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Autore: gwuncan99    28/03/2014    5 recensioni
Ci troviamo a New York, dove tutto ebbe inizio.
Due ladri ricercati per loro vari precedenti, Duncan e Geoff, cercano di rapinare una delle tante banche della città, ma Gwen, la ragazza che stava lavorando lì, involontariamente, gli mette i bastoni tra le ruote. I due sono costretti a fuggire, portandosi dietro anche lei.
Sarà una fuga dalla polizia, da avvocati e spacciatori assetati di vendetta, in tutto gli Stati Uniti, tra Rave Party, rapine e traffici illegali.
Riusciranno i nostri tre fuggitivi a scappare dal loro destino?
Serie DxG
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Geoff, Gwen | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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--->Capitolo XII
 
Mancavano solo poche ore e saremmo giunti alla nostra destinazione, ovvero Chicago; il veicolo di Heather - una semplice Citroen rossa di cui non ero nemmeno a conoscenza fino ad allora - ci trasportava ormai da due giorni, fra soste ai distributori di benzina ed una piccola pausa in un lurido Motel isolato dal mondo. Il finestrino semiaperto permetteva ad una forte brezza gelida di penetrare all'interno dell'automobile, che andava a tutta velocità a causa della strana fretta ed adrenalina dell'asiatica. Nessuno di noi aveva aperto bocca dall'ultima fermata nel Motel; eravamo stanchi ed esasperati per il lungo tempo passato in auto. Duncan osservava il paesaggio esterno con occhi persi nell'orizzonte e pensierosi; forse sarebbe stato meglio non parlargli di Scott, visto la sua reazione al riguardo. Mi poggiai con la testa sulla spalla di Geoff, che si trovava appiccicato a me ai sedili posteriori per colpa dei numerosi bagagli di Heather, carichi di vestiti e trucchi di ogni marca - infondo stavamo parlando di Heather! Il biondo era eccitato e nervoso solo alla semplice idea di avere un piccolo spiraglio di possibilità di riabbracciare la sua Bridgette, e questo mi metteva di buon umore; se era felice lui lo ero anch'io, nonostante quell'ultimo periodo di confusione per me.
"Siamo arrivati?" domandò impaziente ad Heather.
"No." rispose secca con lo sguardo fisso sulla strada.
Il silenzio ripiombò nell'aria, ma durò qualche breve attimo.
"Siamo arrivati?" insistette dondolando sul posto.
"No!"
Silenzio.
"Siamo arrivat-" "NO!" sbottò l'asiatica, incenerendolo con lo sguardo. Offeso, il biondino abbassò la testa scrutando la sigaretta che rigirava fra le sue dita da minuti ormai, portandosela poco dopo alla bocca intento ad accenderla e placare le sue emozioni per un po'.
"Nervoso, eh?" lo rincuorai io sorridendogli amaramente.
"Eh sì." annuì tristemente, espirando fuori una densa nuvola di fumo dalle labbra.

L'asiatica accostò il veicolo in un parcheggio di uno sconosciuto grattacielo gigantesco, permettendoci finalmente di scendere. Ci sgranchimmo le gambe addormentate, inalando una grossa boccata d'aria, e ci guardammo intorno spaesati.

"Dov'è il tuo caro amichetto? chiese con uno strafottente tono sarcastico il punk, incrociando impaziente le braccia poco dopo essersi portato alle spalle la sua solita borsa rossa carica del suo bottino.
"Dovrei andare ad aspettarlo all'Aeroporto Internazionale O'Hare; venite con me?" risposi io infastidita dal comportamento del ragazzo, ma mantenendo pur sempre un tono gentile, se così si poteva dire.
"No. Noi andiamo a trovare un posto dove stare per il momento. Eccoti un cellulare con il numero di Scott, Geoff ed il mio, visto che tu e Duncan lo avete perso; chiamami per farmi sapere cosa dice!" detto questo, con un'espressione degna di una calcolatrice che è Heather - molto nota a me - mi porse l'oggetto in questione e con difficoltà per i numerosi bagagli si congedò con i due ragazzi, lasciandomi sola e smarrita nella più grande Metropoli statunitense. 

