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Autore: Fiamma Erin Gaunt    30/03/2014    3 recensioni
Un Abnegante, un Erudito e una Candida. Tre ragazzi provenienti da fazioni diverse che si ritrovano a vivere a stretto contatto malgrado le rispettive differenze. Tre amici, tre rivali, tre compagni. Tra amori, litigi, rivalità e turbe adolescenziali, trovare il proprio posto nella fazione non è mai stato semplice, specie se si tratta di quella degli Intrepidi.
*
Dal Cap 17:
- Carino? – ripetè Eric, aggrottando le sopracciglia.
- Ci stavo insieme, è ovvio che lo ritenessi carino. Ma ho decisamente trovato di meglio. –
- Sì, ma stai dicendo che lo trovi carino. – insistè.
- Oh, buon Dio, ti sto dicendo che non m’interessa più perché ormai sono innamorata! – sbottò.
- Sei innamorata? E di chi? –
- Di te, stupido idiota! –
*
Dal capitolo 19:
Scese giù il più rapidamente possibile, inginocchiandosi accanto a lei e fissando inorridito la piccola pozza di sangue che si era formata sotto il suo cranio.
Fiamma ruotò il collo verso di lui, soffocando un gemito di dolore.
- Mi dispiace, Eric … -
- Ssssh, va tutto bene. Non me ne importa niente di quello che è successo. Adesso stai tranquilla, pensa solo a non chiudere gli occhi, okay? –
- Ci provo, ma ho così tanto sonno. –
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio, Zeke
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Break the Ice - Genesi, vita e morte di una storia d'amore'
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Cap 2

 

 

 

 

 

 

 

Il treno rallentava mano a mano che si avvicinava a loro. Forse, se avesse preso bene il tempo e lo slancio giusto, sarebbe riuscita a non farsi eliminare ancora prima dell’iniziazione. Scattò in avanti, lasciandosi sfuggire un sorriso sollevato quando avvertì il solido legno del vagone sotto i suoi piedi. Quando il treno sobbalzò lievemente, perse l’equilibrio e fu solo grazie a una mano che le afferrò prontamente il polso e la tirò verso di sé che non cadde nel vuoto. Il contraccolpo la fece sbilanciare in avanti e scontrare con un petto asciutto e lievemente muscoloso, indubbiamente maschile. Alzò lo sguardo verso il suo salvatore, trovando a fissarla nientemeno che il figlio di Marcus. Doveva immaginarselo: chi, se non un Abnegante, avrebbe aiutato una ragazza mai vista prima?

- Grazie … – s’interruppe, dandogli il tempo di presentarsi.

- Tobias. –

- Fiamma. –

Gli porse una mano, sorridendo intenerita quando lo vide corrugare la fronte come se non sapesse bene come comportarsi. Sapeva che gli Abneganti tendevano a evitare ogni contatto fisico che non fosse strettamente necessario, ma vederlo con i propri occhi era tutta un’altra cosa.

- Stringila, è così che ci si saluta tra gli Intrepidi. – gli suggerì.

Tobias obbedì, trattenendole la mano il minimo necessario e sorprendendola con la sua stretta piacevole. Era strano come fosse bastato quel lieve contatto per infonderle la consapevolezza che di quel ragazzo si sarebbe potuta fidare.

- Un Abnegante tra gli Intrepidi è … –

- Strano, ridicolo? –

Scosse la testa, lasciando ondeggiare la coda scura lungo la schiena. – No, stavo per dire inaspettato. –

Tobias lanciò un’occhiata intorno a sé, passando rapidamente in rassegna i volti del resto degli iniziati. Lo guardavano come se fosse uno strano esperimento o uno scherzo della natura.

- A quanto pare non sei la sola a pensarlo. –

- Non puoi certo biasimarci, un Rigido che lascia la fazione non è una cosa da tutti i giorni. –

La voce che era intervenuta era fredda, ironica, e tradiva una punta di arroganza. Si voltarono verso il ragazzo che aveva parlato, trovandosi davanti l’Erudito dagli incredibili occhi grigi che aveva catturato l’attenzione di Fiamma durante la scelta.

- Detto da un Erudito, lo prendo come un complimento. – replicò, impassibile.

Tobias stava per replicare con qualcosa di brusco, ma Fiamma si frappose tra i due, poggiando una mano sul petto di entrambi e allontanando l’uno dall’altro.

