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Autore: imthebeststar    27/03/2014    22 recensioni
Continuo di 'Si può che due persone che si odiano si innamorano?'.
[...] «Allie guarda.» disse Maya, indicandomi la vetrina di un negozio, mi avvicinai cauta ma ciò che vidi mi fece scoppiare il cuore.
‘Zayn Malik coppia fissa con Perrie Edwards’
‘Zayn Malik dei One Direction fidanzato’
‘Zayn Malik…’
Lo vedevo ovunque. Lui era ovunque, anche se non era presente. Sapere che lui si era rifatto una vita, senza di me, faceva male. Mi sentivo una stupida perché nonostante tutto lo amo ancora, sono ancora innamorata di quello stronzo senza cuore. [...]
[...] Provavo a vedermi con i ragazzi, ma ogni volta che li guardano negli occhi cercavo il suo sguardo; quello di cui ero innamorata. [...]
 
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Over Again'
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Quarantatreesimo capitolo.
Allison.

 

 

 

‘Perrie Edwards accusata di omicidio’
‘One Direction: muore Josh Devine, il batterista’
‘One Direction e Little Mix: in causa per omicidio premeditato’

 

Finì di leggere l’ennesimo articolo riportato sul giornale e sospirando lo appoggiai sul tavolino.
Mi passai una mano sul viso e mi mordicchiai il labbro, erano passati esattamente due mesi da quel giorno. Tutto era diventato monotono, i paparazzi che ti pedinavano più di prima assieme ai giornalisti, vedere il proprio nome su ogni rivista scandalistica e telegiornale, avere più appuntamenti alla settimana con gli avvocati e portare appresso un senso di colpa enorme.
Josh non si meritò di perdere la vita per un mio stupido errore, quell’auto era destinata a me e io dovrei essere al suo posto. Zayn ripeteva che tutto si sarebbe risolto, ma mentiva anche a se stesso. Perrie era in carcere, concretamente non poteva fare più nulla. Non avevo più paura di lei e mai nessuno mi avrebbe intimorito ancora. La piccola e indifesa Allison era morta quella sera, ora esisteva solo una ragazza più forte e combattiva, ma con un gran vuoto dentro.
«Non vedo l’ora che i giudici chiudano questa storia, definitivamente.» Zayn entrò in casa e chiuse la porta, dopo che Liam entrò dietro di lui «E’ snervante e deve pagarla, Liam.» Li guardai, ascoltando silenziosamente il loro discorso.
«Perrie marcirà dietro le sbarre, ci puoi scommettere, ma per ora dobbiamo aspettare i tempi dei tribunali.» Erano passati due mesi e ancora non si era risolto nulla. Volevamo giustizia, più di tutti Maya e la sua famiglia che aveva perso un figlio e un fratello.
«Quanto pensi andrà avanti?» Domandò il mio fidanzato, togliendosi la giacca e salutandomi «Ciao piccola.» Mi lasciò un lieve bacio sulle labbra e si sedette al mio fianco.
«Non ne ho la minima idea.» Spero presto, pensai.
Maya, invece, era chiusa in se stessa da quel giorno, ma il suo carattere combattivo non sparì. Passò un mese d’inferno, tra l’odiarmi e il voler vedere Perrie morta, ma la capivo; la colpa era mia e neanche io riuscirei a perdonare se fossi al suo posto. Non merito il suo perdono.
«Oggi siamo in tribunale, non so se sia la sentenza finale.».
Aggrottai la fronte e parlai «Sono passati due mesi, hanno abbastanza prove da mandare, Perrie, in carcere per molti anni.» Liam annuì, ma prima che potesse parlare lo anticipai «Sapete come sta, Maya?» Entrambi boccheggiarono e non risposero. Nessuno mi dava sue notizie e mi venne il dubbio che lei stessa ordinò ciò.
La situazione divenne imbarazzante e sospirai «Ho capito che mi odia e che per lei sono morta, ma è chiedere troppo le sue condizioni?».
Zayn accarezzò la mia mano e sorrise «Diciamo che sta bene, è sotto psicologo e la sta aiutando molto.» Non ne sapevo nulla «Detto ciò non devi sentirti in colpa, poteva succedere il giorno dopo o anche una settimana dopo. Perrie ha solo anticipato le cose, il bersaglio eri tu, ma Josh ha voluto salvarvi entrambi. Per quanto faccia male la sua perdita, è stato un eroe. Non puoi logoranti all’infinito, non si possono cambiare le cose e Maya era lì per aiutare te, ricordalo.» Le sue parole mi colpirono profondamente, Zayn riusciva a dire le cose giuste al momento giusto. Ma nonostante ciò avevo bisogno di parlare con la mia migliore amica, sentire la sua voce e starle accanto, anche se provava un forte odio verso di me.
Il castano si avvicinò, sedendosi alla mia destra e mi fissò intensamente «Allie dovresti ascoltarlo, Josh era lì per altri motivi e chiunque vi avrebbe salvato quella notte. È stato Josh, ma al posto suo poteva trovarsi un passante qualsiasi. Ha scelto di perdere la sua vita per salvare voi, queste cose sia tu che Maya le sapete, anzi se devo ammetterlo sono parole sue, queste.» Sorrisi e abbassai lo sguardo «Supereremo anche questo, siamo una famiglia.» Ascoltai i loro conforti e li abbracciai, ringraziandoli.
Ho una famiglia fantastica, pensai stringendoli tra le braccia.

