Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: WISEbananaSHIP    31/03/2014    1 recensioni
Durante l'estate Louis conosce Harold, un ragazzo australiano. Sicuro di averlo perso, il ragazzo lo ritrova invece nella propria scuola.
Harold cerca di fare amicizia con le Pink Ladies formate da Taylor, Liam e Demetria e capeggiate da Perrie, mentre Louis trascorre il suo tempo con gli amici di sempre: Niall, Josh, Nick e Zayn.
Quando si rincontrano a scuola, non volendo perdere la sua fama di "duro", Louis finge inizialmente di essere indifferente al fascino dell’altro. Harold, allora, civetta con Ed Sheraan, il giocatore di football, e Louis, ingelosito, tenta di iscriversi nelle squadre sportive della scuola per riconquistarlo. E ci riesce, iniziando a fare coppia fissa con Harold. Ciò nonostante, durante la gara di ballo teletrasmessa, Harold si trova sostituita in finale dall'equivoca Eleanor, con la quale Louis ha avuto un trascorso misterioso. Così, nel corso di una gara automobilistica nella quale Louis e Zayn lottano contro Justin Bieber, il leader dei rivali "The Wanted", Harold, spettatore lontano, capisce di voler cambiare per lui.
L'anno volge al termine e nel corso della festa dei neo-diplomati Harold e Louis tornano insieme, finiscono su una macchina volante e...
Che cazz...?
Genere: Comico, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Di pigiama party illegali, parrucche e Sandra Dee
 
 
Harold si era fermato presto, appoggiato ad una macchina dove aveva dato modo alle lacrime di rigare le sue guance arrossate.
Si sentiva come se avesse appena attraversato il Paradiso, ma poco meritevole, poi, fosse sprofondato all’Inferno.
Era stato così contento di ritrovare Louis, ma quella felicità era durata un breve, fugace istante perché poi Zuko l’aveva deriso, umiliato e rinnegato.
Non era stato difficile per Harold capirne il motivo, anche se non pensava e non riusciva ad accettare l’idea che il ragazzo gentile e dolce dell’estate potesse rivelarsi quello che aveva appena incontrato, così superficiale e cattivo.
Quando si sentì afferrare per una spalla, sommosso da alcuni singhiozzi, Harold si girò a guardare chi fosse arrivato in suo soccorso.
E per un attimo, Harold sperò fosse proprio Louis, venuto a chiedergli scusa. Ma gli occhi nocciola e sinceramente preoccupati di Liam, lo fecero sospirare e singhiozzare ancora più forte.
“Hey” tentò di consolarlo, ma le lacrime di Harold furono accompagnate immediatamente dalla sua voce trascinata e nasale, forse anche più del solito a causa del pianto. “Era stato così carino con me questa estate…” tirò fuori, perché quel pensiero doveva renderlo chiaro a tutti e non solo a lui.
Louis non era stato quello che si era appena dimostrato di essere con lui. Quello che lo aveva appena deriso, l’aveva baciato, abbracciato, gli aveva perfino semplicemente sorriso come se Harold fosse la cosa più importante sulla faccia di quel misero Pianeta.
Per questo motivo stava così male, per questo motivo piangeva senza riuscire a frenarsi. “Senti” tentò nuovamente Liam, soffiandogli ad un orecchio. “Quel tipo di uomini sono tutti porci” ammise, benché entrambi appartenessero a quella categoria.
Harold si girò a guardarlo, il naso rosso come i suoi occhi e un cipiglio a esprimere la sua confusione. Tirò sul col naso e attese che Liam proseguisse. Quest’ultimo gli sorrise, trasmettendogli tacitamente l’idea che sapesse che entrambi fossero uomini, ma che loro, a differenza di quelli dalla quale si erano appena allontanati, erano di una categoria diversa, speciale. “Sì, dai retta a me” continuò, entusiasmandosi. Liam lo afferrò per una spalla e lo tirò per girarlo verso di sé. “Quel genere di uomini sono tutti porci. Anzi, sono le pulci dei porci” e Harold gli sorrise, divertito. Liam ricambiò, felice di averlo fatto sorridere. “E… anche peggio! Sono le pulci delle pulci che hanno i porci!” continuò, forse esagerando, mentre scoppiava in una risata fatta di lacrime sanate, quelle del riccio che ora sorrideva, stemperando la sua tristezza.
Poi, prendendo un fazzoletto bianco, immacolato, Liam si accinse ad asciugare le sue lacrime e con tono carezzevole continuò: “Sul serio, sono così vermi che non vanno bene nemmeno per pescare,” e con i suoi occhi dolci e penetranti, catturando quelli smeraldo di Harold, aggiunse: “ci si può fidare solo di un uomo, del nostro papà”.
Harold annuì, non tanto per quelle parole, ma per l’espressione dolce e convincente del ragazzo che lo fissava, ancora, provandole tutte per farlo stare meglio. Abbozzò un sorriso e piegò il capo di lato.
“Sai cosa ti ci vuole?” continuò, tornando a sorridergli con entusiasmo. “Cosa?” domandò Harold, asciugandosi il naso con lo stesso fazzoletto che, sicuramente, Liam non avrebbe voluto più indietro.
“Una notte fuori con le ragazze” continuò, riferendosi alle Pink Ladies. Harold le sorrise a stento e la sua innocenza, la sua ingenuità, lo portò a credergli, a fidarsi. Magari la stessa Perrie aveva agito in buona fede in quell’incontro, la colpa di quel disastro era da far ricadere soltanto su una persona: Louis Zuko. “Sì” rispose, guardando il fazzolettino, ancora leggermente titubante.
“Stasera vengono a dormire a casa mia, ti va di venire?” propose. Harold socchiuse gli occhi, sentì infrangersi sotto il suo occhio le sopracciglia lunghe e bagnate; poi annuì ancora e abbozzò un sorriso. “Sì” ripeté. “Bene!” affermò Liam, raggiante. “Ti divertirai” continuò, appoggiandogli una mano sulla spalla e indicandogli la strada verso la macchina rosa di Rizzo. “Andiamo”
 
