Questa
storia appartiene ad Amcm74,
che l’autrice originale, io mi occupo solo della traduzione
in Italiano. Per chi
fosse interessato a contattarla, o leggere le sue storie in lingua
originale,
potete trovarla sul sito fan fiction.net
Detto
ciò ringrazio tantissimo Akane_23, amore mio ti amo ed
hellokitty44 per
le
recensioni (più che gradite) e ovviamente tutti i lettori!
Capitolo
3
“Ma..ma..”
Pan sgranò i suoi occhioni scuri
all’istante.
Non riusciva a crederci.
“Non pensavo di averci messo troppo tempo per
prepararmi..o forse sì?”
Sperava di
poter trascorrere un po’ di tempo con i suoi amici da sola, e
onestamente, era
un po’ delusa dal fatto di essere abbandonata così
su due piedi. Si rese conto
che la sua faccia parlava da sola, perché lo sguardo di
Trunks si contrasse
subito in un sorriso dolce.
“Niente
affatto, ho solo
detto a Bra che lei e
Marron avrebbero perso tutti gli affari migliori se avesse aspettato
ancora, ma
non volevano in alcun modo lasciarti a casa, così mi sono
offerto volontario
per guidarti in città. Bra mi ha lasciato detto dove avremmo
potuto
raggiungerle.” Le lanciò un sorriso furbo, mentre
aggiungeva, “Così ora so
esattamente dove non portarti, e avremo tutto il giorno per stare
insieme senza
che tutti gli altri si preoccupino.”
Pan
aggrottò la fronte esasperata “Trunks!”
lo castigò con leggero fastidio,
“questa è la cosa più subdola che
qualcuno abbia fatto! Non hai nemmeno pensato
per un millesimo di secondo che forse sarebbe stato opportuno chiedermi
cosa IO
volessi fare?”
La
sua reazione lo lasciò del tutto indisturbato, imperterrito Trunks
continuava a sorridere.
“In realtà, ho pensato a
come avresti reagito. Non pensavo così, ma..”
S'interruppe, cercando di
apparire innocente.
Pan
si innervosì e ringhiò in risposta “Ma
cosa?”
Trunks
le afferrò il mento portando i loro visi vicini e le
depositò un piccolo bacio
sulla guancia. Poi le sussurrò in un orecchio. “La
tua reazione mi ha fatto
capire che sei davvero cresciuta, Pan. La verità
è che hai assolutamente paura
di restare sola con me.”
“Questo
è ridicolo!” Pan si tirò indietro e si
voltò, precipitandosi di
corsa giù per le scale.
“Perché mai dovrei
avere paura di te?”
Lui
la inseguì, accostandole vicino. “Non ho detto che
hai paura di me. Penso che
tu abbia più il terrore di quali potrebbero essere le tue
reazioni se ti
trovassi sola con me.”
“Trunks Briefs!” Lei lo fissò dritto
negli occhi cristallini. Questo era un lato
di lui che conosceva bene. Sapeva
essere
tremendamente audace quando voleva. “Non avevo idea che tu
fossi egocentrico.”
Pan
lo sentì ridere. La sua risata era un suono caldo, felice
che le smosse
qualcosa all’interno. “Non ero io quello che ha
detto che le donne dovevano
essere cieche per non volermi.” Si chinò sulla sua
spalla e le tirò via i capelli
dal suo orecchio. “Dopo tutto, io sono splendido come
sempre”, la schernì con
le sue stesse parole della sera precedente, e
Pan avvertì
subito del calore strisciante sul collo niveo, prova tangibile del suo
imbarazzo.
Prima
che potesse rispondere alla sua dichiarazione, Goten arrivò
dietro di loro.
“Ehi, voi due!” Si precipitò veloce
giù per le scale. “Che cosa avete da sussurrare? C'è
del cibo? Colazione? Oh le
ciambelle! Scommetto che ci sono le ciambelle. Le voglio
anch’io.”
Pan
si voltò a guardare Trunks e senza intoppi rispose:
“Niente di importante. Sto
solo mostrando compassione per un amico.”
Goten
e Trunks la guardarono confusi e dissero in coro,
“Compassione?”
