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Autore: GioTanner    30/03/2014    1 recensioni
Non sempre stare ad ascoltare un prigioniero è una totale perdita di tempo. Lo sa bene Joey McNarry, cacciatore di taglie che, grazie ad un uomo dalla lingua lunga, scopre la storia del suo compagno di ventura.
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«Bet-Jack aveva una donna. Una donna e non più gli occhi di un tempo. Si lasciarono la mattina dopo che lo incontrai a comprare pallottole, fra le chiassose scazzottate del saloon di un piccolo paese dell'Indiana.
Io ero fuori dal saloon seduto su una seggiola che dondolava, ancora mezzo addormentato e con il vento sulla faccia che tirava forte da un paio di giorni.
Lei gli disse: “che il viaggio sia buono.”
Lui rispose soltanto: “lo sarà.”
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una donna e polvere da sparo; gli occhi di uno Yankee.

...


Il fuoco stava per spegnersi.

L'ora era tarda e il deserto faceva il suo lavoro, silenzioso come doveva essere e senza un alito di vento.

Il Texas non era terra su cui sostare, lo sapeva pure Joey McNarry che nel Texas non c'era mai stato. Non che si lamentasse, il Kansas ancora non gli mancava. E se qualche volta ci pensava era solo per ricordare sua madre e suo padre: chissà se uno di loro era morto di crepacuore, chissà se si erano arresi all'idea di non vederlo mai con una fede al dito e un branco di marmocchi, chissà se speravano ancora nel suo ritorno.

L'ultima fiamma si spense nella notte e Joey pistò bene la legna da cui usciva del fumo. Il suo cavallo aveva ancora caricati sulla sella un po' di provviste e legna per un'altra notte, per un altro fuoco. Poi avrebbero dovuto sbrigarsi ad attraversare il deserto.

«Ancora sveglio tu?» chiese l'uomo che avevano catturato lui e Bet-Jack un giorno e mezzo fa di cammino, con i polsi legati dalle manette.

«Qualcuno dovrà pur farti la guardia.» rispose il ragazzo girandosi verso la sagoma dell'uomo che si era sollevata da terra.

«Come sei ligio al dovere, amico.» sbadigliò quello, cercando di mettersi seduto dopo aver dormito qualche ora.

«Se devo fare una cosa la faccio fino in fondo. Saresti ligio al dovere pure tu se ti dessero 15.000 $ per darmi la caccia.»

«E pure tagliente..! Calma, calma volevo solo parlare. Tanto non me ne scappo, l'ho già fatto per troppo tempo.»

«Fantastico.» Joey si tolse il cappello e poi gli stivali, stando invece ben attento a stringere alla vita il cinturone dove teneva la pistola.

Per un po' nessuno fiatò, la luna si era fatta se possibile ancora più luminosa in cielo e di tanto in tanto si sentiva il rumore delle manette dell'uomo che sfregava le mani per il freddo.

«Sei sveglio?» gli ripeté il prigioniero.

«Non puoi startene zitto fino alla consegna allo Sceriffo e alla mia metà della ricompensa?»

«Vero, ho tutto il tempo di parlare nelle prigioni merdose del Lone Star State!*- ridacchiò sommesso- Dimmi un po' amico, non vuoi sapere come ci conosciamo io e Bet-Jack?»

«Non ho chiesto la sua storia quando ho scelto di seguirlo.»

«Ma muori dalla voglia, l'ho visto, sai! »

«Muoio dal sonno.»

L'uomo sorrise e strascinandosi si avvicinò a Joey: «Ci conosciamo da tanto, troppo tempo io e Bet-Jack. E lui sapeva che ero un brav'uomo, nonostante tutto, ecco perché non voleva mettermi proprio lui le manette, anche se mi puntava una pistola contro. Certo, a te sarà parso una cosa strana, perché Bet-Jack è un uomo tutto d'un pezzo e ad un assassino non mostra esitazione o pietà. Ma non è sempre stato così, è stata la guerra a farci cambiare.»

«Non me n'è fregato molto del suo tentennamento. Poteva conoscerti e non era affare mio» Joey s'alzò prendendo due legnetti dal suo cavallo e con le pietre del fuoco precedente riaccese una piccola fiamma, la notte era ancora inoltrata.

«Quello che mi ha interessato era che tu sapessi il suo nome. Intendo... quello vero. Non l'hai chiamato col suo solito soprannome Bet-Jack, ma con qualcosa che iniziava per 'Har' e che lui non ti ha fatto finire.» confessò, rendendosi conto che aveva dato via libera con le sue perplessità alla lingua lunga di quel tipo. Si morse il labbro e si riavvicinò a lui tenendo mano alla pistola che, per quanto lo riguardava, un furfante dalla parlantina era il doppio dei guai.


«Bet-Jack aveva una donna. Una donna e due occhi così quando la guardava. Bet-Jack faceva parte della mia stessa cerchia d'amici e io, un anno dopo, feci parte del suo stesso reggimento. Eravamo due ragazzi scanzonati con un mucchio di sogni sulla patria e sull'onore. Di quelle cose che sai, ti infarciscono i genitori quando sei più piccolo di una botte di vino. Ma lui aveva la sua donna e oh, quant'è vero Iddio, si amavano; per quanto possa sembrare ingenuo un amore a ventitré anni, quei due si amavano sul serio. Lei era bella: aveva la pelle chiara e gli occhi verdi, i capelli raccolti e i suoi vestiti erano lilla. Me la ricordo bene quella, il nome no, ma il suo viso era più pulito di una verginella. Io ero più piccolo di tre anni di Bet-Jack, ma fumavamo insieme i sigari quando i saloon si svuotavano e aspettavamo le sere puntando le nostre pistole per giocare a carte e bere Jack Daniel's. Indovina chi ne beveva di più, fra noi due!-

-“Better- Jack Daniel's”» lo interruppe Joey, appena appena sorridendo e tenendo gli occhi puntati sul fuocherello, ricordando il soprannome completo del suo compagno di ventura.

