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Autore: Ili91    31/03/2014    4 recensioni
[Crossover Teen Wolf/Supernatural, Sterek, POST 3x12]
Un vecchio amico di John Winchester fa sapere a Dean e Sam che a Beacon Hills ci sono problemi e richiede il loro intervento. Intanto, sei mesi dopo gli ultimi eventi successi a Beacon Hills, Lydia trova due cadaveri in pochi giorni e Stiles e il resto del branco sono certi si tratti dell’opera di un licantropo. Derek, intanto, si è trasferito, ma una telefonata lo spinge a tornare a casa.
Leggesi anche come: Beacon Hills ha un alto tasso di mortalità, Derek e Stiles hanno sentito la mancanza l’uno dell’altro, e Dean ha un serio terrore di un’anziana signora e del suo pappagallo.
Tratto dal primo capitolo:
Senza smettere di battere sulla tastiera del portatile o cliccare con il mouse, Sam disse: «Un vecchio amico di papà - Timothy, lo ricordi? - mi ha fatto sapere che a Beacon Hills succedono cose strane e richiede anche il nostro intervento.»
[…]
«Hai trovato riscontri o il vecchio Timothy esagera?»
Sam si voltò verso di lui, guardandolo ad occhi sbarrati. «Esagerare? Penso che Beacon Hills dovrebbe essere citata come una delle città con il più alto tasso di mortalità dell'ultimo secolo.»
Genere: Commedia, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Isaac Lahey, Peter Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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There is need of the Winchesters - CAPITOLO 3 Titolo: There is need of the Winchesters
Beta: Luthien (si ringrazia anche Gellie per alcuni consigli, tra cui il titolo - grazie mille ad entrambe per il vostro lavoro)
Fandom: Teen Wolf/Supernatural
Personaggi: da Supernatural (Sam e Dean)
da Teen Wolf (Stiles, Derek e Scott principalmente, ma un po' tutti, insomma)
Pairing: Stiles/Derek
Rating: Giallo
Genere: Mistero, Sentimentale, Commedia
Note e avvertimenti:
- Crossover
- What if? (Ci sono delle discrepanze con la serie, alcune cose che ho preferito ignorare o su cui non concentrarmi: ho tralasciato l'oscurità di cui parlava Deaton, si sa che Lydia è una Banshee, ma non ho voluto approfondire. Comunque, in linea di massima, seguo il canon).
Note dell'autrice:
- Capitolo: 3/16 (2764 words)
- Ambientato a Beacon Hills, circa sei mesi dopo la fine della 3x12



