Ecco...questo è l'epilogo e purtroppo ho finito di postare.Mi dispiace troppo =(.Cooomunque...me lo lasciate un commento??Ancora grazie a tutti voi!:)
Un bambino che può avere
al massimo undici anni cammina lungo l’acciottolato. I capelli di un
turchese scuro sono appena mossi dalla brezza dell’autunno che si avvicina
e gli ricadono sul viso,sui suoi occhi scuri. Sono poche le persone che
possono vantarsi di avere quegli occhi…di una sfumatura di viola come
inebriante vino rosso. Cammina lentamente e sembra ben attento a dove
mette i piedi. Le altre persone lì intorno hanno sempre un’aria
contrita,triste ma il ragazzino è quasi ansioso…in tutti gli anni durante
i quali fa visita al cimitero ha imparato a nascondere l’ ansia sotto i
suoi passi calibrati e attenti. Eccola lì,la vede. Aumenta un po’ il passo
e finalmente la raggiunge. Teddy si ferma un attimo e resta a guardare.
Sua madre e suo padre sono lì che lo aspettano. Sua madre,sempre con la
sua risata radiosa e i capelli rosa cicca,si stringe a suo padre,il viso
un po’ triste ma illuminato da un sorriso che si estende anche agli occhi.
Le loro figure sono imprigionate da una cornice in pietra
levigata.
-ciao mamma- sussurra
–ciao papà-
Come al solito non
possono rispondergli ma a Teddy non importa davvero. Si siede davanti alla
tomba dei suoi genitori e come sempre quelle parole incise sulla pietra
sembrano incidersi in una scia di sangue nel suo
cuore.
“Qui giacciono Remus
Lupin e Ninfadora Tonks”
e sotto con una
calligrafia più minuta
“Nemmeno la morte può
sconfiggere la vita”. Teddy sa già cosa c’è scritto eppure ogni volta
rilegge questa frase. Quand’era piccolo non le dava tanta importanza ma
ora,ne è certo,ha qualcosa a che fare con le persone che sono state i suoi
genitori. “Chissà chi l’ha scelta” pensa “Mamma era sicuramente un tipo
ottimista,papà non credo così tanto”. Eppure qualcosa nel volto di suo
padre lo affascina tanto. Chiunque l’abbia scelta,il ragazzo ne rimane
sempre affascinato…e incuriosito. Perché loro non esistevano più,come
potevano dire che la vita aveva sconfitto la morte?Non era così. Alla fine
la vita era stata soppiantata e dei sorrisi di Remus e Ninfadora erano
rimasti solamente ricordi sbiaditi nella mente e nel cuore di chi aveva
avuto la fortuna di conoscerli. Teddy ne ha di cose da raccontare a quelle
fotografie. Parla con voce chiara e tonante,ma nella sua mente,non vuole
che tutti lo sentano,sono cose sue,intime,personali,che nessuno ha il
diritto di ascoltare. A quelle due persone che neppure conosce,invece,
racconta tutto,del suo primo anno trascorso a Hogwarts,della sua piccola
grande famiglia,dei suoi voti agli esami,delle sue nuove amicizie,della
sua collezione di Cioccorane dove compaiono anche loro,di James Sirius
Potter che già dalla più tenera età ha cominciato a tartassarlo perché lui
lo porti con se a scuola senza farsi scoprire,delle gite intorno a Villa
Conchiglia con Victoire Weasley,James e un trotterellante Albus Potter e
dell’inebriante sensazione dell’essere il più grande e in un certo senso
proteggere gli altri,del fatto che tutti,a scuola,lo considerino un eroe
perché è il figlio di Lupin e Tonks e del fatto che lui è così frustrato
perché Lupin e Tonks non li conosce neppure. Guarda quelle foto che gli
sorridono bonarie. Sembrano fiere di lui,si,Teddy ha quest’impressione e
sorride a sua volta.
