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Autore: raptasum    30/03/2014    7 recensioni
Liam Payne ha ventidue anni, lavora come bagnino alla piscina comunale coperta di Kilkenny, Irlanda.
E' un lavoro noioso, davvero noioso.
Fino a quando a quattro ragazzi non viene l'idea di gettare in acqua un piccolo moro che non sa nuotare...
[Ziam, accenni Niam-Ziall, lifeguard!Liam, writer!Zayn]
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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- Carissimi, io dovrei proprio andare. Torno per pranzo, okay? Ciao, bel ragazzone, – Niall si alzò e schioccò un sonoro bacio sulla tempia del castano – ciao anche a te, piccolo verginello… - scompigliò i capelli del più basso passandoci una mano, si avviò pigramente verso l’uscita della casa come suo solito.
- Va bene, ora vai – esclamò secco Liam, Zayn lasciò cadere la testa contro il petto ampio del più grande godendosi quell’abbraccio il più possibile. – Ci vediamo dopo.
- Ah, Liam! Poi mi racconti com’è Zayn, così me lo faccio passare anch’io, sai che approvo la regola del “ciò che è tuo è mio”!


***

Passarono un paio di settimane dalla creazione della tregua tra Zayn e Liam.
Mentre il primo cercava di mantenere la parola data in tutti i modi, l’altro tentava in ogni modo di far cedere il minore, arrivando a lasciargli un succhiotto in bella vista sul collo, che il diciannovenne ha tentato di coprire alla meglio con il trucco di sua madre e una sciarpa leggera.
Ovviamente sua madre non credeva alla versione del “colpo di freddo improvviso”, anche se Kilkenny era famosa per il vento; ma essendo estate, era un po’ improbabile che Zayn si fosse preso un raffreddore.
Ogni volta che si vedevano, poi, Liam cercava di rimarcare la sua posizione di vantaggio rispetto agli altri, abbracciando il moro e lasciandogli dolci baci sulla testa e sul collo, cose che facevano impazzire il più basso ma che lo istigavano a tener duro sulla tregua.

Venerdì pomeriggio, casa di Zayn.
Liam non aveva il turno alla piscina, quel giorno, poiché una ragazza era entrata nel giro bagnini (composto, in precedenza, unicamente da Liam) e, da quella settimana, dividevano i turni: al ventiduenne toccavano il martedì e il giovedì; all’altra il lunedì, il mercoledì e il venerdì, visto che si era resa disponibile per sobbarcarsi più giorni di lavoro. Il sabato e la domenica, invece, la piscina rimaneva chiusa.
Zayn e Liam erano sul divano, intenti a guardare un film d’azione che aveva portato il maggiore; il moro era seduto normalmente, mentre l’altro si era tirato le gambe al petto e si era bellamente accoccolato contro l’amico, il quale circondava timidamente il suo corpo con un braccio.
Cosa che Liam aveva voluto interpretare come la prima crepa nella barriera chiamata “tregua” da Zayn creata.
- Mi annoio – protestò il castano, si mosse impaziente sul divano, sorridendo quando la stretta dell’altro aumentò di pochissimo.
- E cosa vorresti fare? A me questo film piace, a te no?
- Sì, ma mi annoio. Voglio le coccole. – Zayn sbiancò, e le sue guance assunsero un colore rossastro pochi secondi dopo.
- Ti devo ricordare che tu sei il mio migliore amico? – ribadì il moro, con tono saccente. In tutta risposta, Liam agguantò il telecomando e spense il televisore. – Ehi! Mi interessava.
- A me no. Dai, coccoliamoci un po’, sarà bellissimo, te lo assicuro… - si tirò seduto, poi in ginocchio, avvicinandosi pericolosamente al collo del minore, dove era ancora vagamente visibile il succhiotto.
- Non so quale sia il significato che attribuisci alla parola “coccole”, non voglio neanche venirlo a sapere, sicuramente sarà qualcosa di perverso ed eccessivamente spinto per i miei gust- dove vai? – il castano si era steso dall’altra parte dal divano, con la schiena poggiata al bracciolo opposto, le gambe leggermente divaricate e piegate, e un’espressione offesa ben visibile sul suo volto morbido.
