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Autore: martiu    31/03/2014    5 recensioni
Pan è una donna moderna in piena fioritura, libera ed emancipata, e non ha alcuna intenzione di rinunciare alla sua nuova acquisita indipendenza. Di certo non lascerà che i suoi sentimenti per Trunks Briefs prendano il sopravvento, cosicchè lui possa spezzarle nuovamente il cuore.
Trunks, d'altro canto, riscopre che la sua passione Saiyan è viva e vegeta anche dopo tanti anni, mentre prova a fare breccia nella resistenza ostinata di Pan e convincerla che il suo destino è quello di stare insieme a lui.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pan, Trunks, Un po' tutti
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa storia appartiene ad Amcm74, che l’autrice originale, io mi occupo solo della traduzione in Italiano. Per chi fosse interessato a contattarla, o leggere le sue storie in lingua originale, potete trovarla sul sito fan fiction.net

Detto ciò ringrazio tantissimo Akane_23, amore mio ti amo ed hellokitty44 per le recensioni (più che gradite) e ovviamente tutti i lettori!

 

 

Capitolo 3



“Ma..ma..”  Pan sgranò i suoi occhioni scuri all’istante. Non riusciva a crederci.
“Non pensavo di averci messo troppo tempo per prepararmi..o forse sì?”  
Sperava di poter trascorrere un po’ di tempo con i suoi amici da sola, e onestamente, era un po’ delusa dal fatto di essere abbandonata così su due piedi. Si rese conto che la sua faccia parlava da sola, perché lo sguardo di Trunks si contrasse subito in un sorriso dolce.

“Niente affatto, ho solo detto a Bra che lei e Marron avrebbero perso tutti gli affari migliori se avesse aspettato ancora, ma non volevano in alcun modo lasciarti a casa, così mi sono offerto volontario per guidarti in città. Bra mi ha lasciato detto dove avremmo potuto raggiungerle.” Le lanciò un sorriso furbo, mentre aggiungeva, “Così ora so esattamente dove non portarti, e avremo tutto il giorno per stare insieme senza che tutti gli altri si preoccupino.”

Pan aggrottò la fronte esasperata “Trunks!” lo castigò con leggero fastidio, “questa è la cosa più subdola che qualcuno abbia fatto! Non hai nemmeno pensato per un millesimo di secondo che forse sarebbe stato opportuno chiedermi cosa IO volessi fare?”

La sua reazione lo lasciò del tutto indisturbato, imperterrito Trunks continuava a sorridere. 
“In realtà, ho pensato a come avresti reagito. Non pensavo così, ma..” S'interruppe, cercando di apparire innocente.
Pan si innervosì e ringhiò in risposta “Ma cosa?”
Trunks le afferrò il mento portando i loro visi vicini e le depositò un piccolo bacio sulla guancia. Poi le sussurrò in un orecchio. “La tua reazione mi ha fatto capire che sei davvero cresciuta, Pan. La verità è che hai assolutamente paura di restare sola con me.”

“Questo è ridicolo!” Pan si tirò indietro e si voltò, precipitandosi di  corsa giù per le scale. “Perché mai dovrei avere paura di te?”

Lui la inseguì, accostandole vicino. “Non ho detto che hai paura di me. Penso che tu abbia più il terrore di quali potrebbero essere le tue reazioni se ti trovassi sola con me.”
“Trunks Briefs!” Lei lo fissò dritto negli occhi cristallini. Questo era un lato di lui che conosceva bene. Sapeva essere tremendamente audace quando voleva. “Non avevo idea che tu fossi egocentrico.”
Pan lo sentì ridere. La sua risata era un suono caldo, felice che le smosse qualcosa all’interno. “Non ero io quello che ha detto che le donne dovevano essere cieche per non volermi.” Si chinò sulla sua spalla e le tirò via i capelli dal suo orecchio. “Dopo tutto, io sono splendido come sempre”, la schernì con le sue stesse parole della sera precedente, e  Pan avvertì subito del calore strisciante sul collo niveo, prova tangibile del suo imbarazzo.

