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Autore: cristinacilluffo    01/04/2014    1 recensioni
"-Ti prometto che nessuno ti farà mai del male.-
-Non potrai esserci sempre.-
-Ci proverò e ti giuro, non mi lascio intimorire da niente-, sorrise.
-Credo di amarti davvero, come nessuno ha mai amato-, abbassai lo sguardo imbarazzata.
Le dita alzarono il mio mento, facendomi incontrare i suoi occhi profondi, smeraldi.
-Non ci crederai mai, ma in tutti questi secoli ti ho cercata ovunque, ed eccoti qui. Non ti lascio andare ora che ti ho trovata, signorina.-"
THE NIGHT’S SHADOWS.
Trailer : https://www.youtube.com/watch?v=VTgqvBjWMHg&feature=youtube_gdata_player
Genere: Dark, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: PWP, Triangolo, Violenza
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Chapter 18
 
“The pool”.
 

 Harry era già lontano quando i mia madre varcò la porta di casa. Li aveva sentiti arrivare ed era corso a cacciare, visto l’occasione.
Ero seduta nel divano, con lo sguardo perso fuori dalla finestra cercando le parole giuste per spiegare il mio improvviso viaggio.
-Alyson, come mai già sveglia?-.
Posai lo sguardo su mia madre ferma davanti alla televisione con sguardo curioso.
-Non ho dormito bene-, scelsi la verità. Stavo per dire una seria di bugie e mi sembrava giusto essere più gentile.
Posò la borsa vicino al porta ombrelli e si tolse la giacca.
-Devi dirmi qualcosa?-.
Ovviamente l’intuito di una madre era infallibile. Speravo che di li a poco smettesse di funzionare, se no ero nei guai.
-Esattamente-.
-Cosa aspetti? Avanti dimmi-, sospirai alzandomi e andandogli incontro.
Lei si fermò e si appoggiò al tavolo della cucina.
Deglutii e presi a parlare, cercando di mantenere la lucidità.
-Devo partire, con Harry, e non so quando torno-, buttai fuori con un sol fiato.
Le labbra di mia madre si arricciarono in completa disapprovazione, ma lo sguardo diceva altro.
-E dove dovresti andare?-
-Facciamo un piccolo viaggio verso le Americhe-, questa non la possiamo definire proprio una bugia. Cercavamo uno sconosciuto, quindi ogni luogo era possibile.
Si girò verso i pacchi sopra il tavolo e cominciò ad uscirli, uno ad uno.
Un silenzio straziante aleggiava in casa.
-Con tuo padre hai parlato?-
-Mamma, devo partire ora, non posso aspettarlo-, sospirai.
-Beh, cosa posso dirti? Vai pure, non cambia molto-.
-Cosa vorresti dire? Che è come se non fossi mai esistita in questi anni?-.
-No, ally, sai che non dico questo-, ritornò a fissarmi, -ma tra il lavoro e le faccende in casa non ti abbiamo seguito come dovevamo, quindi era come se non fossi in questa casa, come se la sera non mangiassi con noi, sei in un mondo tutto tuo. E questo me ne da la prova-.
-Sei incoerente-, gli occhi pizzicavano terribilmente.
Un tonfo sordo mi fece sussultare.
-Non voglio sentire prediche. In questi anni abbiamo speso soldi preziosi per i tuoi capricci adolescenziali, mentre tu non portavi risultati, continuavi a fregartene della scuola, dei nostri sacrifici. Io e tuo padre abbiamo sempre chiuso un occhio alle tue bravate, ma ora sei grande e capace di renderti conto di quello che fai-.
Le lacrime cominciarono a rigarmi le guance.
Mia madre, la donna che avevo sempre rispettato, adorato, anche se non era come avrei voluto, mi parlava in quel modo.
L’unica borsa, che avevo deciso di portare io, mi aspettava accanto alla porta.
Fissai mia madre per un’interminabile minuto, ma lei non muoveva ciglio.
Mi mossi più velocemente possibile, raggiungendo il sacco e uscendo di casa, sbattendo la porta alle mie spalle.
Mentre le lacrime continuavano a scendere percorsi il vialetto e raggiunsi la stradina.
Un auto nera mi raggiunse, aprendo la portiera.
Rivolsi un ultimo sguardo a quella casa, piena di ricordi, che mi salutava tristemente.
Due occhi mi guardavano dalla finestra della cucina. Due occhi pieni di rabbia e rimorso.
Due occhi che mi avrebbero perseguitato fino al mio ritorno.
Salii in macchina e questa sfrecciò allontanandosi da Holmes Chapel.
 