Vagai a lungo nelle vie affollate di Chicago, orientandomi solo con una mappa del posto sul telefono. Possibile che Duncan se ne fosse andato senza raccomandarmi nulla? Non avrebbe potuto aiutarmi accompagnandomi almeno lui? Davvero un ragazzo molto altruista!
In quel momento dovevo concentrarmi solo su Scott e cercare di riconoscerlo tra la folla; chissà se il suo aspetto sarà cambiato...Infondo io non avevo più i capelli tinti ed il look di una volta!
Mi sedetti sulla panchina di un piccolo parco, concedendomi una sigaretta per quietare l'ansia e lo stress che mi agitavano e mi attanagliavano i pensieri. Accesi la mia solita Marlboro e dopo un minuto di tranquillità passato in totale silenzio, spezzato solo dalle risate dei bambini nel parco giochi lì accanto, presi il cellulare dalla tasca; aperta la rubrica, scrutai lentamente i nomi scritti al suo interno, soffermandomi su un contatto in particolare. Dovevo chiamarlo; non sapevo dove fosse, dove fossi io, dove fosse il resto del gruppo...Mi sarei solo persa! Ma qualcosa mi fermava; le mie mani tremanti non mi permettevano di premere quel maledetto pulsante di chiamata. Avevo una voglia pazzesca di sentire un'altra volta la sua voce, e allo stesso momento avevo paura, paura di scoprire nuovamente quel sentimento che una volta mi permetteva di continuare a vivere, ma che era stato sostituito recentemente dall'amore che provavo per Duncan. No, dovevo mettere le mie questioni personali da parte e pensare al bene di Duncan e Geoff. Premetti quello stupido pulsante ed attesi una risposta. "Tuuu...Tuuu..." sembravano un'infinità quegli squilli strazianti. Ispirai un'altra boccata di nicotina e mi preparai a parlare - a non balbettare goffamente.
-Chi è?- finalmente rispose, con la sua solita voce che mi metteva sempre una strana allegria.
"Sono io, Gwen." ribattei scompigliandomi nervosamente la chioma corvina e nera. "Mi sono persa." spiegai ironicamente, facendolo ridere all'improvviso strafottente.
-Scusami, dovevo immaginare che sarebbe successo. Ora sono per strada, tu sai dirmi dove ti trovi?- domandò poi placando le sue interminabili risate; sembrava molto paziente e divertito dalla situazione.
"In un parco giochi, credo.." gli informai un po' insicura del luogo, guardandomi intorno in cerca di un punto di riferimento che avrebbe potuto conoscere.
-Vicino a qualcosa? Cioè, ad un centro commerciale, o un grattacielo in particolare...- continuò cercando di capire il punto preciso dove potessi essermi cacciata; poverino!
"Sono accanto a..." scrutai il circondario. "...Un sasso. Bianco!" scoppiò a ridere fragorosamente, cosa che avevo dedotto potesse succedere. Accennai un sorriso ebete, buttando la cicca consumata a terra. "Non mi troverai mai." ipotizzai quasi con tono di sfida.
Restò in silenzio.
-Sei cambiata molto...- mormorò sospettosamente ma con una nota di nostalgia che mi lacerava il cuore.
"M-ma..Come-" "Che fine hanno fatto quelle meravigliose ciocche blu?" continuò dolcemente. Sgranai gli occhi restando a bocca aperta. Il ragazzo riattaccò, lasciandomi immersa in una confusione totale.
"Ma come fa a saperlo?" pensai tra me e me ad alta voce, e ad un tratto tutto divenne buio; due calde mani mi avevano coperto gli occhi agitandomi dalla sorpresa inaspettata. La voce non voleva uscire fuori, per cui la figura misteriosa dietro di me fu obbligata a parlare per prima.

"Indovina chi sono?"

Quella voce, quella voce così maliziosa e riconosciuta perfettamente...
"Scott..." sussurrai stupita, sorridendo appena il ragazzo mi ebbe tolto i palmi dalla faccia con un ghigno. Mi alzai dalla panchina e mi girai verso di lui, ricevendo un improvviso abbraccio necessario a tutti e due da mesi.
"Pensavo fossi morta..." ammise Scott ad un soffio dal mettersi a piangere come un bambino, insolito per lui.
"S-Scott..." io invece, come al solito, mi lasciai andare con le lacrime, stringendolo ancora di più. "Mi sei mancato..."

E che ti importa se un abbraccio ti rompe le costole se ti aggiusta il cuore?

"Anche tu..." affermò a fior di labbra, sciogliendosi dalle mie braccia.
"Devo raccontarti tante cose..."dissi guardandolo negli occhi mentre mi asciugavo con la manica della camicia le gote bagnate di lacrime.
"Me le dirai dopo, c'è tempo." sorrise, accarezzandomi dolcemente la guancia. "Oh Gwen. Quando la smetterai di fumare?" mi rimproverò ironicamente, annusandomi i capelli. Quanto era premuroso e...stupido.
"Avevo smesso ma..."

"Tu fumi?" chiese tranquillamente, riportando la sua Marlboro davanti le labbra.
"Ai tempi dell'adolescenza...Ora è da qualche anno che ho smesso." risposi, sorridendo al pensiero dei vecchi ricordi di quando ero una sedicenne ribelle.
"Ti va un tiro?"
Accettai con un cenno della testa.


