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Autore: Ninfadora Black    31/03/2014    4 recensioni
"È possibile che in tutti questi anni abbia creduto di essere innamorata del Weasley sbagliato? Ronald è affascinante, ma Fred... beh è Fred, quel Weasley che fa impazzire tutte! "
E' una storia che parla della coppia Fred&Hermione :3 Hermione ha capito di essere innamorata di Fred, ma quando vorrà farsene una ragione?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 9: “Natale o non Natale?”

 

Hermione cercò di aprire gli occhi, ma la luce emanata dalla finestra la accecava. Si rigirò tra le lenzuola mettendo la testa sotto il cuscino. Era così comodo ed era così rilassata. Avrebbe voluto rimanere ancora lì in quel tepore, ma il dolce profumo di pancakes appena sfornati la costrinse ad alzarsi. Si mise delle pantofole a forma di civetta che le ricordavano tanto Edvige e, presa la vestaglia, si diresse verso il suo bagno personale.

Tanto per cominciare, si fece una bella doccia calda lavandosi con bagnoschiuma alla lavanda, poi si insaponò i capelli con uno shampoo alla camomilla e, come ciliegina sulla torta, si fece un'accurata manicure a mani e piedi. Era da tanto tempo che non si prendeva così cura di sé stessa. Tornò in camera in accappatoio e spalancò l'armadio. Conteneva una miriade di abiti: dalle magliette semplici a quelle più elaborate, dagli abiti leggeri da giorno a quelli eleganti da sera, dai pantaloni di cotone a quelli corti da mare.

Scelse un abitino semplice color rosso porpora e si mise delle ballerine color panna. Con attenzione si asciugò i capelli e cercò di sistemarseli alla bel e meglio. Si guardò allo specchio e sospirò. Da quando aveva seguito Victor in Germania, la sua vita era cambiata: i parenti del giovane l'avevano viziata. Erano persone davvero gentili e disponibili, non avevano mai avuto una figlia e per loro lei era come se lo fosse. Gettò uno sguardo alla scrivania, alla lettera incompleta che doveva mandare la sera precedente a George. Una lacrima le scese rapida sulla guancia cadendo sul pavimento. Scosse la testa, si asciugò con un lembo del vestito e si avviò verso la sala da pranzo per la colazione.

Lì trovò Victor che l'aspettava, come era solito fare ogni mattina.

“Buongiorno, Hermione” la salutò gioiosamente lui.

“Buongiorno a te” rispose di rimando lei.

Victor si alzò, si inchinò ed insieme si sedettero. Rimasero in silenzio per svariati minuti poi Victor si schiarì la voce: “Senti, Hermione. Io avevo pensato di... ecco... di andare dai Weasley per Natale e mi chiedevo se...”

A Hermione andò di traverso il succo d'arancia che stava beatamente sorseggiando.

“... ti andasse di venire con me”.

La ragazza si immobilizzò, la possibile opportunità di interrompere così presto il suo viaggio la fece sbiancare.

“Non lo so” disse dopo qualche secondo di riflessione “avevo intenzione di recarmi in Italia per incontrare dei vecchi cugini, ma... devo ammettere che la proposta è alquanto allettante. Mi manca la mia famiglia”.

Victor sorrise e, d'istinto, le prese la mano. Hermione voleva ritirarla, ma le sembrava un gesto scortese, perciò strinse la mano di lui sorridendo. Poi si alzò: “Vado a vedere se tua zia ha bisogno di una mano con la potatura del giardino”. Quel giorno si sentiva strana, doveva riempire la testa di qualcos'altro per opprimere l'immagine di Fred stampata nella sua testa.

 

 

 

“Quando vi sposerete?”

“A gennaio, credo”

“Come “credi”?! Devi esserne sicura! Insomma, dobbiamo mettere in atto ancora tantissimi preparativi! Il vestito, la cerimonia, il cibo, gli invitati, il viaggio di nozze!”

“Mamma! PER TUTTI I CAPELLI BIANCHI DI SILENTE, CALMATI!”

