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Autore: Sev_394    27/03/2014    2 recensioni
Qualcosa è andato storto, dovrebbe odiarla. Lei è una Mezzosangue! Può essere giusto qualcosa di davvero sbagliato? Per Draco Malfoy forse si...
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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~~Capitolo 14: L'inizio di Qualcosa di Bello


Era il giorno di Natale a casa Malfoy.
Il piccolo Scorpius aveva ricevuto una scopa da corsa giocattolo.
Hermione lo sentiva giocare con gli elfi in salotto.
Aprì gli occhi e tastò il letto.
Un corpo caldo respirava piano accanto a lei.
“Buongiorno luce dei miei occhi”
“Hm Buongiorno.”

Si stiracchiò coccolata dalle parole di suo marito.
Si voltò verso il volto di lui e lo guardò intensamente.
La luce della mattina entrava dalle tende bianche,
emanando una luce forte ma allo stesso tempo opaca.
Il volto di Draco era rilassato,
contornato dalla luce che gli donava tantissimo.
La barba leggermente incolta,
gli occhi profondi come pozze di oceano in cui avrebbe amato affogare.
I capelli biondi che lo distinguevano, leggermente spettinati e ribelli.

Era così bello,
ed era suo marito.
Suo per sempre.


 

Hermione Granger si svegliò come tutte le mattine.

Era passata una settimana dal sogno nella foresta,

tre settimane da quando la sua vita era finita.

In quel periodo era riuscita ad abituarsi al vuoto,

al nulla.

Si, perché il suo cuore era vuoto,

privo di battito, privo di sentimento.

Non viveva più,

lei sopravviveva,

aspettando solamente la notte, per poterlo risognare.

Conduceva due esistenze.

Una nel mondo reale,

dove era costretta a tirare avanti,

a non crollare,

mentre dentro era solo un cumolo di macerie.

E quella nel mondo dei sogni,

felice, perfetta,

l’esistenza che si meritava di avere,

ma che le era stata strappata via.

Ma era forte Hermione Granger.

Sopravviveva a testa alta,

sorridendo e nascondendo le lacrime,

risparmiando agli amici il suo dolore.

Realizzò che doveva essere la mattina di Natale.

Il dormitorio era pieno di vischio.

“Herm! Sveglia!”

Affacciata dalla balaustra di legno della Sala Comune osservava i suoi amici.

Non meritavano di conoscere il dolore che si trascinava nel petto vuoto.

Non meritavano di sapere quanto i loro sforzi fossero inutili.

Ginny, Ron, Harry e persino Neville.

Tutti le erano stati accanto in quelle tre settimane.

Dovevano essere felici.

“Buon Natale ragazzi!”

“Hermione! Scendi dai. Ci sono molti regali anche per te!”

Harry Potter le faceva cenno con la mano.

La ragazza voltò le spalle ai suoi amici per un istante.

Prese una bella boccata d’aria,

si asciugò un lacrima solitaria

e si stampò il solito sorriso,

quello di tutti i giorni,

quello finto.

 “Ci sono alcuni regali anche per te!” disse Ginny indicandole una piccolo pila.

Dei regali.

“Forza aprili! Cosa aspetti? Un invito formale?” insisté la rossa.

Hermione si avvicinò al primo regalo.

Era morbido e odorava di erba tagliata.

Guardando i suoi amici notò che tutti,

tranne Neville,

indossavano un maglione con un’iniziale sopra.

Sorrise.

Scartò il pacchetto e le sue dita accarezzarono della lana morbida.

Un maglione color pervinca con incisa la sua iniziale ruzzolò fuori.

“Grazie mille. È bellissimo.” E lo indossò.

Prese un altro pacco.

Era dei suoi genitori.

Sembrava un libro.

Lo scartò.

“È un raccoglitore fotografico.”

Sussurrò, emozionata.

Erano foto babbane, non si muovevano.

Lei da piccola con i suoi genitori,

la prima volta in piscina,

il primo giorno alla scuola babbana,

il giorno della lettera di Hogwarts,

Diagon Alley.

Un’altra lacrima solitaria le attraversò il volto.

Le mancavano molto,

ma al tempo stesso era felice che fossero all’oscuro di tutto quello che le stava accadendo.

Altri regali la aspettavano,

un pacco di Cioccorane,

un libro sui draghi della Romania,

un paio di scarpe per la festa…

la festa.

Ci sarebbe stata quella sera.

Non era pronta!

Per nulla.

Né per dover mantenere il sorriso per tutta una serata,

né per vedere Draco ballare con Astoria.

“Allora ti piace il mio regalo?” chiese Ginny rivolta alle scarpe.

Erano molto alte,

color argento.

“Moltissimo, grazie.”

