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Autore: Stellyna_P    05/07/2008    7 recensioni
"Era vero,l'avevo aspettato
I primi squarci di visioni che avevo avuto di lui erano immagini sbiadite e senza senso.
Immagini di una guerra personale che Jasper sembrava voler vincere.
Era stato proprio questo a colpirmi di lui...
-Era questo che mi aveva colpito di lui. La sua essenza. Il modo in cui le mie visioni, volenti o nolenti, riguardassero lui.
Solo e unicamente lui.-
[Alice/Jasper]
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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AVVERTENZE: Spoiler Eclipse; One-Shot

AVVERTENZE: Spoiler Eclipse; One-Shot.

PERSONAGGI: Alice Cullen e Jasper Hale

GENERE: Romantico; Introspettivo.

DISCLAIMER: Questi personaggi non mi appartengono ma sono proprietà della Meyer; Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

ALTRE AVVERTENZE: Questa shot è incentrata sulla storia di Alice e Jasper mi hanno sempre incuriosito i due… sono troppo carini *.* Alice rivive il primo incontro avuto con Jasper, mentre il bel vampiretto racconta la storia a Bella. I dialoghi di Jasper e Alice in corsivo sono presi da Eclipse capito 14

Spero che la fanfiction vi piaccia. Un bacio Ilenia^^

 

Io sapevo, sapevo di amarlo.

 Stellyna_P

 

-Lei era là… ad aspettarmi, ovviamente- ridacchiò lui. Bella lo guardava affascinato dalla storia che lui le stava raccontando.

La nostra storia.

La tormenta era implacabile, lo sapevo, come sapevo che lui sarebbe arrivato.                                                              

Di tutte le mie visioni sapevo anche che quella fosse la più probabile. Non sapevo il perché ma sapevo che doveva essere così. C’era qualcosa che me lo faceva credere. Un qualcosa che solo ora riesco a capire.

I Cullen sapevano dove mi trovavano, o almeno Edward lo sapeva. Quello era il compito che il destino mi aveva assegnato molti anni prima ed io dovevo solo accettare il gioco del fato.

Ripensai di nuovo a quel giorno, la bettola era semideserta, sentivo i commenti poco carini degli uomini che avevo deciso di rifugiarsi in quel luogo dalla tormenta. I loro occhi indugiavano sulla mia figura più del dovuto. Ma non me ne preoccupai, sapevo di essere mortalmente affascinante. Era nella mia natura esserlo.

La porta della bettola si aprii, sentii il rumore del campanellino accennarsi per poi scomparire sostituito dai rumori dell’ennesimo tuono.

Incrociai il suo sguardo.

-Saltò giù dallo sgabello vicino al bancone non appena entrai nel locale-

La prima cosa che pensai quando lo vidi fu: Finalmente l’ho trovato. I miei occhi avevano letto, guardato, tutta la sua vita. E mi sentì quasi un’intrusa. Mi ripetei per la millesima volta per quale motivo l’avevo cercato. Per quale motivo i miei occhi avevano deciso per me. Per quale strano motivo fossi attratta da lui e non riuscì a darmi una risposta.

I miei occhi avevano scelto per me.

Mi alzai dalla sedia semi rotta e sentì lo scricchiolio che provocò il mio movimento. Camminavo lentamente incurante dello sguardo preoccupato di Jasper. Pensava che lo stessi attaccando. Sorrisi a quell’ipotesi.

Mi avvicinai a lui, si trovava all’estremità della porta. Gli occhi neri che evidenziavano il suo stato d’animo. Aveva sete.

-E si diresse verso di me sorprendendomi. Sembrava che volesse attaccarmi.-

Quella sera mi avvicinai a lui e sentì i suoi muscoli irrigidirsi.

-Mi hai fatto aspettare parecchio- dissi sorridendo.

Era vero, avevo aspetto lui da non so quanto tempo. I primi squarci di visioni che avevo avuto di lui erano immagini sbiadite e senza senso. Immagini di una guerra personale che Jasper sembrava voler vincere. Era stato proprio questo a colpirmi di lui. Quella strana sensazione di benessere che riusciva a dare, quello sguardo terso di odio ma anche di speranza, quei gesti d’affetto invisibili per tutti. Il modo in cui involontariamente riusciva a catturare, far sue, i sentimenti degli altri. I miei occhi riuscivano a percepire il suo odio, il peso di quella guerra. La depressione che provava e la voglia di condurre una vita quasi normale come quella di Peter e Charlotte.

Era questo che mi aveva colpito di lui. La sua essenza. Il modo in cui le mie visioni, volenti o nolenti, riguardassero lui. Solo e unicamente lui.

Quasi come se fossimo legati da un filo sottile e invisibile.

A quei ricordi mi avvicinai a Bella interrompendo il discorso di Jasper e continuai io.

-Tu hai chinato la testa, da bravo gentiluomo del Sud, e hai risposo”Mi dispiace signorina”- risi a quel ricordo.

Mi ricordo di aver pensato che la sua aria cruciata era deliziosa, le sottili sopraciglia erano piegate e i suoi occhi mi guardavano sorpresi. Quasi come se volessero leggermi l’anima- che non avevo-.

Gli porsi la mano sperando- e sapendo- che lui accettasse quel tacito invito. L’invito che avrebbe cambiato la vita sia a me sia a lui.

