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Autore: la luna nera    28/03/2014    3 recensioni
In una notte umida del 1866 un giovane appartenete all'aristocrazia inglese scompare nel nulla senza lasciare alcuna traccia. La leggenda nata intorno alla sua persona passa attraverso gli anni e giunge fino ai giorni nostri per finire in un libro sugli scaffali di Aesothèria, uno dei negozi più esoterici di Londra gestito da Garrett con la sua ragazza Daisy. Qualcuno però si intrometterà nella loro vita creando non poca confusione. E questo qualcuno viene da lontano, molto lontano. Nel tempo.
L'amore riuscirà ad andare oltre le barriere del tempo?
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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LONDRA, UN MESE DOPO
 
 
“Daisy, tesoro, ci sei?”
“Sono qui Mel, un attimo e sono da te.”
“Novità?”
“Niente di particolare, devo solo inviare l’ordine al fornitore. Garrett oggi non c’è e mi ha lasciato tutte le incombenze.”
“Oh, fammi dare un’occhiata, vediamo se c’è qualcosa di interessante.” La ragazza lesse i titoli dei libri che presto avrebbero affollato gli scaffali di “Aesothèria”, uno dei negozi più inconsueti di Londra. “Poltergeist,  Jack lo Squartatore, Energie occulte… Sugli spiriti niente?”
“Hm, si qualcosa c’è, solo un paio di titoli.”
“Gli Spiriti di Fox Inn, Le Ombre di  Plymouth, Il Mistero del giovane Harringhton. Potrebbero interessarmi, avvisami quando arrivano.”
“Certo!” Riordinò tutto e si diresse in negozio con l’amica. “Hai qualche seduta in programma per i prossimi giorni?”
“Dopodomani, alla sede dell’associazione. Alcuni fan di Freddie Mercury sperano di entrare in contatto con il suo spirito.”
“Scontato.”
“Figurati che qualcuno mi ha chiesto pure di evocare Paul McCartney.”
“Cosa? Paul è vivo! Non è che si sono confusi con John Lennonn?”
“C’è chi sostiene sia morto nei primi anni 60 e quello che conosciamo oggi sia solo uno che l’ha rimpiazzato.”
“Mi sembra una cavolata.” Scosse la testa. “E com’è andata? Giusto per curiosità.”
“Non ho avuto cenni dall’al di là da nessun McCartney.”
“Prova a chiedere a Lennonn la prossima volta.”
“Perché no e….” Mel portò una mano alla fronte, accasciandosi leggermente.
“Ehi! Cos’hai?!” Daisy l’aiutò a mettersi seduta.
“Va tutto bene, non preoccuparti…” Fece un paio di profondi respiri. “Ho avvertito un’energia molto particolare.”
“Qui in negozio?”
“No, all’esterno. E’ stato come quando sto per stabilire un contatto con uno spirito, però questa volta ho avvertito qualcosa di anomalo.”
Daisy si avvicinò alla vetrina e scorse tre persone ferme lì fuori, altre in attesa dell’autobus e un ragazzo che osservava alcuni articoli esposti. Apparentemente tutto rientrava nella norma. “Mel qui non c’è niente di strano, sei sicura di aver avvertito qualcosa? Io… oddio, aspetta!” Una delle piccole sfere di cristallo di rocca si era inspiegabilmente spostata dal contenitore. “Queste avvertono presenze sovrannaturali, sono alcuni dei pezzi più richiesti dai medium.” C’era qualcosa di anomalo, ma all’apparenza tutto sembrava tranquillo.  Si guardò intorno e tornò di nuovo dall’amica. “Come ti senti?”
“Molto meglio, grazie.”
“Meno male.” Si, era un vero sollievo. Quando si ha a che fare con gli spiriti ci si può aspettare di tutto. “Chiudo il negozio e andiamo a farci un aperitivo, ti va?”
Le due amiche uscirono dal negozio e attraversarono Hyde Park. Il sole era appena tramontato dietro i tetti della città e i lampioni iniziavano ad illuminare con la loro soffice luce le foglie degli alberi che avevano da poco preso i colori dell’autunno. Il cellulare di Daisy annunciò l’arrivo di un messaggio. “E’ Garrett. E’ tornato prima del previsto, ci aspetta al Backstage. “Andiamo.”
Mel avvertì di nuovo quel fastidio alla testa, si appoggiò ad una panchina e prese a respirare profondamente. “E’ qui.”
“Chi?”
“Quello spirito… Avverto la stessa sensazione di prima….”
Daisy si guardò attorno: scorse un paio di coppiette, alcune persone a passeggio con il cane, gruppi di ragazzi e ragazze e un tipo solitario nei pressi di un lampione spento, l’unico in tutta l’area. Si voltò verso l’amica, poi di nuovo verso il parco: il lampione era acceso e il tizio non c’era più.
“E’ passato…. Possiamo andare ora.”
“Sei sicura?”
“Sto bene, non ti preoccupare. Coraggio, altrimenti il tuo Garrett se la prende con me per il ritardo.”
Le ragazze ripresero il cammino, dando poca importanza a quanto accaduto poco prima. Avendo a che fare con il mondo dell’occulto erano abituate a ben altri fenomeni. Erano certe dell’esistenza di entità ultraterrene, più volte ne avevano avuto la prova tangibile durante le sedute spiritiche guidate da Mel e da altri medium, conoscevano fin troppo bene storie e leggende nascoste dietro apparizioni di fantasmi in tutta l’Inghilterra, una delle terre dalla più alta concentrazione di manifestazioni paranormali.  
 
