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Autore: SilverKiria    27/03/2014    2 recensioni
Questa sarà una raccolta di one-shot e occasionalmente flash-fic sul tema del Coraggio. Un argomento che mi affascina molto e che presente mille e più volti: ci sono vari tipi di coraggio e Once Upon a Time ce ne può dare molti esempi. Prenderò in esame più coppie quindi spero che vi possa interessare! ;)
1. Il Coraggio di dire la Verità | Rumbelle (628 Parole)
2. Il Coraggio di dire Addio | Emma (523 Parole)
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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| Il coraggio di dire addio |

 
Il pianto ruppe il silenzio della stanza, fino ad allora interrotto solo dai gemiti della ragazza distesa sul letto.
Una voce nuova, chiara e squillante, irruppe nella stanza, come un bagliore di luce in mezzo al grigio delle pareti di quel posto.
«Congratulazioni Emma! E’ un maschio, un sanissimo maschietto!»
Il dottore fece per avvicinarsi con tra le mani il fagotto che produceva tutto quella confusione, ma la ragazza si spostò di lato.
Stava piangendo, le lacrime le offuscavano il viso ma non la mente che, purtroppo, riusciva ancora a percepire il pianto sommesso del neonato.
Di suo figlio.
L’infermiera sussurrò qualcosa all’orecchio del medico ed Emma poté immaginarsi perfettamente il sorriso che scompariva dal volto bonario dell’uomo.
«Emma…» iniziò titubante, come un animale incerto se avventurarsi in una pista sconosciuta «… Può… può ancora cambiare idea, lo sa?».
E per un secondo, un millesimo di eternità, la ragazza vide di fronte a sé un futuro completamente diverso da quello che aveva deciso mesi fa.
Lei che camminava per le strade di Portland mano nella mano con un piccolo ometto dai capelli scuri, lei che gli comprava da mangiare, che lo abbracciava e gli diceva quanto lo amasse.
Lei che tornava a casa la sera e c’era qualcuno ad aspettarla, col sorriso e l’ansia di raccontarle come fosse andata a scuole.
Lei felice.
Emma stava quasi per cedere, per voltarsi a vederlo, quando un lampo le accecò gli occhi, ripetendo tutte le immagini di prima ma allo stesso diverse.
Lei e Neal a Portland, lei e Neal che camminavano mano nella mano, che mangiavano insieme abbracciati, dicendosi quanto si amassero.
Lei che tornava a casa da Neal, pronta a sentire le disavventure della giornata e riderne insieme.
Lei che era felice.
E capì che non poteva farlo.
Quelle immagini c’erano già state, le erano appartenute e l’avevano illusa di potercisi appoggiare senza paura.
Ma ora lei era lì, con un dolore lancinante al cuore e nulla a cui potersi appoggiare: pronta a cadere nel vuoto all’infinito.
E sapeva che non poteva condannare quel bambino al suo stesso destino.
Le ci sarebbe voluto tempo e fatica per riguadagnare anche un millesimo della fiducia che Neal aveva distrutto, dell’autostima che era scomparsa e della voglia di ricostruire, ormai sprofondata sotto la lunga lista di cose cadute a pezzi nella sua vita.
Quel bambino non poteva aspettare, non doveva aspettare, per essere felice.
E così Emma fece la scelta più coraggiosa: dirgli addio.
Lo sussurrò tra le lenzuola, prima che le lacrime la soffocassero di nuovo.
Emma aveva imparato presto a rubare per sopravvivere, ma non aveva mai imparato come ricostruire ciò che gli altri le avevano rubato.
In quel momento si odiò come non mai perché tutto ciò che voleva era un abbraccio da Neal, da lui che era stato la causa di tutti i suoi guai.
Ma era sola, come era sempre stata.
Solo che ora faceva male, dannatamente male.
E l’unica cosa che augurò a suo figlio, dal più profondo del cuore, fu di non sentirsi mai così.
Sconfitto, senza speranza.
Con troppi addii alle spalle e troppi pochi ‘sono qui’ nel cuore.


 

{Angolo dell'Autrice}

Bene, eccomi qui con il secondo capitolo di questa raccolta. Questa one-shot tratta di un tema a me molto caro, dato che anche io sono una figlia adottata. Personalmente una delle (pochissime) cose che odio di OUAT è proprio il disinteresse quasi completo di Henry verso Regina, come se lei che l'ha cresciuto per undici anni non contasse nulla. Emma ha fatto una scelta coraggiosa e proprio per questo ho voluto dedicarle una one-shot, ma la madre adottiva sarà sempre quella più importante. Anche se domani incontrassi la mia madre biologica, non proverei altro che curiosità e riconoscenza per avermi dato la possibilità di essere felice, di vivere meglio di quanto lei potesse permettermi. Ma la mia 'mamma' sarà sempre e solo quella donna che si è svegliata di notte quando piangevo, che mi ha curata quando stavo male e ha riso con me quando ero felice. Questo piccolo sfogo è solo per dire che, secondo me e secondo la mia esperienza, il merito enorme di Emma è stato aver avuto il coraggio di aver dato Henry in adozione. E per questo ho voluto dedicarle questa one-shot :) Ringrazio vivamente PoisonRain e padme83 per aver recensito la precedente one-shot, Beabizz per averla messa tra le preferite e padme (cara! *-*) per averla messa tra le seguite! Spero vivamente che questo capitolo trovi più recensioni e feedback possibile ;) Un bacio a tutti! <3

 

  
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