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Autore: Simonne Lightwood    28/03/2014    6 recensioni
PRESUNTA PRIMA PARTE DI COHF, incentrata sul ritorno dei Malec. Una riappacificazione che però avverrà nel più inatteso dei modi.
Un pericolo incombe sui figli di Lilith, minacciando la vita di Magnus. E se neanche i suoi poteri gli fossero d'aiuto questa volta? E se Alec , il suo ormai ex fidanzato, fosse l'unico in grado di salvarlo dalla crudeltà di Sebastian?
Genere: Azione, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Magnus era sdraiato sul suo letto, avvolto in un pesante piumone invernale. Era una notte di novembre particolarmente fredda, e lo Stregone non riusciva ad addormentarsi. 
Protese un braccio verso il comodino accanto al letto, prendendo il telefono per controllare l'ora. Erano le 4.11 del mattino. Magnus sbuffò, infastidito, rimettendo a posto il cellulare. Ormai era era diventata una routine. Dal giorno in cui aveva detto addio ad Alec, nella metropolitana abbandonata di City Hall, non riusciva a darsi pace. 
Andava a letto con la speranza di prendere sonno almeno per un paio di ore, ma ogni suo tentativo si dimostrava inutile. Ogni volta che chiudeva gli occhi, nella sua mente riappariva l'espressione affranta dipinta sul volto di Alec, mentre lo pregava di dargli un'altra possibilità, le sue labbra calde sopra le proprie, mentre lo baciava un'ultima volta, sotto lo strano bagliore della Stregaluce del Nephilim. Come se questi pensieri non lo stessero tormentando abbastanza, lo Stregone ricordava le parole che lui stesso aveva pronunciato, quel giorno. ''Aku cinta kamu'' aveva detto. Forse dire ''ti amo'' ad una persona poco prima di lasciarla non era esattamente la cosa giusta da fare. Ma Magnus non era riuscito a trattenersi: quelle tre parole erano uscite dalle sue labbra in un modo così spontaneo, che quasi lo spaventava. Questa, però, era l'amara verità. Magnus Bane - uno dei più potenti Stregoni, un uomo con secoli di vita, amori e delusioni alle spalle - non riusciva ad accettare il fatto di aver perso Alexander Lightwood per sempre, sebbene fosse stato lui a lasciarlo. 
Si alzò dal letto, dirigendosi verso la cucina per un bicchiere d'acqua, quando vide il Presidente Miao zampettare verso la porta d'ingresso del loft. Il gatto iniziò a miagolare con insistenza, graffiando la porta con i suoi minuscoli unghie artigli. Magnus si diresse verso il micio, guardandolo con stupore. Il Presidente non si comportava mai in quel modo.
E poi lo sentì.
 Il debole suono di passi che si avvicinavano si stava facendo sempre più forte. Erano passi pesanti e coordinati, appartententi ad almeno tre persone.
Lo Stregone non fece in tempo ad iniziare un incantesimo di difesa attorno all'appartamento, che la porta venne buttata giù con un sonoro tonfo. Il gatto sgattaiolò via, spaventato, nascondendosi sotto il tavolo della cucina. 
Fu allora che li vide. 
 Tre alti uomini che indossavano tenute da combattimento color rosso scuro, si stavano avviando a grandi passi verso di lui. I loro occhi neri scintillarono nel buio, mentre un sorriso maligno si formava sulle labbra del più alto tra i tre. 
-Figli di Raziel- disse Magnus, cercando di mantenere la calma -O forse dovrei dire figli di Lilith, per quanto strano possa suonare- tra le dita dello Stregone iniziarono a formarsi scintille azzurre, mentre parlava. -Cosa ci fate qui, nel mio loft in piena notte?- 
Una figura incappucciata si fece avanti, camminando con passi aggraziati verso Magnus. Nonostante il suo volto fosse coperto, quel personaggio suscitava uno strano senso di familiarità nello Stregone. Poi, con un gesto rapido, si abbassò il cappuccio della tenuta rossa, mostrando il viso e facendo sobbalzare Magnus.
