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Autore: _Ash    01/04/2014    7 recensioni
-Il treno era fermo al binario 9 ¾ e tutti gli studenti accompagnati dai loro familiari, stavano ammassati davanti alla locomotiva che presto li avrebbero portati verso la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.- (1° capitolo)
Quest'anno, il loro primo anno a Hogwarts potrebbe essere molto più eccitante di quanto non crediate...tuffatevi anche voi in questa avventura, dove scopriremo la leggenda dei quattro maghi più irriverenti del secolo!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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BFH Snowflakes! eccomi e scusate il tremendo ritardo >.< ho avuto compleanni, cosplay da preparare e finalmente mi sono comprata un pc tutto mio e quindi ho dovuto studiarlo un pò ^^ Il capitolo lo revisionerò (come gli altri) per correggere errori di ortografia o di verbi.
Buona lettura, ci si sente in fondo! :3

-Ash-








CAPITOLO 4: IL PRIMO GIORNO DI LEZIONI!

C’era qualcosa che doveva fare, ma proprio non riusciva a ricordarsi cosa.
Poi, una luce lo accecò e fu costretto a svegliarsi.
«Ma che…?» Gli occhi facevano fatica ad abiturarsi alla luce accecante del mattino.
«Dove…?…Oh cielo!» Hic si buttò letteralmente giù dal letto, rendendosi conto che era in stramega ritardo alla sua prima lezione-con la prof. Elinor, che già la sera prima aveva fatto intendere che con lei, non si scherza-si vestì di tutta fretta, prese la borsa e ci buttò dentro i primi rotoli di pergamena, penne ed inchiostro e libri che gli capitavano a tiro e come una furia corse giù per le scale-rotolò per le scale-si alzò e corse per i corridoi.

«Lo apevo, lo sapevo che mi sarei perso!» Jack buttò a terra la cartina della scuola, rendendosi conto che, grazie ad una scala che all’ultimo aveva deciso di spospare pianerottolo, si era perso.
Era in ritardo alla sua prima lezione.
‘Grandioso!'
«Ma che cazzo!»
«Ah, ah! Parolacce! Che maniere poco educate!» esclamò una vocetta.
Jack ne cercò la fonte e vide, appeso ad una trave del soffitto, un piccolo elfo, vestito di rosso con un buffo cappello a punta, sulla quale c’era attaccato un campanellino.
«E tu sei…?»
«Din-don! Haha!» rispose dondolando e ridendo.
« Senti, sapresti indicarmi l’aula di trasfigurazione?» provò a chiedere.
«Dunque…certo, si trova qui, in questa scuola. Hahah!» si mise a ridere come se avesse raccontato una barzelletta divertente e a Jack salì ancora di più il nervosismo.
«Senti, non ho tempo da perdere, campanellino!»
L’elfo, sentendo quell’appellativo si arrabbiò, scese dal suo posto, afferrò la cartina di Jack e iniziò a correre.
«Hey!» il ragazzo si mise a rincorrerlo, mentre la piccola creaturina correva ridendo in modo maligno.


L’insegnante di incantesimi era davvero particolare e a guardarlo, gli veniva sempre più voglia di abbracciarlo come fosse un orsetto di peluches.

Era un omino tutto d’orato, basso, con dei capelli all’insù e il bello era che non parlava, ma mimava, scriveva alla lavagna con la sua bacchetta, e faceva capire perfettamente i gesti dell’incantesimo, e poi sopra la sua testa faceva comparire con della magina sabbia d’orata che riusciva a controllare, delle figure o scritte, in modo da farsi capire meglio.
Un professore un po’ bizzarro.
Rapunzel non gli staccava gli occhi di dosso, mentre il suo piccolo amico camaleonte cercava di riportarla alla realtà e costringerla a stare attenta.
«Si Pascal, ci sono, sono attenta, concentrata e…» ma prima che potesse finire il discorso, Sandy la indicò per eseguire la prima magia e lei si alzò di scatto agitata.
«Who!io? si, ecco, hem…»
‘Qual’era la formula?’
«Wingardium Leviosa» bisbigliò una voce vicina.
La ragazza si ricompose, gesticolò la bacchetta ripetento la formula e…non successe nulla.
Alcuni si misero a ridere, e Sandy gli fece rivedere il movimento giusto della bacchetta per incoraggiarla a provare e lei tentò di nuovo.
«Wingardium Leviosa!» la piuma bianca che stava sul tavolo di fronte a lei iniziò a sollevarsi, timidamente e Rapunzel, eccitata dal successo della sua prima magia, provò a farla volare più in alto.
Tutti applaudirono e lei arrossì dall’imbarazzo e dalla felicità.
«Grazie! Evviva, cel’ho fatta!»
Il professore gli diede l’Ok e fece comparire sulla testa il numero “10” e tutti lo interpretarono come un punteggio alla loro casa e gli applausi da quelli di corvonero aumentarono.
Mentre Sandy incitava tutti a provare, Rapunzel si sedette e cercò chi le aveva dato il suggerimento. Ma chi poteva mai essere?
«Grazie!» disse al suo vicino, beccandosi un occhiata interrogativa.
‘No, direi che non è lui.’
«Grazie!» disse alla sua vicina dall’altra parte, ma ottenne lo stesso risultato.
‘Neanche…’
Pascal si battè una zampa in faccia e cercò di indicare all’amica la ragazza suggeritrice, prima che la prendessero per matta.
«Che c’è? E’ lei?» chiese a bassa voce, poiché era vietato portarsi i propri animaletti in aula.
La ragazza era seduta ad una fila più in alto della sua, aveva dei capelli ricci rossi e un viso gentile e sorridente, concentrato, intenta a far volare la propria piuma.
«Hem…Ciao!» meglio iniziare in modo formale.
«Ciao, scusa ma…sono molto…molto…concentrata…» disse mentre guardava la piuma volare su e giù, indecisa se spiccare il volo, oppure tornare sul tavolo.
«Oh, lo vedo. Niente, volevo solo ringraziarti. Per il suggerimento!»
«Oh, di nulla!» poi emise un “Wuo!” di gioia. La sua piuma stava volteggiando in aria.
«Grande! Cel’ hai fatta!» e si abbracciarono come vecchie amiche.
«Ops, scusa!» disse lei ridendo.
«Ma no, figurati! E’ una vera soddisfazione, la nostra prima magia, la nostra prima lezione!»
«Esatto!» poi le sue di guardarono con sguardo complice. L’una era molto incuriosita dall’altra.
«Mi chiamo Merida.» disse lei.
«Rapunzel.» e si strinsero la mano con molta foga, ridendo.