- Mi credi davvero un maniaco? Ovvio che ti desidero, Zayn. Ma lo so che non sei pronto, e so che non sei il tipo da perversioni fuori dal limite della decenza. Il problema è che tu non conosci me, non veramente, non hai lasciato che mi esprimessi davvero ponendo la tregua. Grazie per considerarmi solo un maniaco, che vuole appena sbatterti in un letto e poi, dopo aver soddisfatto i suoi bisogni, andarsene senza dirti nulla.
- Lee… mi dispiace, non penso questo di te, io- - venne zittito con un mugugno infastidito: e con quello, si rese conto di aver combinato un gran casino.
Le parole non funzionavano più, tra loro. Ci volevano i fatti, delle scuse serie e non lettere mischiate in una frase sdolcinata.
Così prese coraggio, Zayn, e si decise a darsi una mossa.
Cautamente, si infilò tra le gambe di Liam e abbracciò il suo torso, nascondendo infine il viso contro il suo collo e respirando contro la sua pelle.
- Scusami. – esalò soltanto, senza alzare la testa per incontrare gli occhi color cioccolato del maggiore.
- Ti terrei stretto tra le mie braccia, - esordì, dopo un paio di minuti di silenzio totale, il castano
 – lasciandoti ogni tanto un bacio sulla testa. Staresti tra le mie gambe, con la schiena contro il mio petto, carezzeresti le mie braccia con la punta delle tue dita affusolate e morbide. Parleresti dei tuoi sogni, mentre io inspiro il profumo del tuo shampoo alle mandorle, il tuo preferito, e ti perderesti per lunghi attimi silenziosi nella tua mente, ricominciando poi a parlare come se niente fosse. Poi ti gireresti, sorridente, mi chiederesti se ho ascoltato il tuo lungo discorso. – Zayn ormai tremava come una foglia, una piccola fogliolina appena nata – Ti risponderei che è sempre bello capire un po’ cosa frulla nella tua testolina, ti passerei il dorso della mano su una guancia mentre il tuo sorriso diventa più grande e i tuoi occhi più brillanti, ti lasceresti andare alle mie carezze e ti accoccoleresti meglio sul mio corpo, ascoltandomi mentre ti dico quanto sei dolce e quanto sei fantasioso. E poi ti rialzeresti, mi guarderesti negli occhi e- - il bellissimo discorso di Liam venne bruscamente interrotto da una suoneria reimpostata, sicuramente proveniente da un Nokia ridotto male poggiato su un tavolino da caffè davanti al divano.
- Scusami, dovevo metterlo in silenzioso, mi dispiace tanto – si giustificò malamente Zayn, cercando di sparire dalla faccia della Terra serrando stretti gli occhi.
- Rispondi o no? Se non ti muovi lo faccio io…
 - Sì, oddio, mi hai scombussolato e adesso vaneggerò fino alla fine dei tempi, santo cielo! – il castano si inorgoglì un po’, fiero di aver raggiunto il suo intento anche se era stato costretto a mostrare uno dei suoi sogni, e passò gentilmente il cellulare al moro.- Pronto? …no, mi dispiace, credo lei abbia sbagliato numero… no, le assicuro che non mi chiamo Patrick… nessun disturbo, arrivederci.
- Davvero? Seriamente? Io parlo con il cuore in mano e tutto viene interrotto così?! – scherzò Liam, sentendosi però fortunato come pochi a non dover dire che quella descrizione sarebbe finita in un bacio, e riuscì persino a strappare un sorriso al più piccolo, che tornò steso contro di lui in meno di un attimo.
- Facciamolo. – disse soltanto, poi si voltò e fece aderire perfettamente la sua schiena al petto ampio del maggiore, il quale, per una rara volta, arrossì un poco. Ma solo un poco, lui non era un sentimentale come Zayn. Forse era addirittura peggio.
- Non c’è bisogno, sono cose da fidanzati, la mia era solo un’idea stupida e niente di che, non eri tu che volevi la tregua?
- Ma no, nel senso, sì alla tregua ma non credo che sia una cosa da fidanzati… se proprio ti senti in colpa puoi evitare i baci sulla testa e le carezze, non hai detto tu che eri affettuoso con Niall? – ormai era cristallino, anche il moro aveva rinunciato a resistere e si stava impegnando ad abbattere il muro che aveva, stupidamente, eretto tra lui e Liam. Era stata una punizione, non solo per il castano (anche se se ne era infischiato della tregua e faceva ciò che voleva), ma soprattutto per Zayn: si sarebbe volentieri concesso al più grande più volte, ma chissà come era riuscito a mantenere una certa stabilità; e ora che Liam si era messo a flirtare (sì, stava decisamente flirtando) con lui in modo così dolce, non era riuscito proprio a resistere.