- Piantatela, non ho alcuna voglia di starvi a sentire mentre discutete su chi tra voi abbia più testosterone in circolo. –

- Non che ci voglia molto ad avere più testosterone di un Rigido. – concluse, sprezzante, Eric.

Alzando gli occhi al cielo, afferrò una mano di Tobias e lo tirò dietro di sé verso l’altro lato dello scompartimento. Più distanza metteva tra quei due e meglio era.

- Ci si vede più tardi, mild*. Rigido. – gridò loro dietro.  

- O magari ti sfracelli giù dal treno. – soffiò piano Fiamma, facendo ridacchiare Tobias.

Si strinse nelle spalle, indossando un’aria fintamente innocente. – Bè, che c’è, sono stata troppo ottimista? –

Il ragazzo scosse la testa, tacitando lentamente l’attacco di risate che lo scuoteva.

- È solo che non credo che riuscirò mai ad abituarmi alla facilità con cui voi Candidi dite quello che vi passa per la testa. –

- Questo è perché tu sei un Rigido. – scherzò, punzecchiandolo leggermente su un fianco.

Poi, all’improvviso, il rumore stridente dei freni annunciò che il treno stava rallentando la sua folle corsa. Si avvicinarono al portellone, sbirciando fuori. E così quello era il quartier generale degli Intrepidi, la loro nuova casa.

- Forza, è ora di scendere. –

La voce autoritaria dell’Intrepido che li aveva condotti verso il treno echeggiò in tutto lo scompartimento e diede il via alla prima tornata di discesa.

Fiamma afferrò la mano di Tobias, stringendola saldamente e lasciando che fosse il ragazzo a guidarla verso l’aria aperta. Rotolarono sul selciato, per poi rialzarsi doloranti e leggermente ammaccati.

- Tutto bene? –

La ragazza esaminò con aria critica il gomito della camicia, che si era bucato e lasciava esposta la pelle arrossata e leggermente contusa. Piegò l’articolazione, venendo assalita da un lieve senso di bruciore. Solo un graffio, era tutto okay.

- Stavo meglio prima, ma sono tutta intera. Tu? –

Tobias le rivolse un’occhiata ironica, - A meraviglia, perché non si vede? –

Risero all’unisono, poi Fiamma tornò improvvisamente seria e sgranò gli occhi, fissandolo con finto stupore.

- Sbaglio o hai appena fatto una battuta, e divertente per giunta? –

Annuì. – Forse non sono poi così Rigido. –

Si spazzolarono via la polvere e il terriccio dai vestiti e seguirono il resto del gruppo verso l’ingresso. Erano allineati uno dietro l’altro e, da dove si trovava, Fiamma riusciva solo a scorgere un gigantesco buco nero.

- Credo che dobbiamo saltare. – sussurrò, mentre Tobias sgranava leggermente gli occhi, a tradire la sua preoccupazione.

- Vado io. – decretò l’odiosamente familiare voce di Eric, che li spinse di lato e s’incamminò con aria decisa verso il baratro.

Lo seguirono con lo sguardo mentre si sporgeva leggermente, come a valutarne la profondità, si lasciava sfuggire un sospiro, e poi si lanciava nel vuoto. Odioso e arrogante, certo, ma doveva ammettere che quel ragazzo aveva del coraggio.

- Andiamo, non voglio che abbia un’occasione per vantarsi più del dovuto. – decretò Fiamma, marciando verso l’ingresso con Tobias al seguito.

Saltò per prima, chiudendo gli occhi mentre precipitava al buio e serrando con forza i denti per impedirsi di lasciarsi sfuggire il seppur minimo gemito. L’impatto con la rete elastica le fece scattare la testa all’indietro e le intorpidì leggermente le gambe e le braccia. Un Intrepido, che non doveva avere che un paio d’anni più di lei, le rivolse un lieve sorriso e l’aiutò a rimettersi in piedi, sostenendola leggermente quando le gambe le tremarono. Lo osservò, socchiudendo gli occhi per metterlo a fuoco nell’oscurità, e si sorprese nel notare quanto fosse affascinante. Aveva spalle larghe e un fisico muscoloso, le braccia erano coperte di tatuaggi così come un lato del collo, un piercing gli adornava il sopracciglio destro e aveva un orecchino a forma di zanna al lobo opposto. Tuttavia la cosa più incredibile erano i suoi occhi; erano di un verde talmente privo d’imperfezioni che sarebbero tranquillamente potuti passare per quelli di un gatto e si sposavano alla perfezione con le ciocche corvine che gli incorniciavano il volto dagli zigomi alti.