Giunsero al Backstage.
“Ecco Garrett.! Ehi! Siamo arrivate!”
“Ciao streghetta mia.” Il ragazzo attirò a sé Daisy, afferrandola per la schiena e per il fondoschiena , la baciò quasi avidamente. “Mi sei mancata piccola.”
“Siamo stati lontani solo per metà pomeriggio…”
“Lo so, ma quando si ha fra le mani una cosa preziosa, non si vede l’ora di stringerla di nuovo.” E posò anche l’altra mano sul suo fondoschiena.
“Ti riferisci a me o ad una parte ben precisa di me?”
“Entrambe…. Vieni qui…” E la baciò di nuovo con una passione degna di un formichiere in crisi d’astinenza.  
“Garrett, cerca di contenerti. Ci stanno guardando.”
“E allora? Che guardino pure.” Le sue mani presero a muoversi su e giù per la schiena. “Il primo che ti lancia uno sguardo languido finisce al pronto soccorso.”
“Ti detesto quando fai così.”
“Pazienza.” La baciò di nuovo. “Com’è andata oggi in negozio?”
“Al solito. Ho inviato gli ordini che avevi preparato, entro una decina di giorni dovremmo ricevere tutto quanto.”
“Brava streghetta mia.”
“E tu invece? Cos’hai fatto di così importante da schiaffarmi da sola in negozio per tutto il pomeriggio?”
“Ho fatto un capatina in una villa abbandonata fuori città. Ci sono strane storie su di essa. Sai che un nobile rampollo della famiglia proprietaria  è misteriosamente scomparso nel nulla a metà ottocento?”
“Oh, affascinante.”
“E nessuno sa che fine abbia fatto. Non è stato mai trovato il cadavere, non esiste nessuna tomba e negli archivi  storici le sue tracce scompaiono nel nulla in una notte del novembre 1866. Domenica prossima ci facciamo una capatina.” Non attese neanche la risposta, dava infatti sempre per scontato il benestare della sua ragazza. “I Ghost Hunters mi hanno prestato alcune attrezzature per captare le presenze, magari la tua amica Mel può accompagnarci.”
“Perché non lo chiedi direttamente a lei?”
“La cosa è interessante.” Rispose Mel poggiando sul bancone il drink. “Voglio solo sperare che non mi lasciate in un angolo mentre voi ve la spassate per fatti vostri.”
“Non te lo garantisco.” Riprese Garrett. “Mi piace da matti scopare nelle ville infestate, soprattutto nel bel mezzo di manifestazioni paranormali.”
“Vacci piano playboy, qualche spirito potrebbe offendersi.”
“Ah-ah, potrebbe essere invidioso. Primo perché lei è il meglio che un uomo possa sperare, secondo perché modestamente io sono un vulcano attivo.”
Mel scosse la testa sorridendo per le affermazioni di Garrett e per l’espressione spuntata sul viso dell’amica. “Va bene, verrò con voi. Comunque, caro vulcano, con loro non si scherza. Ce ne sono alcuni piuttosto violenti.”
“In tal caso te ne occuperai tu.”
Mel roteò gli occhi prima di dedicarsi di nuovo al suo drink, mentre Garrett si era di nuovo catapultato su Daisy.
 