*
 
Dopo lo scricchiolare del fuoco, quello che Harold udì fu la voce di Taylor mentre rimproverava Demetria e i suoi insoliti, quanto strani, gusti. “Sei veramente buffa” era stata l'affermazione alla quale Demi non diede peso, continuando con la canzone allegrotta e un po' stupida del suo castoro preferito alla Televisione.
“Striglia, striglia, striglia.” cinguettò, toccandosi il naso con l'indice. “Usa nuovi pana” continuò, svolazzando con le mani, mentre le altre ragazze – e Liam – la guardavano con piglio. Tutte tranne Taylor che pensava a rinvigorire il suo petto, facendo degli esercizi di un alquanto improbabile forma di ginnastica. “Con i pana, i denti splendenti sempre avrai!”
Le risate di Rizzo, però, fecero sgonfiare quell'imbarazzo che – soprattutto Harold – stavano provando alla vista di quello spettacolo. Mentre Demi continuava la canzoncina e il castoro alla Televisione danzava sculettando, Harold guardò le ragazze sedute sul letto.
Rizzo aveva indossato soltanto una camicia viola, abbastanza lunga, che terminava giusto poco dopo il fondo schiena e sembrava non preoccuparsi minimamente di tale nudità di fronte a due ragazzi. Taylor, seduta accanto alla ragazza, con le braccia ancora riverse verso l'alto, aveva una camicia da notte cortissima che con le curve del suo corpo si rialzava più del dovuto; ma anche lei, come Perrie, sembrava essere a suo agio, nonostante la retina tra i capelli che Liam si era adoperato a metterle con parsimonia.
Liam, invece, seduto accanto a lui, per terra, appoggiato al letto, aveva addosso un pigiamino di seta di un giallo canarino che faceva invidia all'uccello stesso.
Demi era l'unica ad aver indossato un pigiama normale, largo e consumato, e assieme a questo aveva aggiunto un maglioncino incolore, perché sentiva sempre troppo freddo a casa di Liam.
E infine si guardò. Passando per casa aveva preso le prime cose che gli erano capitate tra le mani, aveva avvertito i suoi genitori che avrebbe dormito a casa di un nuovo amico e soltanto in seguito aveva pensato che forse la camicia da notte, che aveva l'abitudine di indossare di notte, sarebbe potuto risultare insolita quanto le scelte di Perrie, Taylor e Liam.
Ma a quanto pareva in quel gruppetto la caratteristica principale era proprio la stranezza, perciò Harold non si preoccupò più di tanto, quando allacciando le gambe lunghe attorno alle proprie braccia, assistette alla personale vendetta di Rizzo e Taylor – le quali lanciarono i cuscini in faccia a una Demetria che non aveva ancora smesso di canticchiare la canzone del castoro.
“Ma chiudi quel forno!” la beffò la leader, ridendo, mentre evitava il tigrotto di peluche che Demi gli aveva poco prontamente rilanciato contro. “Dammi una cicca” disse, dopo averla richiamata con un 'hey' ilare. Liam si affrettò ad accontentare la richiesta della migliore amica e, aprendo il cassetto del proprio comodino, gliene passò una. “Ci sono anch'io” disse Taylor, mentre sistemava i cuscini, mostrando senza problemi uno stacco di coscia non indifferente nemmeno agli occhi di Harold e Liam – che, però, in quel momento stavano guardando altro.
Harold si guardò i piedi, cercando di evitare quel discorso, ma soprattutto tentando di non mettersi in mezzo perché lui e le sigarette erano un mondo a parte.
Odiava la sigaretta, l'odore che emanava e la puzza che restava nella bocca di chi l'aveva appena spenta. Detestava perfino il posacenere sporco, perché il fetore che emanava aveva la capacità di provocargli la nausea. E lui ne sapeva qualcosa, visto che i suoi genitori erano dei fumatori incalliti.
“Ne vuoi una, Harold?” domandò Liam, offrendogliela dal pacchetto. Harold alzò il capo, sorrise e negò. “No, grazie, Liam, ma non fumo...”
E quell'affermazione, come immaginava, scatenò lo stupore generale. Taylor lo guardò con gli occhi sgranati e la bocca aperta. “Non fumi?” aveva esclamato, come fosse un'eresia.
Perrie, sdraiata a pancia in giù sul letto, si era alzata per mettersi a sedere e l'aveva guardato senza nemmeno troppo stupore. Anzi, lo sarebbe stata qualora Harold avesse invece confessato di avere il vizietto. Liam e Demi, invece, avevano cinguettato un urlo, avvicinandosi maggiormente ad Harold, per constatare che fosse una persona reale e non un – che ne so – ibrido di nuova generazione, proveniente da una lontana galassia.
Ma quella conversazione, tuttavia, glissò grazie al suono di un clacson e le urla di alcuni ragazzi, proveniente dalla finestra.
Qualcuno aveva ‘scoperto’ della loro festicciola. Quel qualcuno, forse anche di più di un singolo, erano proprio i T-birds.
 
