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Autore: PRISHILLA    02/04/2014    3 recensioni
L'ossessione che Harry Potter ha per Draco Malfoy sta portando i suoi amici all'esasperazione. Cosa succederà quando Ginny, stanca delle sue continue lamentele, deciderà di prendere in mano la situazione per dimostrargli una volta per tutte che Draco non è stato marchiato e che le sue sono solo paranoie?
Scopriamolo insieme che ne dite..? ^^
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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CAPITOLO 9

 

 

Il mattino seguente Draco si svegliò con un gran mal di testa. Come aveva previsto non era riuscito a chiudere occhio se non alle prime luci dell'alba. Quello che ne era conseguito fu ovviamente il sentirsi più stanco di quando si era coricato la sera precedente.

Avrebbe voluto sul serio restarsene così, nel lettone della sua stanza da prefetto godendosi quel po' di pace che la solitudine gli offriva, ma ovviamente non poteva era sabato e come ogni sabato...

Si mise a sedere di colpo.

Sabato?

Sorrise rituffandosi tra i suoi morbidissimi cuscini pensando che aveva tutto il diritto di continuare a dormire quanto voleva. Tutti gli altri sarebbero andati ad Hogsmade mentre a lui restava tutta la tranquillità che solo il sabato riusciva a trovare all'interno di quel caotico castello.

Ormai i suoi amici non glie lo chiedevano neanche più se avesse o meno voglia di andare nell'allegra cittadina a bere una burrobirra con loro, sapevano in partenza che la sua risposta sarebbe stata un no secco.

Non che non ne avesse voglia, ma ormai non gli restava che il sabato per restare un po' solo, godersi la tranquillità e sopratutto occuparsi dei suoi affari.

Da quando suo padre non c'era più, tutto il peso della famiglia era dovuto cadere sulle sue spalle, non poteva certo permettere che fosse la madre, così fragile e indifesa, ad occuparsi di lavare i “panni sporchi”.

Non piaceva neanche a lui in realtà quello che stava facendo, più probabilmente perché neanche lo capiva cosa stesse facendo, ma sapeva che doveva farlo altrimenti quelli avrebbero ucciso sua madre.

Non poteva permetterlo.

Strinse a se il cuscino mentre l'immagine della porta al settimo piano gli compariva davanti agli occhi: la stanza delle necessità.

Li aprì fissando lo sguardo nel vuoto rendendosi conto che tra poco meno di un'ora avrebbe dovuto essere lì.

D'altra parte, per cercare di pensare a qualcosa di meno spiacevole, il sabato era anche un gran giorno.

Finalmente un giorno da trascorrere senza la sua zecca attaccata alle calcagna. Per sua fortuna non si era ancora resa conto che lui non partiva insieme agli altri, forse troppo presa dall'emozione di uscire a prendere aria.

Nel pensare a lei richiuse gli occhi. Una massa incolta di capelli fulvi a circondare due grandi occhi scuri. Non poteva non pensare ai suoi caratteristici tratti somatici nel pensare a lei. Ma per qualche strana ragione questa volta oltre alla sua immagine classica alla mente arrivò anche il suo sorriso, e per una manciata di secondi gli parve di udire la sua risata.

A quel punto fu come rivivere gli ultimi minuti trascorsi con lei la notte precedente.

La rivide mentalmente mentre, ad un solo passo da lui, avrebbe potuto approfittarsi di lei in qualunque momento.

Fu come sentirne l'odore, la sua essenza, il suo respiro. Per un attimo fu come averla ancora vicina a se mentre delicatamente si chinava su di lui per baciagli una guancia.

Nessuna gli aveva mai dato un bacio tanto casto, senza malizia, senza fini...

Ripensandoci però, qualche fine doveva pur averlo se come dicevano tutti era innamorata di lui. Però a suo parere aveva un modo tutto strano di dimostrargli quello che provava.

Le ragazze di serpeverde quando volevano un ragazzo se lo prendevano senza tante lusinghe, se c'era passione lo dimostravano subito e per loro era facile gestirle, era facile gestire quello che gli facevano provare con quei modi di fare.