- E allora va bene, se proprio ci tieni…! –disse con un tono leggermente sarcastico. Il maggiore si tirò un po’ più su, mettendosi quasi seduto, e subito circondò la vita del più piccolo con le sue braccia muscolose.
Incredibile come, in pochi secondi, i suoi filmini mentali eccessivamente melensi si stavano avverando. Da un lato, si vergognava di aver messo i suoi pensieri così esposti, mentre dall’altro pensava che fosse stata la scelta giusta; d’altronde, non aveva mai pensato a sé e a Zayn come migliori amici, ma come fidanzati, quindi era buono e giusto che volesse fargli le coccole in quella maniera.
Solo che il moro era stato chiaro, erano solo amici, e nulla di più: a Liam, però, sembrava che quell’assurda convinzione stesse scomparendo velocemente com’era apparsa anche per Zayn.
- Il mio sogno più grande, perlomeno per ora, è andare all’università, alla facoltà di Letteratura… sai che mi piace tanto scrivere, e anche leggere, ma ancora non sono sicuro dell’indirizzo che sceglierò. Magari qualcosa di poco frequentato, non mi piace stare tra la gente, odio le folle e la gente non mi vede neanche, a volte. Con la scusa che sono incredibilmente basso, ovvio.
- A me piaci, così basso e magrolino. – ribatté Liam, sottovoce, lasciando cadere piano il mento sulla testa di Zayn e stringendo di più l’abbraccio.
Sentì il minore sistemarsi meglio contro di lui, sorrise contento. Ciao ciao, tregua.
- Ma tu non fai nemmeno testo! – ridacchiò l’altro, che, nel frattempo, si era messo a giocherellare con le dita del più grande e a misurarle con le sue. L’immagine di quella mano che lo sfiorava dappertutto, e davvero dappertutto, lo lasciò ammutolito per alcuni secondi.
Poi riprese a chiacchierare tranquillo, proprio come Liam aveva detto.

Zayn parlò indisturbato per almeno un’ora.
Non riusciva proprio a fermarsi, nonostante stesse ciarlando dei suoi desideri, di cui non aveva fatto parola con nessuno, escludendo i fogli accatastati alla rinfusa sul fondo dell’armadio.
Liam fece di tutto per fargli capire che c’era, che lo stava ascoltando, intervenendo ed esprimendosi sugli argomenti più disparati che il monologo del minore aveva toccato.
Alla fine, dopo due o tre minuti di silenzio, il moro si voltò proprio come nella fantasia dell’altro e mormorò un incerto:
- Mi hai ascoltato?
- Certo, è bello sentirti parlare e fantasticare. Sei una macchina incredibilmente complessa, principessa, sono felice di esser riuscito a capirti un poco di più. – Zayn sorrise imbarazzato, si sistemò sul fianco destro e portò le mani giunte sotto la testa, chiudendo gli occhi per rilassarsi il più possibile.
- Prima non hai finito di parlare, come finiva la tua idea di coccole? – Liam avvampò, si era sentito fortunato a non dover terminare la sua stupida fantasia, ma a quanto pareva aveva sottovalutato la memoria del più piccolo.
- N-non importa, finiva così com’è finita, nient’altro.
- Non sei capace a mentire… volevi che ci baciassimo, vero? – eccolo, colto con le mani nel sacco, il rosso sulle sue guance si fece più intenso quando Zayn si tirò seduto e lo fissò innocentemente, con i suoi occhi da Bambi impaurito. Dio, quello sguardo sì che faceva capitolare Liam, il quale avrebbe voluto possedere il “verginello” (come lo chiamavano, tra di loro, lui e Niall) su quel divano.
Di nuovo i pensieri molesti si fecero largo nel suo cervello, e questa volta era più difficile allontanarli.
- No, ovvio che no – sì, cazzo -, so che siamo amici e basta. Tranquillo, non fa nulla. -
- Lo pensi davvero? - Liam aveva assunto uno sguardo da cagnolino abbandonato, le labbra erano più in fuori del solito, senza contare che aveva le pupille estremamente dilatate e aveva poggiato le mani sulle cosce di Zayn non appena quello si era spostato a cavalcioni su di lui.
