo demone interiore le sorrise con pacatezza mentre provvedeva a strappargli anche l’anima.

- NO! - gridò lei invano.

Ma il demone rise e poi vide chiaramente la sua anima lasciare il suo corpo e finire dentro lo stomaco della sua gemella. Urlò così tanto, con tutto il fiato che le rimaneva, fino a danneggiare le corde vocali. E mentre tutto quello che aveva intorno cominciava a vorticarle rapidamente, il sapore ferruginoso del sangue le invase la bocca.

- Allyson, stai bene?

Harry. Lei non ebbe nemmeno la forza di sussurrare il suo nome. Cercò di allungare la mano verso di lui, allo stremo delle forze. Riuscì quasi a sfiorarla ma il suo demone arrivò prima e un guizzo di luce verde colpì Harry. Ed Allyson non poté fare nulla se non guardare il corpo esanime e privo di vita del suo migliore amico cadere lentamente dinanzi a lei. Pianse tutte le lacrime che non credeva più di possedere e strinse convulsamente il corpo dell’amico e, non sapendo in che modo, riuscì nuovamente a gridare. E la sua voce si fuse con le risa spietate di Lord Voldemort che affiancava la sua gemella guardando compiaciuto lo spettacolo che aveva dinanzi. Il Signore Oscuro la guardò ghignando e poi la sua gemella cominciò a baciarlo. I conati non tardarono ad arrivare. Cercò di alzarsi ma la maledizione cruciatus la fece cadere a terra e lei strinse la mano fredda di Harry, urlò incapace di capire come diavolo potesse provare ancora tutto quel dolore se non aveva più un’anima e un cuore.

- Allyson! - una voce familiare raggiunse le sue orecchie. Era preoccupata, ma Allyson non voleva che si preoccupasse per lei.

La voce continuò a ripetere il suo nome mentre all’improvviso si ritrovò in caduta libera, di nuovo sola, immersa nell’oscurità mentre tutto quello che desiderava era la morte.

- Svegliati!

Aprire gli occhi fu un qualcosa di devastante. Era sudata, aveva il respiro affannato e poteva sentire chiaramente sia il sapore ferrugineo del sangue sulla lingua, sia l’odore nauseante di morte e decomposizione. Non fece nemmeno in tempo a capire chi l’avesse salvata da quell’incubo che un conato le spezzò il fiato. Spostò le coperte con un gesto secco e corse in bagno inginocchiandosi, poi, davanti al water e ficcandoci dentro la faccia. Cominciò a vomitare di tutto, soprattutto roba acida e dall’odore disgustoso. Tossì e sputacchiò parecchio, credendo di riuscire ad alzarsi ma inevitabilmente riprese a vomitare più di prima.

- Allyson, ci sono io. Sta tranquilla. - mormorò Ginny spaventata, una mano a sostenere la fronte di Allyson, un’altra che le spostava ripetutamente i capelli dal viso.

Quei minuti in cui la Reed rimase con la testa immersa nel water, un trambusto non indifferente si udì dall’esterno, segno che le urla strazianti che lei aveva cacciato erano riuscite a svegliare mezzo dormitorio. Lavanda e Calì se ne stavano sull’uscio del bagno, guardando la scena con preoccupazione, le tracce di sonno ancora presenti sui loro volti. Qualcuno bussò freneticamente alla porta e dopo qualche istante venne aperta da un’Hermione terrorizzata in pigiama. Spinse via le due Grifondoro e si inginocchiò all’altro lato dell’amica, posandole una mano sulla schiena.

- Che cosa è successo?

- Harry. - mormorò Allyson, le lacrime che scendevano dai suoi occhi brucianti a causa della puzza.

- Incubi, suppongo. - spiegò Ginny, sconvolta.

Ally aveva appena cercato di alzarsi e prontamente le due amiche la tirarono su. La mora si poggiò stancamente al lavandino e poi afferrò il suo spazzolino con l’intenzione di lavare via quel sapore disgustoso. Raggiunto il suo obbiettivo e bianca come un cadavere continuava a balbettare sconnessamente il nome di Harry, del fatto che avesse bisogno di lui. Si staccò dalle due amiche e cominciò a correre come una forsennata. L’avrebbero presa per pazza, ma a lei non importava. Aveva un dolore che le attanagliava il petto e non si sarebbe data pace se non si fosse accertata che Harry fosse vivo e vegeto. L’incubo lo ricordava ancora vivido e non riusciva a togliersi davanti agli occhi l’immagine del suo migliore amico morto, marmoreo e senza alcun segno di vita. Aveva il fottuto bisogno di dirgli tutto. Non ce la faceva più a mentire, né a lui e né a Ron. Ora, proprio in quel momento, decise che avrebbe rivelato ogni cosa. Al diavolo le conseguenze. Naturalmente, prima di tutto si sarebbe assicurata delle condizioni di Harry. Se quell’incubo era stato così vivido e doloroso per lei non aveva nessun dubbio sul fatto che l’amico l’avesse sognato anche lui.

