Cap
2
Il
treno rallentava mano a mano che si avvicinava a
loro. Forse, se avesse preso bene il tempo e lo slancio giusto, sarebbe
riuscita a non farsi eliminare ancora prima dell’iniziazione.
Scattò in avanti,
lasciandosi sfuggire un sorriso sollevato quando avvertì il
solido legno del
vagone sotto i suoi piedi. Quando il treno sobbalzò
lievemente, perse l’equilibrio
e fu solo grazie a una mano che le afferrò prontamente il
polso e la tirò verso
di sé che non cadde nel vuoto. Il contraccolpo la fece
sbilanciare in avanti e
scontrare con un petto asciutto e lievemente muscoloso, indubbiamente
maschile.
Alzò lo sguardo verso il suo salvatore, trovando a fissarla
nientemeno che il
figlio di Marcus. Doveva immaginarselo: chi, se non un Abnegante,
avrebbe
aiutato una ragazza mai vista prima?
-
Grazie … – s’interruppe, dandogli il
tempo di
presentarsi.
-
Tobias. –
-
Fiamma. –
Gli
porse una mano, sorridendo intenerita quando lo
vide corrugare la fronte come se non sapesse bene come comportarsi.
Sapeva che
gli Abneganti tendevano a evitare ogni contatto fisico che non fosse
strettamente necessario, ma vederlo con i propri occhi era tutta
un’altra cosa.
-
Stringila, è così che ci si saluta tra gli
Intrepidi. – gli suggerì.
Tobias
obbedì, trattenendole la mano il minimo
necessario e sorprendendola con la sua stretta piacevole. Era strano
come fosse
bastato quel lieve contatto per infonderle la consapevolezza che di
quel
ragazzo si sarebbe potuta fidare.
-
Un Abnegante tra gli Intrepidi è … –
-
Strano, ridicolo? –
Scosse
la testa, lasciando ondeggiare la coda scura
lungo la schiena. – No, stavo per dire inaspettato.
–
Tobias
lanciò un’occhiata intorno a sé,
passando
rapidamente in rassegna i volti del resto degli iniziati. Lo guardavano
come se
fosse uno strano esperimento o uno scherzo della natura.
-
A quanto pare non sei la sola a pensarlo. –
-
Non puoi certo biasimarci, un Rigido che lascia la
fazione non è una cosa da tutti i giorni. –
La
voce che era intervenuta era fredda, ironica, e
tradiva una punta di arroganza. Si voltarono verso il ragazzo che aveva
parlato, trovandosi davanti l’Erudito dagli incredibili occhi
grigi che aveva
catturato l’attenzione di Fiamma durante la scelta.
-
Detto da un Erudito, lo prendo come un
complimento. – replicò, impassibile.
Tobias
stava per replicare con qualcosa di brusco,
ma Fiamma si frappose tra i due, poggiando una mano sul petto di
entrambi e
allontanando l’uno dall’altro.
-
Piantatela, non ho alcuna voglia di starvi a
sentire mentre discutete su chi tra voi abbia più
testosterone in circolo. –
-
Non che ci voglia molto ad avere più testosterone
di un Rigido. – concluse, sprezzante, Eric.
Alzando
gli occhi al cielo, afferrò una mano di
Tobias e lo tirò dietro di sé verso
l’altro lato dello scompartimento. Più
distanza metteva tra quei due e meglio era.
-
Ci si vede più tardi, mild*. Rigido. –
gridò loro
dietro.
-
O magari ti sfracelli giù dal treno. –
soffiò piano
Fiamma, facendo ridacchiare Tobias.
Si
strinse nelle spalle, indossando un’aria
fintamente innocente. – Bè, che
c’è, sono stata troppo ottimista? –
Il
ragazzo scosse la testa, tacitando lentamente l’attacco
di risate che lo scuoteva.
-
È solo che non credo che riuscirò mai ad
abituarmi
alla facilità con cui voi Candidi dite quello che vi passa
per la testa. –
-
Questo è perché tu sei un Rigido. –
scherzò,
punzecchiandolo leggermente su un fianco.
Poi,
all’improvviso, il rumore stridente dei freni
annunciò che il treno stava rallentando la sua folle corsa.