Neanche si era accorto di quello che era accaduto, era perso totalmente per il più piccolo, per i suoi occhi imploranti e la sua bocca morbida e il suo corpo caldo e minuto… si guardò intorno, non capendo cosa diamine era successo e perché il diciannovenne fosse passato dal rifiutare qualsiasi contatto fisico con lui a saltargli addosso.
- E, sentiamo, perché ora fai così? – esordì il ventiduenne.
- Forse mi sono accorto che starti lontano non è davvero la scelta migliore… - il moro poggiò gli avambracci sui pettorali di Liam; portò così il suo viso, decorato da un sorrisetto malizioso che faceva concorrenza a quelli del suo bagnino preferito, a pochi centimetri dal suo, e si impegnò a fissare il giovane dritto nelle pupille  – Tu che dici?
- Non staccare più le mani da me. –  esalò soltanto, senza trovare il coraggio di muovere un muscolo, temendo di fare la cosa sbagliata e far terminare tutto.
In cuor suo, sapeva che avrebbe soltanto dovuto sporgersi un po’ e gettarsi a capofitto sulle labbra di Zayn, torturarle e farsi torturare fino a perdere il respiro, tuttavia il possessore della splendida bocca posta giusto davanti alla sua era scostante, lunatico, e avrebbe potuto persino sbatterlo fuori di casa se avesse voluto.
- Mi fai sentire quasi potente così, e tu sottomesso, pendi dalle mie labbra… le vuoi?
- Sta diventando una scena molto hot, lo sai? – ribatté Liam. Già eccitato, peraltro, dal nuovo Zayn che gli era addosso in quel momento.
- La mammina non ti ha insegnato a non rispondere a una domanda con un’altra domanda? – il moro fece ondeggiare il bacino per sistemarsi meglio su quello del giovane sotto di lui, il quale era scivolato in posizione quasi stesa molto simile a un gelato che si scioglie al sole.
Il movimento risultò più sensuale del previsto, il castano si sentiva sull’orlo della pazzia e tutto per colpa di un nanerottolo che si era messo in testa di essere provocante. Lo odiava, bonariamente, perché nemmeno i suoi precedenti ex ragazzi erano riusciti, in un lasso di tempo così breve, a farlo comportare così.
- Avevo immaginato un bel bacio romantico e di passare il resto del pomeriggio abbracciati e a fare i melensi, ma se ti comporti in questo modo, tutto va a farsi fottere in meno di un secondo… - le sue mani si spostarono in automatico, una sulla schiena del minore e l’altra sul suo culo, stringendolo possessivamente.
Il diciannovenne sussultò, ma tornò calmo subito e si concesse un lungo sospiro al tocco delle dita calde del più grande che si erano intrufolate sotto la maglietta, e stavano saggiando la pelle della sua schiena tremante.
Cercava di non darlo a vedere, ma era emozionato da morire e le ginocchia lo avrebbero abbandonato presto, se non fosse stato seduto.
- Dio, Liam, non devi parlare così o mi verrà duro e ti toccherà risolvere il problema personalmente.
- Dov’è finita la principessina? – scherzò Liam, Zayn ridacchiò e mosse di nuovo il bacino per sfregarlo contro il basso ventre del più grande.
Già, dov’era il vecchio Zayn, quello che arrossiva e si scandalizzava per nulla? Che fosse solo una specie di corazza ben poco protettiva, per qualcosa di più forte e provocante e sensuale? Lui non lo sapeva. L’unica cosa che al momento riusciva a capire è che stava per scoppiare…
- Fa caldo, eh? Tanto, tanto caldo… tu non hai caldo? – si chinò, il castano si aspettava un bacio ma le labbra dell’altro si avventarono lente sul suo collo teso, lo marchiarono invisibilmente con il nome che usciva, in quel momento, dalla bocca del ventiduenne.
- Zayn, Zayn, Zayn … è la prima volta che cerchi di sedurre qualcuno? Ti faccio i miei complimenti, hai un talento naturale – ecco che Zayn ondeggiò di nuovo, più volte.
- Qualcuno qui è eccitato, direi! – Liam gemette, il moro era passato alla pelle del suo petto lasciata scoperta dalla canottiera bianca che indossava quel giorno, si concesse alla più dolce tortura senza lamentarsi e, nel frattempo, iniziò a impegnarsi per slacciare il cordino che teneva, a mo’ di cintura, i pantaloni della tuta nera di Zayn.
- Senti chi parla, eh? Credo proprio di essere costretto a “risolvere il problema personalmente”. Non accetto un “no”, caro ‘migliore amico’.