L’automobile bianca di Zayn era parcheggiata lungo il vialetto erboso della villetta di Liam e la banda al completo era sistemata sui vari sedili. Niall, Nick e Josh cantavano stonati come delle campane per attirare l’attenzione, inebriati dal vino che avevano appena bevuto.
“E state zitte, cornacchie” ringhiò il proprietario dell’auto, non appena notò delle sagome nere avvicinarsi alle tendine della finestra di quella che, con molta probabilità, era la stanza di Liam. Era stata Perrie a dar loro quella soffiata sull’ubicazione delle Pink Ladies per quella serata, con un sms che non lasciava spazio all’immaginazione. Ovviamente non era stato affatto difficile convincere i tre provetti cantanti seduti sul sedile posteriore, né tantomeno Zayn, che non vedeva l’ora di cominciare in bellezza il proprio anno scolastico.
Il più difficile da convincere era stato Louis, che poi era stato costretto a seguire la banda, caricato di peso in auto. Durante tutto il tragitto non aveva fatto altro che pensare ad Harold, a quei suoi tristi occhi verdi. Era stato un mostro e non se lo sarebbe perdonato tanto facilmente. E una serata con le Pink, di certo, non avrebbe fatto altro che peggiorare la sua situazione, ricordandogli costantemente il suo enorme sbaglio. Oltretutto, era certo che Perrie avrebbe tirato fuori l’argomento non appena sarebbe entrato in casa di Liam, e questo non lo avrebbe accettato.
“Ehi, ho cambiato idea. Andiamocene via” brontolò, non appena vide anche lui le sagome delle Pink Ladies. Gli sembrò di vedere anche una testa riccioluta, ma probabilmente quello era solo un segno della sua immaginazione. Un segno che, però, Louis colse al balzo per potersi convincere ulteriormente a non salire in quella stanza.
“Come sarebbe che hai cambiato idea?” gli chiese scioccato Niall, che per colpa del vino da dessert appena ingurgitato aveva totalmente dimenticato la dura opera di convincimento attuata poco prima in compagnia dei suoi amici a discapito del leader del gruppo.
“Ho cambiato idea, occhei?” gli sbraitò contro Louis, voltandosi e aggrappandosi alla giacca di pelle di colui che lo aveva appena inconsapevolmente sfidato. Era furioso, e voleva tornare a casa. Voleva starsene lontano dai quei quattro amici morti di figa, voleva rimanere solo per pensare ad un modo per sistemare la questione con Harold, e magari anche ad un modo per dire ai suoi amici i suoi veri gusti.
 
Le tre ragazze gridarono gettandosi d'impeto davanti alla finestra. Harold e Liam, invece, furono subito dietro di loro, ma con meno entusiasmo. Harold perché sollevato da quel discorso che era riuscito ad evitare grazie all'arrivo di quella macchina – un po' conciata male – e Liam, invece, perché preoccupato di quella situazione che, tra le mani di Perrie, si sarebbe trasformata da un pigiama party a un festino con dei ragazzi.
E se solo i suoi genitori si fossero svegliati al momento meno opportuno, sarebbe presto diventata la fine della sua vita sociale.
“Shhh” le ammonì Perrie, tirando appena la tendina della finestra. “Che dite, ragazze? Si fa festa, stasera?” propose, poi, girandosi a guardare Liam. Questo si torturò le mani, incerto sul da farsi; odiava negare alla migliore amica le sue proposte. “Se li facessimo salire e i miei ci scoprissero, mi ammazzerebbero”
 
“Hey, Josh, perché non le fai scendere?” ridacchiò Niall, dando una botta all’amico e glissando completamente la sfuriata di Louis. “Andiamocene, su” proseguì Zuko, chiaramente non ascoltato dal resto del gruppo.
Josh, anzi, accettò di buon grado la proposta dell’irlandese ed iniziò a chiamare i nomi delle ragazze presenti nella camera illuminata sopra le loro teste. Solo quella delle ragazze perché, sinceramente, di Liam e di Harold gli interessava ben poco. Fu invece Nick a chiamarlo a gran voce: stuzzicare Louis era sempre stato uno dei suoi passatempi preferiti. Ma non la pensò allo stesso modo quando quello, infastidito ed indisposto all’ennesima potenza da quel suo irritante comportamento, gli rifilò un pugno su una coscia.
 
“E chi ha detto che debbano scoprirlo?” continuò la leader, infilandosi velocemente un paio di pantaloni e le scarpe, guardando Liam e facendogli l'occhiolino. “Vado giù a invitarli, dobbiamo toglierci gli sfizi adesso che abbiamo l'età per goderceli!” continuò con il solito entusiasmo strafottente, avvicinandosi alla finestra.
Harold, nel frattempo, nell'udire il proprio nome si affacciò, sovrastando la figura di Taylor e sgranò gli occhi, quando riconobbe tra i ragazzi la figura di Louis.
“Ma che fai? Ti vuoi calare dalla grondaia?” domandò Liam, titubante e preoccupato. Perrie gli rifilò un sorrisetto beffardo e aprì la finestra, dalla quale Harold si allontanò il più velocemente possibile, col cuore scalpitante nel petto e l'ansia di rivederlo così presto, di soffrire di nuovo alla presenza di quegli occhi così calamitanti, senza avere un po' di tempo per imparare a conviverci.
 