Ron, imbarazzatissimo, era seduto sulla poltrona lilla del salotto della sua fidanzata. Quest'ultima e la madre stavano discutendo ormai da due ore sull'imminente matrimonio. Temeva che prima o poi avrebbe dato di matto anche lui; e meno male che non c'era il padre della ragazza, altrimenti sarebbero stati in quattro a fare baccano.

“ADESSO BASTA!” urlò Ron, zittendo le altre due che erano rimaste allibite dalla potenza della sua voce “La data del matrimonio è stata fissata per il 20 gennaio, la lista degli invitati l'ho già scritta io, deve solo essere controllata e completata. Degli inviti se ne occuperanno Harry, Ginny, George e Angelina. Per quanto riguarda la cerimonia , il cibo e quant'altro... beh per quello ci sta pensando mia madre che, a proposito, ci aspetta per scegliere la torta nuziale. Per l'abito da sposa: ho chiesto appuntamento dalla zia di Fleur che confeziona abiti incantevoli, ci dovete andare venerdì mattina accompagnate da Bill e Fleur. Il viaggio di nozze l'ho organizzato io stesso, ma è una sorpresa” detto questo si risedette, lasciando sconcertate le due donne. Ron non era mai stato così organizzato, questo lo sapevano tutti, ma si trattava del suo matrimonio e voleva che tutto andasse per la piega giusta.

Miranda si gettò tra le sue braccia felice come non mai; la madre ancora un po' frastornata sorrise dolcemente e andò in cucina per preparare il pranzo. Pensava che sua figlia fosse davvero fortunata ad avere uno sposo così premuroso. Suo marito non era mai stato così con lei, infatti fu lei stessa a progettare il matrimonio, quando fu il suo momento. Però non si doveva lamentare perché lo considerava, in ogni caso, un uomo meraviglioso con cui aveva dato alla luce una bimba splendida.

 

 

Il sole splendeva in un cielo senza nuvole. Faceva freddo, ma non troppo per essere dicembre. Hermione però stava morendo dal caldo sotto il felpone a quadri che aveva indossato per dare una mano a zia Agata con le piante. La zia di Victor era una donna corpulenta sulla cinquantina, aveva dei bei capelli ricci candidi come la neve e portava degli occhiali che le rendevano gli occhi tre volte più grandi del normale.

In quel momento la ragazza stava cambiando la terra a dei ciclamini dai colori vivaci quando un'ombra le coprì il viso dal sole, era zia Agata che si era alzata e la stava guardando interessata.

Dopo qualche istante di esitazione la donna parlò: “Mi stavo chiedendo... il motivo di questo tuo viaggio. Ho chiesto a Victor, ma nemmeno lui mi ha saputo rispondere”.

Hermione la fissò con aria allarmata. E adesso? Mica poteva raccontare ad una cinquantenne le storielle sentimentali di una quasi ventenne. Tentennò per alcuni secondi, la donna le mostrò un sorriso dolce e comprensivo.

“Non importa piccola” le disse serena “anche io da ragazza sono scappata da casa, non so cosa mi stesse passando per la testa a quei tempi, sai ero un po'...particolare, ecco. Nessuno seppe mai il motivo preciso. 'L'unica cosa importante è che sei tornata' mi dissero. Meglio per me, meno voce sprecata per spiegazioni inutili”.

Con quell'ultima frase le fece l'occhiolino; la ragazza sorrise, ma restò in silenzio. Non voleva di certo annoiare quella brava donna, perciò si concentrò nuovamente sui suoi ciclamini. Il pomeriggio passò veloce, tanto che Hermione continuò a lavorare fino al tramonto. Era stanca, sì, ma almeno teneva la mente occupata. Quando tornò in camera si guardò nell'alto specchio ondulato: i suoi capelli erano ridotti ad un groviglio tale da sembrare un cespuglio di ortiche; il maglione era sporco di terriccio; le ballerine erano ormai divenute marroni ed il vestito color corallo era pieno di macchie. Con sbuffo si diresse verso l'armadio: indossò un paio di blue jeans, una maglietta blu notte sopra la quale mise una camicia a quadri delle tonalità degli azzurri. A piedi nudi andò in bagno, si lavò accuratamente le mani e si fece uno chignon con numerose ciocche che le ricadevano sul volto e sulle spalle. Si guardò allo specchio; improvvisamente vide il riflesso di Fred, proprio dietro di lei. Restò immobile ad osservarlo, era come se lo ricordava. Ebbe l'istinto di girarsi ed affondare il faccino nel suo ampio petto assaporando il suo profumo di lavanda. Voleva potergli bagnare gli indumenti di lacrime salate e piene di sentimenti. Vinta dalla tentazione si girò, ma non vi trovò alcun Fred, c'era il vuoto. Era stato solo frutto della sua immaginazione, e che frutto! Il viso di Hermione si bagnò di lacrime, come ogni sera quando i suoi pensieri erano liberi, quando era sola, sola con l'immagine di Fred negli occhi.