Prima che potesse rispondere alla sua dichiarazione, Goten arrivò dietro di loro. “Ehi, voi due!” Si precipitò veloce giù per le scale. “Che cosa avete da  sussurrare? C'è del cibo? Colazione? Oh le ciambelle! Scommetto che ci sono le ciambelle. Le voglio anch’io.”
Pan si voltò a guardare Trunks e senza intoppi rispose: “Niente di importante. Sto solo mostrando compassione per un amico.”
Goten e Trunks la guardarono confusi e dissero in coro, “Compassione?”
Pan sventolò una mano con nonchalance, e osservò compiaciuta, “Trunks si sente davvero solo ultimamente e mi ha offerto un passaggio in città, dal momento che Bra e Marron sono scappate in fretta e furia, stavo per accettare la sua gentile offerta, sai, anche perché non c’è nessuno, oltre te, Goten, che riesce a sopportare di stargli troppo accanto.”

Sentì di aver colpito il tasto giusto, e una sensazione di trionfo la pervase quando gli occhi di Trunks si strinsero su di lei, promettendo ritorsioni a riguardo. “Vuoi unirti a noi, Goten? Vorrei tanto andare, ma solo se vieni anche tu a tenerci compagnia. Ci terrei molto.”
Trunks guardò il suo migliore amico con uno sguardo omicida e Goten per un attimo esitò.
Ma Pan fu rapida veloce e decise di colpire il punto debole di ogni guerriero Saiyan. “Ho bisogno di aiuto per portare le mie borse. Inoltre, ti offro il pranzo.Menù completo”

Alla menzione del cibo la minaccia implicita di morte fu presto dimenticata. Goten con entusiasmo si diresse nella sua stanza per prendere il cappotto. Trunks aspettò finché non fu abbastanza lontano per sibilare, “Questo è stato un colpo basso, Pan, un colpo meschino e vile. Penso di ricordare ora alcuni dei motivi per cui ti ho evitato in questi anni.”

Lei sorrise, cercando di imitare la stessa espressione che lui aveva usato in precedenza . “Come hai detto tu, sono cresciuta. E posso essere più subdola e manipolatrice di te.” 
Cercò di dirigersi verso la porta, ma Trunks le afferrò le braccia e sentì i suoi piedi sollevarsi dal pavimento. “Cosa credi di fare? Mettimi subito giù!”

“No, fino a quando non saremo in un posto dove possiamo starcene da soli per un po’. Ho bisogno di parlare con te.” Lui la rigirò tra le sua braccia muscolose e sistemandola sulla sua spalla, cominciò a camminare verso la porta.
Pan considerò seriamente di sparargli un colpo ki alla schiena, ma poi ci ripensò. Poi dovrebbe spiegare il perché dell’ustione agli altri. Così mise la parte la sua indole violenta e optò per un ragionamento logico. “Trunks, permettimi di ricordarti quello che hai detto ieri sera. Mio padre, mio zio e il nonno non reagiranno gentilmente alle mie urla, e dubito anche che tuo padre vorrebbe sapere cosa sta succedendo qui.”

Questo lo fermò. Aveva ragione la piccola impudente e a Trunks non piaceva minimante. La sollevò dalla spalla e la lasciò cadere con la parte posteriore sul duro pavimento di legno. “Ahio! Sei matto o cosa?!” Gemette lei, fissandolo in cagnesco.
“Vado a scaldare l'auto. Ti do cinque minuti per raggiungermi.” Non poteva fare a meno di aggiungere con sarcasmo: “Mi raccomando, non dimenticare il tuo body guard.”

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Trunks guardò annoiato come Bra e Marron selezionarono l’ennesimo paio di abiti da provare. Pensò che il suo didietro aveva sicuramente preso la forma della sedia situata al di fuori del camerino delle signore. Goten era seduto sul pavimento accanto a lui, semi sommerso dall’imponente quantità di regali e borse. Pan era nello spogliatoio cercando qualcosa che le si adattasse. Sembrava che fosse il giorno più lungo della sua vita. Goten sembrava pensarla alla stessa maniera. Trunks teneva la borsa di Pan sulle sue ginocchia e fissò sconfitto e rassegnato il soffitto nel negozio. Nessuno dei due sembrava un guerriero a questo punto. Era patetico quanto in basso potrebbero farli cadere le donne della loro vita.