 

Narratore esterno.

 

«Perrie Edwards hai visite.» Un poliziotto arrivò alla cella della ragazza e la prelevò.
La ragazza per la prima volta in vita sua capì quanto avesse sbagliato. All’inizio non fu così si infuriò, poiché Allison ne uscì illesa dall’incidente, ma il giorno dopo capì il suo sbaglio.

 

Le Little Mix finirono la loro intervista e andarono nei camerini, pronte per uscire da quello studio. Mancavano pochi giorni al loro tour con Demi Lovato, alla quale le facevano supporto. Tutte e quattro le ragazze erano eccitatissime all’idea di potersi esibire prima di una cantante così famosa e più di tutti, Perrie. Pensò che la loro popolarità sarebbe slittata in verticale e con ciò il successo sarebbe aumentato.
«Ci credete che tra poco partiamo per l’America?» Una Jade entusiasta volteggiò nella stanza, prendendo la sua giacca e indossandola. Ma in realtà la sua felicità, e con la sua anche quella delle altre, si sarebbe sgretolata all’istante.
Jesy, Jade e Leigh-Anne non erano a conoscenza di ciò che fece la loro collega, Perrie Edwards. Non sapevano delle varie minacce verbali e concrete che subirono Allison e i suoi amici. Le tre ragazze erano innocenti.
«Vi immaginate le Little Mix come gruppo femminile più famoso della storia, io me lo immagino.» Perrie scoppiò a ridere e ripassò il mascara sulle sue folte ciglia, finendo il ripasso del trucco.
La ragazza con la carnagione più scura sorrise e le domandò «Pensi sia possibile?».
«Ovviamente.» L’amica la rassicurò, ma delle voci fuori dal camerino mandarono in fumo i piani della nostra Perrie, facendole provare per la prima volta cosa significasse aver paura.
«Non potete entrare.» «Polizia, si sposti.» La porta si aprì con un grande tonfo e tre agenti entrarono nel camerino senza perdere tempo. Ammanettarono Perrie e uno di loro disse «La dichiaro in arresto per minacce e omicidio.» Quelle parole gelarono la stanza, il tempo sembrava essersi bloccato e passò una vena di shock dalle facce di Jesy, Jade e Leigh.

