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Autore: Aires_fly    05/07/2008    5 recensioni
Il sonno,ingannatore dolce amico,ha deciso di non fargli ancora visita e i ricordi,uno dopo l’altro,volano,cullandosi nell’asprezza dei suoi pensieri,squarciando la piaga della devastante cancrena della sua anima.
Una serie di flashback,protagonista Remus Lupin,concepiti come un'unica vera storia
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ecco...questo è l'epilogo e purtroppo ho finito di postare.Mi dispiace troppo =(.Cooomunque...me lo lasciate un commento??Ancora grazie a tutti voi!:)





 

Un bambino che può avere al massimo undici anni cammina lungo l’acciottolato. I capelli di un turchese scuro sono appena mossi dalla brezza dell’autunno che si avvicina e gli ricadono sul viso,sui suoi occhi scuri. Sono poche le persone che possono vantarsi di avere quegli occhi…di una sfumatura di viola come inebriante vino rosso. Cammina lentamente e sembra ben attento a dove mette i piedi. Le altre persone lì intorno hanno sempre un’aria contrita,triste ma il ragazzino è quasi ansioso…in tutti gli anni durante i quali fa visita al cimitero ha imparato a nascondere l’ ansia sotto i suoi passi calibrati e attenti. Eccola lì,la vede. Aumenta un po’ il passo e finalmente la raggiunge. Teddy si ferma un attimo e resta a guardare. Sua madre e suo padre sono lì che lo aspettano. Sua madre,sempre con la sua risata radiosa e i capelli rosa cicca,si stringe a suo padre,il viso un po’ triste ma illuminato da un sorriso che si estende anche agli occhi. Le loro figure sono imprigionate da una cornice in pietra levigata.

-ciao mamma- sussurra –ciao papà-

Come al solito non possono rispondergli ma a Teddy non importa davvero. Si siede davanti alla tomba dei suoi genitori e come sempre quelle parole incise sulla pietra sembrano incidersi in una scia di sangue nel suo cuore.

“Qui giacciono Remus Lupin e Ninfadora Tonks”

e sotto con una calligrafia più minuta

“Nemmeno la morte può sconfiggere la vita”. Teddy sa già cosa c’è scritto eppure ogni volta rilegge questa frase. Quand’era piccolo non le dava tanta importanza ma ora,ne è certo,ha qualcosa a che fare con le persone che sono state i suoi genitori. “Chissà chi l’ha scelta” pensa “Mamma era sicuramente un tipo ottimista,papà non credo così tanto”. Eppure qualcosa nel volto di suo padre lo affascina tanto. Chiunque l’abbia scelta,il ragazzo ne rimane sempre affascinato…e incuriosito. Perché loro non esistevano più,come potevano dire che la vita aveva sconfitto la morte?Non era così. Alla fine la vita era stata soppiantata e dei sorrisi di Remus e Ninfadora erano rimasti solamente ricordi sbiaditi nella mente e nel cuore di chi aveva avuto la fortuna di conoscerli. Teddy ne ha di cose da raccontare a quelle fotografie. Parla con voce chiara e tonante,ma nella sua mente,non vuole che tutti lo sentano,sono cose sue,intime,personali,che nessuno ha il diritto di ascoltare. A quelle due persone che neppure conosce,invece, racconta tutto,del suo primo anno trascorso a Hogwarts,della sua piccola grande famiglia,dei suoi voti agli esami,delle sue nuove amicizie,della sua collezione di Cioccorane dove compaiono anche loro,di James Sirius Potter che già dalla più tenera età ha cominciato a tartassarlo perché lui lo porti con se a scuola senza farsi scoprire,delle gite intorno a Villa Conchiglia con Victoire Weasley,James e un trotterellante Albus Potter e dell’inebriante sensazione dell’essere il più grande e in un certo senso proteggere gli altri,del fatto che tutti,a scuola,lo considerino un eroe perché è il figlio di Lupin e Tonks e del fatto che lui è così frustrato perché Lupin e Tonks non li conosce neppure. Guarda quelle foto che gli sorridono bonarie. Sembrano fiere di lui,si,Teddy ha quest’impressione e sorride a sua volta.