Pan
sventolò una mano con nonchalance, e osservò
compiaciuta, “Trunks si sente
davvero solo ultimamente e mi ha offerto un passaggio in
città, dal momento che
Bra e Marron sono scappate in fretta e furia, stavo per accettare la
sua
gentile offerta, sai, anche perché non
c’è nessuno, oltre te, Goten, che riesce
a sopportare di stargli troppo accanto.”
Sentì
di aver colpito il tasto giusto, e una sensazione di trionfo la pervase
quando
gli occhi di Trunks si strinsero su di lei, promettendo ritorsioni a
riguardo.
“Vuoi unirti a noi, Goten? Vorrei tanto andare, ma solo se
vieni anche tu a
tenerci compagnia. Ci terrei molto.”
Trunks
guardò il suo migliore amico con uno sguardo omicida e Goten
per un attimo esitò.
Ma
Pan fu rapida veloce e decise di colpire il punto debole di ogni
guerriero
Saiyan. “Ho bisogno di aiuto per portare le mie borse.
Inoltre, ti offro il
pranzo.Menù completo”
Alla
menzione del cibo la minaccia implicita di morte fu presto dimenticata.
Goten
con entusiasmo si diresse nella sua stanza per prendere il cappotto.
Trunks
aspettò finché non fu abbastanza lontano per
sibilare, “Questo è stato un colpo
basso, Pan, un colpo meschino e vile. Penso di ricordare ora alcuni dei
motivi
per cui ti ho evitato in questi anni.”
Lei
sorrise, cercando di imitare la stessa espressione che lui aveva usato
in
precedenza . “Come hai detto tu, sono cresciuta. E posso
essere più subdola e
manipolatrice di te.”
Cercò di dirigersi verso la porta, ma Trunks le
afferrò
le braccia e sentì i suoi piedi sollevarsi dal pavimento.
“Cosa credi di fare?
Mettimi subito giù!”
“No,
fino a quando non saremo in un posto dove possiamo starcene da soli per
un po’.
Ho bisogno di parlare con te.” Lui la rigirò tra
le sua braccia muscolose e
sistemandola sulla sua spalla, cominciò a camminare verso la
porta.
Pan
considerò seriamente di sparargli un colpo ki alla schiena,
ma poi ci ripensò.
Poi dovrebbe spiegare il perché dell’ustione agli
altri. Così mise la parte la
sua indole violenta e optò per un ragionamento logico.
“Trunks, permettimi di
ricordarti quello che hai detto ieri sera. Mio padre, mio zio e il
nonno non
reagiranno gentilmente alle mie urla, e dubito anche che tuo padre
vorrebbe
sapere cosa sta succedendo qui.”
Questo
lo fermò. Aveva ragione la piccola impudente e a Trunks non
piaceva
minimante. La sollevò dalla spalla e la lasciò
cadere con la parte
posteriore sul duro pavimento di legno. “Ahio! Sei matto o
cosa?!” Gemette lei,
fissandolo in cagnesco.
“Vado
a scaldare l'auto. Ti do cinque minuti per raggiungermi.” Non
poteva fare a
meno di aggiungere con sarcasmo: “Mi raccomando, non
dimenticare il tuo body
guard.”
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Trunks
guardò annoiato come Bra e Marron selezionarono
l’ennesimo paio di abiti da
provare. Pensò che il suo didietro aveva sicuramente preso
la forma della sedia
situata al di fuori del camerino delle signore. Goten era seduto sul
pavimento
accanto a lui, semi sommerso dall’imponente
quantità di regali e borse. Pan era
nello spogliatoio cercando qualcosa che le si adattasse. Sembrava che
fosse il
giorno più lungo della sua vita. Goten sembrava pensarla
alla stessa maniera.
Trunks teneva la borsa di Pan sulle sue ginocchia e fissò
sconfitto e
rassegnato il soffitto nel negozio. Nessuno dei due sembrava un
guerriero a
questo punto. Era patetico quanto in basso potrebbero farli cadere le
donne
della loro vita.
“Trunks,”
Goten finalmente ruppe il silenzio. La voce era più che
altro un piagnucolio
senza vita. “Dimmi la verità, passeremo in questo
negozio il resto della nostra
vita?”