“Trunks, Goten finalmente ruppe il silenzio. La voce era più che altro un piagnucolio senza vita. “Dimmi la verità, passeremo in questo negozio il resto della nostra vita?”
Trunks rispose a stento con uno sbuffo irritato.
Pan uscì dal camerino con i suoi articoli e dichiarò solennemente: “Bene, ho finito. Ho tutto quello che mi serve.” Guardando i ragazzi che la fissavano in aspettativa, lei sorrise timidamente. “E forse anche qualcosa in più?”
Marron ridacchiò, “Penso che abbiamo fatto abbastanza shopping oggi.” Bra che teneva in mano un pullover in cashmere cominciò a ridere. “D'altra parte non si può mai fare abbastanza shopping quando si è con Bra.”
Bra lasciò cadere il pullover sul bancone della cassa. “Be’, io e te ce la caviamo.Ma Mamma e 18 sono clienti di livello mondiale. Anche se oggi la nostra Pan sembra abbia tenuto il passo con loro. Sono fiera di te, Panny.”

Pan guardò tutte le sue borse e pacchetti. “Dubito che avremmo potuto portare tutto questo da sole. Sono proprio contenta che Goten e Trunks si siano uniti a noi. Sembra che tutta la formazione che voi due avete fatto da giovani  abbia dato finalmente i suoi frutti.”

Le ragazze cominciarono a ridere istericamente. Trunks preferì non commentare, si alzò e prese le borse. Goten non si mosse. “Questo non è uno scherzo vero? Stiamo davvero andando via prima dell’ora di cena?” Le ragazze si guardarono e diedero il via ad un altro attacco di risate incontrollabili.
“Ok, vi siete divertite abbastanza a nostre spese.” Trunks fissò dritto gli occhi di Pan, incatenandoli ai propri. “Ora, andiamo via di qui.”

Il gruppo raccolse tutte le borse, e si diresse verso l'ascensore. Solo quando le porte si aprirono, Pan si bloccò improvvisamente, e con gli occhi spalancati, si girava e rigirava intorno alla ricerca di qualcosa. “Ho dimenticato uno dei miei pacchetti!”

“Corri va a recuperarlo! Ti aspettiamo vicino l’auto nel parcheggio.” Bra prese alcune borse di Pan e la spinse fuori proprio mentre la porta dell'ascensore si stava chiudendo.

Tornò al camerino e afferrò la borsa mancante. Le venne in mente che questa era la prima volta in tutta la giornata a ritrovarsi da sola, questo sarebbe stato un buon momento per chiamare il suo futuro datore di lavoro e verificare se il curriculum e il lavoro d’ufficio che aveva presentato prima di partire per tornare a casa andava bene e aveva fatto una buona impressione. Gli altri l’avrebbero aspettata di sicuro, minuto più, minuto meno che differenza faceva? In realtà, lei dubitava che Trunks avrebbe avuto il coraggio di lasciarla a piedi, anche se.. era palese che fosse ancora molto arrabbiato con lei. Pan si ritrovò a sorridere inconsapevolmente al pensiero di Trunks e al suo desiderio infantile che lei fosse ben disposta a correre da sola con lui in qualche posto, lontano da tutti. Un bambino viziato. Ecco cos’era.

Premette il tasto per bloccare le porte dell'ascensore e controllò se vi fosse un minino di copertura di rete sul suo cellulare. Senza esserne sorpresa, notò che era inesistente. Zero campo. 
Il negozio era quasi vuoto, considerando la tarda ora, vi erano solo pochi clienti per i regali last minute. Si avvicinò al telefono pubblico situato proprio al di fuori della vetrina, e frugò nella sua borsa alla ricerca di un biglietto da visita che portava sempre con sé ormai. Era un numero privato, riservato a pochi eletti, e Pan sapeva bene di essere tra i fortunati che potevano vantare di avere un contatto diretto con una delle più grandi aziende del mondo, dal fatturato annuo di milioni di dollari. E come sempre Mark Devero, Presidente della Global Inc., non lasciava mai senza risposta una chiamata da parte di Pan Son. Era solo il primo squillo, quando sentì alzare la cornetta, e con entusiasmo rispose: “Ciao Mark! Sono io.”