 

Portarono la ragazza nella stanza delle visite e vi trovò Leigh, ormai sua ex collega. La ragazza riccia si presentò alla perfezione e con gli occhi, se avesse potuto, avrebbe incenerito Perrie.
Ciò che fece la ragazza non meritava perdono e anche lei riuscì a capirlo solo grazie a terapie. Pensarono che fosse pazza, solo così diedero una giustificazione al suo gesto.
Si guardarono per alcuni minuti, finché una delle due non parlò «Ti trovo bene, la divisa arancione ti dona molto.» C’era molta ostilità in quelle parole. Questa per Perrie era la sua prima visita, siccome solo la sua famiglia andò da lei più di un mese prima. Leigh voleva delle spiegazioni, solo per quello si presentò in carcere per parlare con lei. Voleva sapere per quale motivo avesse agito in quel modo.
«In effetti potrei stare meglio, sono felice che tu sia venuta.».
La ragazza mulatta rise di gusto «Se pensi che io sia qui per te, ti sbagli.».
«Allora perché sei qui…» Mormorò Perrie, abbassando lo sguardo. Era sola.
«Voglio risposte, le pretendo e le avrò.» La guardò duramente «Perché l’hai fatto? Perché hai mentito a noi, le tue amiche? Perché hai buttato a puttane tutto il nostro lavoro?» Lottava contro le lacrime, ma non poteva mostrarsi debole non davanti a una assassina.
Dopo quella notte per le Little Mix fu una rovina, rinunciarono al tour e si ritirarono. Ancora nessuna di loro riusciva a credere a ciò che fosse successo. Andarono da Allison e le chiesero perdono, anche se in realtà loro non ne avevano colpa. Parlarono con Maya e le fecero le condoglianze, presentandosi al tribunale. Persero fans e il loro lavoro andò in fumo. Nessuna di loro riusciva a perdonare Perrie, la odiavano.
«Ho fatto tutto questo per noi!».
«Bugiarda!» Urlò Leigh «Hai pensato solo a te stessa, riempiendoci la testa di stronzate. Facevi la vittima quando in realtà eri la carnefice. Hai fatto uccidere un ragazzo solo per essere qualcuno, per della fama.» La ragazza non riuscì più a trattenere le lacrime e si alzò, colpendo con i palmi il tavolo «Noi credevamo in te, eri la nostra migliore amica. Dicevi che Zayn ti scaricò così per nulla, quando invece lo fece per la tua falsità. Hai distrutto tutto, sulle mani hai il sangue di Josh. Come fai a vivere con te stessa?». Parole dure ma vere, dette con tale rabbia che qualcosa si ruppe in Perrie. Fu in quel momento che capì quanto avesse sbagliato. Pensava che Allison le avrebbe distrutto tutto, ma fu da sola a farlo. Giocò a un gioco pericoloso e perse nel modo peggiore. Una vita si era spenta per il suo amore malato verso Zayn Malik.
Leigh prese la sua borsa e le diede un ultimo sguardo «Marcirai all’inferno.» Senza girarsi uscì dalla stanza, le aveva detto tutto ciò che sentiva dentro. Con passo svelto se ne andò da quel posto lasciando Perrie nei suoi rimorsi e da sola.

 

***
 

Maya tenne stretta la mano di sua madre, mentre fissò con odio l’accusata, Perrie Edwards, nella sua divisa arancione seduta dall’altra parte della stanza. Non aveva rimorsi la ragazza, il suo avvocato le assicurò di tirarla fuori dalla prigione e di uscirne pulita, nonostante lui sapesse ogni più piccola verità. Perrie ancora non si rendeva conto di aver toccato il fondo, la famiglia Edwards credeva alle parole della ragazza. Jonnie, fratello dell’accusata, un tempo amico di Zayn Malik, fronteggiò il moro, insultandolo pesantemente. Credeva a sua sorella e la morte di Josh fu soltanto un terribile incidente, nulla a che fare con Perrie.
I cinque ragazzi e le due ragazze volevano giustizia, la morte di Josh Devine non doveva essere stata vana.