Trunks
rispose a stento con uno sbuffo irritato.
Pan
uscì dal camerino con i suoi articoli e dichiarò
solennemente: “Bene, ho
finito. Ho tutto quello che mi serve.” Guardando i ragazzi
che la fissavano in
aspettativa, lei sorrise timidamente. “E forse anche qualcosa
in più?”
Marron
ridacchiò, “Penso che abbiamo fatto abbastanza
shopping oggi.” Bra che teneva
in mano un pullover in cashmere cominciò a ridere.
“D'altra parte non si può
mai fare abbastanza shopping quando si è con Bra.”
Bra
lasciò cadere il pullover sul bancone della cassa.
“Be’, io e te ce la caviamo.Ma
Mamma e 18 sono clienti di livello
mondiale. Anche se oggi la nostra Pan sembra abbia tenuto il passo con
loro.
Sono fiera di te, Panny.”
Pan
guardò tutte le sue borse e pacchetti. “Dubito che
avremmo potuto portare
tutto questo da sole. Sono proprio contenta che Goten e Trunks si siano
uniti a
noi. Sembra che tutta la formazione che voi due avete fatto da giovani abbia dato finalmente i suoi
frutti.”
Le
ragazze cominciarono a ridere istericamente. Trunks preferì
non commentare, si
alzò e prese le borse. Goten non si mosse. “Questo
non è uno scherzo vero? Stiamo
davvero andando via prima dell’ora di cena?” Le
ragazze si guardarono e diedero
il via ad un altro attacco di risate incontrollabili.
“Ok,
vi siete divertite abbastanza a nostre spese.” Trunks
fissò dritto gli occhi di
Pan, incatenandoli ai propri. “Ora, andiamo via di
qui.”
Il
gruppo raccolse tutte le borse, e si diresse verso l'ascensore. Solo
quando le
porte si aprirono, Pan si bloccò improvvisamente, e con gli
occhi spalancati,
si girava e rigirava intorno alla ricerca di qualcosa. “Ho
dimenticato uno dei
miei pacchetti!”
“Corri
va a recuperarlo! Ti aspettiamo vicino l’auto nel
parcheggio.” Bra prese alcune
borse di Pan e la spinse fuori proprio mentre la porta dell'ascensore
si stava
chiudendo.
Tornò
al camerino e afferrò la borsa mancante. Le venne in mente
che questa era la
prima volta in tutta la giornata a ritrovarsi da sola, questo sarebbe
stato un
buon momento per chiamare il suo futuro datore di lavoro e verificare
se il
curriculum e il lavoro d’ufficio che aveva presentato prima
di partire per
tornare a casa andava bene e aveva fatto una buona impressione. Gli
altri l’avrebbero
aspettata di sicuro, minuto più, minuto meno che differenza
faceva? In realtà,
lei dubitava che Trunks avrebbe avuto il coraggio di lasciarla a piedi,
anche
se.. era palese che fosse ancora molto arrabbiato con lei. Pan si
ritrovò a
sorridere inconsapevolmente al pensiero di Trunks e al suo desiderio
infantile
che lei fosse ben disposta a correre da sola con lui in qualche posto,
lontano
da tutti. Un bambino viziato. Ecco cos’era.
Premette
il tasto per bloccare le porte dell'ascensore e controllò se
vi fosse un minino
di copertura di rete sul suo cellulare. Senza esserne sorpresa,
notò che era
inesistente. Zero campo.
Il negozio era quasi vuoto, considerando la tarda ora,
vi erano solo pochi clienti per i regali last minute. Si
avvicinò al telefono
pubblico situato proprio al di fuori della vetrina, e frugò
nella sua borsa
alla ricerca di un biglietto da visita che portava sempre con
sé ormai. Era un
numero privato, riservato a pochi eletti, e Pan sapeva bene di essere
tra i
fortunati che potevano vantare di avere un contatto diretto con una
delle più
grandi aziende del mondo, dal fatturato annuo di milioni di dollari. E
come
sempre Mark Devero, Presidente della Global Inc., non lasciava mai
senza
risposta una chiamata da parte di Pan Son. Era solo il primo squillo,
quando
sentì alzare la cornetta, e con entusiasmo rispose:
“Ciao Mark! Sono io.”
