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Autore: Hazel_    31/03/2014    5 recensioni
“Perchè te ne vai? Non puoi farmi questo, io ti amo!”
“Liam, ci ho riflettuto, il nostro amore è proibito, è sbagliato, tutto questo è sbagliato, la nostra relazione non è approvata dagli dei, dal destino”
“Tu che parli di destino non ti accorgi che è proprio il destino che ci ha fatti innamorare.”
-
“Tu lo ami, non è così?”
“Già...”
“Allora credo che dovresti tornare da lui e lasciarti tutto alle spalle.”
-
“Sei tornata...”
“Non ti ha fatto piacere rivedermi?”
“Sì, ma non in questo modo...ti ha fatto del male?”
“Non più di quanto ce ne siamo fatto noi non stando insieme...”
-
Una storia d'amore movimentata, tortuosa, pericolosa, rischiosa, piena di intrighi e colpi di scena. Quanto può resistere un amore, se Virginia si trova ad avere come fratellastro Liam, che non fa altro che provocarla?
***
http://www.youtube.com/watch?v=13CVrBpw9GY&feature=youtu.be
Trailer fan fiction.
-
A BREVE IN REVISIONE
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Liam Payne, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oh, what hard luck stories they all hand me!'
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Kiss me under the mistletoe.


 
Scesi dal taxi subito dopo aver pagato il tassista, recuperai la valigia nella bauliera e mi avviai verso il vialetto di casa di mio padre.
Mi fece uno strano effetto vedere quella struttura, dato che l’ultima volta che la vidi avrò avuto sì e no cinque anni.
Già il fatto che mio padre mi avesse telefonato due minuti dopo essere scesa dall’aereo per dirmi che non poteva venirmi a prendere perchè aveva delle faccende da sbrigare, mi fece capire che forse non ero la benvenuta in casa sua; ma poco m’importava, ormai avevo deciso di andare laggiù e non avrei cambiato idea per nessun motivo al mondo.
Strinsi il manico della valigia e -molto titubante- suonai il campanello, così dopo poco venne ad aprirmi mia sorella Gemma.
-Oddio, sorellina!- gridò saltandomi al collo, per poco non mi fece cadere.
Era bellissima, e non la vedevo dal matrimonio di mia madre: non è cambiata per niente, eccetto i suoi capelli, che adesso sono biondi e decisamente più lunghi.
-Gem, mi sei mancata tantissimo!- esordii abbracciandola più forte che potevo.
-Anche tu!- rispose staccandosi subito dopo -Come mai anche tu quì?- mi chiese.
-E’ una storia lunga, decisamente..- sospirai -ma se mi fai posare la valigia ed entrare allora te la racconto!-.
-Ci sto!- ridacchiò scompigliandomi i capelli, poi entrammo in casa.
-E papà?- le domandai.
-Oh, sta ancora in ufficio, e Simon è uscito a fare la spesa- mi disse.
-Mh, il tuo moroso?- scherzai, e lei scoppiò a ridere annuendo.
Mi aiutò a portare la valigia in camera mia, che era rimasta più o meno la solita, il letto rosa a baldacchino di una volta c’era ancora.
Mi tolsi il cappotto, la sciarpa e la borsa e poi scendemmo di sotto a prepararci una cioccolata calda, così ne approfittai per raccontarle tutto, a partire dal giorno in cui mi ero rimessa con Louis fino ad oggi.
-Wow- esclamò Gemma -parecchio lunga e complicata questa storia!-.
-Più complicata che lunga- dissi.
-Quindi Liam non è venuto a salutarti in aereoporto..- sospirò poggiando la sua tazza sul tavolino.
-No, ma credo che lo abbia fatto per non soffrire dell’altro, più di quanto non abbia sofferto già- risposi.
-E se prima lo sapeva solo Lindsay di voi due credi che adesso lo sappiano anche Niall, Zayn e gli altri?- mi domandò.
-Beh, non direi...francamente preferirei che lo avessero capito. Insomma, non si saranno domandati perchè Liam non è venuto a salutarmi, no?-.
-Sì ma non credo che pensassero subito a quello...oddio, magari ci sta anche che Zayn lo abbia capito, sai, essendo il tuo migliore amico..-.
A quel punto sentimmo le chiavi girare nella serratura della porta dell’ingresso, segno che Simon o mio padre erano tornati, infatti vedemmo quest’ultimo entrare in casa mentre era al telefono.
-Anne, stai tranquilla, è quì a casa- mi sorrise e si tolse il cappotto, probabilmente stava al telefono con mia madre -va bene, ti saluto Gemma, ciao, Buon Natale anche a voi, ciao- riagganciò e appese il cappotto all’appendiabiti; eh già, ora che ci pensavo era il 20 Dicembre, e mancavano pochissimi giorni al Natale.
-Fatti vedere!- al voce di mio padre mi fece risvegliare dai miei pensieri, quindi mi alzai in piedi e lo andai ad abbracciare, rimanendo stupefatta di quel gesto.
