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Autore: Marge    31/03/2014    2 recensioni
"Oltre la leggenda" è una raccolta di storie che raccontano ciò che secondo me è accaduto durante e dopo l'avventura di Aang e dei suoi amici. Alcune saranno missing moments (soprattutto dalla terza serie), altre storie ambientate dopo la fine della vicenda. Sarò il più canon possibile.
1. Notte in tenda [3x16; Sokka/Suki]
2. Tutta colpa della recita [3x17; Sokka/Suki]
3. Ritorno a casa [3x01-02; Zuko/Mei]
4. Dura vita da Avatar [post libro terzo; Aang]
5. Prove [molto nel futuro; Sokka]
6. Dal diario di Katara [3x17; Katara&Suki]
7. Ruoli [post The Search; Ursa/Ikem]
8. Recitare insieme [post libro terzo; la Gaang]
9. Recitare insieme /2 [post libro terzo; Sokka/Suki]
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- OLTRE LA LEGGENDA –


RECITARE INSIEME / 2

post libro terzo



Sokka non ebbe neanche il tempo di rendersene conto: un secondo solo dopo aver fatto la proposta, la cinquina di Suki già si era stampata sulla sua guancia con un sonoro paf!
“Ehi!” protestò andando a coprire immediatamente la guancia offesa. “Ma che ti salta in mente?”
Suki, senza aggiungere una parola, gli calò il copione arrotolato sulla testa e Sokka ululò.
“Cosa sta succedendo, qui?” esclamò Katara attirata dalle urla di dolore.
“Oh, non dirmi che non lo sai” ribatté Suki. Incrociò le braccia al petto e la fissò con occhi fiammeggianti.
Katara deglutì. “Sokka ti ha rivelato le nostre idee sull’ultima scena del primo atto?” tentò, la voce piccola per il timore, gli occhi puntati a terra.
“È fortunato che io non abbia i miei ventagli con me, altrimenti l’avrei fatto a pezzi.”
Si avvicinarono anche Aang e Toph: lui cauto, a passi leggeri, lei con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra.
“Che fortuna dover interpretare un grande mostro blu” ridacchiò.
“Ho provato a spiegarglielo” piagnucolò Sokka. “Ma non ne vuole sapere.”
“Assolutamente no” ripeté allora lei. “La faccenda è conclusa.” Fece pochi passi in direzione della porta, ma ci ripensò e si voltò: “E tu,” disse apostrofando Sokka con un dito, “farai meglio a cercarti un’altra stanza, per stanotte.”
“Ahi ahi” ridacchiò ancora Toph.
“Sei crudele” le disse Katara in un bisbiglio.