Trunks
mise un piede fuori l'ascensore per sentirla dire proprio questo. Mark?
Si
fermò appena dietro di lei, ma Pan, notò con
disappunto, era così coinvolta
nella sua telefonata, da non
accorgersi minimante della sua presenza. Eccola lì
con in mano il grosso ricevitore del servizio di telefonia pubblica e
un'espressione euforica sul viso. Era decisamente felice di parlare con
questo
Mark. Trunks decise all’istante che odiava
quest’uomo, chiunque fosse.
“Sì,
sto bene, io ti avrei chiamato prima, ma la mia famiglia mi ha
organizzato
delle piacevoli sorprese. Il volo? Oh sì, è
andata abbastanza bene. Sai com'è.
Volevo sapere come vanno le cose con l’offerta di lavoro. Ci
hai ripensato?
Davvero. Grande! Quindi tutto quello che devo fare è firmare
il contratto
appena torno? Sei davvero il massimo! Ok..Beh, io sto chiamando da un
telefono
pubblico in un centro commerciale. Smettila di prendermi in giro, sono
una
donna dopo tutto! Ok,
certo, ciao, sì,
va bene. Ciao, su avanti, attacca! ... bene lo farò io, ciao
Mark. Dico sul
serio, Mark, ho intenzione di attaccare questo telefono in questo
istante!No,
davvero..” Trunks allungò la mano e
afferrò il ricevitore, decidendo per lei di
concludere la telefonata. Pan si voltò e
impallidì. “Trunks! Da quanto tempo
sei stato lì in piedi a spiarmi?”
“Abbastanza a lungo per sapere che hai qualche
spiegazione da darmi.” Questa
situazione non gli piaceva affatto. Mark? Chi diavolo era Mark e che
tipo di
lavoro voleva dare Pan?
“Ho mandato gli
altri a casa, hanno preso l’auto di Bra. Ho sistemato quasi
tutte le buste
nella mia e così mi è rimasto solo abbastanza
spazio per due, quindi ho detto
che ti avrei aspettato io.”
“Grazie
mille, Goten ,” mormorò
mentre Trunks le
afferrò il braccio “Ehi, lasciami
andare!”
“Lo
farò appena arriveremo all’auto e ti
avrò gentilmente chiuso dentro, così da
essere sicuro che non scapperai sta volta. Ti dirò, sta
diventando
un’abitudine piuttosto
fastidiosa.”
Trunks era furioso e la teneva intrappolata in modo da non permetterle
nemmeno
il minimo movimento. In
ascensore se la
rigirò tra le braccia, come se stesse portando un piccolo
animale selvatico che
cercava disperatamente di scappare dalla sua presa ferrea.
Guardò il suo volto,
era accigliata e aveva uno sguardo truce nei suoi occhi onice. Niente a
che
vedere con lo sguardo esaltato e radioso che aveva riservato a Mark e
alla sua
stupida telefonata. E quell’idiota non era nemmeno
lì per apprezzarlo. “Non ho
intenzione di lasciar correre questa volta. Voglio sapere esattamente
cosa sta
succedendo.”
“Niente,”
mormorò Pan, cercando di dargli le spalle. In
realtà non era nulla di cui
avrebbe dovuto preoccuparsi. Non erano affari suoi! Presuntuoso,
maniaco del
controllo!
“BUGIARDA!”
Trunks le urlò di rimando. Si contrinse a calmarsi.
“Stai per dirmi tutto, perché
non ho intenzione di portarti a casa
fino a quando non avrò scoperto cosa sta accadendo qui. E
quando dico tutto,
intendo TUTTO!”
“Questo
è sequestro di persona!” Pan si voltò e
alla sua minaccia, urlò e si
dimenò, per poi sputargli in faccia, veleno nella voce. “Giuro
che ti denuncio! Rapimento aggravato da molestie, caro signor
Presidente!”
Lui
sorrise crudelmente verso di lei, e l'afferrò di nuovo,
tirandola verso l'auto
appena le porte si aprirono. “Come ci tieni a sottolineare
costantemente, Pan,
tu non sei un ragazzina! Sali in macchina e assumiti le tue
responsabilità,
come farebbe una persona adulta.”