 
Trunks mise un piede fuori l'ascensore per sentirla dire proprio questo. Mark? Si fermò appena dietro di lei, ma Pan, notò con disappunto, era così coinvolta nella sua telefonata, da non accorgersi minimante della sua presenza. Eccola lì con in mano il grosso ricevitore del servizio di telefonia pubblica e un'espressione euforica sul viso. Era decisamente felice di parlare con questo Mark. Trunks decise all’istante che odiava quest’uomo, chiunque fosse.

“Sì, sto bene, io ti avrei chiamato prima, ma la mia famiglia mi ha organizzato delle piacevoli sorprese. Il volo? Oh sì, è andata abbastanza bene. Sai com'è. Volevo sapere come vanno le cose con l’offerta di lavoro. Ci hai ripensato? Davvero. Grande! Quindi tutto quello che devo fare è firmare il contratto appena torno? Sei davvero il massimo! Ok..Beh, io sto chiamando da un telefono pubblico in un centro commerciale. Smettila di prendermi in giro, sono una donna dopo tutto! Ok, certo, ciao, sì, va bene. Ciao, su avanti, attacca! ... bene lo farò io, ciao Mark. Dico sul serio, Mark, ho intenzione di attaccare questo telefono in questo istante!No, davvero..” Trunks allungò la mano e afferrò il ricevitore, decidendo per lei di concludere la telefonata. Pan si voltò e impallidì. “Trunks! Da quanto tempo sei stato lì in piedi a spiarmi?”

“Abbastanza a lungo per sapere che hai qualche spiegazione da darmi.” Questa situazione non gli piaceva affatto. Mark? Chi diavolo era Mark e che tipo di lavoro voleva dare Pan? 
“Ho mandato gli altri a casa, hanno preso l’auto di Bra. Ho sistemato quasi tutte le buste nella mia e così mi è rimasto solo abbastanza spazio per due, quindi ho detto che ti avrei aspettato io.”
“Grazie mille, Goten ,”  mormorò mentre Trunks le afferrò il braccio “Ehi, lasciami andare!”

“Lo farò appena arriveremo all’auto e ti avrò gentilmente chiuso dentro, così da essere sicuro che non scapperai sta volta. Ti dirò, sta diventando un’abitudine piuttosto fastidiosa.” 
Trunks era furioso e la teneva intrappolata in modo da non permetterle nemmeno il minimo movimento. In ascensore se la rigirò tra le braccia, come se stesse portando un piccolo animale selvatico che cercava disperatamente di scappare dalla sua presa ferrea. Guardò il suo volto, era accigliata e aveva uno sguardo truce nei suoi occhi onice. Niente a che vedere con lo sguardo esaltato e radioso che aveva riservato a Mark e alla sua stupida telefonata. E quell’idiota non era nemmeno lì per apprezzarlo. “Non ho intenzione di lasciar correre questa volta. Voglio sapere esattamente cosa sta succedendo.”

“Niente,” mormorò Pan, cercando di dargli le spalle. In realtà non era nulla di cui avrebbe dovuto preoccuparsi. Non erano affari suoi! Presuntuoso, maniaco del controllo!

“BUGIARDA!” Trunks le urlò di rimando. Si contrinse a calmarsi. “Stai per dirmi tutto,  perché non ho intenzione di portarti a casa fino a quando non avrò scoperto cosa sta accadendo qui. E quando dico tutto, intendo TUTTO!”

