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Autore: holls    05/07/2008    3 recensioni
“Grazie!”. Dietro di me odo una voce femminile, pare quasi di una bambina.
Mi volto per risponderle “Non c’è di---“
Non c’è nessuno.
Silenzio.
La stazione è vuota!
“Chi ha parlato?!”
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cammino verso il luogo dettomi da Gino, con un’ansia addosso che mi fa accelerare il passo.

Non so davvero cosa aspettarmi. Inoltre, una volta arrivato lì, cosa le dirò? E se Lily avesse ragione? Vorrei portarle una prova che dimostri quello che le ho detto alla stazione, ma se mi sbagliassi? Finirei per infrangere tutti i suoi sogni e le sue speranze, ammesso che ne abbia ancora dopo tutti questi anni passati in agonia. Ma non posso credere davvero che sua madre la odi. Devo sciogliere questo mistero!

Il flusso continuo dei miei pensieri quasi mi fa oltrepassare la piccola villetta dove abita la madre di Lily.

Mi fermo di scatto per dare un’ulteriore sbirciata al campanello: sì, è proprio il suo.

Devo ammettere che la decorazione è piuttosto simpatica: sopra il pulsante e il citofono c’è infatti la testa di un piccolo animale dorato, non saprei dire se un leoncino o un cane. Il suo sguardo è rivolto verso il cielo, ed ha un’espressione gioiosa, come se stesse giocando col suo padrone.

Dopo un’attenta analisi dell’originale campanello, decido di soffermarmi sulla questione principale: devo suonare?

‘Sì, Adam, devi.’

Oh, questa è quella che si suol definire “voce della coscienza”. E se lei dice così, allora così si farà.

Mi do una sistemata ai capelli, stiracchio la maglietta e mi schiarisco la voce; ricordo ancora quando il mio professore di musica diceva che fa male alle corde vocali…

Non so perché faccio tutto questo, ma in qualche modo mi fa sentire più sicuro.

Avvicino il dito per suonare e…suono. Una scampanellata decisa e sicura. Aspetto impaziente il ‘clik’ del cancello che si apre.

Lo scatto della serratura arriva dopo pochi secondi. Trovo strano che non mi abbia chiesto ‘chi è’: è una buona norma di sicurezza! Potrei anche essere un malvivente con intenzioni truffaldine…

Spingo il cancelletto con grazia, richiudendolo alla stessa maniera. Il giardinetto che circonda la piccola villa è piuttosto povero, solo qualche geranio piantato qua e là; noto anche un piccolo albero di mele, che comunque non contribuisce a rendere più ricco l’ambiente.

Dopo aver scrutato l’ambiente, noto che la porta principale non è ancora aperta. Forse aspetta una seconda scampanellata.

Mi avvicino alla piccola ma graziosa scalinata, anch’essa bianca, che conduce alla porta di ingresso. Salgo gli scalini in maniera sportiva, totalmente in contrasto con quell’atteggiamento posato che ho cercato di mantenere finora.

Ed è proprio in questo momento che una piccola e anziana signora appare sulla porta.

“Chi è lei?” chiede l’anziana con due occhi curiosi.

Come dovrei presentarmi? Forse sarebbe bene discutere tutta la storia dall’inizio, con calma.

“Se permette, credo che sia meglio parlarne in casa.”

La signora mi guarda con fare sinistro e distaccato, sospettosa. Ma mi fa cenno ugualmente di entrare, voltandosi parecchie volte per controllare i miei movimenti.

Chiudo la porta timoroso, mentre la vecchia cammina verso il centro della stanza.

Sebbene sia una villetta, pare piuttosto in decadenza. Forse sarà per l’età della signora, ma la casa non sembra molto curata. In genere si dice che la casa rispecchia l’animo di una persona: se così fosse, mi sembra piuttosto arida… o forse solo triste e sola.

“Vuole un po’ di thè?”

La sua domanda improvvisa mi risveglia dai miei pensieri.

“No, grazie”

La signora arriccia il naso.

“Faccio il thè più buono di tutto il vicinato, sa?”

Lo dice con aria quasi indispettita, per non aver accettato subito il suo thè.

“D’accordo, mi ha convinto.”

L’anziana sembra ora felice e si avvia a passo svelto, per quanto può, verso la cucina a preparare la sua bevanda. Intanto mi siedo e passo il tempo osservando i muri della casa, di un colore che ricorda il ciliegio.

Dopo poco ritorna con in mano un vassoio, e sopra due tazzine bianche decorate con motivi vegetali.

A dire il vero non sono un grande amante del thè, ma non potevo rischiare di far stizzire la signora… e poi in fondo si tratta di una piccola tazzina, non morirò di certo!

Sfodero il mio sorriso migliore, cercando di apprezzare il gesto e comincio ad ingerire quel liquido.

…Però, non è male, in fondo. Ringrazio la signora, che intanto si è messa a sedere sorseggiando quel thè di cui va tanto orgogliosa.

Decido però di attaccare subito, parlandole del motivo per cui sono venuto qui.

“Mi perdoni se le sembrerò brusco, però… sono venuto qui per parlarle di Lily.”

Lo sguardo della signora si fa all’improvviso vivo e attento, ma mi guarda senza parlare.

“Lily pensa che… sua madre la odi.”

   
 
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