Ma
Pan puntò rigidamente i piedi a terra, incaponita a non
lasciare che vincesse
lui. “Non salirò mai in questa macchina con te,
Trunks.” Indietreggiò
cautamente quando lui le si
avvicinò ancora. “Se provi a toccarmi mi metto a
urlare, e giuro che mi sentiranno
anche sul quel cucuzzolo di montagna sperduta!”
Lui
le sorrise e alzò le braccia in segno di resa.
“Ancora con la minaccia delle
urla Pan? Fantastico. Pensavo a qualcosa di più originale
onestamente. E
comunque non avrebbe funzionato, perché, come
vedi,” e allargò la braccia per
sottolineare che la sua macchina era l’unica rimasta nel
parcheggio vuoto. “Non
c'è nessuno qui in questo momento, nè tuo padre,
nè tuo zio, e
nemmeno tuo nonno. Dubito che mio padre sta
per accorrere qui a portarti in salvo da me, così puoi
smetterla, risparmiarti
la fatica e cercare solo di collaborare con me.”
Pan
fece una smorfia rendendosi conto della veridicità delle sue
parole. “Okay hai
vinto, ti dirò quello che vuoi sapere, basta che mi fai
entrare in macchina, fa
freddo qui fuori, sto congelando.” Trunks sembrava sorpreso
dalla sua
improvvisa resa.
Pan
sembrava tranquilla in un primo momento. Trunks sedeva nel sedile del
conducente, mise in moto e poi spense la radio. Poi rimase seduto
lì, fermo, in
attesa.
Pan portò le mani in grembo
indecisa: non aveva voglia di farlo, di parlare con lui
dell’offerta di lavoro
alla Global Incorporated e di Mark. Ma ovviamente Trunks non aveva la
minima
intenzione di partire fino a quando lei non avesse sputato tutto
ciò che gli
premeva sapere. Testardo.
“Ho
incontrato Mark Devero in Seward, in crociera sulla vita selvaggia. Ci
sono
andata con un gruppo di amici per un weekend, volevamo vedere le orche
che si
erano spinte fino alla costa. Mark era lì con un gruppo di
suoi dipendenti in
ritiro speciale. Eravamo sulla stessa crociera, e..”
Trunks
la interruppe interdetto. “Intendi farmi credere che eri al
telefono con Mark
Devero della Global Incorporated appena un minuto fa? Davvero Pan, io
non sono
totalmente ignorante in materia d'affari.. Sono il presidente di una
società di
livello mondiale. So come funziona, e ti posso assicurare
che non si può semplicemente alzare la cornetta e parlare
direttamente
con il presidente di un’offerta di lavoro, inoltre in piena
stagione natalizia.”
Pan
capii quello che stava dicendo, il suo ragionamento era perfettamente
logico d’altronde.
Era ovvio che Trunks avesse bisogno di qualche informazione in
più per comprendere
appieno la situazione.
“Beh, Mark è davvero molto legato
a me. Diciamo
solo che per lui non sono solo una futura dipendente.”
Sembrava che Trunks
stesse arrivando a mettere insieme tutti i pezzi mancanti.
“Voleva che io..voleva
iniziare a frequentarmi, in realtà, mi ha chiesto
ufficialmente di diventare la
sua ragazza, e io ho rifiutato. Allora mi ha detto chi era e l’ho rifiutato di nuovo.
Dopo di che, ha fatto
uno sforzo enorme per rimanere in Anchorage e conoscermi, e capire di
cosa mi occupo, cosa stavo
facendo. Ha scoperto che sono altamente istruita e quasi pronta per
entrare
ufficialmente nel mondo del lavoro. Così mi ha offerto un
contratto di lavoro incredibilmente
vantaggioso e ho deciso di firmarlo appena torno.”
“Se
solo avessi saputo prima, che ti saresti venduta volentieri in cambio
di un
ottimo posto di lavoro, ti avrei fatto subito un’offerta
anche io.” Trunks la stava
fissando come se non sapesse chi fosse. Come se non l’avesse
conosciuta per
tutta una vita. Ma fu
la sua successiva
insinuazione che le fece salire letteralmente il sangue al cervello.