Con la Weasley era sempre tutto così... diverso.

Con lei gli capitava di non sapere cosa fare, cosa dire, come rispondere a certi gesti che apparentemente per lei potevano sembrare naturali e spontanei, ma che per lui erano territorio inesplorato.

Come si faceva a trovare le parole giuste da dire dopo un momento di silenzio prolungato? Oppure la cosa giusta da fare dopo aver ricevuto un bacio sulla guancia?

Se fosse stata una serpeverde probabilmente gli avrebbe dato un bacio mozzafiato, di quelli con tanto di denti e lingua, e a quel punto era facile intuire cosa sarebbe successo dopo, soprattutto trovandosi nelle strette vicinanze di un letto in una stanza buia nel cuore della notte, sicuri di non essere disturbati.

Con lei invece c'erano tutti gli elementi al posto giusto, ma quel suo modo di fare restio, quel suo lanciare la pietra per poi nascondere la mano, erano tutte cose che lo portavano solamente a confondersi.

Voleva essere baciata dopo quel bacio innocente? Avrebbe voluto che fosse lui a prendere l'iniziativa? Era una provocazione o un semplice ringraziamento gentile, di quelli che usano i grifondoro e che a lui facevano venire la nausea?

Non riusciva a capirla e ancora più i dubbi lo assillavano.

Nascose il viso tra i cuscini.

Ma a cosa diamine andava a pensare?!

Non riusciva a credere a quello che la sua mente stava realmente formulando... stava pensando a Ginevra Weasley come ad una ragazza qualunque! E non solo, stava pensando a lei in termini di rimorchio...

Stava impazzendo. Non c'era altra spiegazione se non quella.

La sua mente era ormai partita fino al punto di pensare di portarsi a letto la Weasley.

Bene, adesso poteva dirsi definitivamente disturbato mentalmentte mentre la voglia di levarsi da quel letto si faceva sempre più piccola.

Sbuffò convincendosi che non poteva fare altrimenti, si convinse anche grazie al pensiero della lunga doccia bollente che lo attendeva di li a poco.





L'acqua calda aveva avuto dei benefici straordinari sui suoi nervi tesi riuscendo a calmare almeno in parte quegli spiriti pazzi che pian piano sentiva lo stessero possedendo.

Guardando l'orologio da polso si rese conto di non avere tempo sufficiente per fare colazione quindi si diresse molto svogliatamente fino al settimo piano dove lo attendeva quella maledetta porta, così come ogni sabato.

Mentre saliva le scale avvertiva le gambe pesanti, come se ci fosse qualcosa lì ad ostacolargli il cammino, a tirarlo indietro impedendogli di compiere una stupidaggine. Ma la realtà era che non sarebbe arrivato nessuno a salvarlo, nessuno poteva fare nulla per lui, non adesso.

Era solo ad affrontare tutto quello che il padre gli aveva lasciato in eredità, e volente o nolente gli toccava.

Tre volte camminò davanti a quel muro vuoto quasi sperando inconsciamente che alla fine nulla succedesse, che nessuna porta comparisse e che quello che aveva vissuto fino a quel momento non fosse altro che un incubo dal quale si sarebbe presto risvegliato, magari nel suo letto a Malfoy Manor e con un pizzico di fortuna in più la mattina di Natale pronto a scartare i suoi bei pacchetti sotto l'albero che la mamma non mancava mai di addobbare nonostante fosse un'usanza babbana.

La porta comparì davanti ai suoi occhi stanchi.

Come ogni sogno alla fine doveva terminare. La porta era reale almeno quanto lui e si ritrovò a stringere quella maniglia più forte del dovuto, forse solo per aggrapparsi ad una certezza.

A quel punto gli vennero in mente le fiamme e le urla di sua madre quando l'anno precedente Lucius, stufo di quelle che lui chiamava idiozie, decise di dar fuoco all'albero di sua moglie. Diceva di essere stanco di vedere quello scempio in casa sua, che era una vergogna e che in momenti come quelli lei non si poteva permettere simili sciocchezze.