 

 

 

George vagava spensierato per il negozio ancora chiuso. Pensava a molte cose, forse troppe; pensava al suo disperato fratello, alla spavalda Hermione, al fratellino Ron ed alla sua Angelina.

Andava tutto bene, ma se anche lei decidesse di andarsene per starsene sulle sue? Lui che avrebbe fatto? Si sarebbe ammattito come Fred? No, no...non sarebbe mai potuto succedere, Angelina era una persona completamente differente dalla piccola Hermione. Ora che ci pensava, le mancava quel genietto, il prefetto perfetto. Aveva voglia di scriverle, di pregarla purché tornasse da Fred che era ormai giunto al limite, tanto da preoccupare persino Molly, la quale teneva sempre a portata di mano il numero del San Mungo: “Non si sa mai” diceva sempre.

Ma come avrebbe fatto a rintracciarla? Non aveva la minima idea di dove fosse finita. Australia? Argentina? Hawaii? Texas? Lui non lo sapeva, del resto come tutti. Non riusciva ancora a comprendere il perché della sua partenza. Certo, gliel'aveva spiegato e rispiegato nelle lettere precedenti, le quali arrivavano puntualmente ogni settimana, ma non capiva. Perché lasciare Fred così, dal nulla? Non voleva giustificare il gemello per quello che era accaduto in quella malefica serata, ma... insomma, era pur sempre suo fratello! Quello con le idee più brillanti, con tutte le ragazze ai suoi piedi, quello spensierato a cui non importa di niente e di nessuno all'infuori della famiglia e degli amici. Era lui che ai tempi della scuola lo consolava per ogni problema, ora la ruota era girata, toccava a George, sì proprio lui, a sostenerlo. Mah... la vita è davvero strana, quando ti sembra che tutto sia perfetto, ecco che arriva un qualcosa che ti rovina i piani.

*tock tock *

George si accorse solo in quel momento che un gufo infreddolito stava battendo il becco fuori dalla grande finestra. Andò tempestivamente ad aprire al povero animale che, lasciando cadere malamente la lettera tra le mani del ragazzo, si appoggiò graditamente sulla stufetta.

Un sorriso si disegnò sulla faccia, ora, allegra di George.

“Mi legge nel pensiero quella ragazza” pensò.

Aprì la lettera:

 

come stai? Angelina? Ron? Harry? Ginny? E compagnia bella? Mi fa strano scrivere proprio a te, solitamente mi confido con Harry, Ron, Ginny. Se fossimo stati ad Hogwarts non sarebbe successo, ci scommetto anche le mutande di Morgana! A parte gli scherzi, Com'è la situazione? Si sono calmate le acque? Io sono come in paradiso, sono da dei parenti di Victor...> “KRUM?! Miseriaccia!” pensò George <...sono molto gentili e premurosi con me. Verrò a trovarvi per Natale, ma non per molto tempo, devo ancora viaggiare e viaggiare verso luoghi fantastici. Sai, mi diverte questo viaggio, anche se mi manca tuo fratello, ormai lo sogno ogni notte da quando me ne sono andata. Vorrei scrivergli una lettera, ma ogni volta che ne ho l'intenzione, mi blocco, i pensieri volano via, non so cosa scrivergli. Finisco sempre per sporcare d'inchiostro la pergamena, accartocciarla violentemente e buttarla nel bidone di plastica rosa. George, io vorrei tanto tornare, ma non me la sento. Non chiedermi il perché, non te lo saprei spiegare. Ti prego, però, fidati di me e del mio istinto; l'unica cosa certa che prima o poi mi riporterà da Fred. Il mio cuore lo desidera in ogni momento; a volte mi ritrovo in giardino a guardare le nuvole sdraiata sull'erba soffice. Fred lo faceva spesso quando era alla Tana, era il suo modo migliore di pensare. Ora è diventato anche il mio. Baci, Hermione>.