Si avvicinarono al
portellone, sbirciando fuori. E così quello era il quartier
generale degli
Intrepidi, la loro nuova casa.
-
Forza, è ora di scendere. –
La
voce autoritaria dell’Intrepido che li aveva
condotti verso il treno echeggiò in tutto lo scompartimento
e diede il via alla
prima tornata di discesa.
Fiamma
afferrò la mano di Tobias, stringendola
saldamente e lasciando che fosse il ragazzo a guidarla verso
l’aria aperta.
Rotolarono sul selciato, per poi rialzarsi doloranti e leggermente
ammaccati.
-
Tutto bene? –
La
ragazza esaminò con aria critica il gomito della
camicia, che si era bucato e lasciava esposta la pelle arrossata e
leggermente
contusa. Piegò l’articolazione, venendo assalita
da un lieve senso di bruciore.
Solo un graffio, era tutto okay.
-
Stavo meglio prima, ma sono tutta intera. Tu? –
Tobias
le rivolse un’occhiata ironica, - A
meraviglia, perché non si vede? –
Risero
all’unisono, poi Fiamma tornò improvvisamente
seria e sgranò gli occhi, fissandolo con finto stupore.
-
Sbaglio o hai appena fatto una battuta, e
divertente per giunta? –
Annuì.
– Forse non sono poi così Rigido. –
Si
spazzolarono via la polvere e il terriccio dai
vestiti e seguirono il resto del gruppo verso l’ingresso.
Erano allineati uno
dietro l’altro e, da dove si trovava, Fiamma riusciva solo a
scorgere un
gigantesco buco nero.
-
Credo che dobbiamo saltare. – sussurrò, mentre
Tobias sgranava leggermente gli occhi, a tradire la sua preoccupazione.
-
Vado io. – decretò l’odiosamente
familiare voce di
Eric, che li spinse di lato e s’incamminò con aria
decisa verso il baratro.
Lo
seguirono con lo sguardo mentre si sporgeva
leggermente, come a valutarne la profondità, si lasciava
sfuggire un sospiro, e
poi si lanciava nel vuoto. Odioso e arrogante, certo, ma doveva
ammettere che
quel ragazzo aveva del coraggio.
-
Andiamo, non voglio che abbia un’occasione per
vantarsi più del dovuto. – decretò
Fiamma, marciando verso l’ingresso con
Tobias al seguito.
Saltò
per prima, chiudendo gli occhi mentre
precipitava al buio e serrando con forza i denti per impedirsi di
lasciarsi
sfuggire il seppur minimo gemito. L’impatto con la rete
elastica le fece
scattare la testa all’indietro e le intorpidì
leggermente le gambe e le
braccia. Un Intrepido, che non doveva avere che un paio
d’anni più di lei, le
rivolse un lieve sorriso e l’aiutò a rimettersi in
piedi, sostenendola
leggermente quando le gambe le tremarono. Lo osservò,
socchiudendo gli occhi
per metterlo a fuoco nell’oscurità, e si sorprese
nel notare quanto fosse
affascinante. Aveva spalle larghe e un fisico muscoloso, le braccia
erano
coperte di tatuaggi così come un lato del collo, un piercing
gli adornava il
sopracciglio destro e aveva un orecchino a forma di zanna al lobo
opposto.
Tuttavia la cosa più incredibile erano i suoi occhi; erano
di un verde talmente
privo d’imperfezioni che sarebbero tranquillamente potuti
passare per quelli di
un gatto e si sposavano alla perfezione con le ciocche corvine che gli
incorniciavano il volto dagli zigomi alti.
-
Come ti chiami? –
Vedendola
assorta, si affrettò a sussurrarle all’orecchio,
- Pensaci bene, non potrai cambiare nome una volta che
l’avrò annunciato. –
Si
era lasciata la fazione alle spalle, così come la
sua famiglia, e stava cominciando una nuova vita. Voleva un nome da
Intrepida,
qualcosa che avrebbe fatto tremare al solo sentirlo pronunciare.
-
Thanatos**. Mi chiamo Thanatos. –
L’Intrepido
sorrise con aria d’apprezzamento, - Io
sono Reaper***. –, poi si rivolse al resto dei presenti: -
Diamo il nostro
benvenuto a Thanatos. –
Un
lieve boato si alzò con sempre maggiore intensità
tra i presenti, che si aprirono in due per permetterle di passare oltre
e le
assestarono un paio di pacche vigorose.