There is need of the Winchesters

3

Dean chiuse la porta della stanza 104 alle sue spalle, appoggiandosi contro di essa.
Doveva diavolo erano finiti lui e Sam?
Respirò affannosamente per un po', poi Dean riacquistò la calma.
Non vedeva l'ora di risolvere anche quel caso e andarsene da quella città - e lontano da quella vecchina soprattutto -, il prima possibile.
Dannati licantropi o qualsiasi fosse la creatura mostruosa che si nascondevano a Beacon Hills; proprio in quella città dovevano venire?
Las Vegas non sarebbe stato meglio? Almeno avrebbe potuto andare al casinò, nel frattempo. E bere e cercare una dolce compagnia.
Insomma, divertirsi. Era tanto tempo che non si divertiva e avrebbe voluto trascorrere del tempo con suo fratello in tranquillità, senza preoccupazioni. Gli avrebbe fatto piacere se ci fosse stato anche Cas, anche se lui non era esattamente divertente. Cas era in giro per i suoi affari angelici da fin troppo tempo e non si faceva sentire mai.
Non era quello il modo di trattare degli amici, ma Cas non sembrava rendersene conto.
Al diavolo anche lui, si disse, sfilandosi il completo e cercando tra i suoi vestiti qualcosa di più comodo da indossare.
Cercò tra le sue cose anche il necessario per cucire, visto che non aveva dimenticato il lavoro che aveva da fare.
Per un momento sperò che il ragazzino, Stiles Stilinski - non avrebbe mai dimenticato il suo nome -, fosse una creatura soprannaturale, così da avere un buon motivo per fargli saltare le cervella.
Si distese sul letto, appoggiando la schiena contro la testata, poi accese la tv.
Fece zapping per un po' fino a che non trovo una soap opera che seguiva con discreto interesse, il Dr. Sexy MD. Peccato che l'episodio fosse già iniziato.
Mentre seguiva la tv, cominciò a cucire con una certa maestria. Doversi occupare di un fratello minore che cresceva ad un ritmo fuori dalla norma e avere a disposizione poco denaro, lo aveva costretto ad imparare un sacco d'attività diverse. Il cucito e la cucina erano solo due delle tante.
Improvvisamente, un rumore fuori dalla finestra della camera attirò la sua attenzione. Gettò da parte il completo e gli utensili che stava usando, finendo per pungersi il dito con l'ago.
Emise un lamento di dolore. Chiunque fosse, avrebbe pagato anche questa.
Si alzò con uno scatto felino e recuperò la pistola che aveva lasciato nel cassetto del comodino.
Chi avrebbe potuto essere? Sam sarebbe senz'altro passato dalla porta e nessun altro di loro conoscenza sapeva dove si trovavano. Magari un demone?
Tolse la sicura all'arma e si accostò al muro di fianco alla finestra che dava sul parcheggio.
Si trovavano al primo piano, sarebbe stato facile spiare da lì, anche se Dean non comprendeva perché un demone avrebbe dovuto spiarlo, anziché attaccarlo direttamente. Forse si sbagliava ed era qualcun altro. Ripensò alla vecchia, proprietaria del motel, armata di coltelli e rabbrividì. Forse era posseduta, questo avrebbe spiegato molte cose!
Aprì la finestra di scatto, puntando la pistola a... nessuno.
Dean guardò in ogni direzione, ma non vide nessuno, la strada era completamente isolata.
Richiuse la finestra, ma ritenne più prudente versare una striscia di sale sul davanzale, per prevenire l'attacco di qualcosa.
Non si poteva mai sapere.

***

«C'è mancato un pelo» sospirò Scott.
Dopo aver inavvertitamente sbattuto conto la finestra della camera dell'agente speciale Dean Murdoch, Stiles era stato trascinato con energia animalesca - letteralmente, assolutamente letteralmente - da Scott, dietro un altro angolo della casa, per essere nascosti alla vista.
Stiles si massaggiò la spalla. Scott doveva ancora imparare a controllare completamente l'energia da Alpha che si ritrovava, prima di finire per staccargli un braccio per sbaglio.
«Hai visto il motel in cui vive? Perché l'F.B.I. non gli riserva una camera in un posto migliore?»
Scott scosse la testa. «Non lo so, carenza di fondi?»
Stiles gli riservò un'occhiataccia. «No, idiota. I vestiti erano di pessima fattura, con degli strappi sul polsino. La macchina non è quella tipica di un agente e vengono da Seattle. Da Seattle!» cominciò ad elencare, segnando i punti con le dita. «Sempre che sia vero che vengano da lì» aggiunse, poco convinto. Quella gli era sembrata la balla più evidente di tutte.
«Va bene, sono d'accordo. Ci sono delle cose che non tornano, ma magari la faccenda è molto più innocente di quanto tu non creda.»
Stiles rise con ironia. «Sì, innocente.» Non sapeva ancora di cosa si trattasse, ma quei due agenti non erano chi volevano far credere, ne era certo. «Hai visto quando ha puntato la pistola contro... beh, noi? Nessun: “su le mani, sono dell'F.B.I.”. Perché?»
Scott sembrò combattuto. «Va bene» disse, dopo aver riflettuto. «Rimaniamo ad osservare la situazione ancora un po', sperando di non farci arrestare.»
«Grazie, amico! La tua fiducia conta molto per me!» esclamò Stiles, battendo la mano sulla spalla di Scott.