L’udienza iniziò e fu proprio Allison a venir interpellata per prima «Signorina Evans, vorrei sentirla, ancora.» La ragazza annuì e dopo il giuramento, si sedette iniziando a rispondere alle decine e decine di domande che le porsero.
«Lei ha già avuto divergenze con l’accusata, giusto? Ci racconti.».
«Si.» Allison l’apparenza era calma, come sempre, ma l’agitazione si notava dal modo frenetico con cui agitava la gamba. E senza distogliere lo sguardo dall’avvocato, iniziò a raccontare «Quando il mio ex ragazzo, Zayn Malik, tornò dal viaggio di lavoro ci ritrovammo. A quei tempi era impegnato con Perrie Edwards, la quale appena venne scaricata da Zayn per me, mi detto guerra. All’inizio credetti fosse la classica gelosia dei ragazzi con le false minacce e insulti gratuiti. Ma mi sbagliai, l’intimidazione divennero lettere, le lettere insulti, anche via giornali, e quei insulti si tramutarono in minacce concrete. Chiunque avesse a che fare con me o con Zayn fu minacciato, tramite differenti modi.».
Il giudice ascolto impassibile il discorso «Specifichi i modi.».
«Louis Tomlinson, ricevette un pacco in cui ci fu dentro una bambolina in cui raffigurava il ragazzo decapitato. Niall Horan fu picchiato da degli amici di Perrie Edwards e Liam Payne trovo un graffito dopo che tornò dalla sua corsa mattutina».

Passarono due ore in quel tribunale e l’aria era glaciale. La giuria non era del tutto convinta dalla testimonianza deposta da Perrie Edwards, la ragazza fu fredda e schiva alle domande dell’avvocato. Finalmente aveva assimilato di essere un’assassina, di aver sbagliato e non riusciva a perdonarsi. Si ripeteva più volte perché avesse fatto tutto ciò e sorrideva amaramente per le parole della sua ormai ex amica e collega, Leigh. La mulatta aveva ragione. Perrie agì solo per se stessa, non pensò minimamente alle conseguenze e fu allora che decise di andare contro al suo avvocato. Non poteva più mentire.
«Sono colpevole.» Si guardò i polsi legati dalle manette e alzò di poco il capo «Sono colpevole.» Iniziando ad alzare la voce, riuscì ad attirare l’attenzione di tutti i presenti, mentre il suo avvocato sgranò gli occhi e la implorava di non dire altro. Ma Perrie voleva finirla una volta per tutte, aveva causato così tanto male da schifarsi da sola. Non meritava di essere assolta e non le passo dall’anticamera del cervello che qualcuno di loro, in futuro, possa perdonarla.
I sbagli, qualsiasi essi siano, si pagano e Perrie decise di prendersi le sue responsabilità.
«Signorina Edwards, cos’ha detto?» Maya si portò una mano sul cuore e fissò la ragazza con decisione, sentendo l’ansia aumentare a ogni respiro.
«Sono colpevole, sono stata io.» Tirò su col naso e con fierezza alzò il viso, dopotutto si sentiva sollevata di aver detto, per una volta, la verità.
«Il mio cliente è scosso, non sa cosa dice.» L’avvocato della Edwards andò in suo soccorso, per rimediare all’ennesimo sbaglio della ragazza, ma fu invano poiché Perrie parlò ancora.
«Ero gelosa di Allison Evans, volevo ciò che io non ho mai avuto: una persona al mio fianco che mi ami per quella che sono. Volevo anche popolarità e più ne ottenevo e più ne volevo. Non…» Si bloccò sentendo la gola secca, ma riprese prendendo fiato «…Giustifico ciò che ho fatto. Ho sbagliato ed è giusto che paghi.».
La situazione nella stanza cambiò radicalmente, nessuno si aspettò una rivelazione tanto eclatante. Perrie si era resa colpevole davanti a parenti, testimoni, giornalisti e non si pentiva di ciò, sapeva di aver fatto la cosa giusta.
Un silenzio abbastanza imbarazzante si fece vivo, la giuria prese a consultarsi tra loro, ma le idee del giudice erano chiare «Perrie Edwards con la confessione da lei data, la dichiarò colpevole. Tredici anni di carcere.» Il martellò sbatté contro il tavolo e fu decretata la fine di quella sentenza.
Perrie fu portata via dalle guardie, non le fu neanche stato dato il tempo di salutare la propria famiglia che scioccata ancora non riusciva a metabolizzare.
Allison si alzò e tenendo stretta la mano del suo fidanzato, uscirono dal tribunale. Sorrideva come non mai e si sentiva sollevata, mai avrebbe pensato che Perrie confessasse e ammettesse le sue colpe.
«Sono felice.» Mormorò Zayn al suo orecchio, stringendo il braccio attorno alle sue spalle.
La ragazza lo guardò e con un baciò veloce disse «Torno subito.» Senza ulteriori parole si allontanò, andando verso la sua migliore amica, Allison ancora la reputava tale, per poter parlare con lei.