«L'anno dopo era il 1846. -l'uomo cercò di farsi una croce sul petto, però con le manette era alquanto comico come cercasse di non far scivolare la sinistra sul cuore- Dannato sia quell'anno. Partimmo per la guerra e mi ritrovai Bet-Jack a capo del reggimento solo pochi mesi dopo l'inizio del massacro. In mezzo alla guerra di Mr. Polk non c'era poi tanto da gioire quando venivi alzato di un grado, ma lui in guerra ne fece di fortuna. Il pallino per l'onore e chissà quale altra cazzata lo portò a farsi strada e “Better” fu battezzato lì come suo soprannome. Prendeva la mira e sparava e rare volte non uccideva qualche messicano disgraziato. Diceva che lo faceva per la sua donna, per la sua futura famiglia, che era meglio un uomo morto fra gli avversari che un uomo morto fra i nostri. Potevi dargli torto? No, no, aveva senso.» l'uomo tentò di ridacchiare, ma proprio non gli veniva più giù una risata. Quindi si zittì un attimo e osservò Bet-Jack dormire dall'altra parte del fuoco, con il cappotto ancora sopra di sé e il cappello sgualcito calcato in testa.

«Però tornò dalla sua donna, ne siete usciti tutti e due dalla guerra...» incentivò Joey a farlo continuare.

«Ne morirono tanti però sì, da Elaine ritor-... ah ecco come si chiamava quella donna! Ritornò, eppure solo dopo mesi da quando era tornato la volle rincontrare. Per un po' non voleva altro che scrollarsi via la guerra, non sapendo che se la sarebbe portata fino a quando non sarebbe crepato.»

«Lui la amava ancora?»

«Penso proprio di sì. La amava, ma non sapeva più come si amava una donna. Sei giovane amico, non so quanto tu sappia delle donne, ma quella era proprio la sua. I primi mesi cercò di capirlo, e riuscendoci capì che non potevano più vivere insieme.»

«Non lo amava più?»

«Lo amava, lo amava. Andava in chiesa e la vedevo piangere. Piangeva un po' e poi tornava a casa, ad accarezzare quel ragazzo che non voleva più guardarla. Io avevo preso la mia brutta strada, dopo la guerra. Ognuno la sua croce. Un giorno mi fermai vicino un emporio dove era più facile fare qualche scommessa clandestina e lì trovai Bet-Jack comprare polvere da sparo. Gli feci: “Amico, che ci fai con quella? Non vorrai mica sparare a Elaine?” scherzai. Lui prese la sua pistola e c'infilò i proiettili, pagò e fumando un sigaro mi rispose: “Lei no.” Era un uomo senza più un ideale. La legge, lo stato, la patria lo avevano ridotto a un bastardo che non poteva neanche più chiedere a Elaine di sposarlo, con quale cuore.» il fuoco si spense di nuovo e Joey McNarry vide i primi raggi dell'alba affacciarsi al nuovo giorno. Rizzò le spalle e si mise il cappello in testa.

«Bet-Jack aveva una donna. Una donna e non più gli occhi di un tempo. Si lasciarono la mattina dopo che lo incontrai a comprare pallottole, fra le chiassose scazzottate in un saloon d'un piccolo paese dell'Indiana.

Io ero fuori dal locale, seduto su una seggiola che dondolava, ancora mezzo addormentato e con il vento sulla faccia che tirava forte da Ovest.

Lei gli disse: “che il viaggio sia buono.”
Lui rispose soltanto: “lo sarà.”
Non che si potesse dire altrimenti. Bet-Jack non aveva una vera e propria aspirazione. E gli seccava averla. L'ultima volta che aveva avuto un ideale era quasi morto, e con lui metà del suo reggimento. Dannati messicani, pace all'anima loro!»
«Se un ideale ti fotte, cosa ti resta? Cosa gli è restato?» Joey era sempre stato uno di poche parole, al contrario di Bet-Jack. Eppure era sinceramente interessato alla storia del suo compagno.
«Le pistole, ragazzo. Le pistole e una buona mira!»


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Buona sera a tutti, stranieri!


Foto © Google.
Bet-Jack e Joey McNarry © 2013-2014 sono miei personaggi. Questa è la SECONDA 'pezzo della loro storia' che faccio con loro protagonisti. (la prima è una flashfic e se la volete leggere si intitola 'Brucia Yankee, il cielo s'accende'). :3 Spero si capisca l'amarezza|Sarcasmo dell'ULTIMA FRASE, brr ><.

Se siete arrivati fino a qui e vi è piaciuta potete lasciare un commento se volete, yo oh.


Le due frasi“Lei gli disse: […]
Lui gli disse[...]” (Modena City Ramblers, "Qualche splendido giorno")
sono un prompt di 'it100.livejournal'


Lone Star State*= altro nome con cui si può chiamare il Texas.

Better voleva dire: il migliore nel lavoro che fa. Ovvero sparare.

   
 
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