- Come ti chiami? –

Vedendola assorta, si affrettò a sussurrarle all’orecchio, - Pensaci bene, non potrai cambiare nome una volta che l’avrò annunciato. –

Si era lasciata la fazione alle spalle, così come la sua famiglia, e stava cominciando una nuova vita. Voleva un nome da Intrepida, qualcosa che avrebbe fatto tremare al solo sentirlo pronunciare.

- Thanatos**. Mi chiamo Thanatos. –

L’Intrepido sorrise con aria d’apprezzamento, - Io sono Reaper***. –, poi si rivolse al resto dei presenti: - Diamo il nostro benvenuto a Thanatos. –

Un lieve boato si alzò con sempre maggiore intensità tra i presenti, che si aprirono in due per permetterle di passare oltre e le assestarono un paio di pacche vigorose.

Mentre raggiungeva Eric, sentì la voce di Reaper che annunciava l’atterraggio di Tobias. Anzi, Quattro, si corresse prontamente. Avrebbe dovuto chiedergli il motivo di quel nome non appena avessero avuto un momento di tranquillità. 

Quando il resto degli iniziati li raggiunse, si avvicinarono loro Reaper e una ragazza che Fiamma non aveva mai visto prima, ma che dalla voce doveva essere una di quelle che aveva acclamato i nuovi arrivati con più vigore.

- Gli iniziati interni vanno con Jez, i trasfazione con me. – annunciò Reaper.

Un gruppetto di dieci ragazzi seguirono Jez verso l’uscita e Fiamma si prese un paio di secondi per esaminare il resto del suo gruppo. Oltre a lei, Tobias ed Eric, c’erano altre tre ragazze e quattro ragazzi. Riconobbe il profilo elegante e snello di Nicole, una ragazza che frequentava il suo stesso corso di matematica ma con cui aveva a malapena scambiato un paio di parole, e l’altissimo e riservato Stefan, che condivideva con la cugina l’eleganza dei tratti. Le altre due ragazze erano un’Erudita dai ricci capelli rossi e l’espressione malandrina e una biondina dall’aria spaesata e i vestiti tipici dei Pacifici; i ragazzi rimasti erano tre Eruditi e sembravano essere amici a giudicare dalle battute che si scambiavano e dal loro darsi di gomito.

- Mi chiamo Reaper e per le prossime settimane sarò il vostro istruttore. Potete rivolgervi a me per qualsiasi cosa, ma vi avverto: le scene patetiche non sono tollerate. Siete tra gli Intrepidi, adesso, e non vogliamo gente che sente il bisogno di correre a nascondersi dalla mamma o cose simili. È chiaro? –

Una lieve risata percorse il gruppo, ma dalla tensione che emanava si capiva che c’era più di una persona incerta tra di loro. Se Reaper se ne accorse non lo diede a vedere.

- Detto questo, passiamo alle cose serie. Vi faccio fare un giro. –

- Un tipo molto divertente, non c’è che dire. – commentò a mezza bocca Nicole, mentre Stefan al suo fianco annuiva con ironia.

Gli occhi smeraldini di Reaper la fulminarono con un’occhiataccia che la spinse a rimanere in silenzio per tutto il resto del tour. Quando arrivarono alla camerata nella quale avrebbero alloggiato, Fiamma storse il naso e non potè astenersi dal commentare.

- Dobbiamo dormire tutti insieme? –

Reaper si volse verso di lei e per un attimo temette che le avrebbe rivolto la stessa occhiata di Nicole, ma l’espressione sul suo viso era inaspettatamente gentile e solidale.

- Solo per queste prime settimane. Una volta che sarete dei nostri avrete una stanza personale. – la rassicurò.

- Ah, ma allora è capace di rispondere con gentilezza. – commentò Nicole, così piano da farsi udire solo da lei.

Fiamma incrociò il suo sguardo e si scambiarono un’occhiata complice, quel genere di espressione che le ragazze condividevano quando l’intuito diceva loro che erano sulla stessa lunghezza d’onda.