Remus e Ninfadora sono
morti la notte della più grande e ultima battaglia di Voldemort contro gli
innocenti,la notte in cui Harry sconfisse il più grande mago di tutti i
tempi. C’è chi giura che sia stata uccisa prima sua madre e che suo
padre,accecato dall’ira,abbia cominciato a combattere con più avversari e
sia caduto al fianco dell’amata,altri invece giurano che Ninfadora avesse
trovato Remus in fin di vita e sia rimasta al suo capezzale fino a che una
maledizione avesse colpito anche lei,altri ancora sono certi che entrambi
abbiano combattuto fino alle ultime forze e che siano caduti
insieme,tendendosi le mani. Teddy non sa a cosa credere e non gli va di
affidarsi ad una falsa verità. Sa solo che la verità i suoi genitori se la
sono portati in quella tomba e forse è quello che rende quel luogo tanto
magico e tanto importante. Harry,Ginny e la signora Weasley gli hanno
detto tante cose sui suoi genitori. La sua mamma era una di quelle persone
che è impossibile non trovare simpatica, di quelle che hanno sempre una
parola da dire…era un po’ buffa –prendeva sempre cadute che per chiunque
altro erano mortali- e aveva degli occhi bellissimi che suo padre amava.
Il suo papà aveva avuto una vita difficile,dicevano, era prudente e
accorto,ma tutti giuravano che sotto quella maschera da uomo saggio si
celava una persona con tanta voglia di vivere,che organizzava scherzi
tremendi e trovava sempre la parola giusta. Era un lupo mannaro,e il suo
volto era solcato da cicatrici profonde. All’inizio Teddy era rimasto
sconvolto da quella rivelazione. Non riusciva a far combaciare il sorriso
pacato dell’uomo che teneva tra le braccia sua madre con le storie
terribili sui lupi mannari che aveva sentito raccontare…poi,in una sera di
novembre,davanti al camino,Harry gli aveva spiegato tutto…Della vita di
suo padre,delle sue perdite,delle sue esperienze,delle sue scelte. E il
piccolo Teddy aveva finito per amare tantissimo i suoi genitori. E
poi…come si erano conosciuti?Come si erano innamorati?Trovava impossibile
che due persone così diverse avessero finito per amarsi,per concepire una
vita.
Crudele eppure così
tremendamente dolce,la vita,si ritrova a pensare. Lui non conosce Remus e
Ninfadora ma loro conoscono lui e questo fa accrescere nell’animo di
quell’undicenne una forza nuova. Gli scorre nelle vene,è sua…è con lui.
Harry gli giura che le ultime parole di suo padre sono state proprio
rivolte a lui “spero che capirà,sono morto combattendo per un mondo dove
lui possa essere felice”. Ha chiesto tante volte al suo padrino quando suo
padre avesse potuto dire queste parole ma Harry è sempre stato vago
sull’argomento. Lui però ora guarda quel volto incorniciato,segnato,grigio
e sente salirgli al petto un fiotto di gratitudine. Quel groppo alla gola
non accenna ad andare via e Teddy sente che sta per scoppiare a piangere.
Lo fa,in silenzio,dapprima. Lacrime calde inumidiscono l’ovale del suo
viso. China la testa,non vuole che la signora Weasley –che fa visita alla
tomba di Fred più avanti- lo veda mentre piange così. Fred…Remus e
Ninfadora…quanta gente è dovuta morire per quel mondo dove lui è felice?A
Teddy non sembra giusto. Non lo è. Lui non è neppure lontanamente speciale
come i suoi genitori o Fred…eppure è lì,a fare collezioni di Cioccorane e
gite attorno a Villa Conchiglia. Harry dice sempre che simili pensieri non
dovrebbero neppure sfiorarlo eppure…eppure Teddy Lupin non può fare a meno
di piangere lacrime amare su quella vecchia lapide in marmo bianco.