 

Pov. Maya

 

La soddisfazione e la giustizia si dipinse sul mio viso ormai posseduto da una vena di tristezza. Feci un grosso respiro e mi allontanai dai miei genitori e dal mio ragazzo, andando a sedermi su una panchina. Sembrava strano, ma mi sentivo viva come se Josh stesse bene e fosse felice.
Questi mesi furono duri per me, fin dall’inizio non riuscì ad avere un momento per me e per il mio dolore. Ero circondata da gente che mi chiedeva ogni secondo ‘stai bene’ oppure ‘sei forte, supererai anche questa’ ma il problema che loro non erano al mio posto, non capivano il vuoto che portavo dentro.
La cosa che mi faceva più rabbia fu il non poter chiarire con mio fratello, non avrei mai pensato che l’ultimo dialogo con lui fosse una litigata. In ospedale mi disse che mi amava e di perdonarlo, ma se io perdonavo lui chi perdonava me?
Mi comportai male con lui e in tutta questa faccenda cercò sempre di aiutarmi, risultando anche lo stronzo della situazione. Ridacchiai appena e fissai il mio polso tatuato. Decisi di incidermi sulla pelle il suo nome, esattamente sul polso del braccio sinistro. Una volta lessi una frase in cui recitava ‘con la sinistra scrivo canzoni d’amore, forse perché è questo il braccio che sta dalla parte del cuore’ e io volevo che mio fratello rimanesse in eterno in quell’organo, il suo ricordo sarebbe durato vivo dentro me.
«Ehi…» Alzai di scatto il viso e vidi Allison, leggermente impacciata e con lo sguardo perso. Si notava quanto avesse paura di parlarmi e non volevo che pensasse che io la odiassi.
Con la testa indicai il posto accanto al mio, incitandola a sedersi e senza esitazione lo fece iniziando a muovere nervosamente la gamba «Non ti odio.» Tutta la sua attenzione fu riportata su di me e con sguardò fisso alzai gli occhi, guardando il cielo «Non dimenticherò mai quella notte ed è vero all’inizio ti ho odiata, davvero tanto.» Abbozzai un sorriso «Ma con il passare dei giorni iniziai a pensare lucidamente, poco alla volta ogni pezzo del puzzle si collegava all’altro e la conclusione è non è colpa tua.».
«Invece si!» La sua voce era decisa e tremolante, scosse violentemente la testa e iniziò a guardarmi «Se non fosse stato per la mia testardaggine…».
Agitai una mano e la guardai negli occhi «Se fosti stata da sola saresti morta.» Sette parole taglienti uscirono dalle mie labbra, lasciandola senza parole «Nessuno mi ha puntato una pistola alla tempia e costretto a seguirti, ho fatto le mie scelte e quella sera sono venuta da te. Josh ci ha salvato la vita e gli devo tutto. Ha salvato me, te e il bambino che porto in grembo, la sua morte non è stata invano.» Mi faceva male parlare ed esprimere i miei sentimenti, ma avevo bisogno di chiarirmi con lei. Avevo bisogno della mia migliore amica.
«Dicono che Dio ci porti via le persone più speciali, io dico che sono solo stronzate.» Ridacchiai appena «Dio è un gran bastardo e non lo perdonerò mai di aver preso mio fratello, ma so che mi abituerò alla sua assenza. Josh non vorrebbe che noi fossimo tristi, lui amava rendere felici le persone e vederle sorridere. È andata così, ma tu ci sei ancora e io con te. E… ho bisogno di te.» Allison non parlò, mi strinse tra le sue braccia e iniziò a cullarmi, fregandomene se stessi piangendo e che risultassi pazza. Socchiusi gli occhi e alzai di poco il viso «Ho bisogno di fare un’ultima cosa, poi sarò libera.» Lei annuì e senza far domande capì le mie intenzioni, lasciandomi alzare e andare dritta per la mia strada.

