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Autore: sunflowers_in_summer    01/04/2014    4 recensioni
|In un tempo lontano di re e imperatori antichi, sei donne Romane si dedicavano alla cura del Fuoco Sacro alla dea vergine Vesta, promettendo di servirla e servire il Popolo Romano per la durata di trent’anni.
Il Pontifex Maximus le sceglieva tra bambine di famiglie patrizie, e a loro era data un’importanza fuori dal comune, a loro era concesso un rispetto inimmaginabile.
Ma se solo avessero spento il fuoco o avessero perduto la loro purezza, sarebbero state murate vive, poiché nessun uomo può uccidere ciò che è sacro agli dei.
Nella fiorente città di Nuova Roma questo succede ancora…|
{Nuova Roma | Tempo indeterminato, ma comunque in epoca contemporanea | Altra generazione di semidei}
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VESTALI

"In un tempo lontano di re e imperatori antichi, sei donne Romane si dedicavano alla cura del Fuoco Sacro alla dea vergine Vesta, promettendodi servirla e servire il Popolo Romano per la durata di Trent’anni. Il Pontifex Maximus le sceglieva tra bambine di famiglie patrizie, e a loro era data un’importanza fuori dal comune, a loro era concesso un rispetto inimmaginabile.
Ma se solo avessero spento il fuoco o avessero perduto la loro purezza, sarebbero state murate vive, poiché nessun uomo può uccidere ciò che è sacro agli dei.
Nella fiorente città di Nuova Roma questo succede ancora…"
 
 
 
 
 
Mama ≈ “Sanno di dovermi rispetto, perché io sono la Vestalis Maxima.”