Strizza gli occhi e i suoi capelli diventano nero corvino. Bene. Nota le
rose un po’ appassite che qualcuno deve aver portato prima di lui. Si è
sempre chiesto a cosa servissero i fiori. Però ce li ha sempre portati e
non smetterà mai. Perché ogni volta che depone i suoi ciclamini bianchi
nel vaso accanto alle loro foto,la mamma sgrana gli occhi e ride di più
mentre il padre lo guarda commosso. È un rituale. Sembra quasi vita. Teddy
si alza e si sporge in avanti ma urta un sassolino e cade lungo disteso
sulla tomba. Piange,piange di vergogna e di dolore. Piange lacrime
bollenti ma troppo gelide. E quando di nuovo posa gli occhi su quella
fotografia si accorge che anche i suoi genitori stanno piangendo.
Piangono,ma sorridono tra le lacrime.
-scusate- è un
bisbiglio,quasi un sussurro inframmezzato dai suoi
singhiozzi.
Remus e Tonks scuotono la
testa,e ancora sorridono,e ancora piangono.
-questi…questi sono per
voi-dice mentre ripone i fiori nel loro vaso. Poi sorride. Chissà a chi
sta parlando. Chissà se possono ascoltarlo. Preme le dita contro il freddo
vetro della cornice. Vorrebbe asciugare le lacrime di sua madre,
accoccolarsi tra le sue braccia,ma non può,non può. Così le accarezza solo
i capelli,che al suo tocco diventano di un rosa ancora più acceso. Teddy
sorride ancora. Tende il dito della piccola mano per carezzare la guancia
di suo padre,ignaro che undici anni prima era stato lui a compiere quel
medesimo gesto.
-Ciao mamma. Ciao papà-
sussurra tra le lacrime.-Ci vediamo presto.-
Le due figure nella
cornice agitano le mani e continuano ad agitarle,mentre Teddy è ormai
lontano. All’uscita trova ad aspettarlo Harry e la signora
Weasley.
Si incamminano
insieme,lungo la strada verso la Tana,quando le prime gocce di pioggia
cominciano a cadere.
- Harry,signora
Weasley…piove?-
-non mi sembra- dice
Molly.
Ma ormai è inevitabile.
Pesanti gocce si riversano scrosciando sui loro
passi.
-Si che piove,direi di
si- dice Harry,che non sembra affatto
preoccupato.
Prende per mano Teddy e
comincia a correre. Quell’undicenne ride come un matto sulla scia del
padrino,mentre li inseguono le grida della signora
Weasley.
- Mascalzoni!Venite ad
aiutarmi!Non posso correre!- ma anche lei
rideva.
Harry si ferma
all’improvviso.
-forse dovremmo
aspettarla- sussurra.
Teddy lo guarda
sbigottito
-dopotutto è mia
suocera-aggiunge con aria da cospiratore.
Poi ridono,tutti e
due,Teddy Lupin ed Harry Potter.
E con uno slancio inaspettato Harry si abbassa sulle ginocchia e lo abbraccia. Teddy si aggrappa alla schiena del suo padrino,felice. Si stringono forte,come se avessero paura di perdersi,ma...almeno per questo momento- non c’è pericolo. Un sorriso largo si fa strada sul viso di Teddy…forse è quella la vita di cui parlavano i suoi genitori,forse è quella che amavano così tanto,forse è quella che,davvero,sconfigge la morte…e lui,il figlio di quelle chiacchierate,famose ma soprattutto semplici e vere persone come Remus e Ninfadora,l’avrebbe vissuta…fino in fondo.
Ecco,come vedete il protagonista è cambiato.Questo è stato di gran lunga il capitolo più difficile da scrivere,oltre forse a quello sulla morte di Sirius.In effetti è tutto collegato,sempre con questa domanda e questa differenza labile tra la vita e la morte.Che ne pensate??In ogni caso...Ci vediamo tra
poco,non mi dimenticate,già sono al lavoro per altre storie
:)