 

Narratore esterno.

 

Maya lasciò una rosa sulla lapide di suo fratello e si sedette sull’erba davanti a essa.
Era la prima volta che andava al cimitero dopo il funerale, odiava tanto ricordare quel giorno. Ancora non riusciva ad accettare che suo fratello fosse morto. La ragazza si sentiva molto contradditoria con le parole dette alla sua migliore amica, perché lei non accettava questa situazione, ma non poteva fare altrimenti.
Continuava a ripetere che non ce l’avrebbe fatta, ma si sbagliava. Maya era più forte di quanto pensasse, fin da piccola non ebbe una situazione familiare delle migliori e lei pensava che la sua roccia fosse Josh, il fratello. Mai immaginerebbe che il ragazzo era il debole e che per una vita intera fingeva di essere forte e impenetrabile. Ebbe amici tutto che purché bravi e iniziò a fare sbagli su sbagli, ma il giorno in cui diventò il batterista per i One Direction, capì che quale fosse il suo posto nel mondo. Era grato dell’opportunità che gli era stata data, diventò una persona migliore.
Ma Josh non era triste, lui sorrideva ed era seduto accanto alla sorella su quel prato. Lei non poteva vederlo, nessuno poteva farlo, ma il suo spirito era lì ancora a vegliare sulla sua sorellina tanto amata.
«Non credo di farcela a sopportare tutto.» Un groppo in gola bloccò le parole di Maya e si soffiò il naso con un fazzoletto usato «Vorrei solo poterti dire addio, una volta per tutte. Poter abbracciarti e sentirmi dire ‘va tutto bene’ ma tutto questo non potrò mai averlo, anche se lo volessi con tutta me stessa.» Le lacrime le rigarono più volte il viso e Maya sentì dolore al petto, esattamente all’altezza del cuore. Si stava sfogando con suo fratello che silenzioso ascoltava ogni sua singola parola con un sorriso costante sulle labbra.
«Sei stato l’uomo della mia vita, quando avevo bisogno tu c’eri sempre e io non potrò mai ringraziarti abbastanza. Se tu fossi qui mi diresti cose tipo ‘non piangere, sorridi che sei più bella’ e sai cosa ti dico? Che sorriderò, perché non voglio darti il mio addio in un pianto. Voglio che tu ti ricordi di me come la Maya sorridente e rompipalle, come spesso mi chiamavi.» La ragazza si morse il labbro, obbligandosi a sorridere tra le lacrime che interdette non accennavano a smettere di uscire dai suoi occhi.
Josh alzò una mano e sorridendo accarezzò la guancia della sorella, non poteva toccarla ma Maya sentì freddo e socchiuse gli occhi, deglutendo e ricominciò a parlare «Non ti dimenticherò mai. Guarda mi sono tatuata il tuo nome, visto che rammollita sono diventata?» Mostrò il tatuaggio alla lapide e sorrise fiera.
Maya non capiva quanta forza ci volesse per aprirsi in quel modo, per buttare fuori ogni sentimento tra cui la rabbia di una perdita così immensa. Nessun essere umano accetta la perdita di una persona cara, tante volte si hanno pensieri egoisti del tipo ‘perché lui, non poteva accadere a un altro’ ma con amarezza sappiamo che doveva succedere, non oggi, domani, ma sarebbe arrivato quel giorno e che sia presto e tardi, razionalmente non riesci mai ad accettarlo. La forza di una persona sta in quanta devozione lotti con tutta se stessa, anche se dentro è distrutto, anche quando pensa che non ci sia una via di fuga, lui lotta e non si arrende. Perché si perde solo quando si molla ed è lì che diventi un debole.
«Sono onorata di averti conosciuto, sei stato mio fratello e non posso andare più fiera. Mio figlio avrà il tuo nome, speravamo fosse una femminuccia, ma è un maschietto. Josh Styles, in tuo onore. Ti amo.» Maya voleva dirgli che lo odiava, che lui l’ha abbandonata, ma questo pensiero scomparì dalla sua testa. Si sentiva sollevata, libera e adesso sorrideva perché lo voleva. Si alzò e baciò la foto sulla lapide, passando le dita su essa «Rimarrai vivo dentro di me.» E mentre prese ad allontanarsi verso l’uscita, Josh sorrideva e il suo sorriso illuminava. Era felice e mentre annuiva verso la sorella, si ripeteva che era stato fortunato ad averla avuta nella sua vita e avrebbe sempre vegliato su di lei e su tutte le persone che amava.
Maya si girò un ultimo secondo e alzò la mano, salutando al nulla disse ‘addio’ e con gli occhi colmi di tristezza e un sorriso sulle labbra, uscì dal cimitero sentendosi finalmente libera.