“Ma quella è Rizzo?” domandò Niall alzando gli occhi al cielo, conquistato dalla visione della bionda affacciata alla finestra.
Tutti si voltarono verso il punto indicato dall’alticcio irlandese. Tutti tranne Louis che, al contrario, si voltò verso la siepe di gelsomino che, in quel momento, era mille volte più interessante di chiunque altro.
Josh, Niall e Nick scesero senza problemi dal sedile posteriore della decappottabile, mentre Zayn si sistemava i capelli allo specchietto retrovisore. Salire in casa era un’idea fin troppo bella anche per le loro stesse rosee aspettative.
Non ci impiegò molto la ragazza a scendere agilmente sotto i commenti inopportuni dei ragazzi che, ridacchiando, osservavano le sue grazie messe in bella mostra. “Come siete solerti voi ragazzi ad aiutare una signora” li salutò a modo proprio, avvicinandosi al rottame e appoggiandosi con un braccio allo sportello aperto. “Signora? Io non vedo signor-” provò Josh, ma la gomitata di Zayn e il suo imperioso: “Sta zitto, non rompere le scatole” lo fecero scoppiare a ridere e, quindi, bloccare.
Perrie guardò il ragazzo più vicino a sé, Zayn, sfidandolo sagace. “Che succede, Zayn?” domandò, con tutt'altro tono, stavolta carezzevole, smaliziato. Zayn rispose, agitato, “indovina un po'?” fumando subito, per farsi figo. “Hai qualcosa da offrire a una ragazza?”  continuò, sbarazzina, quasi squallida, invitandolo indirettamente a salire in casa. “Sì, proprio così...” accettò.  E soddisfatta, Perrie lo glissò, spostandosi su due occhi che proprio non ne volevano sapere di guardarla.
“E tu che dici Zuko?” cambiò di nuovo espressione; frettolosa, agitata, come se non fosse importante la risposta di Louis.
“Sei molto carina, Perrie” sbuffò Louis, distratto dalla voce di Rizzo. Stava iniziando a detestarla seriamente, quella ragazza. “Ma la roba di seconda mano non è il mio genere” la rimbeccò, in un sorrisetto falso e maligno, nonostante la cattiveria fosse l’ultima delle sue caratteristiche. Ce l’aveva a morte con lei, e con se stesso. E di certo non avrebbe mai accettato l’invito a salire in casa, non sapendo che anche Harold era presente.
Perciò si alzò, aiutandosi con le mani sul cruscotto, e scese dall’auto senza aprire la portiera, seguito dallo sguardo inquisitore di Perrie che seguiva ogni suo movimento.
“Ti vai a fare un solitario?” rimbeccò, colpita dalla solita battutaccia che i ragazzi avevano l'abitudine di riservargli e che, puntualmente, solo se uscivano dalla bocca di qualcuno che, un tempo, le era interessato, potevano ferirla.
Perrie era così, quindi, se veniva graffiata da un'insolenza, ricambiava con una cicatrice vera e propria.
Louis si voltò ancora una volta a guardarla, sperando con tutto il cuore che quella fosse l’ultima. “Meglio che perdere tempo con questi cretini” replicò, spostando lo sguardo fra i suoi entusiasti amici. E tornò per la sua strada, a piedi, diretto verso un qualsiasi posto lontano da quella casa, sotto i lamenti dei T-Birds.
Lamenti che durarono molto poco perché non appena Rizzo catturò nuovamente l’attenzione di tutti, i ragazzi si avvicinarono alla casa ed iniziarono a scalare la rete per le rose rampicanti posta sotto alla finestra della camera di Liam. Niall trovò particolarmente difficoltosa la grande scalata, soprattutto a causa della busta di plastica del supermercato piena di bottiglie di vino e di pasticcini che gli limitava i movimenti. Si graffiarono un poco con quelle foglie seghettate, e Josh si punse anche con una spina, ma nessun dolore era tanto grande quando la gioia di poter finalmente entrare nella stanza dove si stava svolgendo un pigiama party fra ragazze. Perché per quanto si atteggiassero a uomini esperti, quella era la prima volta che si trovavano nella stessa stanza con delle ragazze in camicia da notte.
Zayn fu il primo a varcare la soglia –o l’infisso- della camera da letto, e lo spettacolo che gli si parò davanti era indescrivibile. Le pareti di un tenue color pesca erano completamente tappezzate di poster di attori famosi, di cantanti e di boyband. Nella sua ignoranza in fatto di bellimbusti, Zayn riuscì a riconoscere unicamente James Dean, uno dei suoi attori preferiti, Elvis Presley, il suo mito, e Troy Donahue. Era quasi inquietante trovarsi in quella stanza, sotto gli occhi ammiccanti e provocatori di tutti quegli uomini. Quella era sul serio la stanza di un ragazzo adolescente? Ad occhio e croce poteva sembrare più la cameretta di una bambinetta di dodici anni alle prese con la prima crisi ormonale. L’unica cosa in grado di dare quel tocco da liceale era la bandiera bordeaux della Rydell High School, attaccata con due puntine sopra la testiera del letto.
La sua espressione di stupore mista allo schifo venne però immediatamente rimpiazzata da quella infastidita, non appena Nick gli diede una botta per poter finalmente entrare, seguito da Josh e Niall.
Harold tirò un sospiro di sollievo quando si rese conto che Louis non c'era; anche se ci rimase male, subito dopo, rendendosi conto che aveva preferito andarsene, piuttosto che salire e, magari, chiedergli scusa per il comportamento. Il riccio, perciò, tra i sorrisi eccitati di tutti, fu l'unico a restare seduto sulla propria sedia con sguardo assente.
“Che ne dite di un po’ di spirito per ravvivare la festa?” domandò retorico quest’ultimo, tirando fuori dalla busta la bottiglia di vino ancora sigillata.
Demi gli si lanciò contro e “Vino della Svizzera Italiana! E’ importato!” esclamò fomentata.  Niall la guardò orgoglioso, felice che qualcuno, finalmente, apprezzasse qualche sua mossa. Le portò quindi un braccio sulla spalla e la trascinò fino al letto di Liam. Provarono a sedersi, ma l’ebbrezza mista alla posizione scomodissima li fecero rovinare a terra, fra le risate generali.
“Un vinello da quattro soldi sarebbe lo spirito della festa? Qui c’è bisogno d'illegalità, suvvia!” sbottò Perrie, puntando il suo sguardo sull'unico che, probabilmente, poteva fare al caso suo.
Zayn si girò stupito verso la bionda seduta sul letto che ricambiava ammiccante. Gli sorrise appena, incantato com’era da quegli stupendi occhi azzurri. Che donna! Era l’unica cosa di senso compiuto che riuscisse a formulare in quel momento. Rizzo era stata la prima ragazza a mostrarsi interessata alla bella vita e al divertimento. Come aveva fatto a non accorgersi prima di lei?
Josh gli diede una gomitata sul fianco, distogliendolo dai suoi pensieri, per poi raggiungere  Nick, ancora intento a sistemarsi con poca grazia sul letto, in una strategica posizione fra le due ragazze dalle cosce scoperte.
“E chi dice che non ne abbiamo?” annunciò alla platea Zayn, nonostante continuasse a fissare unicamente la ragazza con la camicetta viola. Abbassò in un attimo la zip della giacca di pelle ed estrasse da una delle tasche interne quello che sembrava un banalissimo pacchetto di sigarette. Ma lo aprì, poi, e mostrò al mondo il suo piccolo tesoro: una ventina di spinelli già pronti, sistemati ordinatamente all’interno della piccola scatola.
