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Autore: Vale__91    05/07/2008    4 recensioni
Tutto ciò che sappiamo di Akito Hayama e Sana Kurata non esiste. Loro non si conoscono, sono ragazzi adulti e vivono esistenze molto differenti.
Accadde però, che una sera gli occhi di lui incontrarono quelli di lei e tutto cambiò.
ULTIMO CAPITOLO
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Incurante di cosa potesse essere successo alla sua compagna in quella frazione di secondo, rimise a posto il portafoglio in tasca e si preparò per andare in palestra.
Lungo il tragitto iniziò a chiedersi se avrebbe fatto meglio a chiamare Sana subito oppure aspettare un suo squillo o un suo messaggio.
Prese in mano il cellulare quasi sperando di trovarvi scritto qualcosa, ma non vi era altro che il solito display, tuttavia si ricordò che avrebbe fatto meglio a cancellare i suoi messaggi e le sue chiamate, prima che Nami potesse sospettare qualcosa.
Arrivato nei pressi del lavoro incontrò molti suoi allievi che quel caldo sabato di maggio si erano alzati presto per andare a lezione da Hayama, anche se normalmente “ l’addestramento ”si svolgeva nel tardo pomeriggio, quando i ragazzi avevano terminato la scuola. In base al giorno della settimana Akito aveva in palestra allievi di età diversa, quella mattina avrebbero partecipato i più piccoli del suo corso.
Avvicinandosi all’ingresso cercò di evitare di ripensare ulteriormente a quello che era successo negli ultimi due giorni, ma arrivato ormai nei pressi della porta non potè fare a meno di cambiare idea. Sana, in tutto il suo splendore si trovava di fronte a lui.
<< S-sana, che ci fai qui? Come sapevi che…? >>
<< Mi informo molto lo sai? Non sei contento di rivedermi? >>
<< Scherzi?! Anzi volevo chiederti… >>
<< Sto meglio e Nori è sparito…o l’ho fatto sparire…Sì credo sia meglio >> disse sorridente.
Rispetto alla serata precedente sembrava un’altra persona. Rinvigorita, sicura di sé stessa, solare.
<< Sono contento di vederti così >>
<< Grazie…Scusami comunque, non volevo venire a disturbarti…volevo, solo vederti >>
<< Beh potevi scrivermi, dirmi di vederci da qualche parte >>
<< Lo so, ma la prima cosa a cui pensato questa mattina quando mi sono alzata era venire qui e vedere te >>.
Il suo primo pensiero. Lo era stato anche lei, più e più volte, persino di notte le appariva in sogno e ora sapere che la cosa era reciproca lo rincuorava maggiormente. Ma c’era sempre quel bivio da scegliere, quell’eterna indecisione. Nami era ancora lì, presente, costante e lui non poteva e non voleva diventare infedele e bastardo come lo era stato Nori con Sana. Prima o poi avrebbe scelto, avrebbe deciso quale donna l’avrebbe reso davvero felice, a quale delle due avrebbe potuto donare il suo amore.