***
 
-Ho sentito i pensieri di tua madre-, Harry teneva forte il volante mentre fissava l’autostrada.
Sospirai accovacciandomi nel sedile. La prima tappa sarebbe stata proprio Las Vegas.
Secondo Anne il misterioso uomo potrebbe essere lì, ma era solo una supposizione.
-Non posso crederci che una madre possa pensare cose del genere della propria figlia-.
-Harry, non ne voglio parlare-, chiusi il discorso.
Una mano fredda raggiunse la mia, stringendola leggermente.
Harry mi fissava di sottecchi, mentre mi sussurrava delle scuse.
Sorrisi per poi baciare il dorso della sua mano, cercando di non fargli pesare quelle stupide emozioni che mi buttavano a terra.
-E sempre più snervante non poter capire cosa provi realmente-, scoppiò a ridere.
-Invece lo trovo divertente. Così ho un punto a mio favore-.
Il fatto che non poteva sentirmi rendeva le cose più semplici. Se non fosse stato così mi sarei preoccupata ogni minimo secondo dei miei pensieri, invece così era più normale.
-Un giorno capirò il motivo e riuscirò a trovare una soluzione-.
-Un giorno non ne avrai più bisogno, sarò come te, insieme per sempre-.
La muscolatura prese a contrarsi, segno che avevo toccato un tasto dolente. Doveva prendere la cosa dal lato positivo, come me.
Un'altra vita, completamente diversa da quella attuale, dei poteri sovrannaturali, una bellezza infinita, erano tutti dei motivi per diventare immortale.
-Harry è inutile che reagisci così, ormai ho deciso, un giorno mi trasformerai-.
-Ora dormi, stupida ragazza-.
Sbuffai e appoggiati la testa contro il finestrino, fissando il profilo del mio ragazzo.
Mio, solo mio.
 