“Ma l'erba fa venire fame” lo sminuì Demi in un lamento, toccandosi la pancia come lo stomaco già le brontolasse in protesta.
“Qui ho anche dei pasticcini, qualcuno ne vuole uno?” si affrettò a replicare Niall, alzando la busta al cielo come se quello fosse il bottino di guerra. Il messaggio che voleva lanciare era chiaro: a chi spaventava la fame chimica quando si aveva a disposizione una così vasta scelta di dolcetti per placarla?
“Erba, pasticcini e vino… questa sì che è vita!” commentò Taylor, lanciando il suo sguardo da conquistatrice a tutti i ragazzi che stazionavano in quella stanza. E uomini, aggiunse nella testa, a quella lista magnifica che aveva appena esclamato, mangiandoseli poi con gli occhi all'idea della sua nuova vittima.
L’idea di distribuire uno spinello ciascuno guizzò per un attimo nella mente di Zayn, che si sentiva improvvisamente pervaso da un inspiegabile buonismo. L’ultima volta che era finito poco casualmente in una festa a base di canne, in cui ogni partecipante ne fumava una, però, la serata non si era conclusa nel migliore dei modi, per quanto poco ricordasse. Perciò accantonò immediatamente quella bizzarra idea ed estrasse due spinelli dal pacchetto. Con uno solo sarebbe passato per l’avaro del gruppetto scapestrato che si era venuto a creare, mentre con due sarebbe ben presto diventato il Dio della serata.
Ne porse uno a Taylor, che era la più vicina. La ragazza, sorprendentemente, era ben preparata, e non ebbe affatto bisogno del suo accendino né tanto meno del suo aiuto per accenderla.
Notando la soddisfazione negli occhi di tutti, Zayn poté finalmente accendere la propria canna. Si avvicinò al letto, facendosi spazio fra Niall e Demi ancora seduti ai piedi, e si sedette molto poco casualmente al fianco di Perrie, ignorando completamente gli inviti di Josh e di Nick di sistemarsi fra di loro.
Fecero un giro completo e, convinto dallo sguardo rassicurante di Liam, e da una spallata di Demi, fumò anche Harold, tossicchiando rumorosamente in quello che poi divenne un quasi strozzamento.
“Posso mostrarti una cosa?” domandò Zayn a Rizzo, sussurrandole ad un orecchio. Non si rese affatto conto, però, che quella proposta così ambigua venne colta da tutto il resto del gruppo, che si voltò ad ammirare la strana ‘coppia’.
Josh e Nick si guardarono dubbiosi, per poi scoppiare a ridere come se quella fosse la cosa più divertente del mondo. Si erano capiti in un solo sguardo: Zayn avrebbe presto dato il via alle danze, e loro avrebbero finalmente potuto seguirlo a ruota con una delle ragazze. Entrambi adocchiarono Taylor –o, meglio, le sue meravigliose curve e le sue gambe mozzafiato- e si guardarono di nuovo, sfidandosi tacitamente.
Niall ridacchiò, come al suo solito, voltandosi per vedere i due piccioncini. Doveva pur imparare da qualche parte a trattare le donne, e in quel momento l’amico appariva come il maestro perfetto. Già, il vino stava davvero avendo un pessimo effetto su di lui.
Demi e Taylor sghignazzarono, cercando di trattenersi e si misero a fissare la scena come gli amici di Zayn aveva già fatto. Taylor, soprattutto, si morse un labbro, invidiando per un momento l'amica che era riuscita a conquistare il più carino. Poi spostò il suo sguardo sugli altri tre e adocchiò Niall, sì, lui era il secondo della lista.
“Hey, Zayn” rispose Perrie, fissandolo con un sorrisetto che lasciava spazio soltanto alla malizia dei pensieri del ragazzo. “Da quando in qua sei così misterioso?” ammiccò, accettando. Perché Perrie Rizzo non rispondeva mai, qualora le venissero poste delle domande, con un assenso o una negazione. Toccava a chi aveva avuto il coraggio di domandare, trarre le proprie conclusioni.
Zayn le sorrise in modo affabile, per poi avvicinarsi lentamente al suo viso. Erano vicinissimi, e poteva già sentire l’elettricità pervadergli tutto il corpo. Stava iniziando ad andare fuori di testa. “Devi solamente seguire me” si atteggiò nuovamente a bullo, sperando di conquistare in questo modo una ragazza autorevole come lei.
Perrie accentuò il proprio sorriso beffardo e si morse un labbro. Un accenno della testa fu il suo secondo assenso.
Soddisfatto ancora una volta da tutti quegli inaspettati sì, Zayn si portò alle labbra la canna ed aspirò quanto più fumo gli fosse possibile. Sorrise, di nuovo, e, portando una mano sulla nuca di Perrie, la avvicinò a sé. Le sfiorò lentamente la punta del naso con la propria, per poi poggiare lievemente le sue labbra con quelle della bionda. Le socchiuse un poco, quelle labbra belle e carnose, invitando implicitamente la ragazza ad eseguire lo stesso. E quando finalmente venne accontentato, buttò fuori il fumo, svuotando i polmoni ma riempiendo la bocca di Perrie.
“Oddio, è la cosa più rivoltante che abbia mai visto in vita mia!” commentò Demi, facendo sbuffare Taylor che non vedeva l'ora di provare anche lei quello strano bacio illegale; e, difatti, agguantando Niall per la maglietta, imitò le azioni di Zayn, facendo quasi capitolare il povero cuore di Niall. Josh, accanto a lui, sbuffò, adirato per aver perso la possibilità di agguantarsi lui, la bella Taylor e incrociò le braccia in petto.
La distrazione interruppe il momento magico di Zayn che, in tutta onestà, avrebbe tanto preferito concludere in maniera diversa quel sensuale giochetto. Ma scoppiò a ridere anche lui, seguendo tutti gli altri, quando si rese conto di essersi avvicinato alla prima base con Perrie con una velocità talmente incredibile da sembrare quasi irreale. E ormai ne era convinto: entro la fine della serata Perrie sarebbe stata sua.
“Anch'io voglio provare!” sbottò Liam, che per tutto il tempo non aveva fatto altro che guardare Zayn, ammaliato, con gli occhi sgranati, e uno strano groviglio sulla bocca dello stomaco.
Voleva anche lui avere la possibilità di fumare a quel modo; la motivazione, però, era alquanto insolita e del tutto inaspettata – forse nemmeno troppo: voleva baciare Zayn, così come aveva avuto la possibilità Perrie.
Perché quel modo di fare di Zayn – nuovo, perché, conoscendolo da un bel po', non si era mai comportato così – tenebroso, ma perfino malizioso, lo aveva proposto ai suoi occhi in una luce totalmente nuova. Ne era attratto, Liam; e quando lui prendeva una cotta per qualcuno, non aveva mai mezze misure, né mezzi termini, se ne veniva fuori sempre con esclamazioni di quel tipo.
La smorfia che, però, Zayn gli regalò guardandolo con ribrezzo lo deluse a tal punto da capire che quel bacio, al gusto d'erba, il povero Liam, non lo avrebbe mai ricevuto.
La delusione, tuttavia, cessò quando un Harold bianco come un lenzuolo si alzò dalla propria seduta per correre in bagno, provocando l'ilarità di tutti coloro che ci avrebbero scommesso su quella fine e la preoccupazione di Liam che glissò Zayn e le sue strane fantasie, per dedicarsi all'amico.
 
