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Autore: Hatsumi    06/07/2008    2 recensioni
Londra, Inizio '900. William e Ravi sono due bambini, uno inglese, uno indiano, un padrone ed un servo: un'amicizia destinata a durare ... Un sentimento che muterà negli anni, che acquisirà forza, che supererà bariere ed ostacoli... di anno in anno fino ad una data: 1915 ... NB Ho dato un rating alto perchè con lo sviluppo della storia i temi si fanno delicati^^
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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La lettera

8 anni.
Erano passati otto anni dall’arrivo di Ravi in casa Munro.
Ormai i due bambini erano cresciuti, avevano entrambi quattordici anni.

William era diventato se possibile ancora più bello, era più alto ma non molto. I tratti del suo viso erano sempre molto delicati e femminei, nonostante risultassero visibili i segni della crescita. I suoi capelli biondi avevano assunto un colore dorato che aveva rimpiazzato il bianco albino dell’infanzia ed erano lunghi fino a due centimetri sotto le spalle.

In quanti a Ravi, il cambiamento era sorprendente. Era diventato molto alto e si era irrobustito. Da due anni aiutava lo stalliere a sposare i carichi pesanti, le sue braccia e le sue gambe erano divenute piuttosto muscolose per la sua età. I tratti del suo viso si erano fatti ancora più marcati; all’apparenza era un perfetto diciottenne, nessuno avrebbe mai detto che avesse solo quattordici anni. Complice dell’inganno era anche la voce, che aveva perso il suo tono dolce e fanciullesco e aveva assunto una sfumatura adulta e profonda.

Durante quegli anni l’amicizia tra Ravi e William si era fatta sempre più solida. Tranne per le lezioni di William e i suoi corsi di poesia, i due facevano ogni cosa insieme. Ravi aveva insegnato a William a cavalcare, spesso i due passeggiavano a cavallo per il piccolo bosco retrostante la villa.

-Se sapessi disegnare, farei un quadro di te in questo momento Will.

Disse Ravi, osservando verso l’alto l’amico seduto su un robusto ramo d’albero, intento a leggere.

-Ravi! Mi hai spaventato! Credevo fossi Margareth! Sali dai!

Ravi salì immediatamente raggiungendo l’amico.

-Cosa legge di interessante il piccolo conte oggi?

Domandò, cercando di scorgere la copertina. Sfortunatamente Ravi non aveva mai imparato a leggere bene. Nonostante sapesse esprimersi adeguatamente, per essere un servo, faticava molto nella lettura.

- Amleto. Il mio maestro mi ha consigliato di leggerlo. Dice che ne potrei trarre insegnamenti utili.

Ravi arricciò il naso.

-E di cosa parla?

-Di vendetta, di assassinio, di amore morboso, di sete di potere …

Ravi sorrise.

-Che c’è da sorridere?

Domandò William incuriosito.

-Niente. Ti vedo bene come protagonista. Il giovane conte che combatte per possedere il castello.
-Già … un castello governato da un sovrano assente …

Disse William malinconico.

-Scusa Will non volevo.

Si scusò Ravi. Quella sua affermazione aveva ricordato a William di suo padre. L’uomo non era più tornato a casa dopo il mattino di sette anni prima, nemmeno aveva mandato una lettera o aveva fatto una telefonata. Inoltre aveva smesso di mandare a casa servi. William era convinto che non sarebbe mai più tornato.

-No Ravi non è nulla. Non dovrei nemmeno più pensarci …

Ravi voleva cercare di sollevare il morale all’amico, propose quindi un’attività che sicuramente non avrebbe rifiutato.

-Piccolo conte, non sopporto vederti triste! Andiamo al lago ad osservare i pesci, ti va?

William sorrise. E annuì.

Una volta arrivati al lago William si buttò sull’erba, sbuffando.

-Non dovevamo guardare i pesci?

Chiese Ravi.

-Si, magari più tardi. Sdraiati vicino a me.

Ravi obbedì.

-E’ bagnata l’erba … ti sporcherai il vestito Will!

William chiuse gli occhi.