In piedi, davanti a lui, c'era Amatis Herondale, con i capelli scuri scompigliati un'espressione divertita dipinta in volto. 
-Magnus Bane - disse la sorella di Luke, in tono cantilenante -Vedo che i tuoi amichetti Nephilim sono riusciti a salvarti, dopo la battaglia ai Sette Siti Sacri. Il nostro signore sarà molto contento di vederti. - 
Detto ciò, la Cacciatrice fece un gesto con la mano agli uomini dietro di lei, che giacevano immobili osservando la scena. Poi uno degli Shadowhunters di mosse verso di lui, portandosi una mano alla cintura. Il figlio di Lilith reagì d'istinto, lanciando una palla di fuoco verde verso di lui, ma l'uomo - con un gesto rapido solo come quelli di Sebastian - lo schivò, lasciando Magnus di stucco. 
Mentre lo Stregone inziava a formarne un altra, sentì qualcosa premere contro il suo naso e la sua bocca. Si trattava di un fazzoletto di stoffa bianco, impregnato di un'odore nauseabondo. Magnus si sentì improvvisamente impotente, sentì le forze che lo abbandonavano mentre Amatis diceva qualcosa agli uomini, ma lo Stregone non riusciva a capire cosa. Le sue palpebre si chiusero, mentre sentiva uno degli Shadowhunters alzarlo di peso e caricarlo sulla spalla. 
E poi più niente.
 Il figlio di Lilith sprofondò in un profondo sonno che lo avvolse come un abbraccio.

Jace era stravaccato su una pila di cuscini, sparpagliati sul suo letto perfettamente rifatto, con un libro sulle ginocchia. Il biondo però, non riusciva a concentrarsi sulla lettura, e la vecchia copia di Great Expectations era rimasta aperta sulla stessa pagina da più di mezz'ora.
La sera prima era andato a caccia di demoni con Clary e Isabelle, al Pandemonium, e avevano fatto tardi. Stranamente, la presenza demoniaca era più intensa del solito. Nella discoteca scovarono ben cinque Eidolon: demoni mutaforma con semblianze umane. 
Inizialmente, aveva pianificato di andare a caccia da solo, ma Isabelle, dicendo di annoiarsi all'Istituto senza niente da fare, aveva deciso di unirsi a lui. Clary aveva insistito per andare con loro e Jace stava per risponderle che sarebbe stato più tranquillo se fosse rimasta a casa, al sicuro, ma poi aveva deciso che non ne sarebbe valsa la pena: Cercare di covincere Clary Fray a non fare qualcosa di pericoloso era come cercare di uccidere un demone Shax con uno stuzzicadenti. Il Nephilim, inizialmente, fu sorpreso di vedere quella ragazza minuta con i capelli rossi e le lentiggini decapitare due dei cinque demoni, poi si diede mentalmente dello stupido. A volte si dimenticava di quanto fosse cambiata Clary da quando l'aveva conosciuta. Si dimenticava di quanto fosse diventata forte, coraggiosa e sicura di sè quella ragazza per cui aveva perso la testa sin dal primo momento in cui l'aveva vista.
I suoi pensieri furono interrotti proprio da Clary, che si trovava in piedi accanto al letto di Jace e lo guardava con un'espressione un po'impaziente. 
-Terra chiama Jace - disse Clary, sventolandogli una mano davanti agli occhi. 
-Clary! Da quanto tempo sei qui? Stavo pensando ad una cosa, non ho ti ho vista entrare, mi dispiace - si scusò Jace, leggermente imbarazzato. 
-Posso sedermi? - chiese lei, indicando il letto su cui era seduto il suo ragazzo. 
-Certo, vieni pure - disse il biondo, spostandosi per farle spazio nel letto.
-E' da cinque minuti che stavo bussando, alla fine sono entrata e ti ho visto fissare il vuoto. A cosa stavi pensando?-
Jace le cinse le spalle con un braccio, avvicinandola a sè. -A ieri sera - disse  -Al fatto che hai ucciso quegli Eidolon come se stessi facendo una passeggiata in Central Park - le rivolse un sorriso sghembo, che gli illuminò il viso come un raggio di sole.