Aveva il fiatone, ma doveva continuare a correre se non voleva fare altro ritardo.
Aveva rischiato di perdersi e si stava preparando psicologicamente ad una ramanzina sicura della professoressa.
‘Cominciamo bene…’
Era arrivato ad un bivio, stava per svoltare quando sbattè contro qualcuno e si ritrovò per terra, la borsa rovesciata e qualcosa in testa.
«Che botta…»
«Aiaai…» sentì una voce lamentarsi.
Hic si alzò, prendendo una grossa cartina caduta in testa e vide il ragazzo con cui si era scontrato e lo riconobbe subito. Era il serpeverde che per poco non litigava con il cappello parlante e la professoressa Elinor. Chissà perché…
Da una parte aveva creduto fosse solo in cerca di rogne, ma sembrava frustrato dalla scelta della casa, troppo…
‘Serpeverde…fantastico…un drago no, eh?’
«Scusa, mi dispiace…» disse il ragazzo.
«Non importa...» disse sospettoso delle sue scuse.
«Ah, la mia cartina, grazie!» disse Jack, vedendola nelle mani del ragazzino.
«Hahaha!» si mise a ridere l’elfo appollaiato su una trave e facendo la linguaccia al ragazzo.
«Questa me la pagherai, ladro di cartine!»
«Tel’ha rubata?» chiese Hic.
«Già. Non fidarti di quell’essere.» lo avvertì.
«Ne terrò conto.» rispose, non sapendo se credergli o no, ma qualcosa gli diceva che stava dicendo il vero.
«Aspetta, ti aiuto a raccogliere le cose.» disse prendendo i fogli e i libri e Hic lo imitò.
«Grazie, sei gentile.» lo ringraziò Hiccup con sospetto, e aJack non sfuggì certo il su tono.
I due si alzarono e Jack vide che indossava la cravatta di grifondoro. Sicuramente anche lui avrà visto la cravatta di serpeverde…infatti notò l’occhio di lui che cadde, per un momento sulla sua.
«Perché sono un serpeverde, giusto?» disse amaramente.
«Oh, no, non intendevo per quello, ero sincero.» si affrettò a dire.
Jack fece un cenno di ringraziamento, poi si ricordò improvvisamente che era in ritardo.
«Cavolo, sono in ritardo!»
«Oh, pure io!» I due si misero a correre nella stessa direzione, affiancati.
«Sai dov’è l’aula di trasfigurazione?» chiesero entrambi in coro,
Si fermarono, si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere. Una sana e volontaria risata di felicità.
«Oddio, ti sei perso!?» chiese Jack divertito.
«Più o meno. Anche tu?»
«Certo che si! Questo posto è immenso!»
«Oh, no guarda…» disse Hic prendendo la sua cartina dalla borsa e facendogli vedere il percorso.
«Vedi? Se ora svoltiamo a destra, poi a sinistra, dovremmo esserci.» spiegò lui.
«Ah!andiamo allora!» ripresero a correre e finalmente giunsero davanti all’aula.
«Dovrebbe essere questa.» disse Hic sbirciando dentro e vide, stramente, che la professoressa non c’era.
«Non c’è! Forza, entriamo.» disse Hic sollevato e lui e Jack entrarono, mentre tutti erano intenti a scrivere e iniziarono a fissarli.
«Oh be, per sta volta ce la siamo cavata!» disse Jack allegro.
Non l’avesse mai detto…
«Certo! E io sarei così stupida da non accorgermi di due infiltrati nella mia lezione.» Elinor comparve dietro di loro e i due spaventati si girarono.
‘Merda’
«Mi scusi, ci siamo persi e…» cercò di giustificare Hic.
«…E uno stupido elfo mi ha rubato la cartina.» disse in tono acido Jack.
«Din don? Il poltergeist? E tu come l’hai offeso?» chiese subito lei e riconobbe subito Jack, guardandolo in malomodo e lui se ne accorse.
«E’ stato lui a cominciare!»
«…Mi rendo conto che è un elfo troppo vivace e fastidioso.» cercò di giustificare in parte.
«Ma questo non giustifica i vostri ritardi. Sedetevi e riprendiamo la lezione.» I due trovarono due posti davanti e si sedettero vicini, tirarono fuori i loro rotoli di pergamena e la prof. Iniziò a spiegare loro cosa dovevano fare.
Jack nel tirar fuori i libri, tirò fuori anche la cartina e notò che era mezza stracciata.
«E mi ha pure strappato la cartina…»
«Oh, un modo troveremo per ripararla con qualche incantesimo, non preoccuparti.» lo rassicurò Hic.
Quel ragazzo era davvero…gentile!
«Glie la farò pagare.»
Hic ridacchiò.
«Presentarsi in ritardo alla prima lezione, complimenti stuzzicadenti!»
Hic alzò gli occhi al cielo e non rispose.
«Cel’ ha con te?» domanda stupida, ovvio che si, erano gli unici ritardatari.
«Hey, pss, platinato.» Jack capì subito che stava chiamando lui per via del colore dei capelli e si girò infastidito.
«Cos’è, fai combriccola con i grifondoro? Non è tuo amico.» Era Moccicoso.
«Perché, tu si?»
«Chi non vorrebbe essere mio amico? Io sono il migliore, e faresti bene a passare dalla mia parte…»
«Se, se…» e si girò continuando i suoi compiti.
«Mi sta ignorando! Mi ha…completamente ignorato!» disse sconvolto ai suoi due amici che tentarono di consolarlo.
«Che stupidi...» commentò Hiccup, per pentirsene subito di aver offeso due compagni davanti a un altro serpeverde.
«Oh, altrochè!.» concordò Jack e Hic ne rimase sorpreso. Un serpeverde che odia un altro serpeverde?
«Ma tu sei un serpeverde sul serio?» la domanda gli sorse spontanea e il volto di Jack assunse un espressione truce.
«Cioè, voglio dire…» Hic non sapeva proprio come rimediare, così si diede dello stupido e riprese a scrivere, lanciando di sott’ecchi delle occhiate al suo compagno, sperando in parte, che lui se ne accorgesse per fargli capire che era dispiaciuto.

