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Autore: thera    01/04/2014    2 recensioni
Se Minato fosse sopravvissuto all'attacco della volpe, che in questa if non è mai avvenuto, che cosa sarebbe successo quando gli Uchiha volevano fare il colpo di stato? Il clan Uchiha è pronto a sostenere questa ambizione? Come reagirà Konoha? E le altre nazioni?
Obito scosse più volte la testa per allontanare quei pensieri, ma sembrava che tutti i suoi sforzi andassero a vuoto, se riusciva ad allontanare quelle immagini, dopo qualche secondo, tornavano, inesorabilmente, indietro. L'imponente sagoma dell'ospedale servì insieme a rassicurarlo e metterlo ancora più in ansia, che cosa avrebbe fatto se lei fosse morta? Iniziò a correre più veloce, ma quello che vide riuscì solo a gelargli il sangue nelle vene, c'erano molti cadaveri e ancora più sangue, sul pavimento, sulle pareti e perfino sul soffitto. Come diavolo poteva finire del sangue sul soffitto? C'erano delle urla e lui si diresse istintivamente verso la loro fonte. Ma più avanzava più sembrava rallentato, tutti quei corpi stremati per terra lo distraevano, guardava tutti i loro volti, uno per uno, per accertarsi che non fossero lei. I suoi occhi lo ingannavano, ogni singola ragazza dai capelli castani assumeva inspiegabilmente le sue sembianze
Genere: Angst, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jiraya, Minato Namikaze, Un po' tutti | Coppie: Minato/Kushina, Obito/Rin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Capitolo 9

Jinchuuriki arrabbiate e ninja esperti

Giorno 5 - tarda mattinata

Mikoto guardò il figlio ed il nipote, aveva capito che non avrebbe avuto un altra occasione per fare ciò che doveva. S'avviò verso la porta, sperando di non essere sentita. Povera illusa.

Cercò di camminare per le strade del quartiere sembrando tranquilla. La vista delle mura, però, fece fallire miseramente questo suo tentativo, ma ciò che la scosse di più, fu il fatto che le mura erano sorvegliate. Certo, lo sapeva, ma sul momento non ci aveva pensato più di tanto. Aveva passato l'intera notte insonne per pensare come fare dopo essere uscita e solo ora si accorgeva che anche uscire era un problema. E se ci fosse stato anche Itachi sulle mura? Come avrebbe giustificato tutto? Quei pochi istanti d'incertezza rischiarono di mandare tutto all'aria. No, almeno adesso doveva proteggere i suoi figli.

Scosse la testa per allontanare il nervosismo, pensò velocemente a che cosa fare e decise di continuare a camminare tranquillamente, come se avesse qualcosa da fare. O la va o la spacca. Avanzava verso le porte con sicurezza, tale che Tekka, senza farsi nessuna domanda, le aprì le porte. Il loro compito era quello di non far entrare nessuno, non di non farli uscire. Mikoto continuò a camminare con altera sicurezza, quando finalmente svoltò l'angolo si lasciò andare appoggiandosi al muro. Si mise una mano sul petto, il suo cuore batteva a mille. Fece scivolare la schiena lungo il muro e si cinse le ginocchia con le mani. Si calmò e decise mentalmente l'itinerario da seguire. Quel viaggio fu uno dei più angosciosi della sua vita. Quando finalmenteil profilo di quella casa le si stagliò davanti tirò un sospiro di sollievo, ma l'attesa davanti a quella porta le sembrò la più lunga della sua vita. La porta si aprì di scatto rivelando una figura dai lunghi capelli rossi che rimase scioccata vedendola.

"Mikoto..." riuscì solo a mormorare.

"Ti prego Kushina fammi entrare, ho delle informazioni da darti." disse Mikoto implorante, era già difficile così...

Kushina scatto di lato velocemente, permettendo all'altra d'entrare, aveva già deciso di fidarsi, la consusse nello studio di Minato e vi ci si chiusero dentro.

Naruto osservò tutta la scena deluso. Lui voleva vedere papà, non Mikoto Uchiha! Il bambino era sicuro che anche la madre fosse delusa, ci era rimasta così male che non aveva nemmeno chiuso la porta a chiave. Chissà poi che cosa voleva. Non avrebbe potuto...

Il cervello di Naruto fermò di colpo il flusso di pensieri e ritornò una specifica frase di giusto un momento fa: ci era rimasta così male che non aveva nemmeno chiuso la porta a chiave.

Rimase imbambolato mezzo secondo per metabolzzare e sfruttare la situazione, inoltre, pensò, la mamma era occupata di là e non si sarebbe accorta della sua assenza! Quello era proprio il suo giorno fortunato!

Sgattaiolò fuori facendo meno rumore di quanto ne aveva fatto Mikoto. Sentir il vento freddo frustargli le guance lo fece sentire finalmente libero di poter risolvere la guerra. Il suo primo istinto fu quello di andare dal padre, ma realizzò subito che anche lui l'avrebbe rispedito a casa, aveva già appurato che era accecato dall'affetto che nutriva per lui. Quindi, pensò Naruto velocemente, se voleva vincere quella guerra doveva fare tutto da solo. Subito dopo scosse la testa, non poteva fare tutto il lavoro da solo, doveva avere dei compagni, Kakashi glielo ripeteva sempre, e, se c'era Obito, aggiungeva che doveva accontentarsi anche delle scartine facendo arrabbiare terribilmente l'amico che usciva dalla stanza e ogni volta, dopo questa manifestazione di autocontrollo dell'Uchiha, Kakashi diceva sempre che Obito non rientrava in questa categoria.