 

George sospirò. Ogni singola lettera della ragazza parlava del fratello: Fred di qui, Fred su, Fred giù, Fred a destra, a manca, davanti, dietro... insomma! Perché non si decideva a raccogliere tutto il suo coraggio Grifondoro che è in lei e dire direttamente all'amato quello che confidava a lui? Il rosso voleva far leggere a Fred le lettere di Hermione, ma temeva che potesse diventare geloso. Certo, era più che comprensibile che accadesse: lei scriveva al fratello invece che a lui stesso e medesimo.

Non capiva. Hermione poteva fornirgli tutte le spiegazioni del mondo magico e babbano messi insieme, ma lui non avrebbe comunque compreso a pieno il comportamento della ragazza. Al contrario di Angelina che invece reputava giuste le scelte della giovane.

“Ah, le donne, le donne!” sospirò esasperato.

Mancava poco più di una settimana a Natale e forse si sarebbe sistemato tutto.

 

 

 

 

Era buio, il nero la circondava. Lei correva a perdifiato senza meta; tutto intorno a lei era talmente silenzioso che riusciva ad udire il ritmo accelerato del suo cuore e il tonfo continuo dei suoi passi su quella superficie oscura. Cadde, si guardò attorno spaesata; poi arrivo la luce, abbagliante quanto il sole a mezzogiorno. Si trovava in una stanza con delle porte: da ognuna proveniva un suono diverso. Poi la riconobbe, la sua voce, Fred. Con uno sguardo pazzo si incamminò verso una porta massiccia bianco perlacea, la aprì.

Lo vide camminare verso un qualche luogo che non riusciva a distinguere. “Freeeeeeeeeeddd!” lo chiamò a gran voce continuando a camminare verso di lui. Si girò, le rivolse un sorriso e con un cenno di saluto si rivoltò ricominciando a camminare. In preda al panico, iniziò a correre il più veloce possibile, ma le sue gambe non ne volevano sapere di muoversi: la fecero accasciare al suolo. Allora prese ad urlare, ma ben presto si rese conto che nessun suono usciva dalla sua gola. Pianse, tanto da non riuscire più a respirare. Fred si allontanava sempre di più... era quasi un puntino nero nel bianco accecante...

 

Hermione si alzò improvvisamente, urlando. Era sudata fradicia e tremava come una foglia ai primi giorni di Dicembre quando iniziano a scendere i primi fiocchi di neve. Cercò di calmarsi mettendo seduta sul morbido materasso; era a pezzi. Si mise le mani tra i capelli aggrovigliati e pianse finché non finì tutte le lacrime che le restavano. Aveva paura di perdere Fred, per sempre. Si era decisa: doveva tornare. Magari in Italia poteva andarci con l'amato, magari... si rimise stesa e, fantasticando su quali meraviglie avrebbero visto e vissuto insieme, si addormentò.

Il suo viso era sereno anche se segnato dalla stanca paura di perdere la sua unica certezza: Fred.

 

 

 

 

Angolo dell'autrice

Sono un D-I-S-A-S-T-R-O! Sono imperdonabile... mi dispiace per la mia assenza, ma si sono verificati un problema dietro l'altro... *No! Basta scuseee* Dopo mesi eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo. Avete presente quando vi viene il blocco dello scrittore/scrittrice? Ecco, a me è accaduto questo: è stato orribile, davvero tremendo! Intanto vi lascio questo capitolo, ma vi avverto che il 10 è già in elaborazionee ;) E, scuola permettendo, lo pubblicherò a breve. Baci e grazie a tutti :*
p.s. Se vi scontrate in errori di distrazione, non fateci caso è ora tarda per il mio cervellino :') (comunque se necessario ditemelo in una recensione) 

Ninfadora Black

   
 
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