Ricordava bene di essere giunto sulle scale mentre il fumo invadeva il palazzo arrivando quasi fin su in camera sua. Da quel punto poté vedere bene sua madre mentre piangeva accasciata al suolo davanti a quelle fiamme che divampavano.

In un primo momento rimase quasi paralizzato davanti a quello scenario, poi però notò le fiamme farsi più vicine a lei mentre Lucius non faceva altro che gridarle addosso incurante del pericolo che tutti loro stavano correndo, decise di intervenire nel suo piccolo scendendo le scale precipitosamente afferrando sua madre, e dopo averla costretta ad alzarsi si rivolse al padre per la prima volta in vita sua con un tono severo intimandogli di domare quelle fiamme immediatamente.

Rimasero entrambi allibiti dal suo comportamento, non gli aveva mai parlato a quel modo tanto meno si era mai imposto con lui, ma quella volta fu diverso.

Dopo aver udito la madre tossire per via del fumo decise di incamminarsi verso l'uscita di casa e una volta all'aria aperta poté calmarsi.

Qualche minuto dopo le fiamme erano scomparse, ma l'albero era incenerito così come il salone grande che la mamma era solita addobbare a festa.

Batté più volte le palpebre.

Non era certo quello il momento di perdersi in inutili ricordi strappalacrime, tanto più che non aveva nessuna voglia di piangere, e poi ad ogni modo non ne avrebbe avuto il tempo.

Prendendo un bel respiro girò la maniglia e fu nella stanza in men che non si dica.





Quella mattina Ginny fu destava da un vociare fastidioso. Riaprendo gli occhi quello che vide fu la faccia imbronciata di suo fratello Ron che veniva sgridato da Hermione per qualcosa.

Nel dormi veglia però non aveva ben afferrato il tema di questo nuovo entusiasmante litigio.

-Fate silenzio.- protestò debolmente mentre si rigirava tra le coperte avvinghiata al suo cuscino.

-Ginny ti sei svegliata finalmente.- Ron si avvicinò maggiormente a lei e le prese una mano. Per un attimo Ginny rimase perplessa, indecisa su come comportarsi, ma il sorriso radioso di Ron le fece tornare all'istante il buon umore. -Ero così tanto in pensiero che stamattina non ho fatto colazione.- ammise lui come se fosse una cosa grandiosa.

Ginny si ritrovò a ridacchiare quasi lusingata da tanta premura nei suoi riguardi. Infondo Ron non era poi un fratello tanto male, almeno poteva dire che lui ci fosse sempre nel momento del bisogno.

-Madama Chips ci ha riferito che ti sei svegliata già ieri sera...- a Ginny mancò un colpo al cuore ripensando alla sera prima. Adesso non riusciva a far a meno di pensare a cosa avrebbe dovuto rispondere loro nel caso in cui l'infermiera gli avesse rivelato la visita di Malfoy. Sperò con tutte le sue forze che non fosse andata così. -Ci dispiace essercene andati, ma è colpa mia sono stata io a trascinare Ron fuori da qui, aveva bisogno di dormire dopo aver trascorso tutto il giorno a vegliarti.- Hermione sorrise vedendo che le guance di Ron iniziavano a prender colorito.

Ginny tirò un sospiro di sollievo, a quanto sembrava Madama Chips non aveva detto nulla e lei riuscì a rilassarsi. -Grazie Ronny per le tue dolci premure...- lo canzonò deviando quanto più possibile il discorso dalla sera appena trascorsa.

Ron fece una smorfia voltandosi a guardare altrove mentre le ragazze ridevano di lui.

-Allora tutto quel baccano a cosa era dovuto?- chiese la rossa portandosi a sedere sbadigliando sonoramente.

Hermione parve tacere qualcosa. Dalla sua espressione aveva voglia di parlare, di vuotare il sacco, ma Ron aveva un'espressione così seria che probabilmente in quel momento le incuteva in qualche modo timore.

-Allora..?- insistette lei ancora più curiosa di sapere viste le reazioni dei due.