Mentre
raggiungeva Eric, sentì la voce di Reaper che
annunciava l’atterraggio di Tobias. Anzi, Quattro, si
corresse prontamente.
Avrebbe dovuto chiedergli il motivo di quel nome non appena avessero
avuto un
momento di tranquillità.
Quando
il resto degli iniziati li raggiunse, si
avvicinarono loro Reaper e una ragazza che Fiamma non aveva mai visto
prima, ma
che dalla voce doveva essere una di quelle che aveva acclamato i nuovi
arrivati
con più vigore.
-
Gli iniziati interni vanno con Jez, i trasfazione
con me. – annunciò Reaper.
Un
gruppetto di dieci ragazzi seguirono Jez verso l’uscita
e Fiamma si prese un paio di secondi per esaminare il resto del suo
gruppo.
Oltre a lei, Tobias ed Eric, c’erano altre tre ragazze e
quattro ragazzi.
Riconobbe il profilo elegante e snello di Nicole, una ragazza che
frequentava
il suo stesso corso di matematica ma con cui aveva a malapena scambiato
un paio
di parole, e l’altissimo e riservato Stefan, che condivideva
con la cugina l’eleganza
dei tratti. Le altre due ragazze erano un’Erudita dai ricci
capelli rossi e l’espressione
malandrina e una biondina dall’aria spaesata e i vestiti
tipici dei Pacifici; i
ragazzi rimasti erano tre Eruditi e sembravano essere amici a giudicare
dalle
battute che si scambiavano e dal loro darsi di gomito.
-
Mi chiamo Reaper e per le prossime settimane sarò
il vostro istruttore. Potete rivolgervi a me per qualsiasi cosa, ma vi
avverto:
le scene patetiche non sono tollerate. Siete tra gli Intrepidi, adesso,
e non
vogliamo gente che sente il bisogno di correre a nascondersi dalla
mamma o cose
simili. È chiaro? –
Una
lieve risata percorse il gruppo, ma dalla
tensione che emanava si capiva che c’era più di
una persona incerta tra di
loro. Se Reaper se ne accorse non lo diede a vedere.
-
Detto questo, passiamo alle cose serie. Vi faccio
fare un giro. –
-
Un tipo molto divertente, non c’è che dire.
–
commentò a mezza bocca Nicole, mentre Stefan al suo fianco
annuiva con ironia.
Gli
occhi smeraldini di Reaper la fulminarono con un’occhiataccia
che la spinse a rimanere in silenzio per tutto il resto del tour.
Quando arrivarono
alla camerata nella quale avrebbero alloggiato, Fiamma storse il naso e
non
potè astenersi dal commentare.
-
Dobbiamo dormire tutti insieme? –
Reaper
si volse verso di lei e per un attimo temette
che le avrebbe rivolto la stessa occhiata di Nicole, ma
l’espressione sul suo
viso era inaspettatamente gentile e solidale.
-
Solo per queste prime settimane. Una volta che
sarete dei nostri avrete una stanza personale. – la
rassicurò.
-
Ah, ma allora è capace di rispondere con
gentilezza. – commentò Nicole, così
piano da farsi udire solo da lei.
Fiamma
incrociò il suo sguardo e si scambiarono
un’occhiata
complice, quel genere di espressione che le ragazze condividevano
quando l’intuito
diceva loro che erano sulla stessa lunghezza d’onda.
-
Vi aspetto qui fuori, avete cinque minuti per
sistemare le vostre cose, tra poco comincia la cena. –
Scandagliò
la camerata alla ricerca del letto che le
avrebbe assicurato la privacy maggiore. Lo individuò in
fondo, l’ultimo sulla
destra, attaccato alla finestra. Fece un cenno a Tobias e andarono in
quella
direzione. Nicole e suo cugino li seguirono, occupando i letti di
fronte ai
loro. Con la coda dell’occhio, vide che Eric aveva scelto uno
dei letti più
vicini all’ingresso. Meglio così, se non altro
avrebbero avuto un’intera
camerata a dividerli.