-Oh - Clary sembrò sorpresa - Mi alleno da qualche mese ormai, mi sembra normale riuscire a fare certe cose. Sono una Cacciatrice ora. -
-Sei migliorata molto - osservò Jace -Quando ti ho conosciuta non sapevi nemmeno come tenere una Spada Angelica. - ridacchiò e Clary gli diede un colpetto scherzoso sul braccio. Lui avvicinò il proprio viso al suo e la baciò. Fu un bacio dolce, a fior di labbra.
-Ieri Alec non è venuto con noi, ultimamente è così strano, non esce mai con noi e non ha un bell'aspetto.. ne sai qualcosa? chiese la ragazza, dopo essersi staccata da Jace.
-Non so cosa gli stia succedendo in questi giorni, lui non vuole parlarmene. Ma probabilemente ha a che fare con Magnus. E' da una settimana che non va a trovarlo, e prima si era praticamente trasferito nel suo loft.-
-Povero Alec, mi dispiace per lui. Dopo tutto ciò che è successo ultimamente - la questione di Sebastian, gli Shadowhunters oscuri, Robert che non è ancora tornato - ci mancava solo un litigio con Magnus. Forse dovresti andare da lui, invitarlo ad allenarsi con te o qualcosa di simile per distrarlo, senza chiedergli cos'è successo.. forse..- Clary non fece in tempo a finire la frase perchè fu interrotta dalla vibrazione del suo telefono. 
-Scusa - disse lei, tirando fuori il cellulare dalla tasca del cappotto di velluto verde, regalatole da Luke -è mia madre -
Jace le fece un segno di non preoccuparsi e lei rispose.
 -Pronto, mamma? - ci fu una pausa - Ah si? Di cosa si tratta? - seguì un'altra pausa. -Va bene, tra venti minuti sono a casa. - detto questo, riattaccò e si rimise il telefono in tasca.
Jace la guardò con un'espressione interrogativa. 
-Era mia madre - spiegò Clary - ha detto che Luke ha qualcosa per me. - 
-Se devi andare, vai pure - disse Jace -ma domani ci incontriamo qui alle 9.00 per l'allenamento e a pranzo ti porto in un posto che ti piacerà. - 
Clary sorrise, strinsè a se il Nephilim e gli diede un bacio a stampo. 
-Mi piace come idea. - disse entusiasta - A domani allora. - Dopo aver salutato il ragazzo, si avviò verso la porta. 
Jace si alzò in piedi -Vuoi che ti accomagni? - 
Clary si fermò. -No, tranquillo. Ma pensa ciò che ti ho detto, riguardo ad Alec. - Gli sorrise un'ultima volta, poi uscì dalla stanza, scomparendo dalla vista di Jace. 


Alec era nell'armeria e stava osservando la varietà di armi appese alle pareti di cemento, rigorosamete bianche. Dopo la battaglia in Irlanda, molte armi erano andate perse o rotte. Alec, dalla cima della roccia dalla quale stava colpendo gli avversari, aveva visto uno degli uomini di Sebastian spezzare in due una Spada Angelica come se fosse fatta fatta di legno, anzi che di Adamas, il metallo angelico incredibilmente resistente. L'Istituto si era quindi rifornito di armi nuove. Pugnali, spade, coltelli, lame dei serafini e persino mazze e asce decoravano le pareti della stanza.
Alec aveva fatto di tutto per distrarsi, quel giorno. La sera prima aveva rifiutato l'invito di Jace, Clary e Isabelle di unirsi a loro ed era andato a letto presto. 
La mattina dopo, di conseguenza, si era svegliato prima del solito. Ancora prima di aprire gli occhi, il Nephilim aveva sentito una strana sensazione nel petto, ma non riusciva a capire di cosa si trattasse. Aveva cercato di non farci caso e provato a distrarsi. Si era allenato per un paio d'ore, aveva dato da mangiare a Church, aveva messo in ordine di grandezza le spade dell'armeria e si era persino messo a leggere il primo libro che aveva trovato in Biblioteca: Il ritratto di Dorian Gray, di Oscar Wilde, un racconto cupo come il suo umore. Il libro aveva le pagine ingiallite e l'inchiostro sbiadito dal tempo. Doveva avere qualche decennio, pensò Alec. Sull'ultima pagina, in una calligrafia elegante, c'era scritto un nome: Matthew Fairchild.