Colpa di Geoff!
"...Non sono riuscita a trattenermi..." conclusi la mia scusa con falsa innocenza, cacciando due sigarette dal pacchetto bianco e nero. "Allora...Ho saputo della tua abilità con gli aerei..."

***

"Lo hai trovato?" domandò acida l'asiatica appena ebbi messo piede nella stanza d'Hotel affittata dai ragazzi durante la mia assenza. Per trovarli ci volle circa un'ora, ma grazie a Scott riuscii a non perdermi tra i grattacieli immensi di Chicago.
"Sì." ribattei secca anch'io, facendo spazio al rosso alle mie spalle. I presenti restarono a bocca aperta, un in particolare.
Mi sedetti sul divano rosso in pelle lucido accanto al signorino irritato, ovvero Duncan, mentre Scott si accomodava sulla poltrona proprio davanti a noi. Il punk mi cinse i fianchi sotto gli occhi del rosso, avvicinandomi a sé.
"Dunque, Scott." si fulminarono con lo sguardo. "Quanto costerebbe questo noleggio?" chiese quasi stuzzicandolo, ma Scott non si fece abbindolare.
"Pff, prima devo sapere chi siete tu e quel biondino." ordinò senza pretese riducendo gli occhi a due fessure, estremamente contrariato all'idea di portare a bordo del suo elicottero due sconosciuti.
"E lo saprai. Io sono Duncan, il fidanzato di Gwen." accontentò nervosamente il rosso, dandomi anche un leggero bacio sulle labbra visibilmente non ricambiato - di certo davanti a Scott non avrei permesso nessun tipo di contatto amoroso con Duncan. Il ragazzo corrugò lo sguardo, per poi ritornare serio per continuare ad ascoltare il suo prossimo nemico. "E lui è un nostro amico, Geoff." concluse il punk, indicando il biondino che insieme ad Heather ascoltava attentamente il discorso; sapevo che tutti e due avevano inteso che Duncan stesse esagerando, ma Heather sembrava stesse godendo sadicamente.
"Devo parlare con Gwen." obbiettò Scott lanciandomi uno sguardo abbastanza severo e in cerca di spiegazioni. Mi prese per un braccio ma fu immediatamente bloccato dal punk autoritario.
"No." replicò minaccioso alzandosi davanti a me, mentre stringeva ancora il polso del rosso. "Duncan." lo richiamai infastidita dalla sua reazione, attirando la sua attenzione; mi guardò contrariato, ma ciò che poté fare fu lasciare la presa, permettendo a Scott di portarmi fuori.

Appena la porta fu chiusa alle nostre spalle, il rosso iniziò a spiegarsi aumentando sempre di più i sospetti nei nostri confronti.
"Dove li hai conosciuti?" domandò a braccia conserte acidamente.
"Io...beh, li ho c-conosciuti al...al compleanno di..." "Gwen, dimmi la verità." mi interruppe battendo un piede a terra; abbassai la testa, costringendolo a spiegare la sua tesi accusatoria. "Loro sono dei ladri!" alzò la voce scioccato. Non risposi, continuando a sfuggire allo sguardo del ragazzo.
"Io vado lì dentro e li-" "No!" lo strinsi tentando di bloccare il suo pugno intento a sfondare la porta. "Ti spiego tutto, basta che resti calmo..."
"Ti hanno rapita? TI STANNO MINACCIANDO?!" "No, Scott. Non mi hanno rapita..." Ottenni una sua occhiataccia "Dopo essere fuggiti dalla polizia mi hanno permesso di andarmene ma..." "MA?!" "Mi ero già affezionata a loro e...volevo andare via da New York..." 
Non fiatò. Rimase immobile a riflettere su quella paradossale situazione e sulle mie immature decisioni.
"E' impossibile! La Gwen che conosco io non si fiderebbe mai di due sconosciuti, per di più due ladri..." mormorò cercando di farmi ragionare.
"Ci sono stati diversi episodi che mi hanno permesso di fidarmi." risposi sicura; sbuffò, arrendendosi alle mie ragioni, o forse no. Corrugò lo sguardo, allontanandosi dalla camera d'albergo.
"Tra due ore sul tetto del 311 South Wacker Drive. Heather sa dove si trova, quindi non ti perderai." si congedò, lasciandomi un tenero bacio sulla fronte. Entrai in stanza, con la consapevolezza che non sarebbe stato facile dimenticarmi della nostra storia passata.

 
---->Angolo dell'autrice<----

Ma ciaaao! :D 
Scusate il ritardo, non ho avuto nemmeno un po' di tempo per aggiornare, ma ora eccomi qui!^--^
Volevo ringraziare tutti quelli che mi hanno sempre seguita e recensita, in particolare dedico il capitolo a:
zoey_gwen, _stella_2000, Tiziadarky00, Dalhia_Gwen e Lexy Angels!:3
Un bacio, e recensite!^^

gwuncan99
  
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