Hermione non guardò l’amica negli occhi,

sapeva che avrebbe capito che stava mentendo.

In quell’istante una civetta bianca volò dalla finestra.

Edvige evitò Harry e si posò in grembo alla giovane Weasley.

“Edvige!” strillò lei rivolta al bambino sopravvissuto.

“Che significa Harry?”

“Non so… prova ad aprire la lettera.”

Hermione capì all’istante,

non aveva bisogno di guardare il suo migliore amico.

Ron faceva girare lo sguardo scioccato da Harry a sua sorella.

La rossa aprì la busta e si mise a leggere, avida.

Dopo circa un minuto chiuse la lettera di scatto e si alzò.

Harry fece la stessa cosa.

Fu tutto molto veloce.

Ginny corse verso di lui,

gli buttò le braccia al collo e lo baciò.

Un bacio pieno di passione repressa per troppo tempo.

Lui le stringeva la vita.

Hermione non poté fare a meno di sorridere.

Almeno qualcuno di loro era felice.

Lo meritavano.

Forse se lo meritano più di te.

Si alzò, guardò un’ultima volta i suoi amici intenti ad amarsi e uscì.

Le mancava l’aria.

Vedere e sentire tutta quella felicità le faceva sentire sporca,

indegna,

come se qualcosa dentro marciasse contro di lei,

contro la sua felicità.

Corse in Sala Grande per fare colazione.

Era molto presto, non ci sarebbe stato nessuno.

Non si era mai sbagliata così tanto.

Ad aspettarla trovò due pozze d’oceano.

Stava seduto da solo al tavolo dei Serpeverde.

Prima che potesse accorgersi di lei,

Hermione si guardò attorno,

sperando che ci fosse qualcun altro.

Nessuno.

Solo il professor Vitious che sistemava delle decorazioni.

Mentre arretrava lenta,

 il ghiaccio le toccò il cuore.

Draco l’aveva inchiodata con lo sguardo,

costringendola a trattenere il respiro.

La scrutava senza inibizione,

come se stesse cercando qualcosa sotto lo strato di vestiti che aveva addosso.

Avvampò.

Quanto avrebbe voluto correre da lui e…

Hermione contegno.

Lui è morto per te, tu sei morta per lui.


Con quel ritornello che le girava ancora nella testa si andò a sedere.

Gli scatoloni del professor Vitious occupavano tutto un lato del tavolo dei Grifondoro,

così si dovette sedere esattamente con lo sguardo rivolto verso Malfoy.

Possibile che continuasse a guardarla con tanta insistenza?

Possibile che non capisse il male che le stava procurando?

Non capiva quanto tempo le ci era voluto per rassegnarsi al dolore?

Per abituarcisi?

E ora lui, con i suoi occhi imperturbabili, riapriva tutte le ferite.

Come se fosse stato il padrone del mondo.

Padrone del mondo di Hermione.

Lei alzò lo sguardo, furiosa.

Draco invece sembrava tranquillo, quasi curioso.

Senza sciogliere il contatto visivo uscì dalla stanza,

lasciandosi dietro una straziante scia di assenza e solitudine

che travolsero Hermione come un uragano.

Sul tavolo delle Serpi c’era però qualcosa di strano, un pacchetto.

Hermione si avvicinò.

Era un pacchetto verde accompagnato da un biglietto.

La ragazza lo odorò.

Mela verde e menta.

Il suo profumo.

Lo stava quasi dimenticando.

Le era mancato tantissimo.

Scartò il messaggio con mani tremanti,

aveva paura di ciò che potesse riservare.

Altro dolore forse?

Altre bugie?

La calligrafia la conosceva bene.


Cara Hermione,

Buon Natale,
spero che troverai il regalo. Più che per il regalo, scrivo questo messaggio per avvertirti.
Sei in pericolo, in grave pericolo.
Ti ho abbandonata con la speranza che potessi trovare la pace e la sicurezza che meriti.
Non è stato così.
Per colpa mia il tuo cuore si è spezzato,
l’ho visto,
lo vedo tutti i giorni rimpicciolire nei tuoi bellissimi occhi gonfi di lacrime che sinceramente non merito.
Non credere però che per me sia stato semplice.
Io ti sogno tutte le maledettissime notti.
Mi addormento pensando a te.
Mi risveglio sperando di sentire il tuo profumo accanto.
Credevo che per essere al sicuro,
avessi bisogno di stare lontana da me.
Ma evidentemente sono in grado di farti del male anche a distanza.
E questo non me lo posso perdonare.
Per quanto sarebbe stata dura vivere senza di te,
ci avrei provato,
sarei sopravvissuto.
Ma non posso continuare a vivere sapendo che non sei felice,
questo mi distrugge,
mi annienta,
peggio della più grande distanza che potrebbe esserci tra noi.
Ti ho confusa, lo so, ma anche io ero confuso.
Molto.
Ti vedo tutti i giorni,
così triste ma anche così vulnerabile.
E forse finalmente sono arrivato alla conclusione.
Io ho bisogno di te,
proprio come tu hai bisogno di me.
Volevo proteggerti,
ma forse non sapevo che la prima persona da cui dovevo proteggerti era te stessa.
Ho bisogno di starti accanto,
di vederti felice.
E se per essere felice hai bisogno di me,
credo che sarà il sacrificio più bello che avrò l’onore di compiere.
Se vorrai mai perdonare la mia stupidità indossa questo ciondolo stasera,
alla festa.
Io ti aspetterò Mezzosangue.
Ti aspetterò per sempre.