-Mi offristi la mano e la presi senza chiedermi il senso di ciò che stavo facendo.- Jasper diede voce ai miei pensieri ed io gli sorrisi.

Ero felice, i miei occhi dopo decenni riuscivano finalmente a scorgere la sua figura.

Nitida.

E già sapevo che sarebbe stata anche incancellabile.

-Per la prima volta in almeno un secolo sentii nascere la speranza.-

Ed ero felice di sapere che ero io la persona che era riuscita a fargli vedere l’altro lato del medaglione. Il modo in cui anche i vampiri  possono essere umani. La sua stretta mi procurava delle sensazioni che non avevo mai provato. Sensazioni che sicuramente mi avrebbero fatto battere il cuore- ne ero sicura.-

Bella continuava a guardarci, Jasper mi diede la mano ed io la strinsi forte.

-Ero davvero sollevata. Temevo che non saresti arrivato mai.-

Quell’attesa mi aveva davvero tormentato e il bello e che non sapevo il perché, sapevo solo di essere sua. Sapevo, sapevo, sapevo.

Sapevo di amarlo.

Mi avvicinai ancora a lui, con passo felpato e lui noto subito i miei movimenti.

I suoi occhi mi scrutavano come una belva guarda la sua preda. Peccato che fossimo entrambi cacciatori.

-Alice mi spiegò di aver incontrato Carlisle e la sua famiglia. Stentavo a credere che si potesse vivere così. Ma mi fece ben sperare. E andammo a cercarli.-

Sentivo, percepivo, la sua incredulità. Era talmente palpabile. Anche se sapevo, sapevo che lui fosse creta nelle mie mani.

Come io nelle sue.

Era destino e i miei occhi questo lo sapevano.

Quando andammo a cercare Carlisle lo conobbi meglio, anche se già lo conoscevo bene. Si, sempre a causa dei miei occhi. Conoscevo la sua vita e tutto quello che aveva passato. Molte volte mi chiese di me, ed io ogni volta non sapevo rispondere.

Non sapevo chi ero, io che vedevo tutto non riuscivo a vedere, a scoprire, qualcosa su di me. Era come se fossi cancellata dalla faccia del mondo.

Come se io non fossi mai esistita.

Ma sapevo, sapevo che accanto a lui sarei stata qualcuno.

Il nostro primo bacio lo ricordo benissimo,fu strano. Non so nemmeno se fosse stato il mio primo bacio.

Sapevo, sapevo solo che fosse mio.

Mio e suo. Un ricordo che mi apparteneva.

Avevamo litigato, quella fu una delle rare volte in cui alzai la voce. Ero arrabbiata con lui, perché voleva bere sangue. Sangue umano. Dopo tutti i sacrifici che stava facendo non volevo che rovinasse tutto. Non volevo che si allontanasse da me.

Mi avventai su di lui, cercando di bloccarlo. E poi tutto fu abbastanza veloce, lui mi circondo la vita con le sue braccia e mi alzo, avvicinandosi al suo viso.

Le sue labbra gelide contro le mie sembravano ardere. Un controsenso lo so, ma forse questo è l’unico modo in cui riesco a spiegarlo. Non importava se fuori la pioggia cadeva fittamente, non importava se da sfondo non c’era una raduna soleggiata ma  un orso sanguinante e in fin di vita. Non importava.

Sapevo, ne ero consapevole che se avessi potuto farlo avrei pianto.

Lacrime di gioia.

-E’ una bella storia.- La voce di Bella mi riportò alla realtà e credo che forse fui l’unica a non guardarla male, in fondo io stavo pensando solo al nostro incontro. E quella sì, era una bella storia.

-Intendo l’ultima parte- si difese e Bella e Jasper sorrise.

-il lieto fine con Alice.- continuò Bella.

Era lui che mi aveva dato un lieto fine, come Emmett l’aveva dato a Rosalie e Carlisle a Esme.

Lui era il mio lieto fine.

-Alice ha fatto la differenza.- confermò Jasper.

Sorrisi.

 

 

La nostra stanza è sempre stata spaziosa. Avevamo appena finito di parlare con Bella. La voce di Jasper mi rimbombava ancora nelle orecchie.

-Vinceremo ma a quale prezzo?-

La tensione scompari velocemente e il profumo di Jasper mi inebriò.

Amavo il suo potere, e forse, dico forse con me funzionava ancora di più.                                                          

 Forse era lui che mi aiutava e non il potere.

-Signorina stava pensando a qualcosa?- mi domandò lui appoggiando la sua testa sulle mie gambe. Accarezzai i capelli biondi spettinati che amavo tanto. Era così perfetto.

-Si ,mio gentiluomo pensavo a quello che hai detto prima a Bella.- dissi con un tono un po’ stanco.

-Non preoccuparti Alice, io sarò sempre con te. Qualsiasi cosa succeda.-

E in fondo sapevo che era vedo.

Io lo sapevo già, io avevo già visto.

Sapevo anche che avremmo festeggiato il nostro prossimo anniversario insieme a quello di Bella e Edward, sapevo che presto la tensione si sarebbe eclissata. Sapevo che una nuova alba stava sorgendo.

Io già lo sapevo, ma questo è solo un mio segreto.

I miei occhi già sapevano.

I miei occhi sapevano di amarlo immensamente.

Ma forse non erano i miei occhi a saperlo… Era il mio cuore.

Alice/Jasper.

Pow:Alice

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                               

 

 

 

  
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