Ron sbuffò ma poi si apprestò a parlare torturandosi le mani. -Si tratta di ieri...- iniziò lui. Ginny si sedette meglio per sentire quello che il fratello aveva da dire. -Lui continua ad affermare che non centra niente in questa storia... ma...-

-Ma Ron non riesce a capacitarsene e pur di andargli contro ha deciso di dargli la colpa di tutto.- finì Hermione per lui con una nota di stizza nella voce.

-Ma non può essere altrimenti! E' sbucato fuori dal nulla con “mia” sorella tra le braccia... morente!- le sopracciglia inarcate e un pugno stretto davanti al viso. Pareva volesse la sua testa. -Come la mettiamo eh?-

Hermione strinse le labbra ad una fessura stretta. Non era per nulla d'accordo con quell'ipotesi, glielo si poteva leggere in faccia. -E perché mai allora non dovrebbe essere andata come dice lui?- gli chiese mettendo le mani sui fianchi.

-Perché è impossibile!- protestò il ragazzo alzando la voce.

-Impossibile dici? Allora adesso che tua sorella è qui lo vedremo quanto è impossibile!- gli urlò contro. -Avanti Gin parla.- le intimò.

Ginny di tutto quel discorso ci aveva capito molto poco. Forse sarà stato il fatto che aveva appena aperto gli occhi e che si sentiva ancora un po' intontita, ma sinceramente non ci aveva capito quasi nulla.

Adesso si trovava con quegli occhi di fuoco puntati addosso, ognuno a sostenere la propria tesi, e lei incapace di esprimere anche una sola frase di senso compiuto.

-Scusate ragazzi ma dovreste ricominciare daccapo... non ho idea di cosa diamine stiate dicendo!- quei due intanto continuavano a punzecchiarsi arrivando al punto di ignorare lei nonostante l'avessero appena interpellata. Ginny aveva dovuto urlare per attirare la loro attenzione, infatti erano sobbalzati, ma almeno era riuscita a farli tacere.

-Ginny- iniziò Hermione. -Tu fratello insiste a pensare che è stato Draco a farti qualcosa... puoi cortesemente dirgli che in realtà lui non centra?-

-Ma perché lo difendi anche tu adesso? Cos'è un complotto? Harry ha ragione quando dice che...-

-Ti stai facendo plagiare Ronald!-

-Ron...- lo richiamò Ginny. -E' stato Draco a dirvi dov'ero?- gli chiese con tono di voce esitante. In realtà Ginny ricordava ben poco di quel momento. I suoi ricordi s'interrompevano nel momento in cui era svenuta nella foresta tra le sue braccia.

-No.- le rispose lui. Per qualche strana ragione a Ginny il cuore mancò di un battito. Sentiva di avere dentro forse un'aspettativa che era appena stata delusa. Una parte di se avrebbe voluto sentirsi dire che in realtà era stato proprio lui a “salvarla”. Annuì debolmente come rassegnata. -E' stato lui a portarti da Hagrid.- terminò Ron con un tono di voce così silenzioso che quasi quasi per un attimo Ginny aveva temuto di aver sentito male.

Hermione probabilmente si era accorta del suo sguardo inebetito ed era intervenuta. -Ti ha portato in braccio dicendo che eri stata morsa da una di quelle creature.- sorrise. Poi si rivolse a Ron con sguardo severo. -Dimmi tu cosa può centrare lui con il morso di quei cosi? Non è che l'ha morsa lui... dovresti solo ringraziarlo invece, non fosse stato per lui tua sorella in quella foresta avrebbe potuto rischiare la pelle!-

Ron si zittì, ma dalla sua espressione pareva ancora perplesso. Non riusciva proprio a convincersi che ci potesse essere del buono in lui, qualcosa di così forte da spingerlo a mettere da parte tutto il rancore e l'odio e salvare Ginny.