*
 
(Suggerimento: consigliamo di leggere questa parte ascoltando questa canzone -ovviamente!- Look at me, I'm Sandra Dee)


Una musichetta di pianoforte iniziò ad arrivare da lontano. Si faceva sempre più insidiosa, più insistente. Tutti potevano immaginare che presto sarebbe iniziata una nuova canzone, ma nessuno poteva immaginare da chi partisse. C’era chi, come Nick e Josh, che alzò gli occhi al cielo, maledicendo la loro vita così troppo simile ad un musical; chi, come Taylor, che non vedeva l’ora di iniziare una coreografia adeguata per mostrare le sue ‘doti acrobatiche’ ai ragazzi; chi, come Perrie e Zayn, che avevano già mille idee per la testa riguardo all’argomento della canzone; chi, come Harold, che non poteva nemmeno immaginare cosa stesse succedendo nella camera di Liam, impegnato com’era.
E poi c’era Liam, l’unico totalmente disinteressato a qualsivoglia canzone, troppo occupato a prendersi cura del povero malaticcio. Bussò quindi alla porta, incredibilmente a tempo con la musica che si faceva sempre più vicina. “Harold” chiamò, e non passò molto tempo che quello riuscì ad aprire la porta, in uno stato pietoso. “Qui c’è il tuo spazzolino” proseguì, con un’espressione preoccupata a segnargli il volto. “Oh, grazie Liam” fu la lamentosa risposta di Harold, che tirò a fatica la mano fuori dal bagno per poter prendere l’oggetto che l’amico gli stava porgendo.
Perrie, nel frattempo, iniziò a gironzolare a vuoto alla ricerca di qualcosa. Casa di Liam era come se fosse un po’ anche la sua casa, e sapeva perfettamente che presto avrebbe trovato quello che stava cercando anche se, in tutta onestà, non sapeva bene di cosa si trattasse. E mentre il pianoforte accompagnava allegramente le scuse di Harold, Perrie trovò in una scatola sotto al letto due parrucche.
Perché diamine Liam aveva due parrucche sotto al letto?
Ma senza porsi troppe inutili domande a cui difficilmente avrebbe dato delle risposte serie, iniziò ad esaminare le sue due nuove scoperte. Capelli corti, mori e riccissimi. Sembravano quasi i capelli del nuovo arrivato della Rydell. E fu così che le venne l’illuminazione, accompagnata da uno scampanellio insolito.
Lanciò in aria una delle due parrucche, che volò direttamente fra le mani di Zayn. Il ragazzo era entusiasta del pegno appena ricevuto, tanto da sentirsi quasi una damigella che prende al volo il bouquet della sposa. Lui era il prescelto, lui era quello che avrebbe cantato con Perrie, e la cosa lo eccitava terribilmente. Lo sguardo di complicità che si scambiò con la ragazza fece intuire ad entrambi quale fosse la mossa migliore: avrebbero cantato una canzone su Harold che, era abbastanza chiaro, non andava giù ad entrambi.
Zayn, perciò, raggiunse in uno scatto Perrie, occupata ad infilarsi la parrucca di fronte allo specchio. La imitò, infilandosi la ricciuta chioma artificiale sui capelli, per poi guardarla nuovamente, sorridendo sornione. E lì i loro sguardi si incrociarono di nuovo ed entrambi capirono: quello sarebbe stato il duetto migliore della loro vita. E Zayn azzardò ad immaginarsi con la bionda per il resto della sua vita, forse accecato dall’infinito ottimismo che l’erba gli causava ogni volta. Lo aveva detto e se lo ripeteva: quella ragazza sarebbe stata sua.
Ma i suoi rosei pensieri vennero interrotti dalla musica sempre più alta.
Si entrava in scena.
“Quel verginello mi fa venir voglia di vomitare” annunciò Perrie, sistemandosi i ricci, annunciando implicitamente a tutti che quella canzone avrebbe riguardato l’assente della stanza. Diede poi una botta al ragazzo al suo fianco che, non appena il tempo della musica glielo permise, si voltò di scatto, mostrando a tutta la compagnia la sua faccia.