-Non mi interessa Ravi. Non mi interessa di niente. Sai, al catechismo settimana scorsa ci hanno parlato di morte …

William frequentava ogni domenica mattina il catechismo alla chiesa cattolica in un piccolo paesino di campagna, poco lontano da casa. Ravi naturalmente non poteva partecipare a quei corsi essendo un servo e professando una diversa religione.

-Morte?
-Si. Di cosa c’è dopo, di cosa si prova, del perché si muore e … cose così.

Ravi era incuriosito dal discorso.

-Spiega.

William aprì gli occhi e si mise di fianco per osservare meglio l’amico.

-In pratica, se vai a messa ogni giorno, se resti casto fino al matrimonio, se non bevi, non fumi non commetti altri peccati impuri e fai carità ai poveri e ai bisognosi hai aperte le porte del paradiso. Una volta morto il tuo spirito torna a Dio che è … da dove è arrivato, secondo la religione. Se invece fai tutte quelle cose vai all’inferno e sei condannato per l’eternità ad un’eternità di sofferenze.

Ravi rise.

-Praticamente se vuoi andare in paradiso dopo la messa devi rinchiuderti in una stanza e non fare assolutamente nulla!

Anche William rise.

-Si, qualcosa del genere. Se è veramente così, nessuno in Inghilterra è destinato al paradiso.

Nessuno dei due ragazzi parlò per circa due minuti. Il primo ad aprir bocca fu William.

-Ravi, cosa dice la tua religione sulla morte?

Ravi ci penso.

-Uhm … non lo so Will. Mia madre e mia sorella mia hanno detto qualcosa ma sai io sono un mulo. So solo che ci reincarniamo. A seconda delle azioni che facciamo rinasciamo in qualcosa di più o meno sacro …

William spalancò gli occhi.

-Davvero Ravi?

Il ragazzo annuì.

-Per quello che mi ricordo, deve essere così più o meno.

William era strabiliato, non aveva mai sentito nulla di simile.

-Oh … raccontami dell’altro ti prego!

Chiese, desideroso di sapere sempre di più. Ravi sorrise. Gli piaceva osservare l’espressione estasiata e incuriosita di William. Aveva qualcosa di eternamente infantile, era come se in qualche modo tornasse il bambino che aveva conosciuto otto anni prima quando assumeva quell’atteggiamento.

-Will non so che altro dirti!

William sbuffò.

-Che noia Ravi!

Ravi scoppiò a ridere.

-Dai Will, lo sai bene che sono stupido. Ti ho già detto tutto ciò che conosco piccolo conte! La tua sete di sapere mi ha prosciugato, lo sai?

William si offese per l’affermazione di Ravi, sapeva di essere piuttosto curioso e insistente certo però non gli piaceva che glielo si facesse notare.

-Come sei permaloso oggi!

William non rispose all’affermazione.

-Dai, forse ho da dirti qualcosa che non ti ho mai detto. Lo sai, qual è il significato del mio nome?

William riprese interesse.

-No ma … ho sempre voluto chiedertelo!

Ravi sorrise, era felice di aver trovato qualcosa che ancora William non gli aveva chiesto.

-Sole.

William spalancò gli occhi sbalordito.

-Sole? Il sole? Hai un nome così … altisonante? Cioè, importante?

Ravi annuì.

-Si. Dovrei essere luminoso e splendente come il sole. E’ per questo che mi hanno chiamato così. Ravi è un nome nobile. Lo sai?

William era felice di quella nuova scoperta.

-Oh … Ravi! Dovevi dirmelo prima! Io … in un certo senso è come se già l’avessi saputo!

Ravi storse il naso

-Ah si? E come?

William sospirò.

-Perché eri già il mio sole molto prima che mi dicessi cosa significa il tuo nome! Fai sempre di tutto per farmi felice e ci riesci. Come il sole, mi riscaldi e poi … mi regali sempre un sorriso. Si, se dovessi attribuirti una parola userei “sole”. Ravi uguale sole.

Ravi scoppiò a ridere.

-William! Ti sei lasciato trasportare!