***

«Dean, abbiamo un problema» fu la prima cosa che gli disse Sam, quando gli telefonò.
Il cuore di Dean si fermò, perché, nel loro mondo, avere un problema non significava mai “mi si è rotta la lavatrice” o “ho dimenticato di pagare una bolletta”, ma, piuttosto, disastri naturali, apocalissi, demoni, inferno... Insomma, nulla di buono.
Dopo tutto quello che era successo a lui e a Sam, credeva di aver ragione ad essere preoccupato quando qualcuno pronunciava le nefaste parole: “abbiamo un problema”.
«Che succede?» chiese Dean, cauto. Forse era meglio se controllasse che tutte le armi fossero apposto. «Demoni? Licantropi o qualsiasi altra cosa alla nostra port...?»
«Zitto, zitto!» lo riprese Sam. «Il nostro problema, anzi due, hanno diciassette anni e, in questo preciso momento, ti stanno spiando fuori dalla finestra.»
«Cosa?!» Sam aveva perso la testa? Di cosa stava parlando?
Sam sbuffò. «Ti sto dicendo che due ragazzi ci hanno seguito - ehi, uno dei due è il figlio dello sceriffo! - e ti stanno spiando dalla finestra.»
Dean si girò verso la finestra incriminata della stanza, ma, dal punto in cui era, non vide nessuno. «Dove sei?»
«Sono appena arrivato, sono nel parcheggio del motel e... Dean, se ne stanno andando, muoviti!»
La telefonata venne chiusa bruscamente. Dean si precipitò alla finestra, la aprì e saltò giù, precipitando nel cortile del motel.
Guardò davanti a sé e vide, esattamente come aveva detto suo fratello, due ragazzi che stavano scappando.
Uno dei due - Stiles, si rende conto - aveva una velocità nella media, mentre l'altro era spaventosamente veloce.
In ogni caso, a frenare la loro corsa c'era Sam, che estrasse la pistola e urlò: «Fermatevi! Vogliamo solo parlarvi!»
Uhm, da quando adottavano la politica: “prima facciamo le domande, poi spariamo”?
Stiles e l'altro ragazzo si fermarono di colpo, strusciando le scarpe sul terreno, poi si girarono verso di lui, probabilmente per tentare di scappare nella direzione opposta.
Naturalmente, fu un tentativo vano, perché trovarono Dean sulla loro strada.
«Perché mi stavate spiando?» chiese Dean, avvicinandosi di qualche passo, le braccia tese in avanti e il dito premuto sul grilletto.
«Non qui, Dean. Andiamo dentro» suggerì Sam e Dean non poté dargli torto. Anche se il motel era fuori dal centro cittadino, sarebbe comunque potuto passare qualcuno.
«Non qui? Non qui cosa? Volete ucciderci e nascondere il nostro corpo dopo averlo fatto a fette?»
Tutti ignorarono i vaneggiamenti di Stiles.
«Possiamo spiegare» disse l'altro ragazzo. «Io mi chiamo Scott e non avevamo cattive intenzioni.»
«Oh, certo!» esclamò Dean, con sarcasmo. «Perché tutte le persone che spiano hanno buone intenzioni, vero?»
«Già, perché agenti dell'F.B.I. che si fingono tali ne hanno, vero?» disse Stiles con il suo stesso tono.
Come aveva capito che stavano fingendo? Dean boccheggiò.
«Sentite, ragazzi. Non vogliamo farvi del male, vogliamo solo sapere cosa stavate facendo qui.»
«Bene, parliamo» disse Scott e Dean decise che gli era decisamente più simpatico di quell'altro, che era più sarcastico e supponente. Gli ricordava qualcuno.
«Scott, non è un'idea pessima, di più» disse Stiles.
«Non abbiamo altra scelta.»
Stiles sbuffò. «Bene, fateci strada.»