 
Look at me, I'm Sandra Dee
Cominciò a cantare il ragazzo, alzando gli occhi al cielo cercando di vedersi i ricci. Sorrideva entusiasta: prendere in giro la gente era la sua specialità. Si voltò poi a guardare Rizzo e, anche lei, con uno scattò si voltò verso il loro piccolo pubblico.
 
Lousy with virginity
Proseguì la ragazza, abboccolandosi i ricci con un dito. La sua espressione era un mix di malizia e di innocenza, così come il suo sorriso divertito.
 
Won't go to bed 'til I'm legally wed
Fu ancora Perrie a cantare, avvicinandosi a Zayn in maniera provocante, lasciandosi strusciare contro il suo corpo per non lasciare affatto spazio all’immaginazione. Quando il ragazzo, però, fece per assecondarla, cercando di stringerla a sé, quella gli mostrò la mano, indicandogli l’anulare privo di fede nuziale.
 
I can't: I'm Sandra Dee
Gli si allontanò, quindi, muovendo le mani come se fossero delle ali. Perché lei, in quel momento, era un piccolo Harold, indifeso e puro come una colombella in primavera.
Zayn la guardò allontanarsi, a bocca asciutta. Dio, quella ragazza lo avrebbe fatto diventare matto. La seguì, quindi, ed entrambi saltarono sul letto, cacciando di prepotenza tutti quelli che ci erano seduti sopra.
Ma Taylor, Nick e Josh non protestarono affatto a quel comportamento così autoritario. Si sbrigarono, anzi, a sistemarsi a terra, ai piedi del letto, vicino a Niall e Demi. Quello spettacolo iniziava a farsi interessante e loro non volevano affatto perdersi la meravigliosa performance di quei due pazzi che si prendevano gioco di Harold. Anche Liam si avvicinò al proprio letto, colto da un’improvvisa battaglia interiore: si stava divertendo con quella canzone così provocatoria, ma si sentiva in colpa nei confronti del suo nuovo amico.
 
Watch it! Hey I'm Doris Day
Riprese Perrie, inginocchiandosi ai piedi di Zayn che la guardava divertito.
 
I was not brought up that way
La bionda congiunse le mani, come in preghiera, per poi tornare a sistemarsi i capelli. Ma poi tornò a pregare, stavolta alzando lo sguardo verso gli occhi di Zayn che erano stranamente illuminati di una nuova luce.
 
Won't come across,
Even Rock Hudson lost
Prese la palla al balzo, Zayn, proseguendo la strofa appena cominciata dalla sua complice. Iniziò a muoversi e a comportarsi come un culturista durante una gara, flettendo i suoi scarsi muscoli ed esaltando la sua mascolinità, prendendo ad esempio l’attore appena citato. E proprio quando venne il momento fatidico di terminare la frase, il ragazzo guardò Perrie, sorridendole.
 
His heart to Doris Day.
Cantò, quindi. E, incredibilmente, tutti gli spettatori sembravano conoscere perfettamente ogni parte di quella canzone appena improvvisata, perché lo accompagnarono senza remore, le ragazze in un acuto e i ragazzi in una risata. Sbuffò, interdetto, mentre aiutava Rizzo ad alzarsi di nuovo in piedi. Fece appena in tempo a baciarle la mano che questa, in uno scatto, saltò giù dal letto.
E proprio come un’ape rincorre il proprio miele, così Zayn seguì a ruota la sua dolcezza che si era appena seduta su una sedia al lato della specchiera. Il suo obiettivo di sedersi a terra, al suo fianco, svanì nel momento in cui notò un enorme panda di peluche sistemato accanto alla ragazza.
Perché diamine Liam aveva un peluche simile in camera? Quel ragazzo era proprio strano.
Gli altri, nel frattempo, abbandonarono la loro posizione in prima fila ai piedi del letto per poterci finalmente salire su. Erano talmente tanti che non riuscirono a sedercisi, perciò li limitarono a guardare lo spettacolo dai nuovi posti in piedi. L’unico indeciso sul da farsi era ancora Liam, che spostava in continuazione lo sguardo fra la sua amica, Zayn e la porta del bagno oltre la quale Harold chissà cosa stava facendo.
 
La musica sembrò terminare, eppure i due performer avevano tutta l’aria di non voler affatto concludere la canzone.
 
I don't drink
Riprese quindi Perrie, mentre la musichetta riprendeva la sua corsa. E tutti, convinti di enfatizzare quel verso, urlicchiarono un ‘no’, riferendosi chiaramente al modo in cui Harold aveva rifiutato il vino, schifato.
 
Or swear
Si affrettò ad aggiungere alla lista Zayn, anche lui accompagnato da un ‘no’ acuto da parte del pubblico.
 
I don't rat my hair
Continuò Perrie, acconciandosi nuovamente i ricci scuri. Un ‘eew’ schifato si levò fra tutte le ragazze, chiare cultrici della tinta per capelli. Taylor, notando un Liam confuso che girava su sé stesso incerto sul da farsi, decise di porre freno a tutte le sue fisime mentali, decidendo per lui. Lo afferrò quindi per un braccio, costringendolo a salire sul letto insieme a tutti gli altri.
 
I get ill from one cigarette
La rimbeccò Zayn, mentre tutti quanti iniziavano a tossire a tempo di musica.
Perrie, tossendo fintamente a sua volta, diede una botta al panda di peluche al suo fianco, che rovinò in un attimo sulla sua coscia nuda.
 
Keep your filthy paws
Off my silky draws
Canticchiò Perrie, quasi arrabbiata, sgridando il povero pupazzo che era tornato fermo solo grazie ad un altro colpo da parte della ragazza. E Zayn non sapeva più cosa guardare, se quella buffa bionda che lo faceva impazzire e che ora stava parlando con un panda finto o il resto dei ragazzi che, ancora in piedi sul letto, sculettavano a ritmo, girando su sé stessi.
 