§

<< Nami…Nami ci sei? >>
<< Eh?! Cosa?! >>
<< Il telefono sta squillando da una vita, ti muovi a rispondere? >>.
La ragazza prese la cornetta in mano con incertezza, quasi come se non sapesse nemmeno cosa fosse. Rispose al cliente in modo vago, dopo pochi secondi rimise giù.
<< Già fatto? >> chiese la collega di fianco a lei.
<< Avevano sbagliato numero >>
<< Nami, tesoro cos’hai oggi?…Sei così totalmente assente, ti dimentichi di rispondere al telefono, non dici una parola. Sicura di stare bene? >>
<< In effetti…No, non va tutto bene. Yumi devi darmi una mano… >>
<< Hey, ci conosciamo da una vita, lo sai che puoi parlare di qualsiasi cosa con me >>
<< Il problema è…Hayama >>
<< Hayama è il problema? Non l’avrei mai detto >>
<< Invece è proprio così. Vedi, stamattina è caduto dal suo portafoglio un foglietto…Una ragazza di nome Sana gli ha scritto il suo numero di cellulare >>
<< Il suo cosa? >>
<< Oddio io non so cosa fare, come comportarmi…Non voglio pensare al peggio, ma non riesco a fare altro. E se fosse la sua...sua… >>
<< Magari è solo una vecchia amica >>
<< È quello che mi sono detta anche io, ma allora perché non dirmelo, non mi sarei arrabbiata…E invece mi nasconde qualcosa. Io non credevo ci sarebbe mai successo qualcosa del genere, ma forse dovevo pensarci prima…Può essere che sia stata colpa mia >>
<< Colpa tua? >>
<< Sì Yumi, apri gli occhi, ho fatto tanti di quegli errori in questo periodo, tutte le cene mancate, i ritardi. Probabilmente si sarà sentito “ abbandonato ”. Però solo il pensiero che abbia potuto tradirmi senza nemmeno discutere il problema mi fa infuriare. Come devo comportarmi ora secondo te? >>
<< Beh, è difficile. Secondo me non dovresti ignorarlo o cose del genere, lo faresti insospettire soltanto. Se vuoi saperne qualcosa di più dovresti passare con lui più tempo possibile, tutte le sere che puoi, a incominciare da stasera >>
<< Ma dalla rabbia gli ho già detto che sarei tornata tardi >>
<< E che t’importa, non puoi iniziare a sprecare le occasioni…uscite e state insieme >>.
Ricominciare a sorridere di nuovo con la persona amata, ricominciare a vedersi più spesso. Se quella era la formula giusta, l’avrebbe seguita.
Trascorsero altre ora, ormai ne mancava una alla tanto agognata fine. Sarebbe corsa a casa, l’avrebbe aspettato, avrebbe fatto qualunque cosa per togliergli dalla testa quella Sana.
<< Yumi devo andare alla fotocopiatrice puoi aiutarmi con quelle pile di fogli >>
<< Vengo subito >>.
Le due ragazze presero rispettivamente in mano due enormi risme di documenti e li portarono con cautela nella stanza accanto. Appena prima di poter raggiungere una scrivania Nami si voltò verso l’amica per parlarle.
<< Ci ho pensato molto. Se devo essere sincera inizialmente avevo pensato di fargli la sfuriata stasera, ma poi visto quello che mi hai detto tu ci ho ripensato, quindi… >>
<< Nami attenta >>.
Bastò un solo attimo e la ragazza cadde atterra insieme alla miriade di scritti che fino a un secondo prima aveva tenuto in mano.
<< Oh damn, i’m so sorry >>
<< Ma che diavolo…! >>
<< Insomma signorina Matsumi vuole fare attenzione!? >>.
Riconobbe subito la seconda voce, era indiscutibilmente quella del suo capo, mentre la prima gli apparve nuova, mai sentita prima in quegli uffici dove, nonostante ci lavorasse molta gente, si conoscevano tutti. Si accorse che non aveva parlato in giapponese, bensì in inglese.
<< Mi scusi dottor Fujieda, sono desolata >> disse rialzandosi e facendo un piccolo inchino.
<< In realtà la colpa sarebbe mia, non l’avevo proprio vista, mi dispiace >>
<< Si figuri signor Harvey, lei non deve scusarsi di nulla. Tuttavia signorina Matsumi cercavo proprio lei… >>.
<< M-me? >>
<< Sì, esatto lei…Vede questo ragazzo? >>.
Dal momento dell’impatto Nami non si era ancora voltata contro la “ cosa ” contro la quale era andata a sbattere. Si voltò verso il ragazzo di fianco al suo capo. Tratti somatici tipicamente occidentali, occhi verdi e capelli scuri. Avrebbe fatto mozzare il fiato a chiunque in quel posto infatti una volta che Yumi si accorse della presenza di quell’angelo quasi non fece cadere anche lei i fogli che ancora teneva traballanti tra le dita.
<< L-lui? >> balbettò Nami.
<< Cos’è ha perso la lingua!? Per lei è il signor Harvey… >>
<< Charlie Harvey, molto piacere >> disse porgendole la mano la quale la ragazza strinse quasi intimorita.
Si staccò da lui ma rimase a fissarlo quasi incantata da qualcosa di luccicante nei suoi occhi.
Il dottor Fujieda quasi scocciato dall’interruzione riprese a parlare, ma ormai Nami non lo ascoltava più.
<< È arrivato ieri da Londra ed è la prima volta che si trova qui a Tokyo anche se ha visitato più volte il Giappone e come vede parla benissimo il giapponese. Bene dato che oggi gli ho fatto fare la visita della degli uffici domani lei dovrà accompagnarlo per la città, si faccia trovare all’ingresso intorno alle 9.00. Sappiamo tutti che è immensa, ma confido in lei che riesca a fargli l’intera zona e magari qualche extra. So bene anche che oggi lei e la signorina Astumi oggi avete fatto gli straordinari qui essendo sabato, ma non le dispiacerà domani fare questo piccolo sforzo anche se di domenica vero? >>.
La domanda del signor Fujida sembrò più una minaccia che una vera e propria domanda, ma nonostante ciò Nami non gli stava prestando attenzione e quindi rispose “ sì ” ad ogni sua richiesta.
<< Bene, ora andiamo e lei rimetta a posto questo casino >>
<< A domani >> disse Charlie allontanandosi e inchinandosi brevemente.
<< A domani >> fece Nami estasiata poi lei e Yumi si inginocchiarono per rimettere a posto i documenti finiti a terra.
<< Ne è valsa la pena di venire qui oggi anche se è sabato, hai visto che bello! >>
<< Già Nami, in fondo sei stata fortunata a scontrarti con lui >> disse quasi gelosa l’amica << Gli hai anche stretto la mano >>
<< Vero, penso che non me la laverò >> disse ridendo << Ma adesso che ci penso, perché ha detto “ a domani ” se è domenica? >>
<< Ma come, non hai sentito cos’ha detto il capo? >>
<< Nemmeno una parola >>
<< Oh, ma dove diavolo hai la testa >>
<< Hey hai visto anche tu chi avevo di fronte >>
<< Sì però ho ascoltato lo stesso, meno male che ci sono io >>
<< Beh quindi cosa dovrei fare scusa? >>
<< Dovrai accompagnare il signor Harvey per l’intera zona e mostrargli magari qualche particolare della città >>
<< Ma è domenica? >>
<< Lo so bene, e se lo vuoi sapere te l’ha anche detto, ma tu non hai sentito una parola >>
<< Oh no e ora cosa dico ad Hayama, proprio ora che non volevo perdere nemmeno un secondo con lui, sono davvero nei guai >>
<< Già, ma non hai alternative, dovrai essere qui domani alle 9.00 >>
<< E anche il mio giorno libero per questa settimana è andato a farsi benedire >>
<< Dai non è andata poi così male, dovrai passare tutto quel tempo con lui >> fece maliziosa Yumi.
<< Ma a cosa stai pensando? Io ti dico che forse Akito mi tradisce e tu mi spingi tra le braccia di un altro? >>
<< Dai scherzavo, ma ora muoviamoci se non vogliamo rimanere qui fino a stasera >>.
Finito di raccogliere le mille scartoffie le due passarono l’ora seguente davanti alla fotocopiatrice, poi terminato il lavoro anche quel giorno, Nami e Yumi si salutarono prendendo due strade diverse.
Erano appena passate le 3 del pomeriggio, probabilmente Hayama era già tornato a casa. L’unica cosa da fare era raggiungerlo e fare ciò che avrebbe dovuto. Stare insieme.

