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Autore: Tumbrl_ale14    01/04/2014    1 recensioni
Questa è la storia dei miei sogni, con il ragazzo dei miei sogni. La protagonista è un'autolesionista, con tanti problemi per la testa e nessuno la capisce. O fino a quel momento, quel pomeriggio, il pomeriggio in cui avrebbe fatto una conoscenza speciale e che a sua insaputa le avrebbe cambiato la vita.
Ci saranno avvenimenti forti e importanti per quest'adolescente ma sarà ancora una volta forte e troverà la soluzione a qualsiasi problema, o ameno ci proverà. BUONA LETTURA.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Infatti, non ho pensato più.
-Come va?- mi chiese, effettivamente non sapevo cosa rispondere, mi sono sempre trovata in difficoltà a rispondere a questa domanda, così puntai sul banale.
-Bene, tu?- gli risposi cercando di sforzare un sorriso. –Tutto okay.-  rispose, ma subito dopo, mi guardò negli occhi e rise. –No, non può andare bene, te lo si legge in fronte, ‘NON STO BENE, AIUTO.’, cosa c’è che non va?- Io rimasi, non sapevo davvero cosa rispondere, effettivamente era così, ma non potevo dirlo ad un  bellissimo perfetto sconosciuto, era bellissimo, ma pur sempre sconosciuto. Così ribattei,
-Io sto benissimo, e se mi conoscessi, lo sapresti anche tu. – dissi mentre guardavo il pavimento. Proprio in quel momento starnutì e si rese conto di quanto potessi sentire freddo. Quindi rispose –Io voglio conoscerti, ma penso che adesso faccia un po’ freddo per continuare a parlare qui, incontriamoci questa sera, giù nel box, d’avanti alla saracinesca 28.- mi disse sicuro di se. Io sorrisi, -A che ora?- chiesi, -Per le 20.- io gli feci cenno con il capo. In quel momento l’occhio mi cadde sull’orologio, erano le 18.10 ed io non avevo aperto neanche un libro, istintivamente mi alzai di scatto, inventai una scusa per dileguarmi, ripensandoci adesso era anche poco credibile, e così corsi per le scale sbucciandomi anche un ginocchio, ma poco importava in quel momento. Aprì la porta e mi diressi velocemente in camera, presi il libro di storia e inglese. Avevo tanto da fare e poco tempo. Forse era per l’invito o perché i compiti erano semplici, ma finì in tempo. Avvisai mia mamma che sarei uscita e mi rispose ok, strano per mia madre essere d’accordo per un’uscita settimanale, che fortuna.
 Non sapevo che diavolo mettermi. Nella mia tana c’erano vestiti sparsi ovunque, non oso immaginare l’espressione di mia mamma se avesse visto tutto quel trambusto, la gonna l’avevo esclusa a priori, così optai per un jeans e una camicia e un maglioncino. Mi truccai, eye-liner e gloss e il mio profumo preferito, “L’ALIEN.”
Presi le chiavi, le misi nella borsa, chiamai l’ascensore e scesi al piano ‘-1’, era tutto buio e ammetto che avessi un po’ di paura, così andai in cerca di quel benedetto box ventotto, ah ecco, vidi il box dieci, dodici, quattordici, sedici, diciotto, venti, ventidue, ventiquattro, ventisei, ventotto. Non c’era nessuno per ora
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