-Ciao papà- gli dissi sorridendo.
-Sei bellissima, davvero!- mi abbracciò e mi abciò la fronte -Il tuo ragazzo è davvero fortunato ad averti!- già, il mio ragazzo...
Gemma soffocò una risatina, e quando la sentii la fulminai con lo sguardo.
-Ehm, com’è che si chiama? Travis, giusto?- continuò mio padre.
-No papà, Travis era il mio ragazzo in seconda media..- dissi, e lui scoppiò a ridere.
-Oh, devo essermi confuso allora!- uhm, maddai? -Come si chiama?- ancora?!
-Si chiama Liam, papà!- urlò Gemma dal divano.
-Liam, come il tuo fratellastro?- chiese euforico.
Lì per lì il mio viso si rabbuiò, avrei dovuto dirglielo?
Non feci in tempo ad iniziare a parlare che suonò il campanello, quello doveva sicuramente essere Simon.
-Ciao a tutti, sono a casa!- caspita quant’era bello quel ragazzo; aveva gli occhi scuri, il taglio di capelli simile a quello di Zayn ma il colore era più chiaro, poi era alto e muscoloso al punto giusto, una meraviglia insomma.
Gemma si alzò per baciarlo, erano così carini insieme.
-Ciao, tu devi essere Virginia, vero?- si rivolse a me con un sorriso -Gemma mi ha parlato tantissimo di te!- aggiunse poi.
-Spero bene!- ridacchiai facendo ridere anche lui.
-Sicuramente- disse Simon.
Era quasi ora di cena, perciò andai a farmi una doccia mentre mio padre cucinava, infine indossai dei leggins, un maglione largo e i miei amati ugg, poi scesi di sotto a mangiare il pollo che avevano preparato.
-Allora, tesoro- disse mio padre -come va a scuola?-.
-Tutto okay, ieri era l’ultimo giorno quindi siamo in vacanza fino al 15 di Gennaio, per fortuna ho tutte A e solo tre B- gli risposi.
-Wow, direi che sei proprio brava!- esordì Simon.
-Abbastanza...tu vai all’università, invece?- gli domandai, e Simon mi disse che aveva 24 anni, che era originario di Bristol ma sua madre era di Los Angeles e che aveva studiato per due anni al King’s College a Londra, prima di conoscere Gemma e di andare a vivere con lei a New York.
Finita la cena rimanemmo in cucina a parlare, e quando Gemma e Simon andarono a letto, io e mio padre restammo ancora a parlare.
-Mi sei mancata tanto, sai?- mi disse stringendomi la mano.
-Anche tu- dissi sforzando un sorriso, perchè mi faceva uno strano effetto sentirgli dire queste cose, era sempre stato un uomo piuttosto rigido quando stava con mia madre.
-Ancora non mi hai detto chi è il tuo fidanzato- borbottò accendendosi una sigaretta.
Tentennai un poco, incerta se dirglielo oppure no, ma sapevo che anche se era tanto che non ci vedevamo e che succedeva ogni poco, di lui mi potevo fidare ciecamente, quasi più che di mia madre.
-E’...una storia abbastanza complicata- mormorai stringendo la manica del maglione -lui ha l’età di Harry, è uno dei suoi migliori amici, lo conosco da tantissimo tempo e siamo molto legati, ma non è questo che mi preoccupa..- gli dissi.
-Tu lo ami?- mi chiese.
-Cosa?- dissi quasi incredula.
-Vedi bambina, se lo ami non deve interessarti se è amico di Harry, da quanto tempo lo conosci o la differenzà di età, tu lo ami? E allora va bene così- parole sagge le sue -può avere anche dieci anni più di te, ma in amore tutto è lecito, lo sai, quindi l’importante è che tra di voi ci sia dell’affetto reciproco, molto affetto- a quel punto una lacrima bollente scese sul mio viso, e lui la asciugò col dito.
-Allora è giusto provare quel tanto affetto per una persona vicina a te, che non è tuo parente..ma quasi?- gli domandai.
-Tu sei innamorata del tuo fratellastro, non è vero?- ridacchiò spegnendo la sigaretta nel posacenere.
-Come hai fatto a capirlo?- gli chiesi ancora.
-Quando prima Gemma mi ha detto che il tuo ragazzo si chiama Liam ed io ho fatto riferimento a quel Liam, ti brillavano gli occhi. E non lo dico tanto per dire, ci mancherebbe altro, lo dico perchè è la verità piccina, e non credo ci sia niente di sbagliato in tutto ciò- finalmente qualcuno che la pensava come noi! Sapevo che potevo contare su mio padre.
Subito lo abbracciai con gli occhi lucidi e lui mi baciò la testa, accarezzandomi i capelli.
-Grazie papà, ti voglio tantissimo bene- gli dissi.
-Anch’io te ne voglio- rispose.
-Beh, adesso vado a letto che è tardi, e sono stanca- dissi staccandomi dall’abbraccio -buonanotte-.
-Buonanotte, e sono felice che tu sia quì- sorrise.
-Anche io- sorrisi a mia volta e salii le scale dirigendomi in camera mia, pensando e ripensando ancora a Liam.