Remus e Ninfadora sono morti la notte della più grande e ultima battaglia di Voldemort contro gli innocenti,la notte in cui Harry sconfisse il più grande mago di tutti i tempi. C’è chi giura che sia stata uccisa prima sua madre e che suo padre,accecato dall’ira,abbia cominciato a combattere con più avversari e sia caduto al fianco dell’amata,altri invece giurano che Ninfadora avesse trovato Remus in fin di vita e sia rimasta al suo capezzale fino a che una maledizione avesse colpito anche lei,altri ancora sono certi che entrambi abbiano combattuto fino alle ultime forze e che siano caduti insieme,tendendosi le mani. Teddy non sa a cosa credere e non gli va di affidarsi ad una falsa verità. Sa solo che la verità i suoi genitori se la sono portati in quella tomba e forse è quello che rende quel luogo tanto magico e tanto importante. Harry,Ginny e la signora Weasley gli hanno detto tante cose sui suoi genitori. La sua mamma era una di quelle persone che è impossibile non trovare simpatica, di quelle che hanno sempre una parola da dire…era un po’ buffa –prendeva sempre cadute che per chiunque altro erano mortali- e aveva degli occhi bellissimi che suo padre amava. Il suo papà aveva avuto una vita difficile,dicevano, era prudente e accorto,ma tutti giuravano che sotto quella maschera da uomo saggio si celava una persona con tanta voglia di vivere,che organizzava scherzi tremendi e trovava sempre la parola giusta. Era un lupo mannaro,e il suo volto era solcato da cicatrici profonde. All’inizio Teddy era rimasto sconvolto da quella rivelazione. Non riusciva a far combaciare il sorriso pacato dell’uomo che teneva tra le braccia sua madre con le storie terribili sui lupi mannari che aveva sentito raccontare…poi,in una sera di novembre,davanti al camino,Harry gli aveva spiegato tutto…Della vita di suo padre,delle sue perdite,delle sue esperienze,delle sue scelte. E il piccolo Teddy aveva finito per amare tantissimo i suoi genitori. E poi…come si erano conosciuti?Come si erano innamorati?Trovava impossibile che due persone così diverse avessero finito per amarsi,per concepire una vita.

Crudele eppure così tremendamente dolce,la vita,si ritrova a pensare. Lui non conosce Remus e Ninfadora ma loro conoscono lui e questo fa accrescere nell’animo di quell’undicenne una forza nuova. Gli scorre nelle vene,è sua…è con lui. Harry gli giura che le ultime parole di suo padre sono state proprio rivolte a lui “spero che capirà,sono morto combattendo per un mondo dove lui possa essere felice”. Ha chiesto tante volte al suo padrino quando suo padre avesse potuto dire queste parole ma Harry è sempre stato vago sull’argomento. Lui però ora guarda quel volto incorniciato,segnato,grigio e sente salirgli al petto un fiotto di gratitudine. Quel groppo alla gola non accenna ad andare via e Teddy sente che sta per scoppiare a piangere. Lo fa,in silenzio,dapprima. Lacrime calde inumidiscono l’ovale del suo viso. China la testa,non vuole che la signora Weasley –che fa visita alla tomba di Fred più avanti- lo veda mentre piange così. Fred…Remus e Ninfadora…quanta gente è dovuta morire per quel mondo dove lui è felice?A Teddy non sembra giusto. Non lo è. Lui non è neppure lontanamente speciale come i suoi genitori o Fred…eppure è lì,a fare collezioni di Cioccorane e gite attorno a Villa Conchiglia. Harry dice sempre che simili pensieri non dovrebbero neppure sfiorarlo eppure…eppure Teddy Lupin non può fare a meno di piangere lacrime amare su quella vecchia lapide in marmo bianco. Strizza gli occhi e i suoi capelli diventano nero corvino. Bene. Nota le rose un po’ appassite che qualcuno deve aver portato prima di lui. Si è sempre chiesto a cosa servissero i fiori. Però ce li ha sempre portati e non smetterà mai. Perché ogni volta che depone i suoi ciclamini bianchi nel vaso accanto alle loro foto,la mamma sgrana gli occhi e ride di più mentre il padre lo guarda commosso. È un rituale. Sembra quasi vita. Teddy si alza e si sporge in avanti ma urta un sassolino e cade lungo disteso sulla tomba. Piange,piange di vergogna e di dolore. Piange lacrime bollenti ma troppo gelide. E quando di nuovo posa gli occhi su quella fotografia si accorge che anche i suoi genitori stanno piangendo. Piangono,ma sorridono tra le lacrime.