“Questo è sequestro di persona!” Pan si voltò e alla sua minaccia, urlò e si dimenò, per poi sputargli in faccia, veleno nella voce. “Giuro che ti denuncio! Rapimento aggravato da molestie, caro signor Presidente!”
Lui sorrise crudelmente verso di lei, e l'afferrò di nuovo, tirandola verso l'auto appena le porte si aprirono. “Come ci tieni a sottolineare costantemente, Pan, tu non sei un ragazzina! Sali in macchina e assumiti le tue responsabilità, come farebbe una persona adulta.”

Ma Pan puntò rigidamente i piedi a terra, incaponita a non lasciare che vincesse lui. “Non salirò mai in questa macchina con te, Trunks.”  Indietreggiò cautamente quando lui le si avvicinò ancora. “Se provi a toccarmi mi metto a urlare, e giuro che mi sentiranno anche sul quel cucuzzolo di montagna sperduta!

Lui le sorrise e alzò le braccia in segno di resa. “Ancora con la minaccia delle urla Pan? Fantastico. Pensavo a qualcosa di più originale onestamente. E comunque non avrebbe funzionato, perché, come vedi,” e allargò la braccia per sottolineare che la sua macchina era l’unica rimasta nel parcheggio vuoto. “Non c'è nessuno qui in questo momento, nè tuo padre, nè tuo zio, e nemmeno tuo nonno. Dubito che mio padre sta per accorrere qui a portarti in salvo da me, così puoi smetterla, risparmiarti la fatica e cercare solo di collaborare con me.”

Pan fece una smorfia rendendosi conto della veridicità delle sue parole. “Okay hai vinto, ti dirò quello che vuoi sapere, basta che mi fai entrare in macchina, fa freddo qui fuori, sto congelando.” Trunks sembrava sorpreso dalla sua improvvisa resa.
Pan sembrava tranquilla in un primo momento. Trunks sedeva nel sedile del conducente, mise in moto e poi spense la radio. Poi rimase seduto lì, fermo, in attesa. 
Pan portò le mani in grembo indecisa: non aveva voglia di farlo, di parlare con lui dell’offerta di lavoro alla Global Incorporated e di Mark. Ma ovviamente Trunks non aveva la minima intenzione di partire fino a quando lei non avesse sputato tutto ciò che gli premeva sapere. Testardo.

“Ho incontrato Mark Devero in Seward, in crociera sulla vita selvaggia. Ci sono andata con un gruppo di amici per un weekend, volevamo vedere le orche che si erano spinte fino alla costa. Mark era lì con un gruppo di suoi dipendenti in ritiro speciale. Eravamo sulla stessa crociera, e..
Trunks la interruppe interdetto. “Intendi farmi credere che eri al telefono con Mark Devero della Global Incorporated appena un minuto fa? Davvero Pan, io non sono totalmente ignorante in materia d'affari.. Sono il presidente di una società di livello mondiale. So come funziona, e ti posso assicurare che non si può semplicemente alzare la cornetta e parlare direttamente con il presidente di un’offerta di lavoro, inoltre in piena stagione natalizia.”

Pan capii quello che stava dicendo, il suo ragionamento era perfettamente logico d’altronde. Era ovvio che Trunks avesse bisogno di qualche informazione in più per comprendere appieno la situazione.

“Beh, Mark è davvero molto legato a me. Diciamo solo che per lui non sono solo una futura dipendente.” Sembrava che Trunks stesse arrivando a mettere insieme tutti i pezzi mancanti. “Voleva che io..voleva iniziare a frequentarmi, in realtà, mi ha chiesto ufficialmente di diventare la sua ragazza, e io ho rifiutato. Allora mi ha detto chi era e l’ho rifiutato di nuovo. Dopo di che, ha fatto uno sforzo enorme per rimanere in Anchorage e conoscermi, e capire di cosa mi occupo, cosa stavo facendo. Ha scoperto che sono altamente istruita e quasi pronta per entrare ufficialmente nel mondo del lavoro. Così mi ha offerto un contratto di lavoro incredibilmente vantaggioso e ho deciso di firmarlo appena torno.”

