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Autore: quantoseitu    01/04/2014    1 recensioni
Niall e Devonne sono amici fin da quand'erano bambini.
Da sempre Niall è il punto di riferimento di Devonne...
E' la spalla su cui piangere,l'unica ragazza che abbia mai amato...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La madre di Devonne giunse alle mie spalle, uscendo dal bancone. Non l’avevo vista arrivare, ma sembrava dalla mia parte. «Buongiorno, Mrs Bloom. Abbiamo organizzato una gita in gruppo e stavo dicendo a Devonne che sarebbe fantastico se si unisse a noi. Ci sono anche Zayn e Perrie, insieme a Louis, Harry e me», le spiegai, lanciandole un’occhiata d’intesa. Lei mi strizzò l’occhio. «Non vedo qual è il problema.» «Ma mamma , sei sicura che ce la farete? E poi papà…» «Ci penserò io a tuo padre e poi tra un po’ dovrebbe arrivare Alex a dare una mano», la rassicurò sua madre. Tu pensa a divertirti con i tuoi amici. Ci sarà tempo, per diventare grande.» Devonne la fissò per un momento, incerta. In genere i suoi non erano molto disponibili a lasciarla andare. Durante l’estate l’afflusso di gente aumentava per via dei turisti, e Devonne li aiutava tutte le mattine, a volte anche nel pomeriggio, nonostante avessero assunto dell’altro personale. «Non lo so … avevo in programma di passare al Bookstore Plus, questo pomeriggio.» «Ci andremo adesso!» esclamai, e un enorme sorriso si fece largo sul mio volto, mentre mi rendevo conto di averla convinta. Devonne alzò gli occhi su di me, incapace di replicare, e un clacson spronò con impazienza la sua decisione. Lanciammo entrambi un’occhiata alla vetrata. Dai sedili posteriori, Perrie si era allungata fino al volante e ci faceva segno di sbrigarci. «D’accordo», sospirò Devonne, esasperata. «Grande! Sarà uno sballo!» Nell’impeto di gioia, la sollevai d’impulso facendola girare, e sua madre rise, per quell’esplosione di entusiasmo. Ma che potevo farci? Non ero molto bravo a trattenermi. «Mettimi giù! Ci stanno guardando tutti!» Devonne mi colpì la spalla, il sorriso sulle labbra. Risi a voce alta ma la lasciai andare. Non mi importava un fico secco della gente. Non quando potevo stringerla per un momento. «Non azzardarti a…» Devonne provò a fermarmi, ma con un agile gesto le sfilai il cappello dalla testa e le scompigliai i capelli. Sapevo che non lo sopportava, ma era più forte di me. Il viso di Devonne era capace di così tante sfumature, che mi divertivo a suscitarle tutte , anche le più buffe. «Mi farai diventare matta, Luke», affermò nascondendo un sorriso e insieme uscimmo dalla porta, salutando Mrs Bloom. «Era ora!» esclamò Harry, un po’ seccato, al volante della sua Jeep. «Ancora un po’ e avreste trovato soltanto un mucchio di vestiti.» «Pensi sempre al sesso? Sei disgustoso!» lo rimproverò Perrie.Devonne rise di una risata cristallina e intervenne in difesa di Harry: «Credo che volesse dire che vi sareste sciolti per il caldo.» «Questo perché a qualcuno non piace il condizionatore. Visto? La mia battuta non era così difficile da capire, ma forse sei tu che hai sempre in mente il sesso . Ma è comprensibile , non imbarazzarti», affermò Harry, con un sorriso furbo e Perrie lo colpì con forza alla testa. «Ahi! Sei impazzita? Guarda che non vi ci porto alle cascate e come fate poi senza di me?» «Senza di te ce la caviamo benissimo, ci serve solo la tua macchina. E, perché tu lo sappia, preferirei prendere i voti, piuttosto che venire a letto con te!» esclamò lei, indispettita. «E non è colpa mia se l’aria condizionata mi fa venire il mal di testa!» «Se non la smette di parlare verrà a noi, il mal di testa», borbottò Zayn, esasperato, seduto al suo fianco sul sedile posteriore. «Ah! Ma chi me lo ha fatto fare?» mormorò passandosi una mano sulla faccia, e Alessio, accanto a lui, si lasciò sfuggire un risolino, mentre Perrie la guardava in tralice, contrariata. Io e Devonne ci scambiammo un’occhiata divertita mentre chiudevamo le portiere dell’auto. Sarebbe stata una giornata fantastica. L’auto di Harry inchiodò davanti al Bookstore Plus, in Main Street. «Ci vorranno delle ore, prima che Devonne si decida!» si lamentò Perrie. «Non abbiamo tutto questo tempo!» «Potevi pensarci prima di farci aspettare mezz’ora sotto casa tua!» la rimbeccò Harry. «Appunto. Non abbiamo più tutto questo tempo. Non è colpa mia se ho dovuto scegliere tra tre costumi diversi. Devonne però avrà un’intera libreria a sua disposizione. Se entra lì dentro, alla fine bisognerà andare a cercarla, fidatevi.» esclamò, un po’ divertita dalle sue parole. «Farò in fretta», le assicurò Devonne, scendendo dall’auto, «so già quello che devo prendere.» Era l’idea di un nuovo libro a farla sorridere, la conoscevo bene. «Vado con lei», esclamai. Richiusi la portiera insieme a Devonne e strizzai l’occhio a Harry. «Perché non scegli le canzoni per il viaggio, nel frattempo?» Harry sorrise, cogliendo al volo la mia allusione. La musica alta avrebbe impedito a Perrie di parlare. Per la maggior parte di noi, lei era Per, ma io trovavo più semplice chiamarla con il suo vero nome.Devonne si era già dileguata all’interno della