- Ally, fermati! Dove stai andando?

Hermione le si parò davanti, posandole le mani sulle spalle.

- Harry. I-io devo vederlo. L-lui potrebbe star peggio di me, potrebbe essere morto. D-devo vederlo.

Si erano fermate nel corridoio del loro dormitorio, le porte di varie camere aperte, molte studentesse assonnate che cercavano di capire chi fosse l’autrice di quelle orribili grida. Ginny non risparmiò una buona dose di occhiatacce a chiunque le capitasse a tiro prima di ritornare con l’attenzione focalizzata sull’amica.

- Ally, dobbiamo portarti in infermeria. - provò la rossa con decisione.

La mora si liberò dalla presa della riccia mormorando ripetutamente il nome di Harry, le lacrime apparentemente insensate che le percorrevano il viso, la gola riarsa e lo stomaco in subbuglio. Seguita dalle due amiche, puntò dritto verso l’entrata del dormitorio maschile. Allungò una mano verso la maniglia ma prima che riuscisse ad afferrarla la porta si aprì, mostrando un’Harry dall’aria stanca e stravolta, gli occhiali leggermente obliqui, del sudore ad imperlargli la fronte, il respiro affannoso e lo sguardo spaventato. Dietro di lui, Ron aveva un espressione sconcertata, Neville a metà tra l’assonnato e l’impaurito.

- Harry…- mormorò Allyson incapace di fermare le lacrime.

Fu Harry a stringerla per primo dopo qualche istante. Lei cominciò a piangere convulsamente, affondando il viso nel suo petto. Lui la stringeva semplicemente, tentando di regolarizzare il respiro.

- Shh, sono qui, tranquilla.- sussurrò cercando di tranquillizzarla.

- I-io…Harry, sono una bugiarda. Harry, i-io…avevi ragione, i-io…s-sto…- cercò di dirgli lei, incapace di calmarsi.

- Oh cielo! Che cosa è successo?

La professoressa Mcgranitt interruppe qualsiasi confessione Ally stesse per fare ad Harry. Gwendolyn se ne stava in disparte con le braccia conserte, arrivata in tempo per fermare il disastro che avrebbe potuto scatenare la Reed.

- Incubi, professoressa. - cominciò a spiegare pratica Hermione, gli occhi lucidi e la preoccupazione ben visibile. - Allyson ha avuto un brutto incubo e si è sentita male. Credo sia meglio accompagnarla in infermeria, professoressa.

- Sono d’accordo con lei, Mrs. Granger.

La direttrice di Grifondoro posò delicatamente una mano sulla spalla di Allyson che piangeva silenziosamente tra le braccia del migliore amico.

- Non le dispiace se vengo anche io, professoressa?

Fece Harry aumentando la presa sulla vita di Ally con fare protettivo. La Mcgranitt annuì e dopo aver ordinato a tutti di tornarsene a letto cominciò a scendere la rampa di scale che portava in Sala Comune per accompagnare Potter e la Reed in infermeria.

- Ehi, che avete da guardare voi? Tornatevene a letto, ora. - ordinò perentorio Ron agli studenti che, incuriositi dal trambusto, erano scesi a vedere cosa fosse accaduto. Gli stessi che, dopo l’ordine del prefetto, fecero subito ritorno nelle proprie stanze, chi parlottando, chi sbadigliando.

- Ro-Ron, io resto con te. - affermò Lavanda, spuntata da chissà dove, attaccandosi al braccio del rosso.

- Vattene, Lavanda. Adesso. - borbottò luì scrollandosela di dosso e cominciando a ridiscendere i gradini con l’intenzione di raggiungere la Sala Comune. Lavanda, offesa, se ne tornò a letto. Hermione, Ginny e Neville preferirono seguire Ron, ormai privi di qualsiasi voglia di dormire.

Il rosso sprofondò in una poltrona, Neville si posizionò accanto all’ultima dei Weasley e la riccia scivolò lentamente a terra. Il silenzio regnò sovrano per quelle che sembrarono ore, poi Neville si fece coraggio e chiese:

- Cosa è successo di preciso? Harry, prima che si svegliasse, sembrava essere sotto l’effetto….della maledizione….cruciatus.

Hermione sospirò prima di rivolgergli uno sguardo stanco. Lui non poté non notare i suoi occhi lucidi e quasi si pentì della domanda.

- Ally ed Harry spesso hanno degli incubi molto simili nello stesso momento. Sembra che questo sia stato uno dei peggiori. Allyson si è sentita davvero male e…- si sforzò di spiegare, restando sul vago, senza entrare nei particolari.