- Vi aspetto qui fuori, avete cinque minuti per sistemare le vostre cose, tra poco comincia la cena. –

Scandagliò la camerata alla ricerca del letto che le avrebbe assicurato la privacy maggiore. Lo individuò in fondo, l’ultimo sulla destra, attaccato alla finestra. Fece un cenno a Tobias e andarono in quella direzione. Nicole e suo cugino li seguirono, occupando i letti di fronte ai loro. Con la coda dell’occhio, vide che Eric aveva scelto uno dei letti più vicini all’ingresso. Meglio così, se non altro avrebbero avuto un’intera camerata a dividerli.

Lasciò cadere la borsa sul letto e rovistò alla ricerca di qualcosa con cui sostituire la camicia bucata e la gonna che non era certamente adatta per vivere tra gli Intrepidi. Nicole stese un lenzuolo e lo tenne davanti a lei, costruendo una specie di separè e permettendole di cambiarsi lontano dagli sguardi indiscreti del resto del gruppo. Optò per un paio di pantaloni neri e una casacca bianca, stringendola alla vita con un alto cinturone nero. Stivali bassi e neri completavano il suo abbigliamento. Una volta pronta, ricambiò il favore e attese pazientemente che Nicole finisse di cambiarsi. Poi, tutti e quattro, raggiunsero Reaper e il resto del gruppo.

Senza sapere come era accaduto, si ritrovò a occupare il posto a tavola vicino a quello di Reaper. Il ragazzo le rivolse un sorriso smagliante e le versò un bicchiere d’acqua, come se sapesse perfettamente che aveva un disperato bisogno di lenire la gola secca.

- Grazie. – sussurrò, prendendo un paio di sorsi e gioendo per la sensazione piacevole che l’acqua fredda le aveva arrecato.

Mangiarono in religioso silenzio finchè uno degli Intrepidi non prese posto davanti a Reaper e scambiò con lui un saluto virile e amichevole.

- Un pezzo grosso che mangia insieme ai novizi? – lo provocò scherzosamente, per poi passare in rassegna i loro volti.

- Un pezzo grosso? – chiese, incapace di trattenersi.

Il nuovo arrivato annuì, divertito. – La curiosità dei Candidi, che cosa carina. Reaper è uno dei nostri capi fazione, non dirmi che non ve l’ha detto. –

Reaper scosse la testa, finendo di masticare un boccone di manzo.

- No, sono solo il loro istruttore per il momento, non c’era bisogno che lo sapessero. –

- La modestia non si addice granchè a un Intrepido. – osservò la ragazza con velata ironia.

- Uh, è pungente la ragazzina, mi piace. – approvò lo sconosciuto, prima di presentarsi, - Bas****. –

- F … Thanatos. – si corresse prontamente.

Avrebbe proprio dovuto cominciare a fare un po’ di pratica con la questione del nuovo nome e tutto il resto. Quella considerazione le fece venire in mente che non aveva ancora chiesto a Tobias cosa significasse “Quattro”. Si voltò verso di lui, ma lo trovò intento a discutere di chissà cosa con Nicole e Stefan. Decise che avrebbe rimandato la questione, almeno per il momento. Si voltò nuovamente verso Reaper, ma era ormai immerso in una fitta conversazione con Bas e Jez, che li aveva raggiunti ed era scivolata silenziosamente accanto a loro.

Riprese a mangiare in silenzio, finchè una lieve gomitata non l’avvisò che Nicole stava cercando di attirare la sua attenzione. Si sporse leggermente verso di lei, perplessa. – Sì? –

Accennò lievemente al capo fazione accanto a Fiamma, con un sorrisetto malizioso, - Reaper non ti toglie gli occhi di dosso. –

A quelle parole arrossì violentemente e scrollò le spalle, come a dire che non erano altro che sciocchezze. Tuttavia, non potè fare a meno di lanciare un’occhiata verso il moro. Sì, Nicole aveva ragione, Reaper partecipava alla conversazione ma guardava lei.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Eccomi con il nuovo capitolo, spero vi piaccia e vogliate farmi sapere che ne pensate. Quella che trovate nella foto è il prestavolto che ho scelto per Fiamma (sì, è la bellissima Jemima di Shadowhunters, la vedevo troppo bene per fare l’Intrepida). Qui trovate anche alcune info circa gli asterischi che ho messo:

*mild = Significa "Zuccherino";

**Thanatos = Deriva dal greco ed è la personificazione della Morte;

***Reaper = Significa "Mietitore" inteso come la morte (la "Mietitrice");

****Bas = Sta per Sebastian.

Alla prossima.

Baci baci,

                Fiamma Erin Gaunt

 

  
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