 
DOMENICA, TARDO POMERIGGIO
 
I tre cacciatori di fantasmi si erano appostati in un angolo dell’ampio ingresso di Swanlake Palace, edificio dal fascino antico purtroppo caduto in rovina per la noncuranza dei proprietari, la famiglia Harringhton.
“Bene, qua è tutto collegato. Ho piazzato un paio di telecamere a raggi infrarossi nel salone del camino e qualche microfono per la scalinata che conduce al piano di sopra. Secondo le testimonianze sono alcuni dei punti a più alto indice di manifestazioni.” Portò le sue mani attorno alla vita di Daisy e la baciò maliziosamente sul collo. “Accanto c’è un’altra stanza molto elegante, magari ci facciamo una capatina più tardi.”
“No Garrett, stasera no…. Non lo so, c’è qualcosa di strano qui e…”
“Ehi, zuccherino, cosa c’è? Non ti piacciono più certi giochini?” La sua voce era sempre più sensualmente carica e le mani iniziavano ad intrufolarsi sotto il maglioncino della ragazza.
“Ti prego, stasera no. Non me la sento…”
“Zitti un po’ voi due!” Mel fece tornare il silenzio. “C’è una presenza al piano di sopra…. E un’altra che.. No, un momento..”
Daisy controllò gli strumenti: erano stati registrati degli insoliti sbalzi di temperatura proprio nel salone del caminetto. “Cosa senti Mel?”
“C’è qualcuno in quella stanza… E’ un uomo, si.” Il suo respiro iniziava a farsi affannoso. “E’ un uomo anziano e… Ecco, ce n’è un altro, una donna credo.” Strinse forte la mano di Daisy, la quale non aveva mai perso di vista né i rilevatori né il monitor sul quale venivano visualizzate le immagini catturate dalle videocamere.
“Io vado lì. Questi non mi sfuggono.” Garrett afferrò una fotocamera e si precipitò su per la scalinata.
“Mel, c’è qualcosa che non quadra…” Daisy indicò un monitor. “Qui c’è una persona vera e non è Garrett…”
“Cazzo! Fermalo!” La sensitiva si portò una mano alla fronte. “Ah…. Quella sensazione assurda… L’avverto di nuovo…” Fece un paio di respiri. “Vai su Daisy, ferma Garrett, potrebbe essere in pericolo!”
Con buona titubanza la ragazza prese a salire le scale munita di una piccola torcia. Il cuore batteva forte, la saliva era prossima allo zero e il respiro si stava facendo sempre più affannoso. A passi lenti giunse a pochi metri dalla porta del salone in cui erano state rilevate le presenze, Garrett era lì pronto a fotografare qualunque cosa si fosse trovato al di là dell’elegante portone. Sentì dei passi alle sue spalle e quando riconobbe la sua ragazza, l’afferrò per mano e le sussurrò: “Scatto due foto agli spiritelli e poi ti mostro una cosetta.”
“No Garrett, lì non ci sono solo quelle presenze che ha percepito Mel, c’è qualcun altro, l’ho visto nel monitor. Non è un fantasma, è uno vivo!”
“Che?! Ma fammi il piacere!” Non le permise di aggiungere altro, aprì la porta e videro: il fuoco era acceso, nei pressi del camino c’era una poltrona sulla quale era seduta una persona. Come si accorse della loro presenza si voltò proprio nell’istante in cui Garrett premette  il pulsante per scattare la foto.