- Ho capito, va bene così.- mormorò Neville comprensivo. Non voleva forzare la strega a raccontargli l’accaduto.

- Solo che non capisco perché questi dannati incubi riescono a ridurre Allyson in questo stato. Miseriaccia, sono solo degli incubi!

Sbottò Ron ad un certo punto, frustrato, mostrando - come rare volte accadeva – la sua preoccupazione e i suoi quesiti senza starci a pensare troppo.

- Piacerebbe saperlo anche a me.

Fu come se le parole della Granger avessero innescato un qualche ricordo in Ron. Lui la guardò rabbuiandosi, cercando di trasmetterle la rabbia che covava dentro.

- Non fingere, Hermione. Tu lo sai. Ti ho sentita parlare con Harry, supplicarlo di mettere una pietra sopra ai sospetti su Ally e Malfoy. - proruppe con foga, alzandosi.

Hermione spalancò gli occhi, sorpresa, frustrata e intimorita da ciò che sarebbe potuto accadere di lì a poco. Ginny scuoteva la testa impercettibilmente, il fiato sospeso e lo sguardo fisso sull’amica. Neville, che non aveva capito quasi nulla di quella faccenda, si limitava a far scorrere lo sguardo tra il rosso e la strega, confuso e perplesso.

- Io non so di cosa stai…- cominciò con poca convinzione lei, evitando volutamente il suo sguardo.

- Non ci provare! Io non sono Harry. Io non riesco a ignorare la cosa, anche se per poco. Io ed Harry abbiamo il diritto di sapere cosa sta succedendo, Hermione. Non credi di averci nascosto questa cosa, qualsiasi cosa sia, da fin troppo tempo?

- Ron puoi dire quello che vuoi ma io terrò la bocca chiusa. C’è un motivo se voi non sapete nulla e di certo non sono io a dovervi spiegare tutto. Se solo fossi un tantino più intelligente, poi, capiresti che questo è il momento meno adatto per parlare di queste cose che non centrano nulla con ciò che è appena successo!

Hermione trattenne a stento un singhiozzo, coprendosi la bocca con una mano e lasciando che qualche lacrima sfuggisse al suo controllo. Ron non riuscì a controbattere. Sospirò bruscamente, girando la faccia altrove.

- Si, hai ragione. Scusa. Ma non finisce qui. - bofonchiò mentre cercava di darsi una calmata. Non voleva che la sua Hermione…cioè, che la sua migliore amica Hermione piangesse, anche se in quel periodo il loro rapporto non era dei migliori.

Non era stata propriamente una cosa giusta origliare la conversazione tra i suoi migliori amici, ma Ron voleva sapere. Voleva rispondere alle domande che assillavano i suoi pensieri e quelli di Harry, ai dubbi che sembravano non volerli proprio lasciare. Per questo aveva sputato con rabbia quelle parole, per questo aveva accusato Hermione di mentire. Ma, proprio come Harry, per il momento avrebbe atteso. Pensare ad Allyson era un qualcosa di più urgente ma non sarebbe finita lì. Non appena lui e Potter avrebbero ritenuto di aver atteso abbastanza, non avrebbe avuto nessuna esitazione nel costringere sia Hermione e sia la Reed a raccontargli ogni dannatissima cosa.

- Me ne vado. - sussurrò la Granger alzandosi e avviandosi verso il dormitorio.

Subito dopo Ron la seguì con l’intenzione di raggiungere anch’egli la propria camera. Rimasero così solo Ginny e Neville in Sala Comune. Si scambiarono uno sguardo senza alcuna particolare sfumatura.

- Neville ti prego di non far parola con nessuno di ciò che hai ascoltato.

- Sta tranquilla, Ginny. Non direi mai nulla.- la rassicurò il mago con un timido sorriso.  - Ora credo…sia meglio andare a dormire…

- Proprio non ce la faccio. Preferisco restare sveglia. - spiegò con sguardo triste la rossa non avendo la minima voglia di andarsene a dormire. Non con Allyson ed Harry in quello stato.

- Se vuoi ti faccio compagnia, neanche io ho molto sonno.

- Grazie, Neville. - mormorò con sincera gratitudine Ginny. Non ce la faceva proprio a restare da sola, circondata da un silenzio troppo opprimente per i suoi gusti.

Lui si limitò ad un sorriso. Era preoccupato anche lui per i due amici e sapeva che non sarebbe riuscito ad addormentarsi. Così, sorprendentemente, riuscirono a chiacchierare di argomenti futili. Riuscirono a distrarsi dalle preoccupazioni e per quella notte restarono a parlare nella Sala Comune, le braci del camino a donargli calore e solo il rumore di un’improvvisa pioggia che si mescolava ai loro sussurri a spezzare il silenzio che, solitamente, la notte portava con sé.