- Non qui. Se sporchiamo il divano, mia madre mi ammazza. – il diciannovenne si alzò, afferrò fermamente un polso del più grande e lo trascinò in camera sua, chiuse la porta a chiave per precauzione: se, per caso, i suoi genitori fossero tornati e Veronica avesse avuto la geniale idea di comparire in camera sua, non avrebbe saputo dare una spiegazione alla dolce sorellina.
- Perdona la domanda, non eri un verginello inesperto solo venti minuti fa?
- Infatti sto improvvisando … insegnami, ti va? – Liam annuì, non avrebbe potuto far altro, e fece stendere il più giovane sul materasso alle sue spalle.
- Scopriamo un po’ di pelle – propose, in una manciata di secondi la maglietta a maniche corte e i pantaloni di Zayn finirono ai piedi del letto, a cui, poco dopo, andarono a far compagnia la canottiera e i jeans al ginocchio di Liam.
Al contrario del moro, lui aveva una temperatura corporea tanto alta che il primo, tempo addietro, lo aveva paragonato al bel licantropo della saga di Twilight: “alto, muscoloso e bollente” erano state le sue parole; si era poi beccato un morso amichevole sul collo.
Amava, poi, girare per casa a piedi nudi, qualunque fosse la stagione in cui si trovava. Aveva infatti lasciato le scarpe e le calze in un angolo dell’atrio di casa Malik, abituato com’era a farlo.
Secondo lui, i calzini erano la cosa meno erotica che si potesse immaginare, lo innervosivano addirittura, li odiava a morte e, quel pomeriggio, Liam sfilò quelli da tennis di Zayn sentendosi già più libero.
- Mi piacciono le tue lezioni, fai così anche per matematica?
- Regola numero due: battute squallide o a sfondo sessuale vanno sempre bene, in qualsiasi occasione e in qualsiasi momento – morse il labbro inferiore del minore, facendolo fremere senza baciarlo davvero, e da lì scese al collo, alle spalle, accarezzando con la bocca ogni parte e andando sempre più giù, fino ad arrivare all’elastico dei boxer larghi del giovane sotto di lui.
Il ventiduenne si mise poi seduto, obbligò il moro a tirarsi su e a poggiare la schiena contro la testiera del letto: si spostò a cavalcioni su di lui, evitando di lasciarsi cadere sulle cosce magre dell’altro e tenendosi un poco sollevato, ma i movimenti e gli sguardi di Zayn trascinarono giù Liam a forza.
Quest’ultimo sorrise, avrebbe tormentano i sensi del minore ancora per un po’, tuttavia aveva la consapevolezza che, se non lo avesse appagato, non avrebbe ricevuto le giuste attenzioni neanche lui.
Così, senza tanti preamboli, intrufolò le dita nei boxer del moro e prese in mano il suo membro, iniziando a pompare lentamente e godendosi il suo nome, mascherato in sospiri pesanti, che usciva dalla bocca invitante del più piccolo abbattendo una volta per tutte la barriera, il patto. Quanto avevano atteso quel momento?
Settimane intere avevano sognato di trovarsi uno nelle braccia dell’altro, uno sotto il dominio dell’altro, finalmente i loro tanti sogni e desideri si erano risolti.
Stretti vicini, ognuno sensuale a modo suo; amati e amanti, si cercavano con gli occhi e con le labbra, senza trovarsi mai.
- Ti prego, muoviti – formulò a fatica Zayn, gemette di nuovo e più forte quando la mano di Liam aumentò il ritmo all’improvviso. Si lasciò cadere contro il petto del giovane, nascose il viso accaldato contro il suo collo continuando a respirare pesantemente e mugolando, di tanto in tanto, qualche imprecazione che non si addiceva per niente al suo aspetto di diciannovenne santerello.
Nel frattempo, il castano aveva preso a masturbarsi con la stessa velocità con cui si occupava del più piccolo, arrivando velocemente all’apice e cadendone al di là pochi minuti dopo.
Il moro non si premurò di informare il ventiduenne del raggiungimento dell’orgasmo, venne con un urletto di piacere e si rilassò, felice e finalmente a posto con il mondo. Non voleva più pensare a nulla, non riusciva neanche a formulare una frase di senso compiuto.
- Zayn, povera, piccola e indifesa principessa – sussurrò Liam con una voce leggermente stanca -devo dedurre che ti sia piaciuto. Le tue opzioni sono un “Dio, sì”, un “Fantastico” o un “Cazzo, Liam”, cosa preferisci?