-Ron- Ginny decise che era il momento di fargli una piccola confessione. Non c'era in realtà il bisogno che sapesse proprio tutto quello che succedeva tra loro, tanto più che ormai le considerava cose talmente intime da non riuscire a rivelarle neanche ad Hermione, ma ad ogni modo non poteva certo vedere suo fratello struggersi dal dubbio. -La verità è che non avendo lezione e sapendo che i serpeverde erano con voi ho deciso di seguirvi.- Ron la guardò con interesse. -Volevo vedere se riuscivo a sentire qualcosa di compromettente. Non pensavo certo che invece quel secchione riuscisse a prendere appunti anche in cure delle creature magiche....- l'espressione di Ron era tutto un dire. Lui non riusciva a concepire l'idea di prendere appunti in pozioni o trasfigurazioni, figuriamoci con Hagrid! Hermione per qualche strana ragione si sentì orgogliosa di sapere che nonostante tutti i vari difetti quel ragazzo stesse dando alla piccola Ginny questo buon esempio. Adesso sì che si sentiva più tranquilla.

-Non riesco neanche a pensare che esista qualcuno capace di tanto...- esordì Ron perplesso.

Hermione gli diede una gomitata. -Fa molto bene invece. Almeno grazie a Malfoy ti vedo più spesso china sui libri.- sorrise fiera.

-Per forza Herm, con quello lì non si fa altro. Che infanzia triste deve aver avuto.- i due fratelli parevano pensarla allo stesso modo, annuivano pensosi quasi fossero davvero in pena per Draco. Hermione era lì che li guardava e si domandava come avesse potuto immischiarsi con certa gente. Guardò Ron, e sorrise, ormai ci era dentro fino al collo.

-Comunque, a parte questo, quando i doxy sono scappati un gruppetto di loro mi ha inseguita nella foresta, non fosse stato per Draco che mi ha sentita urlare probabilmente come dice Herm sarei morta.-

-Ma ha lasciato comunque che ti mordessero...- protestò Ron arrampicandosi sugli specchi. -Non mi stupirei affatto se avesse usato il tuo corpo come scudo.-

-No Ron ti sbagli, e poi non avrebbe alcun senso corrermi dietro per poi usarmi come scudo.- Ron sbuffò ma questa volta non protestò. -Mi ha salvata la prima volta, non ci eravamo accorti di uno di loro rimasto in disparte e quello mi ha morso a tradimento. Malfoy ha cacciato anche quello però, e poi sono svenuta e da lì la storia la sapete voi meglio di me.-

Uno strano silenzio calò nell'infermeria. Ognuno di loro era assorto nei propri pensieri e nelle proprie ragioni.

-La verità è che Malfoy a me è sembrato in pensiero per te.- confessò Hermione beccandosi un'occhiataccia da Ron. -Che c'è? Per me è così.- affermò lei affrontando il gelo che il ragazzo emanava con un solo sguardo.

-Ah si?- chiese Ginny con tono neutro. Hermione annuì. -E cosa te lo fa pensare?- le domandò poi cercando di rimanere quanto più distante possibile dalla cosa.

-Semplice. Per tutto il giorno mi è parso distratto e a cena ha mangiato poco.- disse soddisfatta.

Ron era sbigottito. -Non posso...-

-Ma dai... davvero?- chiese Ginny ridacchiando sommessamente.

-Si, si te lo posso assicurare. E ricordo anche bene lo sguardo che aveva nel momento in cui è uscito dalla foresta con il tuo corpo tra le braccia... era terrorizzato!-

Ginny rise ancora. -Non esagerare adesso...-

-Davvero.- rise anche lei sotto gli occhi di Ron che non ne poteva più.

-Non posso credere che stiate davvero parlando di Draco Malfoy come se stesse parlando di un ragazzo qualunque della scuola! Vergogna!- protestò quasi schifato da quei discorsi che avevano come protagonista il ragazzo che per anni non avevano fatto altro che disprezzare e dal quale non avevano mai avuto indietro altro che insulti di cattivo gusto.

-Ma dai Ron fattela una risata su...-

-Come sei noioso.-

Le ragazze però erano troppo prese da quello spettegolare per dargli retta. A Hermione l'idea di vedere Ginny in compagnia di Draco non dava più tanto pensiero. Inizialmente si era sentita quasi soffocare pensandola nei paraggi di quello che per loro era stato per anni un mostro.