libreria. Mi affrettai a raggiungerla e la trovai subito perché sapevo già dove cercarla . In realtà, ero stato felice di quella deviazione. La accompagnavo spesso al Bookstore, mi piaceva osservarla aggirarsi tra gli scaffali, mentre i suoi occhi correvano sulle copertine alla ricerca del volume giusto. Da bambini aveva provato a convincermi che quel luogo fosse incantato, popolato da magiche creature, e col tempo avevo finito per crederci, perché lì dentro i suoi occhi risplendevano di una nuova e meravigliosa luce . Devonne ne era stregata. E questo stregava me. Mi avvicinai al reparto dei fumetti e ne sfogliai qualcuno con distaccato interesse. Il pensiero di Devonne e di una possibile separazione continuava a distrarmi. Era strano come tutto fosse cambiato, negli ultimi mesi. Avevamo trascorso sedici anni insieme. La sua presenza era sempre stata una costante , nella mia vita. Ero il suo vicino di casa, ma anche l’amico più fidato . Ai suoi occhi l’unico, probabilmente. Era più simile a me che alle ragazze della sua età. Non era cresciuta intrecciandosi i capelli o stirandosi le ciglia, ma tra videogiochi di Battlefield e Dungeons and Dragons. Lei sapeva tutto di me, io conoscevo tutto di lei. Ogni. Piccolo. Segreto. Eppure riuscivo ancora a sorprendermi di come il pensiero di una giornata insieme mi facesse battere il cuore. Eravamo cresciuti insieme, ma quelle emozioni erano una novità per me. D’un tratto guardarla non suscitava più in me soltanto un sorriso, ma un sorriso e un palpito del cuore. Sapevo esattamente il giorno in cui era successo: una sera dell’inverno precedente. I genitori di Harry erano andati fuori città, lasciandolo alle cure del suo cugino squinternato, e lui aveva organizzato una piccola festa a casa sua, con quintali di pizza e Cola per una maratona di Star Wars. Ero stato io a proporre il tema e qualcuno si era anche lamentato. C’era il nostro piccolo gruppetto, più qualche altro giocatore dei Blu Bombers – la squadra di Lacrosse della Lake Placid High School –, di cui Harry, Zaym e io facevamo parte con le rispettive ragazze. Alla fine ci eravamo addormentati tutti, chi sul divano, altri distesi sul tappeto, come me e Devonne. Mi ero svegliato nel cuore della notte e lei era lì, con una mano appoggiata sul mio petto e il respiro regolare sul mio viso. D’impulso le avevo sfiorato il naso con il mio e il mio cuore aveva fatto uno strano balzo. Ero rimasto a lungo a osservarla, per capire cosa fosse cambiato. Da allora non l’avevo più guardata con gli stessi occhi. E, in segreto, coltivavo la speranza che quella trasformazione avvenisse anche in lei. Forse, se fossi stato un supereroe come quelli dei fumetti , si sarebbe accorta di me. Io però non l’avrei mai lasciata, solo per proteggerla dai pericoli della mia esistenza, come succedeva spesso in quelle storie, in cui il protagonista finiva per rinunciare all’amore finalmente ricambiato. Sarebbe stata più al sicuro al mio fianco. Probabilmente, in fondo, era questo ciò che cercavo di essere per lei, un supereroe . Mi ero sempre impegnato a esserci, anticipando i suoi bisogni e col tempo era diventato naturale. Riuscivo a leggerle i pensieri con un solo sguardo. Avrei voluto concentrarmi sui fumetti, ma quando c’era Devonne tutto il resto perdeva di significato. Lei era assorta nella trama del libro che reggeva tra le mani. Ogni tanto, ne sceglieva uno e lo teneva stretto al petto, poi ne trovavo un altro, li osservava entrambi a lungo e riponeva il primo. «Ehi, Niall!» Mi girai, in direzione della voce che mi aveva chiamato e Gemma Blackmoon, la commessa della libreria, si chinò a prendere qualcosa sotto il bancone. «È arrivata l’edizione speciale di The Avengers qualche giorno fa», mi informò, mostrandomi il fumetto. Sgranai gli occhi per la sorpresa e attraversai la stanza a grandi passi. «Mi prendi in giro?» Per poco non glielo strappai dalle mani e mi parve che sulle sue guance affiorasse un fiotto di calore. «Era rimasta l’ultima copia e ho pensato di mettertela da parte», mi sorrise, sembrava imbarazzata. «Grazie Gemma!» Lei sollevò una spalla. «Ero sicura di farti un favore.» Non lavorava lì da molto, ed era di un anno più grande di noi, ma Devonne era convinta che i sorrisi che riservava a me erano diversi da quelli che rivolgeva a lei. Forse, in fondo, era davvero così. Ricambiai il sorriso e tornai a cercare Devonne con lo sguardo tenendo stretto il mio fumetto tra le mani. I ragazzi suonavano il clacson, mettendole fretta, ma io sapevo quanto ci tenesse a scegliere con calma e così non facevano che confonderla. «Non so quale scegliere…» mi rivelò, scoraggiata, mostrandomi i due libri che aveva tra le mani. «Sono venuta per questo, ma quest’altro lo aspetto da un’eternità e c’è l’ultima copia! Potrei chiedere di metterlo da parte…» «Non ce n’è bisogno», affermai senza esitazione. Infilai una mano in tasca e provai a contare mentalmente le poche banconote che avevo messo da parte. Poi riposi la mia copia di The Avengers, sperando che Devonne non se ne accorgesse. «Li prendiamo tutti e due! »
  
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