Ormai sei
mia. Riposa con il tuo sogno nel mio sogno.
Amore, dolore e fatiche devono dormire ora.
Gira la notte sulle sue invisibili ruote
e accanto a me sei pura come l'ambra addormentata.
(PABLO
NERUDA)
CAPITOLO 2
La quiete della notte
è rotta dal
fruscio del vento, levatosi tiepido a smuovere le fronde, e dalla secca
cadenza
degli stivali della donna, che passano veloci sul selciato tradendo un
malcelato nervosismo. Nella mente dell'uomo che da sempre l'accompagna
prende
lentamente forma una sottile congettura, forse uno sbaglio, forse
la verità, certamente la più dolce
speranza.
"La serata non stava procedendo bene, Oscar?"
La donna resta per alcuni attimi in silenzio.
"Sono solo stanca, voglio andare a riposare."
Risponde brusca, senza riuscire a
trattenere altre e differenti parole.
"E per te André, stava andando bene?"
L'uomo la nota osservarlo di sottecchi, una scintilla gli arde
nell'animo.
"Come vuoi che stesse andando... Stavo aspettando te."
La donna non sa che la replica nasconde una profonda verità.
Mentre raggiungono
la carrozza, lui la precede per aprirle lo sportello; lei si ferma,
indugiando
a salire.
"Mi pareva fossi in buona compagnia, André... Ho forse
interrotto
qualcosa?"
Un sorriso sul volto dell'attendente.
"Suppongo non intenzionalmente, vero Oscar?"
La donna, colta alla sprovvista, non risponde. I lineamenti tesi
rimarcano la
serietà della sua espressione, l'oscurità
nasconde apparentemente il rossore
che l'uomo indovina comparirle sulle gote; stringe una mano a pugno per
frenarla
dal protendersi ad accarezzare quelle rosee guance.
"Io e la cameriera stavamo solamente discorrendo di alcuni
argomenti... Dato che come valletto del Comandante Jarjayes frequento
ogni
giorno la reggia, la ragazza era curiosa di sapere se mi capita di
vedere il
conte Victor intrattenersi con le dame di corte."
Improvviso lo stupore, sul viso della donna.
"E perché mai una sua domestica dovrebbe chiederti una cosa
simile?"
L'uomo avvicina il volto a quello di lei, catturandone lo sguardo.
"Presumo perché...", le rivela in un sussurro,
"...è innamorata
di lui... E magari per il conte potrebbe valere altrettanto,
chissà...".
La donna distoglie rapida gli occhi da quelli verdi, abissali,
dell'uomo,
posandoli sull'armoniosa statua di Afrodite posta al centro del roseto.
"E tu...cosa le hai riferito a riguardo?"
"La verità, ossia che Girodel non pare attratto da nessuna
delle donne
presenti a Versailles, né si atteggia in maniera frivola col
alcuna di
esse."
"Quindi...le hai donato una speranza..."
"Non si vive senza di essa, Oscar."
La contessa sposta lo sguardo sulla carrozza, apprestandosi a salirvi.
"André, ci stiamo attardando."
Dopo che lei si è accomodata, l'attendente richiude con
garbo lo sportello e si
avvia a slegare i cavalli.
"Lo so bene, Oscar."
All'interno della vettura che ha preso a muoversi, l'unico
rumore che la
donna pare udire è il battito del proprio cuore.
Le parole, la voce, lo sguardo dell'uomo hanno smosso qualcosa nel suo
animo, ora tumultuoso, come
un torrente che, liberato dal masso che lo ostruiva, riesce infine a
defluire.
Sono dunque in grado i sentimenti scorrere improvvisamente fragorosi e
dirompenti, simili ad acque selvagge impossibili da imbrigliare? Quelle
stesse
emozioni che negli anni lei ha dovuto contenere, che un valoroso
soldato non
può mostrare per non dare adito nemmeno alla più
insignificante debolezza,
possono riuscire a erompere e tracimare dagli argini della ragione?
"Sì."
L'incedere
della carrozza si fa sempre più lento, finché i
cavalli si fermano al di là dell'imponente cancello
di
villa Jarjayes.
L'uomo scende e, al lume delle lanterne appese alla vettura, compie i
soliti gesti usuali aprendo lo sportello, scostandosi di lato e
piegandosi su un ginocchio in riverente attesa della discesa della
contessa.
Avverte una mano poggiarglisi su una spalla; solleva il volto, colto di
sorpresa.
"Alzati, André."
Lentamente lui si rialza, i loro volti si ritrovano vicini, come poco
prima.
"Cosa c'è, Oscar?"
La donna non immagina la tenerezza che suscita in lui, le appare timorosa, quasi temesse le conseguenze di quel che sta per dire, di ciò che l'uomo confida lei stia per rivelargli.
"André... Cosa intendevi prima, dicendo che non si vive senza speranza?"
Ora sa, per l'uomo quella speranza è divenuta una vibrante certezza.
"Non si vive, se non si crede che si possa realizzare ciò che più si desidera."
"E tu... In cosa speri, André?"
Le forti mani dell'uomo sollevano delicatamente il volto di lei, sguardi verdi e azzurri si perdono fin nel profondo delle reciproche anime.
"In te... Mia Oscar... Nel tuo amore per me."
Le mani della donna si posano piano su quelle dell'uomo, una carezza al sostegno che da sempre lui le offre.
"André... Mi conosci davvero così bene... Riesci a leggermi dentro meglio di quanto lo faccia io... Tu mi avresti aspettato...avresti atteso che ti rivelassi del mio amore...anche tutta la vita?"
"Sì... Perché sapevo che è da me che saresti venuta... I nostri animi sono infiammati da una stessa passione che da sempre ci lega...e che non si può nascondere in eterno al cuore... Non mi importa dell'attesa, sei tu l'unica che io abbia mai amato...e nessun'altra".
Presso la luna passa una fugace nube, ombra di Era, che oscura per un istante l'intenso bacio degli amanti.
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