 

Pov Allison.

 

Appoggiai una mano chiusa a pugno sul viso e guardai il mio fidanzato. Lo guardai con impegno mentre si faceva la barba e ogni tanto mi faceva delle facce buffe, facendomi ridere.
Chi lo avrebbe mai detto che avrei trovato la mia serenità?
Mi morsi il labbro e pensai alla mia vita e a come tutto questo fu possibile. La relazione con Zayn mi sembrò sempre un sogno, più volte pensai di non essere alla sua altezza, ma per lui ero perfetta, nonostante io avessi le cosce più grosse delle sue e non fossi madre natura. A sempre visto un futuro per la nostra storia anche quando la fatalità si metteva contro. Katie ai tempi del liceo fece di tutto per farmi separare da Zayn e una volta ci riuscì quasi, quando beccai il mio quasi ragazzo in bagno con lei e non stavano di certo parlando. La morte di mio padre mi segnò molto e in quel periodo volevo mollare tutto e scappare, decisi di scrivere una lettera e di lasciare così Zayn e i ragazzi, ma alla fine grazie a mia madre non successe. Riuscì a farmi ragionare e non scappai dai miei problemi, ma la sorte fece arrivare quella lettera tra le mani della spasimante del mio fidanzato, facendogli credere che io fossi scappata. Fu una delle poco volte che vidi Zayn piangere e disperato, capì che ci teneva davvero a me e che dovevo iniziare a pensare di meno e godermi di più la vita e così feci. Passammo un periodo bellissimo, forse anche invidiabile agli occhi di qualcuno. La coppia perfetta ai miei occhi, Zayn nel corso della nostra storia fu sempre splendido e preso al cento per cento da me. Mi rese sempre felice, ma il giorno in cui partì per xfactor sapevo che qualcosa si stava per rompere e dopo poco mi lasciò. All’inizio non potevo immaginare che lui fosse sotto ricatto e che in realtà mi amava, e per questo lo odiai e iniziai a chiudermi in me stessa. Quando lo rividi dopo due anni, la prima cosa che fece fu baciarmi e insistette per giorni e giorni finché io non venni a conoscenza della verità. Mi sentì sollevata a saper che non fu dipeso da lui, ma fu costretto a lasciarmi.
La mia storia con Zayn fu un tormento, tanto volte pensai che fosse un amore impossibile ma nonostante i miei pensieri riuscivamo sempre ad affrontare tutto. Noi due contro il mondo, questo ripeteva e lo faceva tutt’ora. Mi sentivo la donna più felice del mondo, lui era al mio fianco e mi amava: non chiedevo altro.