Liam’s pov.

Quando tornai a casa quella sera era quasi mezzanotte, mi ero addormentato al cottage e avevo dormito per cinque ore, dovevo essere proprio disperato.
Infilai le chiavi nella toppa ed aprii la porta, poi entrai in casa, trovando mio padre e la mia matrigna seduti sul divano a braccia conserte, come se stessero lì ad aspettarmi da tutto il giorno.
-Liam, ma sei impazzito?- urlò mio padre alzandosi in piedi -Dico io, ma dove sei stato tutto il giorno?-.
-Papà non rompermi, sono stato a fare un giro, non ho bevuto, non sono fatto, sono sobrio e sto bene, sono sano, adesso vado in camera mia, con permesso- borbottai inziando a salire le scale, ma lui mi prese per il braccio e mi fermò.
-A fare un giro?- mi fece eco -Liam cazzo, sei uscito stamattina alle undici e sei stato fuori per tredici ore, gradirei di sapere dove sei stato!- esclamò.
-Eravamo preoccupati per te, non rispondevi nemmeno al cellulare- intervenne Anne, con un tono più calmo.
-Sono stato al cottage, okay? Ho mangiato e mi sono addrormentato, per questo non ho risposto al telefono, ma sto benissimo!- esordii esausto.
-Però potevi anche avvertirci- borbottò ancora mio padre.
-Mi dispiace, ormai quel che è successo è successo, vado in camera mia, e buonanotte!- salii le scale e vidi Lindsay uscire dalla mia stanza, probabilmente era stata con Harry.
-Ciao Liam- mi salutò con un gran sorriso.
-Hey Lindsay, come stai?- le chiesi.
-Insomma, sarei stata meglio se la mia migliore amica fosse rimasta- a chi lo dici...-tu invece, stai meglio?-.
Dio, perchè mi era così difficile rispondere a questa domanda?
-No, per niente, non faccio altro che pensare a lei, è un chiodo fisso nella mia mente, avrei voluto scomparire quel giorno, giuro...- le risposi e lei mi abbracciò.
Era terribile l’angoscia che avevo dentro...mi sentivo una ragazzina alla prima cotta; ma il bello era che non mi era mai successo mai con nessuna ragazza, anche se -quelle che avevo- erano tutte sveltine che dopo una botta o due mi lasciavano, così alla fine mi ero stancato di venire mollato sempre io, ero cambiato ed avevo iniziato io a far soffrire le ragazze, lasciandole per primo.
Ma con Virginia era diverso, fin troppo: mi ero innamorato di lei.
-Harry, come sta?- le domandai, e lei si limitò a scrollare le spalle e a sospirare.
Dopo poco sua madre la chiamò al telefono e fu costretta ad andarsene, dicendomi che se ne avessi bisogno avrei dovuto chiamarla, anche se fossero state le tre di notte.
Era davvero gentile e simpatica, ed Harry era fortunato ad averla, se non solo per il fatto che era una bellissima ragazza e per giunta la migliore amica della mia, di ragazza.
Quando Lindsay se ne fu andata entrai in camera mia senza fare rumore e vidi che Harry già stava dormendo, così m’infilai sotto le coperte ed iniziai a fissare il mio blocco schermo, ovvero una sua foto, era veramente splendida: mi ricordo che quel giorno si era lisciata i capelli, e che aveva detto a Louis che doveva studiare moltissimo per il giorno dopo e che non sarebbe potuta uscire con lui, mentre in realtà non aveva semplicemente voglia; però la convinsi io, si era vestita in un modo a dire poco sexy e l’avevo portata al molo, lei si era seduta e le avevo fatto una foto di quelle che lei chiamava “antisgamo”, poi gliel’avevo fatta vedere e mi aveva baciato, così dal molo eravamo passati a fare...altro, in camera mia.
Ridacchiai ripensandoci, così mi venne l’impulso di fare una cosa.
Ero sempre stato un ragazzo schietto ed impulsivo, avevo sempre fatto qualsiasi cosa mi fosse passata in mente, sia bella che brutta, e avrei fatto anche questa.
Sbloccai l’iPhone, andai nella rubrica e cercai il suo numero, poi la chiamai, nonostante fosse mezzanotte passata.
Quell’attesa mi faceva venire l’ansia, fin troppa, ma quando stavo per riattaccare e rimettere il cellulare a posto, finalmente rispose.
-Uhm, pronto?- mugugnò con la voce impastata dal sonno, conoscendola non aveva fatto neanche caso a chi la stesse chiamando a quell’ora.
-Pronto?- disse un’altra volta, stavolta sembrava più sveglia.
Dio, sentire la sua voce e non parlare mi faceva stare così bene...
-Liam, sei tu?- sussurrò dopo poco, probabilmente aveva letto il nome sul display -Liam, rispondimi, ti prego- era come se nella sua voce ci fosse della speranza, non so come definirla. Ed io, idiota com’ero, sentendo Harry rigirarsi nel suo letto riattaccai, che cretino!
Spensi il telefono per la rabbia, incurante del fatto se mi avesse potuto richiamare oppure no, poi lo posai sul comodino e mi misi a pancia all’insù, a fissare il soffitto, e chiusi gli occhi, immaginando solo e soltanto lei.