***
 
Due occhi continuavano ad osservarmi da lontano, sempre più scuri, sempre più duri.
Un odore familiare, una voce abituale, ma che sussurrava lontano.
Mi rimproverava, mi urlava contro parole che infliggevano una ferita al mio cuore.
Cercavo di allontanarmi da quella tortura, ma non ci riuscivo.
Ero intrappolata in un incubo, incapace di muovermi, di respirare.
-Alyson, Alyson sveglia-, la sua voce roca mi riprese dallo stato di shock.
Di scatto lo abbracciai, come se non lo vedessi da anni.
-Tranquilla, era solo un incubo-. Harry mi sorrise accarezzandomi la guancia.
-H- ho sognato mia madre-, balbettai.
-Si, ho sentito-.
Mi fissava con un’espressione vuota, triste.
-Come hai sentito?-, mi ricomposi.
-Non so come, ma ho percepito il tuo incubo, come se fosse anche mio-.
Chiusi gli occhi, cercando di riflettere alle parole appena dette.
Aveva visto tutto, aveva capito come mi sentivo, nel momento meno opportuno.
-Senti Harry non è..-
-No, Alyson. E colpa mia. Non dovevo portarti con me-.
Non poteva dire questo. Avevo bisogno del suo conforto non del suo rancore.
-Harry io sono felice di starti accanto. Questo è un momento passeggero. Ti prometto che starò buona, non farò la depressa-.
-Non devi fare questo per me, non lo merito-, abbassò lo sguardo.
La pazienza stava per svanire, come il mio autocontrollo.
-Non voglio sentire altro, Harry. Basta, finiscila. Non capisci che non posso far altro che seguirti ovunque vai?-, le lacrime minacciavano di nuovo di comparire.
Il suo sguardo si posò su di me, bloccandosi subito dopo.
Prese la mia testa fra le mani e portò le sua labbra sopra le mie. Il sapore caldo delle mie lacrime si mischiò col freddo della sua saliva, mandandomi in paradiso.
Strinsi il colletto della sua maglietta, avvicinandolo di più a me.
Quando ci staccammo avevamo tutte e due il fiatone.
-Mi dispiace tanto, ma se questo è il tuo volere non sarò, di sicuro, io a farti cambiare idea-.
E finalmente mi sorrise.
-Dove siamo?-.
Fuori dal finestrino un panorama mozzafiato si scagliava accanto a noi.
-Stiamo costeggiando l’Inghilterra, fra poco prenderemo la nave per attraversare l’oceano atlantico-, mi informò Harry.
-Non capisco il motivo di tutte queste spese. Se invece lo facevamo a piedi?-.
-Con tutte le valigie? Col rischio di farci vedere? Preferisco la normalità-.
In fin dei conti aveva ragione.
Arrivammo sopra la nave in meno di un ora. Ovviamente Harry non aveva badato alle spese, ed eccomi qui, sopra una crociera.
Sospirai guardandomi intorno. Troppa gente, troppe cose in grande.
-Alyson, divertiti. Il viaggio sarà piuttosto lungo-, lui già aveva sistemato le nostre valigie nella suite. Una stanza che quasi superava il diametro della mia casa. Incredibilmente regale e sicuramente costosa.
Non era nei miei standard tutto quel lusso.
La nave aveva 3 piani. Il piano terra comprendeva le cabine meno costose, il 2 tutto quello che non potresti immaginare in una nave: negozi, supermercati, ristoranti, bar, sale giochi e tante cose che neanche a Holmes Chapel avevo frequentato. Mentre il 3 piano, nonché sprovvisto di tetto, conteneva piscine di tutti i generi, giochi d’acqua e una zona relax con le sdraio e l’ombrellino.
-A cosa serve tutto questo?-, sospirai.
Harry mi guardò torvo. –In tutti questi secoli tu sei la prima a lamentarti di stare sopra una crociera così-.
-Non è da me tutto questo-, spalancai le braccia in mezzo alla sala centrale.
Colpi in viso un ragazzo che subito imprecò. Ci mancava solo una figura di merda.
-Oddio mio, ti sei fatto male?- il suo sguardo si allacciò al mio e quasi urlai.
-Niall che ci fai qui?-, Harry si fece avanti, abbracciando l’amico.
-Dovrei dire la stessa cose per te-. Sorrise Niall di rimando.
Tutte e due si voltarono verso di me che nel frattempo ero caduta a terra.
-Ally, da quanto tempo!-, il biondino mi aiutò ad alzarmi e mi abbracciò.
Ricambiai l’abbraccio ricollegando tutte cose. Niall, il biondino tanto dolce e simpatico era nella nostra stessa crociera. Ora magari potevo seriamente divertirmi.
-Niall!-, urlai felice.
-Da quando siete così amici voi due-, scoppiamo a ridere vedendo Harry guardarci male.
 