Naruto era convinto che tutti coloro che avrebbe potuto arruolare erano, irrimediabilmente, più scarsi di lui, ma facendo gioco di squadra sarebbero stati forti comunque. Arrivò sotto la casa d'Hinata, la più vicina, ed iniziò a tirare sassolini a quella che credeva essere la sua finestra.

Lei aprì velocemente ed un sassolino per poco non rischiò di colpirla in faccia. Naruto s'imbarazzò visibilmente, ma si giustificò dicendo:

"Io sono un grande ninja, vedi Hinata? Ti ho visto arrivare ed ho deviato il tiro!"

Per fortuna non l'aveva colpita!

Hinata imporporì visibilmente, nemmeno nei suoi sogni Naruto si presentava davanti la sua finestra.

A Naruto sfuggì il suo rossore e continuò: "Sto formando un esercito, vuoi farne parte?"

"C...certo Naruto-kun." riuscì ad articolare prima di scendere, se Naruto la stava cercando voleva dire che la considerava forte! Era proprio davanti la porta quando una voce alle sue spalle la fermò.

"Dove stai andando?" Hinata riconobbe subito la voce di Neji, si voltò lentamente verso il cugino, che cosa avrebbe fatto ora?

"Io vado a combattere Neji-nii-san." disse insicura, sarebbe stato fantastico se fosse venuto con lei...

"Aspetta, vengo con te." le disse il cugino, il viso d'Hinata s'illuminò, forse il cugino non l'odiava!

"Ma non credere che sia per proteggerti." continuò freddo. L'espressione d'Hinata si congelò, ma uscì senza dire nient'altro.

Il gruppo continuò ad infoltirsi fino ad una decina di bambini, allora Naruto decise che la casa di Shikamaru Nara sarebbe stata l'ultima. Quando lo chiamarono, questi s'affacciò scocciato alla finestra dicendo:

"Che seccatura, che cosa volete?"

"Dobbiamo andare a combattere!" gli rispose alacremente Naruto. Shikamaru gli scoccò un'occhiata apatica e replicò:

"È inutile ed è anche una seccatura." detto ciò chiuse la finestra, combattere era un inutile spreco di energie. Naruto, invece si limitò a fissare truce la finestra per qualche minuto.

Poi si girò di scatto e iniziò a camminare velocemente.

"Che seccatura" imitò "stupido Nara."

Gli altri bambini lo seguirono, ma per mantenere il suo passo produssero troppo rumore e fu anche grazie a quello che i due jonin li intercettarono.

"Naruto..." Il bambino riconobbe subito la voce e si girò molto lentamente verso il suo interlocutore. Dannazione!

Kakashi lo stava fissando con le braccia conserte e battendo un piede per terra. "Minato-sensei mi uccide se ti lascio andare."

Diamine, per poco ci riusciva! Guardò Obito-nii in cerca d'appoggio, lui l'avrebbe capito di sicuro! Avevano lo stesso sogno...

Ma anche Obito, appena dimesso, gli scoccò un'occhiata di rimprovero.

"Obito-nii, come puoi tradirmi!" lo accusò Naruto, fare leva sul suo senso di colpa era sempre l'idea migliore. Neanche questa, però, funzionò. Rimaneva solo un'unica alternativa.

Era tutta colpa della mamma. Lei aveva si sicuro terrorizzato a morte papà che a sua volta aveva imposto a Kakashi e Obito di non lasciarlo passare.

Certo, era ovvio! Come aveva potuto non pensarci prima! Non si sentì in dovere di biasimarli, la mamma arrabbiata era davvero spaventosa, anche il Kyuubi doveva averne paura.

Naruto annuì e guardò i due jonin con compassione.

"Non preoccupatevi, so benissimo qual è la vostra situazione. Dirò alla mamma che noi non ci siamo incontrati." e, dicendo ciò fece per andarsene, ma venne bloccato da Obito.

"Obito-nii, lo so che la mamma è spaventosa, ma dovrai pur vincere le tue paure prima o poi!"

"Avantieri all'ospedale ne ha superata una bella grossa." mormorò Kakashi. In quel momento due teste si girarono a guardarlo interrogative, che cosa intendeva?

"Naruto-chan,in questa guer..."

"Non darmi del chan, ormai sono grande!" solo la mamma poteva dargli del chan!

"Questa guerra" continuò Obito sorridendo "è combattuta da ninja esperti e ..."

"Anche io sono un ninja esperto!" lo interruppe di nuovo Naruto.

"Hey, che cos'è marmocchio! Credi che io non sia forte?"

Naruto rimase un attimo indeciso, riteneva che Obito-nii fosse forte, ma questo non significava che non lo fosse lui.

"Certo, però..." iniziò il bambino, ma fu subito interrotto. Obito l'aveva preso di peso e caricato in spalla.

"Allora andiamo." disse e iniziò a camminare verso la strada dalla quale l'esercito dei bambini era arrivato. Kakashi divise il gruppo in due e ognuno dei dei jonin accompagnò uno dei due gruppetti.

Fu dopo aver accompagnato Naruto da una pericolosa Jinchuuriki arrabbiata che la vide.





Angolo autrice

Vorrei precisare che Tekka, apparso in questo capitolo, Inabi e Yashiro sono quei tre tizi idioti che hanno interrogato Itachi sull'omicidio di Shisui credendolo colpevole, appariranno altre volte come comparse.

Vi stupite che abbiano un nome? Anche io.

Ad ogni modo, spero di essere stata chiara riguardo agli “insulti” che Kakashi rivolgeva a Obito ricordati da Naruto.

Che cosa ne pensate? Perchè non passate a recensire?

*apposto dei lettori l'autrice vede una palla di fieno rotolante...*

Alla prossima

thera

   
 
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