Virginia’s pov.

Cazzo, Liam mi aveva chiamata!
Ma perchè non mi parlava, cos’era successo? 
E se fosse stato a letto con un’altra, magari era ubriaco, e mi avesse chiamata così, per ripicca?
Nah, avrei sentito i rumori...
E poi non lo avrebbe mai fatto, di certo non il mio Liam.
Mi misi a sedere sul letto, fissando il display del telefono, sperando in un’altra sua chiamata.
Erano mezzanotte e ventisei, e credo che solo un ragazzo innamorato e disperato avrebbe potuto chiamare la sua amata a quest’ora, un po’ come Romeo e Giulietta, solo che non c’era un semplice balcone a separarci, ma tantissime persone e tantissimi fatti.
Appoggiai la schiena alla testiera del letto rilassandomi e provai a richiamarlo, una, due, tre...sei volte, ma c’era sempre la segreteria: forse aveva spento il telefono.
Decisi di rimettermi a dormire pure io, sperando che il giorno in cui tutto si sarebbe aggiustato, sarebbe arrivato in fretta.


 
≈≈


Era la vigilia di Natale, e non vedevo nè sentivo Liam da quattro giorni.
Dopo quella notte nessuno dei due aveva avuto il coraggio di richiamare l’altro, ma forse era più giusto così.
Quel giorno era anche il compleanno di Louis e mi era passata per la mente la vaga idea di scrivergli o addirittura di telefonargli per fargli gli auguri; avevo chiesto consiglio pure a Gemma, e lei mi aveva risposto che non c’era assolutamente nulla di male nel parlare con lui, così decisi di chiamarlo.
-Pronto...Virginia?- rispose con un tono di voce strano, era stupito da questa chiamata.
-Hey, Lou- dissi come se volessi far finta che non fosse successo mai niente -tanti auguri!-.
-Grazie mille- borbottò e sentii il rumore di una portiera dell’auto sbattersi.
-Stai partendo?- gli chiesi.
-Ehm sì, vado dai miei nonni a Doncaster- rispose piuttosto freddo, ma che era successo?
-Oh, stanno bene?- gli domandai ancora.
-Sì- asserì lui.
-Okay...adesso devo andare, ci vediamo, stammi bene Louis- dissi un po’ imbarazzata per quel “ci vediamo”.
-Va bene, stammi bene pure tu, ciao e grazie ancora degli auguri- esordì.
-Figurati, a presto- dissi prima di riagganciare.
Okay, era stata una conversazione piuttosto imbarazzante, e sinceramente non capivo il motivo della sua freddezza, ero io quella che dovevo essere arrabbiata con lui, no?
-Bella addormentata, il pranzo è pronto!- Gemma mi chiamò a gran voce dal piano inferiore, così mi alzai dal letto, scesi le scale e raggiunsi gli altri in cucina.
-Papà, prima mi ha chiamata Harry per farmi gli auguri, a te invece?- chiese mia sorella.
-No, non ancora, a te piccina?- rispose lui, rivolgendosi poi a me.
Feci segno di no con la testa e poi dissi a Gemma di aver chiamato Louis e le raccontai tutto.
-E Liam?- mi cadde la forchetta in terra -Lo hai sentito?- mi domandò mio padre.
-N-no- balbettai ripensando ancora alla sera prima.
Quanto mi mancava...