“Se solo avessi saputo prima, che ti saresti venduta volentieri in cambio di un ottimo posto di lavoro, ti avrei fatto subito un’offerta anche io.” Trunks la stava fissando come se non sapesse chi fosse. Come se non l’avesse conosciuta per tutta una vita. Ma fu la sua successiva insinuazione che le fece salire letteralmente il sangue al cervello. “Così che ne pensi di diventare la mia amante? La paga è ottima, e il lavoro non è certo molto duro e poi sicuramente ti piacerà tantis..” Trunks non riuscì a completare la frase che lei lo colpì violentemente allo stomaco per poi schiaffeggiarlo duramente sulla guancia destra.  “Merda ,” Riuscì a soffocare fuori e rimase senza fiato. Qualsiasi altro uomo sarebbe morto con un colpo del genere. Grazie a Dio per il sangue Saiyan di suo padre.

Stava ancora cercando di riprendersi quando lei scese dalla macchina. 
Pan si appoggiò alla portiera e gridò a pieni polmoni: “Tu sporco maiale schifoso! Come ti permetti?!?! Non sono mai stata così insultata in tutta la mia vita. E proprio da te, Trunks? Dopo tutto, siamo cresciuti insieme. Diavolo, tu!!! Tu conosci la mia famiglia! Conosci me! L'offerta di lavoro è quello di essere un ispettore e assicurarsi che la gestione interna stia svolgendo correttamente il suo lavoro. Dovrò fare un tirocinio per circa tre mesi presso la sede centrale e dopo avrò un nuovo ufficio tutto mio ogni mese. Mark mi piace davvero, è vero, ma non ci vedremo praticamente mai! Lui non ci sarà presso la sede centrale durante il mio tirocinio e sicuramente non mi seguirà in giro per il mondo per i prossimi cinque anni mentre ispeziono le sue filiali estere!”

Trunks stava lentamente assorbendo tutte le informazioni che gli aveva rigettato in fretta e senza alcuna pietà, stava appena iniziando a realizzare quello che lei aveva detto, anzi urlato, che la sentì allontanarsi dalla macchina con rapide falcate, era decisamente arrabbiata. Aspetta un attimo, aveva detto cinque anni?! Conosceva il tipo di lavoro di cui lei stava parlando e le persone che svolgevano mansioni simili dovevano necessariamente essere molto preparati e competenti, ma anche molto sole. Viaggiare in continuazione non consentiva di creare nessun tipo di legame affettivo duraturo. Anche lui non sarebbe stato in grado di un avere qualsiasi tipo di rapporto con lei se avesse accettato il lavoro. Nessuno avrebbe potuto avere un rapporto reale con lei per cinque maledettissimi anni! Era completamente ammattita. Da cosa accidenti stava scappando? Si precipitò fuori dalla macchina e la rincorse in fretta. “Pan! Torna qui.”

“LASCIAMI IN PACE!” Accidenti, era così infuriata con lui che si sarebbe potuta trafsormare in Super Saiyan all’istante. Era così adirata adesso che non riusciva nemmeno a camminare. Stava lì stringendo i pugni morbosamente e con lo sguardo stizzito rivolto verso terra.

Trunks fu accanto a lei in un lampo. Cercò di ferirlo, aveva solo una gran voglia di picchiarlo e malmenarlo in quel momento, ma lui schivò tutti i colpi senza difficoltà. “Pan, mi dispiace.” Pan provò a tirargli di nuovo un pugno e lui la bloccò. “Cosa posso dire? Sono arrivato alla conclusione sbagliata su di te e Devero. Mi dispiace sul serio.”

Pan lo fulminò. Era ancora arrabbiata con lui. Tutta la sua opinione su di lui era cambiata radicalmente, offuscata dall’ira che stava provando.
Lei lo guardò. Trunks era così sconvolto..era effettivamente rammaricato e sembrava avesse scritto in fronte ‘colpevole’ e lei non riusciva a sopportarlo. 
“Ti perdono. Diciamo solo che non ne parleremo mai più, torniamo allo chalet e facciamola finita. Mark mi vuole negli Stati Uniti subito dopo Capodanno.”