Would you pull that crap with Annette?
Lo fece di nuovo concentrare Rizzo, dandogli un leggero colpetto sul naso. Zayn tornò allora con lo sguardo su di lei, incantato, glissando totalmente la coreografia decisamente poco sensuale degli altri. E giusto per rendere più interessante la visione del ragazzo, Perrie colpì il peluche con un colpo d’anca, lasciando che la camicia viola svolazzasse un po’, scoprendole leggermente la pancia.
 
La musica iniziò a scemare nuovamente, in un concertino di pianoforte e campanelle, lasciando modo a Perrie di tornare saltellante sul letto, ancora una volta seguita da Zayn. Gli altri lasciarono di nuovo spazio alla coppia, sdraiandosi sul materasso in modo da guardare la testiera del letto, dove i due si erano appena seduti.
 
As for you Troy Donahue,
I know what you wanna do
Ricominciò Zayn, guardando con fare ammiccante il poster dell’attore. I ragazzi lo guardarono divertiti, quasi sconvolti che Zayn ‘flirtasse’ col poster raffigurante un uomo. Ma, dopotutto, si trattava solo di una canzone; lui era perso di Perrie e questo si vedeva anche lontano un miglio. Avvicinò la mano alla pelle nuda della gamba incrociata di Rizzo, come se avesse appena ascoltato i pensieri del suo pubblico, ma quella lo bloccò con una mano, sorridendogli in modo strafottente.
 
You got your crust
I'm no object of lust
Cantò la ragazza, chiaramente indirizzando quei due versi a Zayn, che continuava, imperterrito, a mangiarsela con gli occhi. E sebbene quelle parole fossero così pudiche ed ingenue, immaginariamente attribuite ad Harold, pronunciate da quella ragazza diventavano improvvisamente provocanti e terribilmente seducenti.
 
I'm just plain Sandra Dee
Concluse la strofa Perrie, accompagnata da tutti quanti che cantarono con lei quelle parole, divertiti da quel flirt quasi imbarazzante ma terribilmente spassoso.
 
Elvis, Elvis, let me be!
Iniziò ad urlare Zayn, assecondato, ancora una volta, dalla musica. Si alzò di nuovo in piedi e, muovendosi velocemente, cercò di imitare nel miglior modo possibile le tipiche movenze di Elvis. Erano anni che si esercitava nella sua camera per eseguire nel migliore dei modi il movimento pelvico classico del famosissimo cantante, certo che prima o poi sarebbe servito per conquistare una ragazza. E ora che quel momento era arrivato, era più che orgoglioso di mostrare a tutti quella danza sensuale che aveva fatto girare la testa a migliaia di ragazze.
 
Keep that pelvis far from me!
Lo rimproverò Perrie, ridacchiando, e spingendolo lievemente in avanti. Entrambi persero quasi l’equilibrio, facendo morir dal ridere i loro compagni, ma riuscirono a restare in piedi sul quel materasso morbidissimo.
 
Just keep your cool
Now your starting to drool
Cantarono in coro i due. Zayn scese dal letto in un balzo, porgendo poi la mano a Perrie per aiutarla a fare lo stesso. Quella, però, lo guardò divertita, probabilmente da quei buffi metodi di corteggiamento, e saltò giù, imitandolo, e ignorando totalmente la sua proposta di aiuto.
 
Hey Fongool, I'm Sandra Dee!
Chiuse la canzone Perrie, accompagnata da tre colpi di grancassa. Lei e Zayn si avvicinarono nuovamente alla specchiera, danzando leggermente.
 
E fu proprio in quel momento che Harold, ripresosi dal momentaneo malore, aprì la porta del bagno, entrando nella camera. Vide prima tutti i ragazzi e le ragazze sdraiati sul letto che lo guardavano sconvolti, per poi posare lo sguardo sulla coppia che indossava delle parrucche molto simili alla sua acconciatura.
Taylor indicò silenziosamente a Rizzo di voltarsi, mentre Niall iniziava a diventare rosso in viso, sull’orlo di scoppiare a ridere come un matto. Fu proprio per questo motivo che i due performer, insospettiti, si voltarono verso la porta del bagno, da dove Harold ancora li guardava perplesso.
“Mi state prendendo in giro?” chiese, col tono più innocente che tutti, in quella stanza, avessero mai sentito.
Zayn si sfilò quindi la parrucca, mentre Perrie sorrise falsamente al riccio.
“Hai la coda di paglia, tesoro?” fu tutto ciò che riuscì a rispondere, quasi imbarazzata che però riuscì a camuffare col suo solito tono beffardo.
 
 
 
 
 
Angolo WiseBananaShip
 
 
Eccoci qua, la signorina Wise mi ha praticamente costretto a scrivere questo angolo. Avremmo dovuto pubblicare questo capitolo un paio di giorni fa… e se abbiamo ritardato è solo colpa mia che non mi andava di scriverlo ^^’’
Di cosa parla questo capitolo? Oh sì ** Per la prima volta abbiamo cambiato un po’ le cose, lo avevamo già precedentemente detto che non tutto sarebbe stato uguale e spero che la piccola modifica sia stata di vostro gradimento.
Ora vi racconto una storiella (NOOOOOOOOO). C’era una volta l’idea di dare a Zayn il personaggio di Rizzo soltanto per questa scena e per questa canzone, così quando abbiamo realizzato che Zayn non poteva essere Rizzo (perché ovviamente per quanto voglia non può rimanere incinto…. OOOPS SPOILER!), ci siamo adattate per fargli comunque cantare almeno una parte di questa canzone. E vissero tutti felici e contenti. Fine della storia. Amen.
L’idea è stata di vostro gradimento?
Per il resto, non so che altro dire… come il solito ^^’’
Ringraziamo come sempre tutti quelli che ci seguono e che commentano la storia J
 
Un abbraccio,
le Vostre Sclerate ♥
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: WISEbananaSHIP