-scusate- è un bisbiglio,quasi un sussurro inframmezzato dai suoi singhiozzi.

Remus e Tonks scuotono la testa,e ancora sorridono,e ancora piangono.

-questi…questi sono per voi-dice mentre ripone i fiori nel loro vaso. Poi sorride. Chissà a chi sta parlando. Chissà se possono ascoltarlo. Preme le dita contro il freddo vetro della cornice. Vorrebbe asciugare le lacrime di sua madre, accoccolarsi tra le sue braccia,ma non può,non può. Così le accarezza solo i capelli,che al suo tocco diventano di un rosa ancora più acceso. Teddy sorride ancora. Tende il dito della piccola mano per carezzare la guancia di suo padre,ignaro che undici anni prima era stato lui a compiere quel medesimo gesto.

-Ciao mamma. Ciao papà- sussurra tra le lacrime.-Ci vediamo presto.-

Le due figure nella cornice agitano le mani e continuano ad agitarle,mentre Teddy è ormai lontano. All’uscita trova ad aspettarlo Harry e la signora Weasley.

Si incamminano insieme,lungo la strada verso la Tana,quando le prime gocce di pioggia cominciano a cadere.

- Harry,signora Weasley…piove?-

-non mi sembra- dice Molly.

Ma ormai è inevitabile. Pesanti gocce si riversano scrosciando sui loro passi.

-Si che piove,direi di si- dice Harry,che non sembra affatto preoccupato.

Prende per mano Teddy e comincia a correre. Quell’undicenne ride come un matto sulla scia del padrino,mentre li inseguono le grida della signora Weasley.

- Mascalzoni!Venite ad aiutarmi!Non posso correre!- ma anche lei rideva.

Harry si ferma all’improvviso.

-forse dovremmo aspettarla- sussurra.

Teddy lo guarda sbigottito

-dopotutto è mia suocera-aggiunge con aria da cospiratore.

Poi ridono,tutti e due,Teddy Lupin ed Harry Potter.

E con uno slancio inaspettato Harry si abbassa sulle ginocchia e lo abbraccia. Teddy si aggrappa alla schiena del suo padrino,felice. Si stringono forte,come se avessero paura di perdersi,ma...almeno per questo momento- non c’è pericolo. Un sorriso largo si fa strada sul viso di Teddy…forse è quella la vita di cui parlavano i suoi genitori,forse è quella che amavano così tanto,forse è quella che,davvero,sconfigge la morte…e lui,il figlio di quelle chiacchierate,famose ma soprattutto semplici e vere persone come Remus e Ninfadora,l’avrebbe vissuta…fino in fondo.

 

 





Ecco,come vedete il protagonista è cambiato.Questo è stato di gran lunga il capitolo più difficile da scrivere,oltre forse a quello sulla morte di Sirius.In effetti è tutto collegato,sempre con questa domanda e questa differenza labile tra la vita e la morte.Che ne pensate??In ogni caso...Ci vediamo tra poco,non mi dimenticate,già sono al lavoro per altre storie :)

  
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