- Zitto, stai solamente zitto.
 
Dopo essersi ripuliti a vicenda (Liam aveva protestato per sistemare Zayn con l’utilizzo della sua lingua, ma l’altro si era rifiutato e sosteneva che si sarebbe eccitato di nuovo, sicuramente), si rintanarono, ancora in mutande, sotto il lenzuolo sgualcito del letto, assumendo la tipica posizione del cucchiaio.
Liam abbracciava Zayn da dietro, facendo aderire il suo petto alla schiena del minore e stringendolo a sé tramite la mano sul fianco del moro.
- Eri bellissimo, sai? – “Tu sei sempre bellissimo” avrebbe voluto aggiungere, ma si trattenne. Il castano si accostò all’orecchio del ragazzo accoccolato contro di lui, lo sentì rabbrividire e trattenne un sorriso soddisfatto.
- Volevo farti venire io però, mi hai rovinato i piani -  Liam fece girare Zayn verso di lui e si trovarono faccia a faccia, il primo mise giù un broncio che di serio non aveva proprio nulla e l’altro non si poté trattenere dal sorridere.
- Sarà per la prossima volta, hm? Intanto, però, mi accontenterò del primo bacio da tre settimane a questa parte. Ci stai?
- Non sono bravo a baciare. – il maggiore scosse la testa, sorridendo ancora per l’ingenuità del più piccolo e rialzò il mento dell’altro con due dita per portarlo alla sua stessa altezza, e poi, finalmente, le sue labbra finirono dritte su quelle frementi del ragazzo steso davanti a lui.

In quel modo avvenne il primo bacio di Zayn e Liam dopo un’infinità, almeno così appariva ai loro occhi, di tempo.
Il moro intrecciò le gambe e le dita con quelle dell’altro giovane, concesse di buon grado alla sua lingua di esplorargli curiosa la bocca, capì di aver fatto la scelta giusta quando si staccarono e si guardarono, stranamente timidi e insicuri.
- Lo devo ammettere, ho incontrato gente che sa baciare molto meglio di te…
- Grazie mille – protestò il minore, incrociò le braccia al petto sbuffando.
- …ma non ti scambierei con nessuno di loro. Sei la mia principessa verginella, devo insegnarti tutto, te l’ho promesso, no? Voglio che tu sia mio. – il lato selvaggio di Zayn scomparve nel momento in cui, ovvio, arrossì e abbassò lo sguardo imbarazzato. – Rivestiti, ho voglia di un bel tè caldo. – il castano lasciò al minore un ultimo bacio, che produsse uno schiocco quasi comico; si alzarono, si rivestirono con tutta la calma del mondo e dettero anche una sistemata al letto. Dopodiché si rifugiarono in cucina, subito Zayn preparò il bollitore per l’acqua e, quando quella fu arrivata alla giusta temperatura, la versò elegantemente in due grandi tazze e ci fece cadere una bustina di tè al limone ciascuna.
Sorseggiarono silenziosi la calda bevanda, ognuno perso nei suoi pensieri: Liam ancora non si capacitava sì, cazzo, ora sì che ho una buona impressione di quanto sia da impazzire il mio nanerottolo quando gode di essere riuscito a tirare Zayn più vicino a lui, mentre Zayn rimuginava sugli insegnamenti che Liam gli aveva offerto; si squadrarono un po’, entrambi a braccia conserte e lontani, senza toccarsi o avvicinarsi uno all’altro.
E il moro non poté non esplodere in un: - Mi insegnerai tutto davvero? –, senza balbettare o arrossire o abbassare lo sguardo.
- Ma certo, tutto ciò che vuoi. – ribadì il castano, intanto che provvedeva a sistemarsi i capelli un po’ sconvolti da tutto quel pomeriggio.
- Anche a cavalcare? – gli occhi scuri del diciannovenne luccicarono, un sorriso sognante comparve sul suo viso e il più grande annuì, compiacendosi del saltello contento del ragazzo di fronte a lui.
- Certo, anche a cavalcare. Vedi, piccolo… - si staccò dal bancone dove si era appoggiato di schiena, passò un avambraccio intorno ai fianchi del padrone di casa tirandolo prepotentemente a sé – ti insegnerò come far eccitare, ti svelerò tutti i miei segreti, ti farò i pompini migliori del mondo, poi imparerai ad assumere il comando o a farti dominare, e alla fine, se vorrai, potrai sperimentare tutto ciò che hai appreso con il sottoscritto. Ti va?
