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Autore: E M M A    26/03/2014    3 recensioni
Vide Laney abbracciare i suoi genitori e non poté far altro che sorridere, allora anche lei aveva avuto paura...
-Noi ci accorgiamo di amare qualcuno, solo quando lo perdiamo, o quando siamo in difficoltà, ma se il nostro amore è ricambiato realmente, quella persona, non ci abbandonerà mai...-
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Corey Riffin, Laney Penn, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un tonfo, un rumore di vetri infranti, e Laney si svegliò.
Aprì gli occhi di colpo, svegliata da un rumore proveniente dal piano inferiore. Si sedette sul letto sbadigliando profondamente, lanciò uno sguardo alla sveglia, erano le 3:20 del mattino, sgranò gli occhi, le 3:20?
-Al diavolo! Io mi rimetto a letto!- esclamò nascondendo la testa sul cuscino, convinta che se lo fosse solo immaginato, riuscì a prendere sonno quasi subito, ma appena la sua mente si spense da qualsiasi pensiero... *Crack*. Questa volta lo aveva sentito veramente, ne era sicura! Qualcuno stava camminando sui vetri infranti poco prima.
"Cosa! Qualcuno è entrato in casa?" pensò terrorizzata, saltando in piedi e appoggiando di corsa l'orecchio alla porta, riusciva a sentire delle voci, ma non capiva a chi appartenessero, o cosa dicessero, però i passi li sentiva bene, stavano salendo le scale, passo dopo passo, verso la sua camera.
Si avvicinavano sempre di più, il rumore dei passi si faceva più intenso, segno che stavano per arrivare, poi ad un tratto, cessarono completamente, e per qualche secondo, dominò il silenzio.
Laney era paralizzata di fronte alla sua porta, incapace di fare qualsiasi azione, di pensare ad una soluzione, o semplicemente di nascondersi. Sapeva che c'era qualcuno, e non erano i suoi genitori...
Il pomello della porta cominciò a girare lentamente, stavano entrando, allora lei appoggiò una mano sull'oggetto tondo esercitando un po’ di pressione per bloccare la porta
-Questa è chiusa a chiave...- la voce all'esterno della camera apparteneva ad un uomo, ne era certa, si poteva ascoltare chiaramente quello che dicevano
-Se non trovo niente?- chiese una seconda voce, anch'essa di un uomo
-La gente tiene sempre qualcosa in casa idiota! Muoviti e cerca, non abbiamo molto tempo...-
Ancora il rumori di passi, questa volta però si allontanavano, fu allora che Laney poté mollare il pomello della porta per riprendere a respirare normalmente. Non sapeva bene cosa fare, era ancora paralizzata dal terrore, non si era mai ritrovata in una situazione simile, voleva solo non essere sola… Afferrò frettolosamente il cellulare, chiamando il primo numero della lista.
-Chi è...- chiese la voce confusa dal sonno del ragazzo dall'altra parte
-Corey! Corey devi venire ora! A casa mia!- sussurrò lei velocemente, cercando di non farsi sentire dai due uomini
-Ma cosa...- tentò di rispondere lui, ma la ragazza lo interruppe
-Ora Corey! E' un'emergenza!-
-Ma... Chi parla?-
-Oh... Sono io, Laney!- rispose imbarazzata per non averglielo detto prima
-Ma Lanes! Sono le quattro del mattino!- urlò lui dall'altra parte, probabilmente avendo appena visto l'ora sulla sua sveglia
-Ma due tizi sono entrati in casa mia!- ribatté lei. Lui chiuse
-Corey?- sussurrò lei -Coreyyy!!!- ripeté soffocando un urlo, ma lui aveva già riattaccato, era sola. Di nuovo.
Doveva pensare a cosa fare, e doveva farlo in fretta, non poteva di certo restare, se fossero tornati? Doveva uscire, e poteva farlo solo in un modo. Aprì la finestra e guardò di sotto, avrebbe dovuto scendere due piani, sospirò, pensando che fosse un suicidio, ma era anche l'unica scelta che aveva.
Cominciò a legare fra loro il copriletto, lenzuola, e tutto ciò che poteva formare una corda resistente
-Ehi!- una voce alle sue spalle la fece sobbalzare, si girò di colpo, terrorizzata, quale orribile figura poteva nascondersi dietro quella voce.... Corey?
-Corey?- chiese lei, aspettandosi di ritrovarsi di fronte un vecchio matto con il passamontagna e tutto il resto -Corey!- esclamò felice di vederlo, un volta che ebbe realizzato di non essere più sola, poi si ricordò anche di essere arrabbiata con lui, gli diede un pungo sulla spalla
-Ahi! Ma per...- tentò di dire lui massaggiandosi il punto in cui aveva preso la botta
-Tu mi hai riattaccato il telefono! Sono rimasta da sola! Ero terrorizzata!- urlò quasi lei, trattenendosi a stento, solo per non farsi scoprire dai due uomini
-Scusami, io... tu hai detto che c'era qualcuno in casa e io sono arrivato subito...- non lo fece finire che si lanciò subito tra le sue braccia, cingendogli il ventre in un abbraccio
-Grazie! Grazie mille per non avermi lasciato da sola!- lui sorrise, appoggiandole le mani sulla schiena, e stringendola ancora di più
-Non avrei potuto lasciarti sola nemmeno volendo…- rispose sorridendole.
  
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