 
≈≈


Quando tornai a casa dopo aver fatto una passeggiata nel parco innevato erano già le sei e mezza, ero stata fuori quasi due ore.
Cercai le chiavi nella tasca del cappotto ma smisi di cercare non appena vidi un’audi nera parcheggiata davanti al portico di casa mia.
Louis, cazzo.
Che ci faceva lui quì?
Mi avvicinai all’auto e picchiai su un vetro per vedere se era davvero lui, ma non abbassò il finestrino: al contrario, scese direttamente dalla vettura, e riconobbi i suoi bellissimi occhi azzurri, che sembravano...malinconici.
-Che ci fai quì?- gli domandai sistemandomi meglio il beanie di lana sulla testa.
-Ti ho mentito, non stavo andando dai miei nonni, stavo venendo da te- mi rispose chiudendo lo sportello dell’auto e venendo verso di me.
-Me ne sono accorta..- gli dissi ironica, però ero piuttosto seria.
-Ho bisogno di spiegarti ogni cosa, non riesco più a tenere tutto dentro- mi prese entrambe le mani e mi guardò negli occhi.
Non capivo proprio.
-So che non capirai adesso, ma sali in macchina, ti dirò tutto- esordì, così feci come detto.


 
≈≈

 
Parcheggiò davanti ad un bar, così scendemmo dall’audi ed entrammo dentro, ordinando una cioccolata calda.
-Come facevi a sapere di questo bar?- gli domandai subito dopo essermi tolta il cappotto.
-Fino a quando avevo tredici anni i miei zii abitavano quì, ci venivo spesso a trovarli, e mi sono ricordato di questo posto- mi rispose.
-Oh, non lo sapevo- gli dissi -comunque, che volevi dirmi?-.
Sospirò e chiuse gli occhi per un secondo.
-Io non ti ho mai voluta ricattare, non avrei mai voluto obbligarti a tornare con me, non ho mai voluto schiaffeggiarti al ballo, non ho mai voluto incuterti timore..- sussurrò con gli occhi lucidi.
-Louis aspetta, che significa?- gli chiesi ancora una volta, non ci stavo capendo veramente nulla.
Abbassò la testa e quando la rialzò vidi che stava piagendo, mi si spezzò il cuore a vederlo così...
-Hey Lou guardami, non piangere, guardami- gli accarezzai i capelli e lui strinse la mia mano -devi dirmi tutto, stai tranquillo-.
-Arianne mi ha ricattato- disse all’improvviso, per me fu come un pugno sullo stomaco -mi diceva che se non facevo quel che diceva lei mi avrebbe fatto mettere dentro, avrebbe raccontato che la stupravo ed altre cose orribili, cose che io non avrei nemmeno pensato di fare, non ho avuto altra scelta, ti prego perdonami...- adesso sì che stava piangendo, e più piangeva più avrei voluto uccidere Arianne.
Ma quanto poteva essere meschina una persona?
-Ma certo che ti perdono, non sono arrabbiata, non ne avrei motivo- lo tranquillizzai andando ad abbracciarlo -e ti ringrazio per avermelo detto, sei così buono, non ti meritavi dei ricatti da parte di quella stronza..ma perchè non me lo hai detto da subito?- gli chiesi.
-Non potevo, mi controllava sempre, era peggio di una stalker- rispose asciugandosi le lacrime -e in più quell’idiota di suo fratello Kevin mi incitava a darle retta, quei due sono veramente pazzi!- esordì.
Non riuscivo a capacitarmene, Louis era una marionetta di Arianne, lei lo usava per farmi soffrire, e lui non voleva, era così buono...
-Ti prego, dimentica questa storia, adesso Arianne non c’è più, non potrà più farti del male!- gli dissi per farlo stare meglio, infondo era la pura verità.
-Spero tanto..- sospirò, e poi prese a guardarmi negli occhi; io gli strinsi la mano e gli sorrisi, lui si avvicinò a me lentamente e in meno di tre secondi mi ritrovai le sue labbra sopra alle mie, così mi allontanai subito.
-Lou senti..non mi sembra il caso- dissi imbarazzata.
-Sì scusami, è che mi mancava farlo, e poi siamo sotto il vischio!- ridacchiò mordendosi il labbro inferiore, facendo ridere anche me.
Il bacio di Louis mi aveva fatto tornare in mente la miriade di baci che io e Liam ci davamo, avevo nostalgia sia di lui che dei suoi baci, mi mancava da morire.
-Tu lo ami, non è così?- mi chiese Louis dopo un po’, sembrava mi leggesse nella mente.
-Già...- risposi in un sospiro ed abbassai lo sguardo.
-Allora credo che dovresti tornare da lui e lasciarti tutto alle spalle.- quando tornai a guardare Louis lo vidi con le braccia incrociate ed un sorrisetto furbo sulle labbra, e non feci a meno di ridere, poi mi alzai e lo abbracciai.
-Grazie di tutto, sei un vero amico- gli baciai una guancia e lui mi strinse più forte a sè.
-Devo farmi perdonare anche da Liam, no?- disse e inziammo a ridere insieme.
Mi era mancato così tanto!