“Così che
ne pensi di diventare la mia amante? La paga è ottima, e il
lavoro non è certo molto
duro e poi sicuramente ti piacerà tantis..” Trunks
non riuscì a completare la frase che
lei lo colpì violentemente allo stomaco per poi
schiaffeggiarlo duramente sulla
guancia destra. “Merda
,” Riuscì a soffocare fuori e
rimase senza fiato. Qualsiasi altro uomo sarebbe morto con un colpo del
genere.
Grazie a Dio per il sangue Saiyan di suo padre.
Stava
ancora cercando di riprendersi quando lei scese dalla
macchina.
Pan si appoggiò
alla portiera e gridò a pieni polmoni: “Tu sporco
maiale schifoso! Come ti
permetti?!?! Non sono mai stata così insultata in tutta la
mia vita. E
proprio da te, Trunks? Dopo tutto, siamo cresciuti insieme. Diavolo,
tu!!! Tu
conosci la mia famiglia! Conosci me! L'offerta di lavoro è
quello di essere un
ispettore e assicurarsi che la gestione interna stia svolgendo
correttamente il
suo lavoro. Dovrò fare un tirocinio per circa tre mesi
presso la sede centrale
e dopo avrò un
nuovo ufficio tutto mio
ogni mese. Mark mi piace davvero, è vero, ma non ci vedremo
praticamente mai!
Lui non ci sarà presso la sede centrale durante il mio
tirocinio e sicuramente
non mi seguirà in giro per il mondo per i prossimi cinque
anni mentre ispeziono
le sue filiali estere!”
Trunks
stava lentamente assorbendo tutte le informazioni che gli aveva
rigettato in
fretta e senza alcuna pietà, stava appena iniziando a
realizzare quello che lei
aveva detto, anzi urlato, che la sentì allontanarsi dalla
macchina con rapide
falcate, era decisamente arrabbiata. Aspetta un attimo, aveva detto
cinque
anni?! Conosceva il tipo di lavoro di cui lei stava parlando e le
persone che
svolgevano mansioni simili dovevano necessariamente essere molto
preparati e
competenti, ma anche molto sole. Viaggiare in continuazione non
consentiva di
creare nessun tipo di legame affettivo duraturo. Anche lui non sarebbe
stato in
grado di un avere qualsiasi tipo di rapporto con lei se avesse
accettato il
lavoro. Nessuno avrebbe potuto avere un rapporto reale con lei per
cinque
maledettissimi anni! Era completamente ammattita. Da cosa accidenti
stava scappando? Si
precipitò fuori dalla macchina e la rincorse in fretta.
“Pan! Torna qui.”
“LASCIAMI
IN PACE!” Accidenti, era così infuriata con lui
che si sarebbe potuta
trafsormare in Super Saiyan all’istante. Era così
adirata adesso che non
riusciva nemmeno a camminare. Stava lì stringendo i pugni
morbosamente e con lo
sguardo stizzito rivolto verso terra.
Trunks
fu accanto a lei in un lampo. Cercò di ferirlo, aveva solo
una gran voglia di
picchiarlo e malmenarlo in quel momento, ma lui schivò tutti
i colpi senza difficoltà.
“Pan, mi dispiace.” Pan provò a tirargli
di nuovo un pugno e lui la bloccò. “Cosa
posso dire? Sono arrivato alla conclusione sbagliata su di te e Devero.
Mi
dispiace sul serio.”
Pan
lo fulminò. Era ancora arrabbiata con lui. Tutta la sua
opinione su di lui era
cambiata radicalmente, offuscata dall’ira che stava provando.
Lei lo guardò.
Trunks era così sconvolto..era effettivamente rammaricato e
sembrava avesse
scritto in fronte ‘colpevole’ e lei non riusciva a
sopportarlo.
“Ti perdono.
Diciamo solo che non ne parleremo mai più, torniamo allo
chalet e facciamola
finita. Mark mi vuole negli Stati Uniti subito dopo
Capodanno.”
“Tu
non accetterai quel lavoro, Pan”, ribatté Trunks
prima di pensare. Poi si rese
conto che questo non era il momento adatto per discutere con lei su
questa
questione. Non era il momento adatto per discutere di qualsiasi cosa.