§

Mentre da una parte Nami stava ancora facendo conoscenza del moretto occidentale, dall’altra parte Hayama stava appena finendo gli allenamenti dei suoi ragazzi. Li salutò spronandoli ad allenarsi anche a casa quando potevano, poi si cambiò ed uscì dalla sua palestra. Lì fuori su una panchina c’era ancora Sana.
<< Sei rimasta qui? >> chiese sorpreso Akito.
<< Ho fatto un giretto, ma sostanzialmente…sì >>
<< E perché? >>
<< Beh eri impegnato e non potevamo stare insieme, così ho pensato di aspettarti >>
<< Nami uscirà presto dal lavoro e anche se per qualche strano motivo ha detto che tornerà tardi devo farmi trovare a casa, non vorrei che si insospettisse >>
<< Sì, sì lo capisco, ma infatti volevo chiederti se potevamo vederci stasera…Ovviamente se non ci sono problemi >>
<< Oh beh, visto il fatto che sicuramente lei uscirà penso non ci saranno difficoltà per vederci >>
<< Facciamo per le 19.00 sotto casa mia? Questa volta non ti darò buca tranquillo >>
<< Va bene, ci vediamo lì allora >>.
Sana sorrise. Il suo solito sorriso disarmante lo travolse per l’ennesima volta.
<< Grazie Aki >>
<< Per cosa? >>
<< Perché sei una persona speciale, il fato ha fatto bene a farci incontrare >>.
Senza dire altro si voltò e andò via.

Ed eccoci qui, ottavo capitolo. Non sapete quanto mi dispiace per il tremendo ritardo, mi odierete lo so, ma non sono riuscita a fare prima. Non mi dilungo troppo con le scuse perchè purtroppo devo staccare, ma in ogni caso i motivi principali sono stati la scuola, la mancanza di tempo e a volte anche un po' la mancanza di fantasia XD...Ringrazio di cuore sempre chi legge, ma soprattutto chi recensisce e chi mi ha tra i preferiti.Spero che anche qst cappy vi sia piaciuto. Mi auguro di aggiornare presto, ma prima mi occuperò d altre ff da completare. baci grandi a tutti.Byeeeeee!!!

   
 
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