- Se mi va? Mi va da morire! – Zayn saltò letteralmente al collo di Liam, lo circondò con le braccia tirandosi su per riuscire a baciare il ventiduenne, quello gli sollevò le gambe e le fece allacciare al suo bacino, tenendolo in braccio e approfondendo impaziente il contatto tra le loro bocche.
Lo mise a sedere sul bancone, per sistemarlo in una posizione più comoda e meno faticosa, gli prese i fianchi minuti, si eccitò un po’ al sentire le gambe magre che aveva carezzato solo una ventina di minuti prima aumentare la stretta intorno alla sua vita.
Persi nel loro piccolo mondo parallelo, non si accorsero che la madre di Zayn aveva ascoltato ogni singola parola della loro conversazione, e così anche la piccola Veronica, anche se, di tutta quella situazione, aveva capito solo che il suo amato fratellone era davvero la principessa del suo amico.
Strattonò via la sua piccola manina da quella della donna, che aveva tentato inutilmente di trattenerla: corse nella piccola cucina, ammirando la bella scena d’amore, e dovette per forza dire la sua.
- Ma fratellone! Tu ami Liam! – urlò eccitata.
I due si interruppero, scioccati dall’intrusione fuori programma: dalla porta fece capolino anche la signora Malik, pochi secondi dopo il signor Malik si aggiunse all’allegra comitiva, nessuno osava muovere un muscolo o spiccicare parola salvo la bambina, che aveva abbracciato una gamba del ventiduenne felice come una pasqua.
Zayn non poteva inventarsi scuse, le mani di Liam erano ancora sul suo corpo, e le sue gambe e le sue braccia lo tenevano ancora ancorato all’altro giovane.

Ora iniziano i problemi con la P maiuscola.
 


Buonasera, cari lettori.
Il mio orrendo comportamento, purtroppo, non ha scusanti.
Mi dispiace davvero di non aver aggiornato prima, vi prego di perdonarmi e di non fustigarmi pubblicamente.
Da parte mia, cerco di difendermi a qualche maniera dicendovi che ho avuto problemi e, soprattutto, il numero delle recensioni allo scorso capitolo era relativamente basso, cosa che non mi ha incentivato per niente. Io son stata cogliona ad aggiornare tre giorni prima di Natale, ovvio, ma non do' la colpa a voi della mia mancata voglia/tempo/ispirazione.
Due giorni fa mi è partito l'embolo Ziam e ho buttato giù queste belle sei facciatine di capitolo (mi sento fiera di me!) in soli due giorni. "Soli" perché ci metto due mesi a scrivere tre pagine a malapena, sobsob.
So già che criticherete il fatto che la vicenda del supermercato è decaduta, poveretta lei, ma ho intenzione di lavorare a uno spin-off riguardante quella situazione, e un altro di cui non vi svelo nulla. ((nei prossimi capitoli qualcosa mi sfuggirà sicuramente ohoho))
Finalmente abbiamo il piccolo Zayn che tira fuori le palle, in tutti i sensi: e i nostri due carini innamoratini alleggeriscono un po' la tensione tra loro, ma poi ZAN ZAN ZAN la famiglia Malik scopre l'arcano e l'omosessualità evidente del figlio.
In favore di Zayn posso dire che aveva il cervell fritto e che si è scelto proprio un bell'ometto, sìsì.
Ringrazio tutti voi che avete recensito e recensirete, dal momento che non so proprio quando aggiornerò di nuovo, al momento sono abbastanza lanciata ma non garantisco proprio nulla.
Un grazie megagalattico alla Bia, su Twitter @lovenothide, che mi beta tutto quanto e sistema le boiate che scrivo. Aw <3
Un consiglio: se avete sbattito, potete rileggere il capitolo tenendo, come sottofondo, questa playlist: 
 http://8tracks.com/cxlifornixll/high-for-this perché, anche se non si tratta di una playlist taggata #ziam, è adattissima e mi ha accompagnato durante la stesura del capitolo.
Quindi, su Twitter mi trovate sotto @fillmyblankpage, non capisco perché non riesco più a fare i collegamenti con i link di Twitter e con gli altri siti sì... se qualcuno sa qualcosa mi può informare? Grazie mille :3

A presto,
Amy xx



 
  
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