***

Farsi scoprire dai due agenti - o qualunque fosse la loro vera identità - non era esattamente nei piani di Stiles, ma non c'era nulla che potesse fare per cambiare la situazione.
L'interno del motel, e, più precisamente, la stanza di Dean e del gigante era esattamente in linea con l'esterno dell'edificio: modesto, maltenuto. A Stiles ricordava molto il motel dov'era stato tempo prima con Scott e gli altri, quello famoso per il numero di omicidi avvenuti al suo interno.
Ricordava con orrore quella giornata; avevano creduto per ore che Derek fosse morto, Scott aveva avuto un crollo causato dal senso di colpa e quasi tutti i loro amici erano stati incantati dal Darach, arrivando quasi a suicidarsi sotto l'effetto del maleficio.
Prima che potesse rendersi conto di quello che succedeva, a lui e Scott venne gettata dell'acqua sul viso. Stiles guardò i due agenti come se fossero impazziti, anche se dalle loro facce sembravano assolutamente seri. Che l'acqua non fosse solo acqua, ma qualcosa di velenoso e/o acido? Non stava sentendo alcun tipo di bruciore e non si stava accasciando al suolo, comunque.
«Che diamine vi è preso?!» esclamò Stiles, mentre Scott si asciugava il viso con la manica della maglietta.
«Stiamo solo controllando» disse Dean.
Dovevano essere davvero fuori di testa... completamente fuori di testa e lui e Scott erano chiusi in una stanza insieme a loro. Questo non poteva finire bene.
Dean e l'altro agente presero un sacchetto pieno di granelli bianchi, che sembrava sale grosso, e anche quello venne gettato contro di loro.
I due parevano sempre più soddisfatti ogni volta che li colpirono con qualcosa.
Poi fu la volta di un coltello d'argento, che venne appoggiato rudemente sulla loro pelle, senza ferirla.
«Avete finito?» chiese Stiles, ironico.
«Che cosa intendete dimostrare?» domandò invece Scott e Stiles temette che si stesse arrabbiando. Ci mancava solo che si trasformasse davanti ai due agenti.
«Nulla, è tutto apposto, adesso» disse Dean, minimizzando.
«Scusateci, ma erano test necessari.» Beh, almeno Sam sembrava sinceramente dispiaciuto del loro assurdo comportamento. E poi... test per dimostrare cosa?
«Potete accomodarvi» aggiunse Sam.
Ancora un po' sorpresi – traumatizzati – dal comportamento degli altri due, Stiles e Scott si sedettero sul bordo dei letti singoli, mentre i due agenti erano davanti a loro, a braccia conserte, che li tenevano d'occhio.
Si rendeva conto che qualsiasi mossa non sarebbe stata saggia, viste le armi che disponevano. Sembravano anche saperle usare fin troppo bene, a dire il vero.
Gli ricordavano molto... «Oddio, siete cacciatori, non è vero?» disse, prima di riuscire a trattenersi.
Scott si voltò a guardarlo, come se avesse avuto un'illuminazione. «Lui ha nominato i licantropi, mentre parlava al telefono.»
«Siete imparentati con gli Argent, per caso? Guardate che c'è già una famiglia di cacciatori in città.»
I due cacciatori si guardarono, sorpresi che qualcuno avesse capito cosa nascondevano. «Ci sono altri cacciatori in città?» chiese Dean, a nessuno in particolare.
«Come fate a conoscere i licantropi? Vi siete già trovati ad avere a che fare con questi mostri?» chiese l'altro cacciatore.
Stiles trattenne il respiro. Si scambiò uno sguardo preoccupato con Scott. I due cacciatori non sembravano vedere di buon occhio i lupi mannari, far sapere che Scott lo era sarebbe stato uno sbaglio e far sapere quanti di loro frequentavano il liceo ancora di più. Tacere era la priorità, per loro due e anche per il branco di Scott.