I due ragazzi rimasero sdraiati sull’erba a parlare finché il sole non calò.
Il primo ad alzarsi fu Ravi.

-Il sole è calato. Dobbiamo tornare a casa … domani devo andare in centro con lo stalliere a prendere degli attrezzi.

William non aveva intenzione di alzarsi.

-Non possiamo restare solo un altro po’?

-No Will. Margareth si arrabbierebbe con tutti e due.

Will sbuffò.

-Devo sempre fare ciò che dice Margareth. Eppure dovrei averla una madre …

-E’ lei che comanda Will. Su alzati.

William allungò un braccio verso Ravi.

-Tirami su.

Ravi sbuffò, poi allungò il suo braccio verso quello di William, rapido il ragazzo lo afferrò trascinando Ravi a terra e facendolo cadere proprio addosso a sé. I due erano faccia a faccia, si guardarono dritto negli occhi, i loro visi quasi si sfioravano.

Nessuno dei due ebbe il coraggio di dire una parola. Rimasero pochi istanti in quella posizione senza dire nulla, quegli istanti parvero ad entrambi interminabili.

-Dobbiamo …

Abbozzò Ravi, senza idea di come finire la frase.

I loro sguardi erano più intensi che mai, gli occhi dell’uno si riflettevano in quelli dell’altro. Erano imbarazzati dal quell’insolita posizione eppure, nessuno dei due mostrava il desiderio di muoversi.
Ad interrompere quel momento di imbarazzo inaspettato fu una voce, ben nota a entrambi.

-Signorino William! Signorino William siete nel bosco?

Era Margareth. Rapido Ravi si alzò dal petto di William onde evitare fraintendimenti da parte della governante che stava affannosamente avvicinandosi ai due ragazzi.

-Oh eccovi! Signorino! Che fate sdraiato a terra?! Alzatevi subito per favore!

William rivolse lo sguardo verso Ravi il quale pareva far di tutto per evitare di incrociare di nuovo il suo.

-Tu! Non stare lì impalato dai una mano al signorino ad alzarsi! Buono a nulla che non sei altro!

Urlò la governante a Ravi, il quale porse di nuovo il braccio a William voltando praticamente il viso dalla parte opposta al ragazzo.

-Oh guardate la vostra camicia signorino! E’ tutta sporca! Venite, dobbiamo cambiarla subito!

William osservò Ravi, ancora impegnato per evitare il suo sguardo.

-Signorino! Vi ho detto di seguirmi per favore!

Ripeté Margareth piuttosto infuriata.

-Si … io … arrivo … adesso.

Rispose William con tono vago.

-E’ meglio che l’ascolti. Vai!

Suggerì Ravi, senza guardare William nemmeno per un istante.

-Va … va bene! Ci vediamo domani quindi? Dopo le lezioni? Vieni tu?

Margareth era sempre più infuriata e impaziente.

-Signorino William! Venite subito!!

Urlò.

-Vai Will. Ci vediamo domani.

William seguì la governante, la quale per il tragitto dal bosco all’ingresso non smise di lamentarsi del suo comportamento e del suo quotidiano bighellonare insieme a Ravi. Nonostante ciò, William, non sentì una parola di quello che la donna disse, al posto delle parole sentì un insopportabile ronzio, un fastidioso rumore che faceva da sottofondo ai suoi pensieri.

-Lo sapete almeno che giorno è oggi signorino?

Chiese la donna.

-Signorino?!

William scosse il capo quasi volesse scacciare, con quel gesto, tutti i suoi pensieri.

-Come dici Margareth?

La donna ripeté la domanda, con tono seccato.

-Ho chiesto se sapete che giorno è oggi.

William ci pensò.

-Ma certo si! E’ il compleanno di mia madre.

La donna annuì sollevata.

-Per fortuna non ve ne siete dimenticato! Per l’occasione oggi cenerete insieme, per questo vi consiglio di andare in fretta a cambiarvi e non mostravi a lei conciato in quel modo. E ricordatevi di farle gli auguri.

William annuì e andò in fretta a prepararsi per la cena. Erano anni che non aveva il piacere di cenare con sua madre, di solito la donna cenava fuori e al ragazzo toccava consumare i suoi pasti da solo.