DLM


Hermione chiuse la lettera senza accorgersi che stava piangendo.

Aprì veloce il pacchetto e accarezzò il ciondolo con le dita.

Era un serpente avvolto lungo la lama di una spada.

Era interamente d’argento e gli occhi del serpente erano due smeraldi.

Ti aspetterò sempre.

Non lo avrebbe mai fatto aspettare.

Mai.


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Era la mattina della festa.

Il giorno che avrebbe cambiato la sua vita.

Si alzò prestissimo e prese carta e penna.

Doveva attuare il suo piano.

Doveva salvarla.

Scriveva rapido lasciando che le parole scorressero sul foglio da sole.

Tutti i sentimenti che provava per Hermione Granger sgorgarono fuori.

Incontrollati, puri, selvaggi.

Sperava solo che la sua Hermione gli credesse,

che fosse disposta ad accoglierlo ancora una volta nel suo cuore.

Lui l’avrebbe fatto.

Si, ma lei non è mai uscita dal mio cuore.

Prese il ciondolo appartenuto a sua nonna e lo incartò.

Solo la vera signora Malfoy avrebbe potuto indossare quel ciondolo.

E Draco era sicuro che nessuno lo avrebbe portato meglio che l’amore della sua vita.

Scese in Sala Grande di buon’ora.

Solo il professor Vitious era arrivato.

Attese per mezz’ora quando finalmente qualcuno arrivò.

Capelli arruffati, occhi color del cioccolato.

Lo guardava terrificata come se fosse la cosa più raccapricciante di questo mondo.

Senza guardarlo ancora una volta si mise a sedere.

Draco Malfoy non riusciva a staccare gli occhi da quella visione.

Così perfetta nella sua semplicità da lasciarlo senza fiato.

Gli tornarono alla mente quando quegli occhi erano suoi, e suoi solo.

Quando poteva godere di quel corpo angelico e di quell’intelligenza pura,

di quell’amore senza riserve che gli veniva offerto come regalo più grande.

Rigirò la lettera tra le mani,

sperando che bastasse a farle cambiare idea,

sperando che bastasse a far tornare la vita negli occhi che rappresentavano la sua.

Perché Hermione Granger era la sua vita.

La ragione più grande per continuare a respirare.

Lasciò il regalo sul tavolo e uscì.

Sapeva che avrebbe stimolato la curiosità della ragazza e quindi rimase appartato nell’ombra.

Pochi minuti dopo la vide uscire, trafelata.

Il viso umido di pianto,

gli occhi luccicanti come qualcosa che portava al collo.

La ragazza si guardò velocemente attorno, senza vederlo,

e poi corse su verso la torre di Grifondoro.

Il resto della giornata passò troppo rapidamente.

Il tempo venne assorbito completamente da un paio di occhi cioccolato che non avevano nessuna intenzione di andarsene dai suoi pensieri.

Era riuscito ad evitare Astoria e la sua vocetta straziante,

rifugiandosi nel mondo disperato dell’immaginazione.

Immaginava di ballare con Hermione,

di stringerla nuovamente a se come non faceva da tre settimane.

E quel momento era arrivato.

“Draco! Sei pronto o no?” Astoria urlava dalla Sala Comune

Draco si guardò di sfuggita allo specchio, sistemandosi i capelli.

Si fiondò in fondo alle scale e afferrò Astoria per un braccio, tirandosela dietro.

“Tesoro quanta fretta! Non mi dai nemmeno un’occhiata?”

Il ragazzo si voltò e la scrutò.

Indossava un abito lungo e molto attillato, verde smeraldo.

“Ti piace?”

“Hm. Andiamo ora.”

“Certo tesoro.”

 

Ecco qui un altro capitolo!
Purtroppo sono stata costretta a dividere il capitolo originale in due parti.
Ora pubblicherò la seconda parte!
spero vi piaccia.
Magari se vi va lasciate un commentino! :)
Saluti.
Sev

  
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