Adesso, dopo quasi due mesi di stretto pedinamento poteva affermare che Ginny non aveva visto ne sentito nulla di strano, e in più trascorreva quasi intere giornate a studiare. Era diventata piú serena del solito, forse anche perché non aveva più il tempo di pensare tra lezioni, studio, allenamenti e pedinamenti.

Infondo Draco pareva innocuo e doveva anche ricordarsi che le aveva salvato la vita. Per quanto la riguardava se Ginny avesse deciso di instaurare un rapporto più amichevole con il ragazzo a lei andava bene. Se voleva dire vederla più felice allora andava benissimo. Che male poteva mai fare una amico in più? E poi la stessa Ginny poteva essere di beneficio al ragazzo.

-Adesso andiamo o faremo tardi.- Ron si alzò dalla sedia e si avviò verso l'uscita.

-Dove andate?- chiese Ginny rattristandosi al pensiero di rimanere lì tutta sola.

-Ad Hogsmade.- le ricordò Hermione.

-Ah, giusto, oggi è sabato!- rammentò la rossa. -Vengo anche io!- Ginny si apprestò a scendere dal letto, ma appena ebbe appoggiato il piede per terra avvertì un dolore al ginocchio che quasi le impediva di camminare. Guardandolo vide che era fasciato. Non ricordava però di aver avuto questa fastidiosa sensazione la sera prima, ma d'altra parte era anche probabile che Madama Chips le avesse dato qualche antidolorifico per mettere a tacere il dolore momentaneamente per aiutarla a riposare meglio.

-No Gin tu resti qui.- le disse Hermione tra il dispiaciuto e l'autorevole.

-Ma io voglio...-

-Non importa quello che vuoi tu. Non lo vedi in che condizioni sei? Sta qui e riposa.- le impose Ron senza darle modo di replicare. -Ciao Gin ci vediamo quando torno. Muoviti Herm, Harry ci sta a spettando giù.- uscì lasciandola dietro.

-Dai Gin, pensa positivo... puoi sempre approfittare della cosa per ripassare un po'.- la ragazza sorrise e dopo averla salutata corse verso l'uscita raggiungendo l'amico sulle scale.

Ginny sospirò. Era rimasta sola nella scuola, e la cosa peggiore era che non aveva seriamente niente di meglio da fare se non proprio ripassare i suoi appunti.

Il lunedì successivo aveva una verifica di pozioni e sinceramente ne sapeva molto poco. Forse era un segno, era meglio se per lo meno ci dava una lettura.

Ridacchiò mentre si rivestiva pensando che se Hermione l'avesse sentita parlare a quel modo dopo esserle preso un colpo, l'avrebbe di sicuro martoriata.





La giornata era bella prometteva bene. Sicuramente tutti gli studenti si stavano divertendo un mondo godendosi quella pacifica atmosfera soleggiata.

Ginny aveva sceso le scale con non poca fatica, ma aveva deciso di andare a studiare fuori approfittando delle ultime belle giornate prima del rigido inverno.

Aveva preso la sua cartella e se n'era andata giù nel giardinetto interno al castello. Il suono dell'acqua della fontana le metteva un senso di serenità.

Si sedette per terra sull'erba fresca si circondò di libri e pergamene nella speranza di capirci sul serio qualcosa.

Purtroppo però nonostante tutto anche le strade dell'inferno erano lastricate di buone intenzioni...

Guardava e riguardava quelle pagine senza riuscire a capirci un gran che. Gli ingredienti usati le facevano orrore e ricordare l'ordine esatto in cui inserirli e quante volte girare la miscela e in quale direzione per lei era semplicemente una tortura.

Com'era possibile che ci fosse davvero gente a cui quella materia non solo non dispiacesse, ma addirittura piacesse sul serio?!

No, non era concepibile per lei che invece solo a guardare i libri dalla copertina iniziava a sentire una certa sonnolenza.

Si convinse tuttavia che essendo una materia scolastica la doveva studiare per forza, così trattenne la voglia pazza di farsi un pisolino e proseguì sforzandosi di capirci un minimo.





Draco intanto era uscito dalla stanza delle necessità.

Sgranchì la schiena per poi affacciarsi da una finestra a prender aria.