Il led sull’apparecchio si illuminò di rosso comunicando la batteria scarica. Il ragazzo imprecò sonoramente, non riuscendo a capacitarsi del perché avesse smesso di funzionare così all’improvviso. Daisy iniziava a strattonare Garrett nel tentativo di darsela a gambe: chi era quel tipo dalle sembianze di un vivente ma dall’apparente potere di un’entità ultraterrena?
Si stava avvicinando a loro a piccoli passi, Garrett non mostrava la minima intenzione di volersene andare, Daisy era al limite dell’infarto. Le videocamere nel salone caddero a terra contemporaneamente,
“Andate via.”
La ragazza non se lo fece ripetere due volte, ma fu bloccata dalla mano di Garrett. “Chi diavolo sei?”
“Andate via.”
“Sei un fantasma?” Nella sua voce c’era aria di sfida. “O sei uno che vuole solo farmi paura?”
“Andate via.” Le punte dei loro nasi erano ad una manciata di centimetri l’una dall’altra. Daisy stava per mettersi a piangere dalla paura.
“Chi cazzo sei?!”
Quello, visibilmente spazientito da tanta arroganza, portò una mano al collo di Garrett. “Andate via.” Scandì bene le parole e, senza lasciare la presa , li sbatté entrambi fuori dal salone, chiudendo con rabbia la porta.
Ne seguì una furibonda lite fra i due che si concluse solo quando raggiunsero Mel e la trovarono semi accasciata al suolo.
“Porca puttana! Che è successo?!” Daisy aiutò l’amica a mettersi seduta.
“Garrett, sei solo un deficiente….” Mel respirava a fatica. “Mi spieghi cosa ti è passato per quella tua testaccia bacata?!”
“Ohè, modera i termini.”
“Non si scherza con gli spiriti, dovresti saperlo bene! Se ti chiedono di andartene, devi obbedire! E’ pericoloso, hai messo a repentaglio te e Daisy!”
“Sta’zitta Mel! Quello non era un fantasma, mi ha preso per il collo, guarda!” Le mostrò i segni delle dita: c’erano delle zone arrossate tipiche di un contatto violento fra corpi concreti.
“Io ho percepito anche una strana forza sovrannaturale oltre ai due spiriti che si sono manifestati quando sei salito su.” Le parole di Mel erano ferme e sicure.
“Poteva essere quel tipo?” Daisy stava riprendendo il controllo di sé.
“Si, ne sono certa. Non so cosa possa essere, dovremo analizzare il materiale raccolto dagli strumenti per tentare di capirci di più.”
“Fate quello che vi pare.” Daisy inghiottì un nodo. “Non voglio restare qui un minuto di più.” E se la diede a gambe.
Ma qualcuno la stava attendendo nel parco della villa…..
 
 


 
Buonasera a tutti!
Ho deciso di pubblicare subito anche il primo capitolo vero e proprio della storia in cui compaiono tutti i personaggi che incontreremo in seguito.
Per caso qualcuno si è incuriosito sulla vera natura del tizio misterioso scovato nel salone del caminetto? Sarei ben felice di scambiare due parole con voi che state leggendo. Che ne pensate? Sono stata capace di creare la giusta atmosfera?
Un grazie enorme a chiunque voglia seguire o recensire la storia.
Un abbraccio
La Luna Nera
 

 
  
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