Ci aveva messo una pietra sopra.
Aveva cercato di far pace con quell’aspetto di Sokka: l’amore puro e incondizionato che i suoi occhi esprimevano ogni qual volta uscisse fuori il nome di Yue. Poteva accettare quel che lei era stata per lui perché si era ormai sublimato in un sentimento celeste, perché Yue e Sokka avevano passato insieme pochi giorni e sicuramente non paragonabili a ciò che lei e Sokka condividevano da molto più tempo, e perché l’amava davvero, su questo non aveva dubbi.
“Ti prego, fammi entrare” disse la voce di lui da dietro la porta.
Poteva accettarlo, ma non poteva di certo accettare quel che lui le aveva chiesto quel pomeriggio. Non c’era nessun dubbio, su questo.
Si alzò e andò ad aprire. Sokka era in piedi, tra le mani un mazzo di fiori dietro il quale nascondeva la faccia.
Tipregoperdonaminontelochiederòmaipiùtipregononlasciarmi.”
“Non mi piacciono i fiori” rispose lei.
Lui abbassò il mazzo e fece capolino con un’espressione mortificata. “Mia sorella ha detto che tutte le donne amano i fiori.”
“Io non sono come tutte le donne.”
“Lo so.”
Lo fissò ancora per un attimo, poi si fece da parte per farlo passare.
“Per questo credevo avresti capito. Tu sei diversa…”
“Tanto da accettare una cosa del genere? Allora no, non lo sono. Sono una donna normalissima!” e per sottolineare l’affermazione, gli tolse i fiori dalle mani e si diresse verso il tavolo, su cui troneggiava un enorme vaso.
“Come hai potuto pensare che non mi pesasse interpretare Yue nella recita? Proprio io, fare la sua parte, insieme a te?”
Per il nervosismo, parte dei fiori caddero sulla tavola mentre cercava di infilare i gambi nell’apertura del vaso. Lui si avvicinò e li raccolse, e Suki lo lasciò fare.
“Ho pensato che ti avrebbe dato più fastidio se fosse stata qualcun'altra. Per la scena del bacio, capisci.”
“Sokka,” sospirò. Si voltò a guardarlo e anche lui alzò gli occhi. Si fronteggiarono per un momento. “Sono una donna particolare, è vero, e può sembrare che io sia molto noncurante su tanti aspetti che molte altre giudicherebbero fondamentali, compresa tua sorella. E non sono gelosa di Yue in senso stretto. Ma non puoi chiedermi di recitare una scena in cui ti bacio facendo finta di essere lei. È troppo, capisci?”
Lui deglutì e annuì. “Non pensavo avresti accettato facilmente, davvero. Però credevo fosse il male minore, e volevo farti sapere che avrei preferito te a qualsiasi altra attrice, proprio perché mi conosci così bene e sai cosa significa Yue per me.”
“Ti conosco bene” ammise lei, “ma non posso essere anche la tua migliore amica. Sono qualcosa di diverso, non trovi? È una questione che non voglio sottovalutare.”
Sokka l’abbracciò di slancio. “Ti prego, non lasciarmi per questo. Ne morirei.”
Suki si ritrovò a soffocare contro il suo petto – era cresciuto un po’, di recente. Stringeva ancora in mano uno dei fiori e i petali le stavano solleticando una guancia.
Frappose le sue mani tra loro due e lo allontanò: “Non voglio lasciarti per questo. Voglio solo che tu capisca. Se mai un giorno sognerai di baciare di nuovo Yue, puoi raccontarlo a Toph, o a Aang, o a chi ti pare, ma non a me.”
Sokka, impossibilitato a stringerla ancora, cominciò a giocherellare con il gambo tra le mani.
“Ho capito” disse infine, a viso basso.
“O mi costringerai a raccontarti di quando sogno di baciare Dai.”
“Chi è Dai?” esclamò allora lui, con gli occhi spalancati e le sopracciglia aggrottate.
Suki rise piano. “Un tizio che ho baciato tempo fa.”
“E quando lo avresti fatto? Prima o dopo avermi conosciuto?”
“Umh…” mormorò lei mettendo un dito sul mento e alzando gli occhi al soffitto. “Non ricordo bene… forse…”
“Non voglio saperlo!” la interruppe lui. Per farla tacere le stampò un bacio sulle labbra, e non appena capì che lei non si tirava indietro, la strinse nuovamente contro di sé e cercò la sua bocca per stringerla tra i denti. Suki schiuse la sua e accolse volentieri la lingua.
“Non puoi baciare altri che me e sognare altro che i miei baci, chiaro?” sussurrò lui sulle sue labbra. Lei annuì e cercò un altro bacio. Aveva capito.
“L’unico problema resta la recita” disse Sokka, staccandosi all’improvviso. “Se troveremo un’altra attrice, sono sicuro che ti arrabbierai comunque.”
Suki lo squadrò da capo a piedi, mentre lui ancora stringeva il fiore tra le mani. Questo le diede l’idea.


“Sokka è un uomo perso” commentò Toph. “Completamente perso. Ha barattato la sua dignità in cambio di…”
“Sokka è un ragazzo romantico” la interruppe Katara con la sua voce da maestrina. “Un ragazzo innamorato che sa accettare i compromessi di una bella storia d’amore.”
“Sarà…” concesse l’altra. “Ehi, Sokka!” urlò alzandosi in piedi tra i sedili degli spalti da dove seguivano le prove. “Mi spiace di non poterti vedere, ma sono sicura che quel bel vestito ricamato ti stia benissimo!”
Sokka, con tanto di parrucca candida e rossetto fiammeggiante, arrossì; di fronte a lui Suki, vestita come un vero guerriero della tribù del Sud, sfoggiò, assieme all’immancabile boomerang, un sorrisetto vittorioso.


***

Scritta per il LimitaPrompt su piscinadiprompt con:

- Limitazione: 3) Una storia che sia il seguito di un’altra storia postata per questa iniziativa, rispettandone trama e stile.
- Prompt: Avatar, Sokka/Suki, Reazioni ostili
Ed ovviamente è il seguito della storia che trovate immediatamente prima di questa in questa stessa raccolta. Facile, no?

Adoro questi due, potrei scrivere su di loro all’infinito. Suki è il mio modello di vita e pagherei per avere un Sokka accanto a me, così divertente, pasticcione ed appassionato. Mi mancava scrivere su loro, e spero che questa storia vi sia piaciuta.
Fatemelo sapere tramite recensione, commento, LJ, FB, corvo viaggiatore o segnali di fumo. See ya!
  
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