 
***
 
-Quindi sei qui per un semplice svago-, affermò Harry riabbracciando il biondo.
-Già, e tutto questo è proprio da film-, scoppiò a ridere.
-Tutto questo cosa?-
-Il fatto che ci siamo incontrati nella stessa nave, non vi sembra strano?-
-Beh, un po’ lo è-.
Non poteva andare meglio. Io e Niall avevamo avuto l’occasione di conoscerci meglio, e lui è una persona (oh, beh, quello che sia) incredibilmente dolce, sensibile e premuroso.
Mi ha aiutata quando ne avevo bisogno e con lui ho fatto le migliori risate.
-Quindi sei felice di vedermi, Ally?-
-E me lo chiedi?-, lo strinsi forte a me prima di sentire la sua forza farsi sempre più grande.
Scoppiò a ridere ed Harry sbuffò.
Era ovvio che lo infastidiva il nostro modo di fare, ma Niall beh.. Niall è Niall, e non deve scaldarsi così.
-E voi come mai siete in questa nave?-
-Beh, è una storia piuttosto lunga-, parlò Harry.
Niall si mise ad applaudire.
-Mi piacciono le storie!-, scoppiai a ridere di quei occhi così curiosi.
Harry prese a raccontare della nostra, o meglio, della sua scoperta, e di cosa dovevamo fare una volta raggiunta l’America.
-Wow, vi aspetta un’avventura pesante. Harry, mi dispiace. So che la notizia ti sta facendo davvero male-.
Harry fissò il biondo per qualche secondo per poi abbracciarlo.
Ero leggermente scocciata del fatto che Niall potesse leggere i pensieri del mio ragazzo.
Volevo sapere cosa gli potesse passare per la testa.
Sbuffai sistemandomi nella sedia.
-Ti annoi?-, la voce di Harry mi sorprese.
Presi a grattare freneticamente la testa, cercando un appiglio per distogliermi dal suo sguardo.
-Beh, a dirla tutta, un poco si-.
Niall esultò.
-Andiamo in piscina!- gridò.
Sbarrai gli occhi.
Odiavo mettermi il costume. Quel tessuto così aderente che una volta bagnato ti si appiccica tutto sulla pelle.
-Vieni con noi?-, Harry era in piedi davanti a me, mentre Niall ci aspettava poco lontano.
Fissai disgustata la gente che si buttava in piscina tutta felice, inconsapevoli che erano insieme a due vampiri.
Fortunatamente quei vampiri erano Harry e Niall.
Sospirai e accolsi l’aiuto di Harry.
Le ante dell’armadio erano piene dei vestiti che avevo accuratamente riposto nella valigia prima di partire e mentre continuavo a fissare i vestiti esposti, quasi urlai.
-Allyson? Tutto bene?-, bussò Harry più volte.
Aprì di scatto la porta e sbuffai.
-Non ho portato un costume!-, dissi mentre riflettevo alle possibilità di rinunciare alla piscina.
Sarebbe stato il massimo.
Harry scoppiò a ridere.
-Sei incredibile! Mi hai fatto prendere un colpo-, stava già chiudendosi la porta alle spalle quando si girò verso di me e sorrise, -ci ho pensato io. Primo cassetto sotto i vestiti-, e mi lasciò sola.
Buttai il costume nel letto e cominciai a svestirmi per poi indossarlo e coprirmi con una maglietta di Harry che, ovviamente, mi arrivava fino al ginocchio.
Trovai delle infradito ed un capello di paglia.
Aveva proprio pensato a tutto, incredibile.
Lo spazio aperto della nave era proprio bello. Il bordo era protetto da una ringhiera bianca, le piscine erano divise nell’area ed a destra, non poco lontano, erano riposte le sdraio con gli appositi ombrelli con già numerose signore accomodate.
Sistemai il cappello nel nostro posto, mentre Niall ed Harry si proteggevano con un ombrello.
Harry era ancora vestito, mentre Niall era in costume.
-C’è una piscina, diciamo riservata, che ci aspetta. Andiamo?-
Piscina riservata?
Oh, già, me ne ero dimenticata. Loro non potevano esporsi al sole.
Raggiungemmo uno spiazzale interno, coperto da un tetto e circondato da finestre. La piscina era comunque enorme ed era frequentata da ragazzi, più o meno della nostra età.
Era come la piscina dell’amore: pieno di coppiette felici che si baciavano e coccolavano.
Mi morsi il labbro e fissai Harry spogliarsi.
I suoi tatuaggi risaltavano sulla pelle bianca e scolpita del ragazzo. Quando i due entrarono in acqua tutte le ragazze, apparentemente sole, si girarono a fissarli.
Una ragazza insisteva con Harry e mi misi in mezzo alla sua vista. Sorrisi soddisfatta quando la ragazza si girò infastidita.
Harry intanto si era girato e aveva visto tutta la scena. Lo fissai ridendo mentre mi guardava sconvolto.
-Sei così gelosa di me?-
-Forse non hai ancora capito, ma tu sei mio.
E nessuno, e dico nessuno, deve rischiare di fissarti più di 5 secondi-, incrociai le braccia fingendo l’aria severa.
Mi riusciva sempre male, tutti scoppiavano a ridere quando ci provavo, proprio come Harry.