«Sì. In città c'è stato un Alpha cattivo, più di un anno fa. Con l'aiuto degli Argent - che si occupano di uccidere i lupi mannari che uccidono persone - siamo riusciti a liberarci di lui» spiegò Scott.
Il suo migliore amico non aveva affatto mentito, aveva solo tralasciato un "grossa" fetta di verità. Per esempio, che il suddetto lupo mannaro cattivo era resuscitato e che, a quanto ne sapevano, ora viveva in un lussuoso appartamento, che molte delle persone che conoscevano erano lupi mannari e... insomma, tutte le informazioni che rischiavano di mettere a repentaglio la loro vita.
«E voi?» chiese Stiles, rigirando la frittata. «Chi siete e perché siete qui?»
«Io sono Sam Winchester» si presentò il ragazzo più alto. «E lui è mio fratello Dean. Non ci occupiamo di scacciare ogni tipo di creature della notte: demoni, fantasmi, licantropi...»
«Qualsiasi cosa possa uccidervi, ragazzi» aggiunse Dean con un sorriso che a Stiles non piacque per nulla.
Sam rivolse un'espressione esasperata a suo fratello, poi tornò a concentrarsi su di lui e su Scott. «Un nostro amico ci ha chiamato, parlandoci di strane morti e chiedendoci di intervenire. Per questo siamo qui, per aiutarvi e per aiutare questa città.»
Era senz'altro un proposito nobile, Stiles dovette ammetterlo, anche se non approvava il loro pensiero di base.
Dean scrollò le spalle. «È quello che proveremo a fare.»
Stiles non voleva il loro aiuto e di sicuro non si fidava di loro.
«Perché vi fingete agenti dell'F.B.I.? Perché non lo siete, vero?» chiese Scott.
Sam rise, scuotendo la testa. «No, decisamente no. È l'unico modo che abbiamo per poter indagare da vicino sui casi, ogni volta che arriviamo in una nuova città.»
«È la prima volta che scoprono chi siamo veramente.» Dal tono che usò Dean non parve contento della cosa.
Questo particolare fece sorridere Stiles.
«Per questo ci avete seguito? Perché sospettavate la verità?» chiese Sam.
Stiles annuì. «Non sembravate agenti, eppure non riuscivo a spiegarmi perché stavate indagando.»
«Sentite, ragazzi. Noi vogliamo solo sapere chi è il mostro che sta uccidendo quelle persone, perciò tenetevi per voi quello che sapete su di me e Dean, d'accordo?»
«D'accordo, ma vogliamo collaborare con voi.»
Stiles si voltò a guardare Scott. Il suo amico doveva essere impazzito, perché non esisteva che avrebbero collaborato con due coglioni montati che credevano di poter classificare delle creature soprannaturali secondi i loro criteri. «Scott» lo riprese, ma questi lo ignorò, continuando a fissare Dean e Sam.
«Siete solo dei ragazzini!» esclamò Dean. «Assolutamente no!»
Oh, Stiles avrebbe voluto vedere la sua faccia se avesse saputo cosa nascondevano i due ragazzini. Sarebbe rimasto scioccato, di sicuro. 
«Abbiamo visto molte più cose di quante immaginiate.»
Stiles non aveva proprio idea quale fosse il piano di Scott, ma decise di tacere.
Sam si avvicinò a Dean, posandogli la mano sul braccio. «Dovremo dargli fiducia, Dean. Sembrano sapere con cosa hanno a che fare.»
Non ne avevano idea.
Dean tentennò, poi sbuffò, alzando le braccia al cielo. «Va bene, d'accordo. Si tratterà di un collaborazione reciproca.»
Scott annuì e si alzò in piedi, imitato subito da Stiles. «Noi dovremo andare a casa, adesso, ci faremo sentire.»
Alcuni minuti dopo erano di nuovo nel parcheggio, a pochi metri dalla jeep di Stiles.
«Non mi fido di loro. Credo non abbiano nemmeno un codice, a differenza degli Argent.»
«Nemmeno io, ma i nemici dei nostri nemici sono nostri amici. Almeno fino a che non danno problemi.»
Stiles sorrise. «L'hai imparato da Deucalion, questo?»
Scott rise. «Più o meno.»