Era
ancora arrabbiata dal precedente confronto. Questo non avrebbe aiutato
a porlo
sotto una luce migliore ai suoi occhi, ma Trunks doveva dirglielo. Non
gli avrebbe
mai permesso di accettare quel lavoro, costi quel che costi. Correva un
rischio
ancora maggiore se avesse tenuto la bocca chiusa e aspettato che si
fosse
calmata. Rischiava seriamente di perderla e non poteva perderla. Non
ora che avesse finalmente aperto gli occhi e averla vista davvero.
“Oh
sì invece.” Camminò fino ad essere a
pochi centimetri da lui, lo fissò dritto
negli occhi per fargli capire quanto fosse determinata. “Non
c'è una buona
ragione per non accettarlo.”
“Ci
sono migliaia di motivi più
che validi
per non accettare un lavoro del genere, Pan.” Trunks le si
avvicinò e con
entrambe le mani le afferrò il volto, carezzandole le
guance. “E per quanto mi
riguarda, io ho un’ottima ragione, forse egoista..ma ti
voglio qui con me. Sei
stata lontano già a lungo. Non so nemmeno se davvero ti
conosco a questo punto.”
“Certo,
il fatto che tu voglia stare con me sarà sicuramente
vantaggioso per il mio
conto in banca. Finalmente, ora che starò qui con te, non
sarà più colorato di
un rosso vermiglio!” Sputò Pan.
“Grazie a Kami, esiste Trunks Briefs che si
occuperà della mia situazione finanziaria!E se ti svegli un
giorno e decidi che
non mi vuoi intorno, eh, allora che succede?”
“Potremmo
sposarci.” Trunks sbottò senza pensare. Cazzo. Da
dove gli era uscita una cosa
del genere?!
“Sono
tornata da appena 24 ore, dopo essere stata via per sette anni, e
dovrei
sposarti? Trunks, sii realista.” Tornò alla
macchina con Trunks dietro di lei.
“Bene,
io ti darò un posto di lavoro alla Capsule Corporation per
tenerti occupata
mentre pensiamo al nostro futuro.” Trunks buttò
fuori. Onestamente non sapeva cosa
stava facendo. Non stava nemmeno pensando a quello che stava dicendo.
Le parole
continuavano a venire fuori in modo automatico.
“Non
abbiamo appena discusso su questo? Vediamo.. oh un presidente che mi
vuole
accanto a sé e mi offre un posto di lavoro..disdicevole
no?!” Pan sospirò: “Perché
è tremendamente orribile fare una cosa del genere se si
tratta di Mark, e
invece è tanto giusta e nobile se si tratta di te, signor
Briefs?”
Trunks
entrò in macchina e si affrettò a mettere in
moto, guidando con uno sguardo
molto determinato sul suo volto. “Perché il signor
Devero non ti conosce
davvero e, Trunks qui presente invece, ti ha amato da quando eri appena
una
bambina.”
“Come
se fossi una piccola sorellina, potrei aggiungere.” Rispose Pan con astio.
“Un
tempo ..” Trunks non aveva intenzione di riportare a galla
l’argomento ‘passato’.
“Lavoreremo e decideremo tutti i dettagli
durante le vacanze. Dopo il nuovo anno chiamerai Devero e gli dirai che
hai
cambiato idea sul lavoro. So che mi ringrazierai per questo,
Pan.”
Pan
lo fissò per pochi secondi a bocca aperta. Poi guardò fuori dal finestrino
la neve che
cominciava ad accumularsi nelle strade. Aveva sempre avuto un effetto
calmante
sui suoi nervi.
In
alcun modo avrebbe rinunciato al suo nuovo lavoro. Aveva ragione
Trunks su un punto, non la conosceva. Non
voleva che le fosse regalato nulla e
soprattutto non da Trunks. Diamine, non aveva visto nemmeno il suo
curriculum
come Devero aveva fatto. No, sarebbe stata su un aereo per gli Stati
Uniti il
primo gennaio. Non c'era niente che qualcuno potesse dire o fare per
farle
cambiare idea. Niente.