**

- Stai scherzando?

Gwendolyn scosse il capo con fare annoiato stringendo la copia del libro di Trasfigurazione al petto. Lanciò un’occhiata di sottecchi all’amico accanto a lei e non si curò di trattenere la sua risatina divertita.

- Che diavolo hai da ridere? - sbottò Draco seccato.

- E poi dici che a te non importa della Reed.

- Non m’ importa un cazzo della Reed, infatti. - ribatté prontamente il biondo.

- Allora perché ti sei preoccupato così tanto dopo che ti ho raccontato ciò che le è successo? - disse senza abbandonare il suo sorrisetto.

- Cosa? Preoccupato? Io? Ti ricordo che stai parlando con Draco Malfoy.

- Appunto.

- ‘Fanculo, Wood.

La Wood rise di gusto, portandosi una mano al petto e scuotendo la testa con fare divertito. Aveva dimenticato la sensazione di benessere che sentiva parlando con il suo migliore amico.

- Ehi, Draco. Wood.

Theodore li aveva appena raggiunti trattenendo a stento un grosso sbadiglio.

- ‘Giorno, Theo. Che succede?

Gwendolyn si limitò ad un cenno in segno di saluto. Non le stava affatto simpatico quel tizio lì.

- Avete visto Allyson? - chiese apparentemente annoiato mentre si passava una mano tra i capelli scuri.

- E’ in infermeria. - spiegò la Wood con freddezza. - stanotte ha combinato un bel casino alla torre.

Theodore alzò un sopracciglio, nascondendo la preoccupazione che l’aveva pervaso subito dopo aver udito quella frase. Salutò frettolosamente l’amico e subito si allontanò dai due con l’intenzione di raggiungere l’infermeria per accertarsi delle condizioni dell’amica. Non che fosse così agitato, ovviamente. Voleva solo essere sicuro che non fosse in fin di vita. In quel caso, avrebbe voluto chiedergli di citarlo nel testamento, giusto per ottenere quell’ottimo Firewhiskey che di solito teneva ben custodito nel suo baule. O meglio, questo era ciò che si era detto per giustificare le sue sensazioni. Draco aveva guardato il suo amico allontanarsi con un espressione stranita. Non era proprio da Theo una reazione del genere. Almeno, non del Theodore Nott che conosceva fin dal primo anno ad Hogwarts. Allyson Reed era davvero riuscita a diventare qualcuno di così importante per Theodore, da arrivare a farlo preoccupare così tanto? Stentava seriamente a crederci.

- La Reed è un genio. - disse Blaise, appena spuntato dal nulla, lo sguardo sorpreso e un ghigno divertito sul viso.

- Cosa?

Draco e la Wood gli riservarono uno sguardo perplesso.

- E’ riuscita a far preoccupare Theodore.

- E con questo? - fece Gwendolyn notando il sorrisetto che i due Serpeverde avevano sulle labbra.

- Stiamo parlando di Theodore Nott, Gwen. - spiegò Malfoy, anticipando l’amico.

- E non solo lui. E’ riuscita a far innamorare persino Draco Malfoy! Non so come diavolo ci sia riuscita. E’ un genio. - esordì Zabini, un ghigno divertito e le parole scelte appositamente per punzecchiare Draco.

Malfoy si limitò ad alzare gli occhi al cielo, improvvisamente irritato, mentre la Wood si ritrovò a ridacchiare. Trovava Nott e Zabini terribilmente insopportabili, soprattutto il primo, ma doveva ammettere che Blaise - in quanto a frecciatine - era piuttosto divertente.

- Già. Un genio, davvero. - mormorò sarcastica mentre si avviava verso l’aula di Trasfigurazione con Draco e Blaise che si scambiavano frecciatine chi divertito, chi seccato.




Angolo di Hono:

Scusatemi, lo so. Sono due settimane che non pubblico. Vorrete uccidermi (beh, spero che lo vogliate, almeno significa che vi importa della mia fic u.u), lo so. Sono imperdonabile. (So I dub the unforgiveeeeen! :3) Seh, vabbè, sto proprio sclerando stasera. Scusatemi, di nuovo. >_> Beh, comunque, sono abbastanza di fretta quindi mi muovo! RIngrazio, come al solito, tutti coloro che mi sostengono seguendo la mia long, inserendola tra preferite, ricordate e seguite e, naturalmente, anche per chi recensisce. Spero davvero che il capitolo vi piaccia e che non abbia deluso le vostre aspettative! Mi affido a voi, come sempre. Scusate ancora per l'enorme ritardo! Vi voglio bene e grazie ancora per il sostegno <3
Alla prossima settimana! C:
Hono

  
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