 



“..iniziai a fissare il mio blocco schermo, ovvero una sua foto, era veramente splendida..”

 



I’M ALIVE.
E lo dico perchè è quasi passato un mese dall’ultima volta che ho aggiornato, lol.
Dovete sapere che sono venti e passa giorni che lavoro su questo capitolo -tra l’altro il penultimo- (don’t kill me pls), e avrò cambiato la trama almeno quaranta volte da quando ho iniziato a progettarlo, ovvero sei capitoli fa.
Avete visto chi è tornato? :3
My Louis.
So che non ve lo aspettavate, ma non potevo non fargli raccontare tutta la verità prima dell’epilogo, e poi è dolcissimo, quando piange mi fa morire, sfdgckd.
E giusto perchè l’ho citato, parliamo dell
’epilogo.
Non sarà per niente facile scriverlo, e nemmeno postarlo, perchè vedremo se Liam perdonerà Louis e cosa succederà una volta che Virginia tornerà a Londra, per la cronaca non lo farà il giorno dopo aver parlato con Lou :)
Ah e poi -per la gioia di alcune e per la sfortuna di altre- forse, ma molto forse, farò un sequel; lo so, nello scorso capitolo dissi che i sequel non mi facevano impazzire, e infatti ci sto pensando molto, devo rifletterci bene, anche perchè avrò in corso altre due storie, una su pll (posto il link a fine angolo autrice) e un
’altra a cui sto lavorando da un mese e passa ormai, ma non vi anticipo nulla eheheheheh.
Ringrazio tutte quelle che hanno recensito e messo la storia fra le seguite/preferite/ricordate, vi amo, è grazie a voi se vado avanti!!
Pensare che questo è il penultimo angolo autrice mi fa venire l’ansia e mi fa piangere, mi mancherà molto questa storia...
Comunque, consigliatemi anche voi, ditemi se volete o no il sequel, ci tengo alle vostre opinioni!
E dopo aver scritto quasi più di tutto il capitolo vado, vi lascio -per l’ultima volta!- un’anteprima del capitolo 22, ovvero l’epilogo.
Ci rivediamo fra non so quanto, credo che ci metterò un bel po’ per scrivere l’ultimo capito, che sarà pienissimo di colpi di scena!
Tantissimi besos,
Mystical.


 
“Sei tornata...”
“Non ti ha fatto piacere rivedermi?”
“Sì, ma non in questo modo...ti ha fatto del male?”
“Non più di quanto ce ne siamo fatto noi non stando insieme...”

 



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Always a step ahead. -A       (la mia storia su Pretty Little Liars)
IFHY
No church in the wild

Memory of a night - sequel
Ci vediamo a casa



Trailer youtube ff   




 
   
 
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