***

«Cora, hai sentito Scott, Stiles o qualcuno altro di loro nelle ultime settimane?» chiese Derek alla sorella, durante la cena.
Cora sollevò la testa, fissandolo come se non si fosse aspettata quella domanda. «Non di recente, ma qualche volta sì. Perché questa domanda?»
«Ho sentito Scott. Ci sono stati degli omicidi, forse opera di un lupo mannaro.» Derek scosse la testa e riprese a mangiare. «Lascia stare. Non è più compito nostro aiutare.»
Lui e Cora si erano lasciati alle spalle Beacon Hills e con essa tutto quello che succedeva al suo interno.
Poi, Derek rammentò tutto quello che il branco di Scott aveva fatto per sua sorella Cora, perché era così che erano fatti i loro... amici? Loro tentavano di aiutare chi aveva bisogno, anche se lo stesso Derek era responsabile dei molti guai che li avevano travolti.
«Vorresti sdebitarti per quello che hanno fatto per noi?» gli chiese Cora, come se gli avesse letto nella mente.
Sì, ma era anche una questione di fare qualcosa per qualcuno a cui teneva.
«O usi questa scusa per non ammettere che vorresti tornare lì e basta?»
«Forse» concesse, sincero. «Ma non ti lascerò, non un'altra volta.»
Aveva creduto che Cora fosse morta per sei anni, non poteva perderla di vista un'altra volta. Era già stato un pessimo Alpha, non sarebbe stato anche un pessimo fratello.
Cora sorrise. «Derek, non mi stai lasciando, questa volta non è un incendio a dividerci. Potremo comunque telefonarci, sentirci tramite internet – se tu decidessi di dare il benvenuto alla tecnologia, fratello – e andarci a trovare ogni volta che vogliamo.» Gli prese la mano e la strinse. «Non sarebbe un addio, non questa volta. Ricorda anche che tra pochi mesi frequenterò il college, saremo comunque lontani.»
Derek stesse zitto. Era inutile che replicasse alla pura e semplice verità.
«So che non hai stretto nessun vero legame da quando sei qui - e non sto parlando della signora Wood -, forse Beacon Hills potrebbe non essere così male per te.»
Come se non gli avesse appena detto di fare i bagagli e tornarsene da dov'era venuto, Cora riprese a mangiare, gustandosi la cena.
Derek rimase in silenzio a guardarla, combattuto. Le uniche donne della sua vita gli avevano dato un parere simile, forse doveva smetterla di temporeggiare e prendere una decisione.
«Hai bisogno di aiuto con le valigie?»
Se non fosse che qualcuno avesse già deciso per lui.

[to be continued...]


Nota:
Una lettrice mi ha fatto notare che l'Agente William dello scorso capitolo di cognome fa Campbell, come la parte materna della famiglia Winchester. Voglio precisare che è un caso, davvero, gli unici personaggi presi da Supernatural sono e rimarranno Sam e Dean.

Spazio Autrice:
Bentornati!
Finalmente, Stiles e Scott si sono trovati faccia a faccia con Dean e Sam. Da un certo punto di vista si potrebbe dire che il vero crossover inizia adesso.
Tra l'altro, nel prossimo, finalmente, torna ufficialmente Derek! Quindi, sì, arriva anche la prima scena con Stiles.
Tornando a questo capitolo... spero vi abbia divertito. Ho dato una storyline volutamente leggera ai Winchester, tralasciando, almeno per questa volta, il dramma continuo che attraversano i due fratelli.
La prima volta che ho scritto questo capitolo, la scena del "proviamo se Stiles e Scott sono umani" non esisteva, ma una mia amica (grazie, Deb. <3) mi ha fatto notare che sembrava strano che Sam e Dean non avessero fatto nemmeno una prova. Devo aggiungere anche che l'argento fa male solo ai licantropi di SPN, mentre ai licantropi di Beacon Hills no. Dean e Sam, se avete notato, non gettano detersivo addosso a Stiles e Scott (solo acqua santa), perché, sebbene non abbia dato una collocazione precisa, per Dean e Sam si tratta di un periodo precedente alla settima stagione (quindi prima dei Leviathan). Probabilmente è una sesta stagione (ma niente souless!Sam o Lisa), è un momento tranquillo.
Nel prossimo capitolo: Dean rimane affascinato dalla cucina del nipote della proprietaria del motel (primo cameo di un personaggio da un altro universo, da un libro davvero famoso. Chi sarà?) e Stiles si trova in pericolo, ma i cavalieri con i denti aguzzi arrivano sempre al momento giusto.  
Detto questo, spero che il terzo capitolo vi sia piaciuto.
Alla prossima settimana!
Ilaria

   
 
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