Lasciò
cadere la borsa sul letto e rovistò alla
ricerca di qualcosa con cui sostituire la camicia bucata e la gonna che
non era
certamente adatta per vivere tra gli Intrepidi. Nicole stese un
lenzuolo e lo
tenne davanti a lei, costruendo una specie di separè e
permettendole di
cambiarsi lontano dagli sguardi indiscreti del resto del gruppo.
Optò per un
paio di pantaloni neri e una casacca bianca, stringendola alla vita con
un alto
cinturone nero. Stivali bassi e neri completavano il suo abbigliamento.
Una
volta pronta, ricambiò il favore e attese pazientemente che
Nicole finisse di
cambiarsi. Poi, tutti e quattro, raggiunsero Reaper e il resto del
gruppo.
Senza
sapere come era accaduto, si ritrovò a
occupare il posto a tavola vicino a quello di Reaper. Il ragazzo le
rivolse un
sorriso smagliante e le versò un bicchiere
d’acqua, come se sapesse
perfettamente che aveva un disperato bisogno di lenire la gola secca.
-
Grazie. – sussurrò, prendendo un paio di sorsi e
gioendo per la sensazione piacevole che l’acqua fredda le
aveva arrecato.
Mangiarono
in religioso silenzio finchè uno degli Intrepidi
non prese posto davanti a Reaper e scambiò con lui un saluto
virile e
amichevole.
-
Un pezzo grosso che mangia insieme ai novizi? – lo
provocò scherzosamente, per poi passare in rassegna i loro
volti.
-
Un pezzo grosso? – chiese, incapace di
trattenersi.
Il
nuovo arrivato annuì, divertito. – La
curiosità
dei Candidi, che cosa carina. Reaper è uno dei nostri capi
fazione, non dirmi
che non ve l’ha detto. –
Reaper
scosse la testa, finendo di masticare un
boccone di manzo.
-
No, sono solo il loro istruttore per il momento,
non c’era bisogno che lo sapessero. –
-
La modestia non si addice granchè a un Intrepido.
–
osservò la ragazza con velata ironia.
-
Uh, è pungente la ragazzina, mi piace. –
approvò lo
sconosciuto, prima di presentarsi, - Bas****. –
-
F … Thanatos. – si corresse prontamente.
Avrebbe
proprio dovuto cominciare a fare un po’ di
pratica con la questione del nuovo nome e tutto il resto. Quella
considerazione
le fece venire in mente che non aveva ancora chiesto a Tobias cosa
significasse
“Quattro”. Si voltò verso di lui, ma lo
trovò intento a discutere di chissà
cosa con Nicole e Stefan. Decise che avrebbe rimandato la questione,
almeno per
il momento. Si voltò nuovamente verso Reaper, ma era ormai
immerso in una fitta
conversazione con Bas e Jez, che li aveva raggiunti ed era scivolata
silenziosamente accanto a loro.
Riprese
a mangiare in silenzio, finchè una lieve
gomitata non l’avvisò che Nicole stava cercando di
attirare la sua attenzione.
Si sporse leggermente verso di lei, perplessa. –
Sì? –
Accennò
lievemente al capo fazione accanto a Fiamma,
con un sorrisetto malizioso, - Reaper non ti toglie gli occhi di dosso.
–
A
quelle parole arrossì violentemente e scrollò le
spalle, come a dire che non erano altro che sciocchezze. Tuttavia, non
potè
fare a meno di lanciare un’occhiata verso il moro.
Sì, Nicole aveva ragione,
Reaper partecipava alla conversazione ma guardava lei.
Spazio
autrice:
Eccomi con il nuovo capitolo, spero vi piaccia e vogliate farmi sapere che ne pensate. Quella che trovate nella foto è il prestavolto che ho scelto per Fiamma (sì, è la bellissima Jemima di Shadowhunters, la vedevo troppo bene per fare l’Intrepida). Qui trovate anche alcune info circa gli asterischi che ho messo:
*mild = Significa "Zuccherino";
**Thanatos = Deriva dal greco ed è la personificazione della Morte;
***Reaper = Significa "Mietitore" inteso come la morte (la "Mietitrice");
****Bas = Sta per Sebastian.
Alla
prossima.
Baci
baci,
Fiamma Erin Gaunt