“Tu non accetterai quel lavoro, Pan”, ribatté Trunks prima di pensare. Poi si rese conto che questo non era il momento adatto per discutere con lei su questa questione. Non era il momento adatto per discutere di qualsiasi cosa. Era ancora arrabbiata dal precedente confronto. Questo non avrebbe aiutato a porlo sotto una luce migliore ai suoi occhi, ma Trunks doveva dirglielo. Non gli avrebbe mai permesso di accettare quel lavoro, costi quel che costi. Correva un rischio ancora maggiore se avesse tenuto la bocca chiusa e aspettato che si fosse calmata. Rischiava seriamente di perderla e non poteva perderla. Non ora che avesse finalmente aperto gli occhi e averla vista davvero.

“Oh sì invece.” Camminò fino ad essere a pochi centimetri da lui, lo fissò dritto negli occhi per fargli capire quanto fosse determinata. “Non c'è una buona ragione per non accettarlo.”

“Ci sono migliaia di motivi più che validi per non accettare un lavoro del genere, Pan.” Trunks le si avvicinò e con entrambe le mani le afferrò il volto, carezzandole le guance. “E per quanto mi riguarda, io ho un’ottima ragione, forse egoista..ma ti voglio qui con me. Sei stata lontano già a lungo. Non so nemmeno se davvero ti conosco a questo punto.”

“Certo, il fatto che tu voglia stare con me sarà sicuramente vantaggioso per il mio conto in banca. Finalmente, ora che starò qui con te, non sarà più colorato di un rosso vermiglio!” Sputò Pan. 
“Grazie a Kami, esiste Trunks Briefs che si occuperà della mia situazione finanziaria!E se ti svegli un giorno e decidi che non mi vuoi intorno, eh, allora che succede?”

“Potremmo sposarci.” Trunks sbottò senza pensare. Cazzo. Da dove gli era uscita una cosa del genere?!

“Sono tornata da appena 24 ore, dopo essere stata via per sette anni, e dovrei sposarti? Trunks, sii realista.” Tornò alla macchina con Trunks dietro di lei.

“Bene, io ti darò un posto di lavoro alla Capsule Corporation per tenerti occupata mentre pensiamo al nostro futuro.” Trunks buttò fuori. Onestamente non sapeva cosa stava facendo. Non stava nemmeno pensando a quello che stava dicendo. Le parole continuavano a venire fuori in modo automatico.

“Non abbiamo appena discusso su questo? Vediamo.. oh un presidente che mi vuole accanto a sé e mi offre un posto di lavoro..disdicevole no?!” Pan sospirò: “Perché è tremendamente orribile fare una cosa del genere se si tratta di Mark, e invece è tanto giusta e nobile se si tratta di te, signor Briefs?”
Trunks entrò in macchina e si affrettò a mettere in moto, guidando con uno sguardo molto determinato sul suo volto. “Perché il signor Devero non ti conosce davvero e, Trunks qui presente invece, ti ha amato da quando eri appena una bambina.”

“Come se fossi una piccola sorellina, potrei aggiungere.” Rispose Pan con astio.

“Un tempo ..” Trunks non aveva intenzione di riportare a galla l’argomento ‘passato’.  
“Lavoreremo e decideremo tutti i dettagli durante le vacanze. Dopo il nuovo anno chiamerai Devero e gli dirai che hai cambiato idea sul lavoro. So che mi ringrazierai per questo, Pan.”

Pan lo fissò per pochi secondi a bocca aperta. Poi guardò fuori dal finestrino la neve che cominciava ad accumularsi nelle strade. Aveva sempre avuto un effetto calmante sui suoi nervi. 

In alcun modo avrebbe rinunciato al suo nuovo lavoro. Aveva ragione Trunks su un punto, non la conosceva. Non voleva che le fosse regalato nulla e soprattutto non da Trunks. Diamine, non aveva visto nemmeno il suo curriculum come Devero aveva fatto. No, sarebbe stata su un aereo per gli Stati Uniti il primo gennaio. Non c'era niente che qualcuno potesse dire o fare per farle cambiare idea. Niente.

  
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