«Non cambierei nulla di questi anni.» Mi alzai e mi misi dietro di lui, guardandolo dallo specchio «Sei stato la mia felicità, la mia tristezza. Ti ho amato e ti ho odiato. Sei stato un amico, un’amante e infine l’uomo della mia vita. Mi hai reso la donna che sono ora…» Baciai la sua pelle scoperta e alzandomi sulle punte, appoggiai il mento sulla sua spalla abbracciandolo dal dietro «Ti devo tutto e non saremmo cresciuti se non ci fossero accadute certe cose. Il tempo, le persone e i sentimenti ci hanno cambiati, rendendoci forti e migliori. Mi sei sempre stato accanto e mi hai donato il tuo cuore, come feci con il mio. Un giorno diventerò tua moglie e ci accadranno altro mille casini e sai cosa ti dico?».
Inclinò appena la testa e sorrise «Cosa piccola?» Ridacchiò appena, stringendo le sue mani sopra le mie.
«Che non vedo l’ora di andare contro il mondo con te.».

 


 

Ed eccoci qua alla penultimo capitolo, si ragazze la storia è conclusa manca solo un capitolo, cioè l’epilogo.
Non tarderà ad arrivare e spero di rallegrarvi con il prossimo –e ultimo- capitolo.
Già mi viene da piangere a pensare che cliccherò su ‘completa’ in questa storia ho messo l’anima e spero che i miei sentimenti siano stati captati. I ringraziamenti li farò nell’epilogo.
Qua vediamo un capitolo abbastanza toccante, specialmente il paragrafo in cui Maya è al cimitero. È stato molto toccante per me, perché so cosa significa perdere una persona che ami e quelle frasi sono il mio dolore in certe circostanze, non prendetele come offese (in caso avessero dato fastidio). (In caso ve lo stesse chiedendo lo spirito di Josh era lì con la sorella a dirle addio.).
Ho ‘amato’ la parte in cui Perrie si autodenuncia e quando Leigh va da lei e la fa ragionare implicitamente. Come sapevate la nostra Perruzza avrebbe pagato le conseguenza, ma spero di avervi sorprese su certi punti.
E in conclusione il punto di vista di Allison finale, nello specifico il discorso finale e l’ultima frase, mi dà carica. Come per dire ‘dopo tutto ciò che abbiamo passato, andrei all’inferno pur di stare con te’ e i Zallison lo farebbero.
Non ho altro da dire, quindi spero che vi siate goduti il capitoli.

Con vostra attesa ho aggiornato The Bad Boy.
Ecco le mie altre storie:

Si può che due persone che si odiano si innamorano?
Moment, in time.
And who am I that's a secret I'll never tell you.
Innamorarsi di te? Non era previsto.

L'amore vive oltre il corpo e l'anima. 

Non cambierai mai, vero?
The bad boy. (AGGIORNATO)
 

Risponderò il prima possibile alle recensioni.
Lasciatemi delle recensioni e ditemi le vostre impressioni. 
Baci Valentine.

  
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