 
stai a braccia conserte, Mama. Guardali con sufficienza. Se c’è una sola insegna alzata mentre tu passi per il Foro, allora è il momento di arrabbiarsi. -
Mi do ordini da sempre. Da quando ho iniziato a ragionare, e molto prima delle mie coetanee, i miei pensieri sono stati ordini che io stessa mi imponevo di seguire. Sangue Romano, come è facile constatare, sebbene alcuni non siano affatto sicuri delle mie origini.
Augustus, l’augure e cerimoniere del tempio di Giove dell’epoca, avrebbe preferito di gran lunga buttarmi tra i flutti del Tevere quando, neonata, mi ebbe tra le braccia, ma sarebbe stato sacrilegio, imitazione dei Divini Gemelli Fondatori.
I Senatori, appena mi videro, così piccola e in fasce, decretarono che era una situazione ambigua. Che io stessa  ero un essere ambiguo, visto e considerato che una ninfa sconosciuta mi aveva affidata al Popolo Romano nel divino nome di mio padre, il quale però non si era voluto svelare e che tuttora mai si è svelato.
I cinici dissero che ero figlia di antiche forze oscure, forse dei Titani. Ma Julie, il pretore dell’epoca, mi difese strenuamente e ottenne la mia tutela. Cosa ardua, per una ragazza appena diciottenne, che si ritrovò tutto d’un colpo oltre a pretore anche madre.
Lei mi diede un nome, un nome che già da tempo presagiva qualcosa. Mi chiamò Flavia Mamilia, e da allora il mio destino si dipanò davanti a me come i colli di Campo di Giove. Ero solo una bambina, d’altra parte.
Mama fu subito l’abbreviazione di quel mio nome che agli adulti ricordava un’antica e famosa sacerdotessa: una Vestale vissuta  nell’Epoca d’Oro di Roma. Per ordine del Senato, per paura che fossi pericolosa, era stato predetto che avrei seguito le sue orme.
Entrai nella Casa delle Vestali che avevo appena compiuto sei anni. Le altre bambine a malapena sapevano dove si trovassero, attaccate alle gonne delle loro madri. Io, quella che avevo sempre considerato mia madre, l’avevo persa dieci mesi prima, dopo la sua morte in battaglia.
Venni scelta dal Pontifex Maximus ero bella, ero forte, ero sveglia. Ed ero orgogliosa, ero una piccola donna Romana. Sarebbe quasi stato un peccato privare una tale guerriera ai campi di battaglia se tutti non avessero concordato che un tale sacrificio avrebbe onorato immensamente la dea.
E quasi ero felice di avere una famiglia, un futuro roseo davanti a me. Peccato che, qui a Nuova Roma, la vita di una Vestale è tutt’altro che rosea.
Attraverso il Foro a testa alta, la camicetta svolazzante come veli, candida e pura, perché alla dea piace così. E tutti al mio passaggio trasformano i sorrisi in cenni del campo reverenziali. Anche i bambini sanno di dovermi rispetto, perché io sono la Vestalis Maxima.
Ecco le candide colonne della Casa delle Vestali, macchiate solo per un istante dai miei capelli corvini e raccolti stretti in una crocchia, per non rendermi frivola e superficiale agli occhi degli altri: sono una donna Romana e una Vestale, non posso permettermi di rallegrarmi per cose vane e passeggere.
E ora salgo le scale senza mettere un piede fuori posto, perché so perfettamente che tutti volgono lo sguardo a me, come alle cerimonie che presiedo. La mia intera vita mi sembra una cerimonia.
Eppure nella Casa sento i miei nervi sciogliersi un po’, sento la tensione dileguarsi come nebbia ed espongo un nuovo lato di me.
Cammino tra le statue del cortile interno con un passo più leggero e vedo Terry, che è seduta al bordo della fontana mentre gioca con i petali candidi galleggianti sull’acqua della fontana.
Le sorrido dolcemente e lei mi risponde con un cenno gioioso: la conosco praticamente da sempre, e so bene che il suo affetto incondizionato lo offre a tutti, anche ai più cupi e i più crudeli.
Terry è capace di colorare le vite di tutti, ed è un autentico peccato che stia sempre chiusa qui dentro, senza poter mai andare via da Nuova Roma, senza mai poter esprimere i suoi sentimenti appieno e vivere una vita piena d’amore...
Affretto il passo verso il sentiero che porta al tempio, il luogo in cui conserviamo il Fuoco Sacro della Dea.
Faccio mente locale, ma non riesco davvero a ricordare chi sia di turno oggi… Cloe? No, lei non è affatto adatta ai turni, in genere la sostituisco io.
Mentre ancora sto pensando, entro nella grande stanza circolare e circondata da alte colonne di marmo bianchissimo dove arde il Fuoco Sacro e lì i miei occhi catturano immediatamente l’immagine di Ruth.
Ma che non c’è una sola fiamma ad ardere nella stanza…



Bene. Bene bene.
Non so che dire, lol. Ah, ecco.
Il nome abbreviato, cioè Mama, da’ l’idea di una figura materna, quella che a Mama è mancata dopo un po’ e quella che cerca di imporre alle altre Vestali, come vedremo nei prossimi capitoli.
Il tempio dovrebbe trovarsi fuori dalla città, ma per ragioni di praticità è vicinissimo alla Casa delle Vestali, il luogo dove alloggiano.
Flavia Mamilia è una Vestale realmente esistita, a cui ho preso solo e soltanto il nome. Tutte le Vestali della storia (ognuna narrerà un capitolo dal suo punto di vista) hanno questa caratteristica, nomi veri abbreviati ma ricordati nel corso dei capitoli.
Sappiate che per una filogreca come me non è per niente facile ambientare una storia a Nuova Roma, ma ci ho provato, e mio malgrado inserendo alcuni giudizi su un sistema gerarchico da me ripreso solo ai fini della storia. Se volete qualcosa di più greco ma meno patriottico, ho un’altra FF di nome “L’Oratrice”, che sarà presto parte di una serie (tutta greca).
Se i filoromani vogliono coprirmi di insulti, lo facciano almeno per recensione :’)
Credo che sia tutto, per ora. A presto,
Ella.
  • PROSSIMAMENTE:      Ruth ≈ “E so che stavolta sarà dura spegnermi.”


 
  
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