Mi strinse a se, mentre mi baciava. Il sapore della sua pelle al contatto con la mia mi procurò i brividi in tutto al corpo.
Continuava a mordermi le labbra quando mi persi nei suoi occhi. L’acqua della piscina non li intaccava, rimanevano quei smeraldi profondi come l’oceano con qualche riflesso dorato vicino la pupilla.
Mi sentivo in pace con il mondo. Avevo l’unica cosa che amavo accanto e, questo può sembrare strano, ma mi sentivo in paradiso.
La brezza che entrava da qualche finestra aperta mi scompigliava leggermente i capelli, le risate che entravano da fuori, Niall che rideva a quella vista, tutto questo mi mandava in estasi, come se non toccassi terra, ma stessi volando.
Ritornai alla realtà solo quando Harry si allontanò a poco a poco da me, sghignazzando.
Dovevo avere la faccia da pesce lesso perché si misero tutti e due a ridere.
Cominciammo a divertirci, a rincorrerci dentro l’acqua per cercare di affogare qualcuno, conoscemmo altre coppie in soggiorno in quella nave e facemmo subito amicizia. Un ragazzo ed una ragazza, ovviamente fidanzati, si unirono a noi, cercando di divertirsi il più possibile: Carl e Marie.
-Dio santo, vi farete solo male-, sospirai vedendo Niall cercare di salire sopra le spalle di Harry mentre lui si abbassava per aiutarlo.
-Dai Ally, divertiti un po’-, Carl prese sulle spalle sua moglie e si misero in posizione.
Anche se avrei voluto non potevo giocare con loro, eravamo dispari.
Mi arresi e guardai lo spettacolino dal bordo piscina.
Le due coppie cercavano in tutti i modo di far cadere l’avversario, continuando a ridere.
Le mie gambe fluttuavano leggere nell’acqua tiepida quando una mano mi distrasse.
-Disturbo?-, chiese un ragazzo alto, dai cappelli corti e marroncini, due occhi castani e un fisico niente male.
-No, prego-, e gli feci spazio.
-Niente posto per una quinta?-
Lo fissai mentre guardava i ragazzi giocare.
-Posso sapere il tuo nome-, sorrisi.
-Oh, che stupido. Io sono Marco-, e ricambiò il sorriso.
-Un nome strano. Di dove sei?-
-Italia-.
-Davvero? Oh, ci sono andata poche volte. E’ comunque un bellissimo posto-, farneticai pensando alle gite con i miei.
Già… chissà cosa staranno facendo.
-Ci sei?-, attirò la mia attenzione.
-Sisi-, sorrisi imbarazzata.
-Ti va di fare un giro?-, chiese gentilmente.
Non ne ero sicura, ma mi sembrava uno apposto.
Mi alzai e lo segui in un corridoio, pensai fossero gli spogliatoi quando aprii una porta che dava su una stanza bellissima. Un letto enorme a baldacchino era la prima cosa che notavi.
Marco mi sorrise e chiuse la porta. A quel punto indietreggiai, maledicendomi mentalmente.
Ovviamente mi ero fidata di uno sconosciuto, ed ovviamente ora ero nei guai.
Gli sorrisi e mentre era ad un passo da me lo superai e raggiunsi la porta.
Le mani tremavano ma riuscii ad aprire e scappare.
Raggiunsi la piscina e gli occhi cominciarono a saettare da un ragazzo all’altro in cerca del mio ragazzo.
Era fuori dalla piscina, spaesato, che girava in continuazione la testa in tutte le direzioni.
Corsi da lui, quasi inciampando, e mi ritrovai appiccicata al suo petto.
Mi strinse forte.
-Dove eri finita?-.
Continuavo a tremare per l’adrenalina e non trovavo le parole.
-Ally che ti prende?-, ci raggiunse Niall con un asciugamano.
Marco nel frattempo ci aveva raggiunti e mi fissava con sguardo duro, di chi ha perso una preda.
Harry vide i miei occhi incupirsi alla sua vista e ringhiò.
Niall si parò di fronte a noi.
-Harry.. è uno di noi. Solo che è affamato-, sussurrò Niall.
-Che vuoi dire?-, ritrovai il coraggio.
-Che è un vampiro-.
 
 
 
 
 
*SPAZIO ALL’AUTRICE*
Oddio c’è l’ho fatta.
Finalmente ho aggiornato questa storia.
Mi dispiace tantissimo per il ritardo.
Lo so, lo so, lo dico sempre.
Anche questo dico sempre, ahahaha.
Comunque sia, ho finito anche questo.
Vi piace? Si, no, insomma, fatemelo sapere.
Ne ho davvero bisogno anche perché in questo ultimo periodo ho avuto qualche dubbio.
Ho bisogno di sapere se questa storia merita di continuare o no.
Insomma ho bisogno di altri pareri.
Ringrazio le dolcezze che mi hanno aiutato, che mi hanno supportato e sopportato.
Non so cosa farei senza di voi.
Ecco, ora capisco i miei idoli.
Ora vi saluto.
Un grosso bacio e buona giornata.
Vi voglio bene.
E non solo io, anche Alyson, Harry e Niall vi salutano.
Marco no, quello è antipatico.
Mi sta un po’ sulle palle.
Ahahaha.
Arrivederci al prossimo capitolo.
 
   
 
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