Finita la lezione, le due ragazze uscirono insieme dall’aula e la bionda non ci pensò due volte a presentargli il suo piccolo amico a quattro zampe.
«Questo è Pasqual, lei è Merida.»
«Ma che carino! È tuo? Dove l hai trovato?» chiese tutta esuberante la riccia che lo prese tra le mani.
«Oh, ci siamo incontrati, per caso. Lui è da sempre il mio grande amico e confidente.» spiegò lei.
«Fantastico! È davvero simpatico!»
il poverino si lasciò coccolare, infastidito, ma poi ci prese gusto a essere al centro dell’attenzione delle due.
«Che lezione hai ora?»
«Her…» la riccia lasciò andare l’animaletto che saltellò sulla spalla di Rapunzel, prese il suo foglio di pergamena degli orari e lesse:
«Biologia.Tu?» Rapunzel si avvicinò per leggere la sua.
«Pozioni…con serpeverde…»
«Dai, non sarà tanto male, non preoccuparti.» disse lei e il suo pesiero andò subito a Jack.
‘Chissà come se la starà cavando…’
«Speriamo. Beh meglio che vada, i sotterranei sono piuttosto lontani.»
«Certo, ci becchiamo dopo se ti va, ok?»
«Ma certo, volentieri! Allora a dopo, buona lezione!»
«Grazie,anche a te!»
Rapunzel iniziò, con l’aiuto della cartina, a raggiungere i sotterranei per la sua prossima lezione, entusiasta per aver incontrato una ragazza così simpatica.
‘Peccato faccia parte di un’altra casa…’
«Che ne dici Pasqual? E’ molto simpatica, non credi?»
lui gli fece con il suo piccolo pollice, il segno dell’”Ok” e lei rise.



Eccoci qui! Be, come dire...spero di non essere stata troppo banale con gli eventi e le battute...non è che mi convince tantissimo...cioè, le descrizioni, rileggendole ora...credo che lo riscriverò quanto prima! Ringrazio di vero cuore per le bellissime recensioni e provvederò a rispondervi quanto prima =) grazie alla nuova lettrice Yasha Taisho!
A presto <3
   
 
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