-Buon compleanno madre!

Esclamò sorridente William, entrando nella sala da pranzo dove la madre lo aspettava già seduta.

-Grazie mio caro William.

Rispose la donna, restituendo un sorriso altrettanto brillante.

-Mi fa piacere che abbiate deciso di cenare con me questa sera.

Affermò il ragazzo, sedendosi nel posto di fronte alla madre.

-Anche a me tesoro.

William sospirò.

-Mi chiedo comunque se veramente non abbiate avuto progetti per questa sera, madre. Non dovete incontrare qualche vostra, come dire “amica”, questa sera?

William era consapevole che sua madre trascorreva le sue notti a casa di un uomo. La notizia circolava ormai da tempo sulla bocca delle donne della servitù, le quali molto sfacciatamente si permettevano di commentare il fatto e aggiungere i particolari più svariati.

Circolavano ben tre versioni diverse, per quanto riguardava l’identità del misterioso amante della donna.

La prima lo identificava come un conte giovane ed avvenente, forse proveniente dall’Irlanda, il conte Arthur Mc Finnely, conosciuto ad una serata di beneficenza.

Nella seconda versione, l’amante, era un vecchio amico della contessa, un compagno della scuola domenicale incontrato proprio un mattino ad una funzione. Il nome di questo potenziale amante era Christopher Wallace.

Infine l’ultimo e più probabile dei tre, era un amico di vecchia data del marito, Charles Witton, per la quale la donna aveva mostrato sempre un evidente attrazione.

-No William. Oggi … sono tutta tua.

William sorrise maliziosamente.

-Vi ringrazio per la gentilezza allora …

La cena trascorse in silenzio e durò circa quaranta minuti. Non appena entrambi ebbero terminato di cenare, William si alzò.

-Bene madre. Sono le otto ormai, vi lascio alle vostre faccende e vado nella mia stanza. Sono impegnato in una lettura piuttosto interessante e ..

Non fece in tempo a terminare la frase poiché la donna lo interruppe.

-Aspetta un istante William, per favore.

Disse.

-Non sono stata del tutto onesta con te. Per favore, siedi di nuovo. Ho bisogno di parlarti.

William obbedì e tornò a sedersi al suo posto.

-Questa mattina ho ricevuto una lettera. O meglio hai ricevuto una lettera.

William non capiva.

-Questa lettera.

La donna estrasse dalla tasca del vestito una busta bianca, ancora sigillata e la porse a William..

-“Alla cortese attenzione del Signorino William James Munro.

Recitò William, leggendo l’intestazione della busta.

-E’ tuo padre ad inviartela …

L’affermazione della donna sconvolse il giovane William il quale lasciò scivolare la busta dalle mani e guardò la madre stupito.

-Mio padre?

La donna annuì.

-Si. Non te l’ho detto ma ho avuto modo di parlare con lui in questi ultimi tempi riguardo ad una questione che tiene a cuore a quanto pare. E’ tutto spiegato in quella lettera. Vorrei tu la leggessi e poi, una volta fatto, venissi a parlare con me.

William era paralizzato. Cosa poteva contenere di tanto importante quella busta?

-E quale sarebbe questa “questione importante”?

-Non te lo posso dire. Devi leggere quella lettera per sapere di che si tratta. Fallo al più presto possibile.

... Continua ...

"Ed eccomi ancora qui! Quarto capitolo per la mia storia. Cavolo, è la prima volta che posto una storia di tanti capitoli (di solito quelle lunghe rimangono ad ammuffire nel mio pc^^ ) e beh solo un commento per capitolo. Colgo l'occasione per ringraziare ancora una volta Red Robin per il suo commento sempre puntuale^^
Allora ... avevo detto che c'avrei messo di più a postare invece no. Questo perchè questa settimana ho lavorato molto alla storia e sono arrivata al 6 capitolo (voglio l'applauso xD). Quindi manterrò puntualità per almeno altre due settimane. Per il mio angolino di spam settimanale è tutto^^ A domenica prossima!!"
  
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