 Il Nephilim era talmente concentrato nel tentativo di scacciare quella brutta sensazione che si accentuava sempre di più nel suo petto, che non si chiese nemmeno cosa ci facesse un libro appartenente a qualche antenato di Clary nella Biblioteca dell'Istituto. 
Alec si mise una mano sul cuore, e lo sentì battere più forte del dovuto. Cosa stava succedendo? A questa domanda non riusciva a trovare una risposta. 
Ma ne era quasi sicuro: Magnus c'entrava qualcosa.
Quando Jace era in pericolo, Alec lo sentiva. Sentiva un dolore partire dall'avambraccio, dov'era incisa la runa parabatai, e diffondersi nel resto del suo corpo. Ma questa volta era diverso. Alec sentiva il dolore partire direttamente dal petto ed espandersi, senza dargli tregua. 
Non ce la faceva più. Aveva preso una decisione: sarebbe andato a casa di Magnus a vedere se tutto era a posto. 
In quel momento non gli importava il fatto che lo Stregone lo avesse lasciato, dicendo di non volerlo vedere mai più. Gli importava solo di avere la consapevolezza che una delle persone più importanti della sua vita non fosse in pericolo. 
Senza nemmeno accorgersene, aveva indossato la tenuta da cacciatore, appeso due spade angeliche alla cintura e si stava tracciando sulla pelle le rune: una runa fortis, una dell'agilità, una della velocità, una di silenzio e una runa dell'equilibrio comparvero sulle sue braccia e sul petto scolpito.
Si diresse verso la porta dell'Istituto, e quando fu sul punto di aprirla, venne colto da un dubbio.
E se in realtà fosse tutto un frutto della sua immaginazione? Se Magnus fosse sano e salvo a casa sua? Se stava usando la scusa della strana sensazione solo perchè doveva avere un motivo per presentarsi a casa di Magnus?
No, non era possibile. Alec ne era certo, c'era davvero qualcosa che non andava.
Il Nephilim fece un respiro profondo e si chiuse la porta alle spalle.

''Forse dovresti andare da lui, invitarlo ad allenarsi con te o qualcosa di simile per distrarlo, senza chiedergli cos'è successo.. '' gli aveva suggerito Clary. 
Jace decise di seguire il suo consiglio e si incamminò verso la camera di Alec. Bussò un paio di volte e, quando non ci fu risposta, aprì la porta, trovando la stanza vuota. Decise allora di andare in Biblioteca, dove però trovò solo Maryse, intenta a leggere una lettera. Entrò nell'armeria, poi nella sala degli allenamenti e le trovò entrambe vuote. 
Cosa stava succedendo? Alec non usciva dall'Istituto da cinque giorni e ora era sparito senza nemmeno avvisare?
Dopo un attimo di esitazione, Jace decise di lasciar perdere: conosceva il suo parabatai e sapeva che non era come lui. Non si sarebbe mai cacciato nei guai intenzionalmente.




ANGOLINO DELL'AUTRICE
Salve, popolo (?) inanzitutto, ci tengo a dire che questa è la mia prima ff in assoluto,  quindi ho cercato di dare il massimo. Questo capitolo è venuto più lungo di quanto avrebbe dovuto, ma non me la sentivo di tagliare nessuna parte. Inoltre, non avevo intenzione di dividerlo in tre parti in questo modo, ma va beh. Ringrazio la ragazza che ha recensito la storia e spero che qualche altra buon'anima mi lasci una recenzione. :) Nel prossimo capitolo ho intenzione di inserire un nuovo personaggio, che metterà sottosopra l'esistenza dell'intera famiglia Lightwood. Detto questo, vi saluto, mondani.
-Simo
  
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