Com'era possibile che la sua vita dovesse sul serio essere così?

Così come?

Così vuota.

Per tutta la vita aveva preso ordini da qualcuno, e adesso che, anche se era brutto dirlo, si era liberato di lui, c'era sempre qualcuno a dirgli cosa doveva fare.

Non lo sopportava più.

I suoi amici erano andati ad Hogsmade. In realtà tutta la scuola era andata giù in paese tranne lui... e i ragazzini piú piccoli ovviamente. E li invidiava, tutti.

Loro si che si divertivano, si godevano la vita.

Appoggiò il viso sul palmo della mano sporgendosi un po' di più per lasciarsi accarezzare dai raggi del sole tiepido.

Ogni tanto, quando era solo, pensava a come sarebbe stata la sua vita futura, o meglio, a come avrebbe voluto fosse.

Si vedeva spensierato, nella sua bella casa a vivere alla giornata, senza pensieri e senza pensare a cosa gli altri volessero da lui.

S'immaginava sereno, mentre si giostrava tra il lavoro e, perché no, una famiglia tutta sua.

Sorrise al pensiero di una moglie dolce e carina che si prendeva cura di lui.

Il sorriso scomparve nel momento in cui si rese conto che vaneggiava. Chi avrebbe mai voluto sposare uno come lui? Uno con un passato come il suo, con una famiglia come la sua...

Draco Malfoy era come il figlio del demonio stesso, e per quanto alle ragazzine piacesse il gusto del proibito, ad una donna non sarebbe andato giù di dividere la vita con qualcuno così.

Una donna vuole sicurezza e stabilità, mentre quello che poteva offrire lui era solamente un mucchio di soldi sporchi... almeno fino al momento in cui gli avrebbero sequestrato anche quelli.

A quel punto non aveva sul serio più nulla da offrire se non una mente squilibrata e tanti guai.

Probabilmente non gli sarebbe neanche andato di rovinare la vita a qualcuno a quel modo, a maggior ragione se davvero disposta ad accollarsi la responsabilità di essere innamorata di lui.

Sorrise ancora quasi sentendosi sconfitto in partenza dai suoi stessi pensieri. E si sentì uno sciocco sentimentale, qualcosa che prima d'allora non era stato mai.

I suoi pensieri però furono interrotti bruscamente dalla visione di una chioma ramata china sul prato nel giardinetto della scuola.

Si sporse meglio per vedere di chi si trattasse anche se non aveva dubbi considerato l'intensità di quel colore che brillava al sole.

Infatti era proprio lei, era la Weasley!

Per un attimo si ritrovò a domandarsi cosa diamine ci facesse lì, ma si diede dell'imbecille per essersi dimenticato dell'incidente del giorno prima tanto in fretta.

Era ovvio che lei non fosse andata ad Hgsmade con gli altri, come avrebbe potuto se ancora non s'era ristabilita al meglio?

Sul volto il suo solito ghigno divertito gli fece venire un'idea cattivella.

Erano soli in quella scuola a quel punto, non gli restava altro da fare che andare da lei e prenderla un po' in giro, così per divertirsi un po'.

Almeno per qualche oretta avrebbe avuto uno svago quasi piacevole...







-Ehi pezzente... non dovresti essere a letto?- le chiese avvicinandosi a passi lenti e calcolati.

Ginny levò il capo di scatto non essendosi accorta della sua presenza. Il sole faceva brillare la sua chioma fulva, e i suoi capelli sottili ondeggiavano andandogli a finire negli occhi quando soffiava un po' il vento.

Si stava avvicinando a lei lentamente, il mento levato come a darsi delle arie. Ma ormai quell'atteggiamento da sbruffone non aveva più alcun effetto su di lei, lo conosceva sufficientemente bene da sapere che Draco Malfoy era un vanitoso, ma altrettanto bene da sapere che la spavalderia era tutta apparenza.

A dire il vero neanche gli rispose. Se lo ritrovò a pochi passi da se ma non gli disse nulla limitandosi ad osservare ogni sua mossa scrupolosamente. Lo vide aggrottare le sopracciglia e probabilmente sentendosi ignorato s'era anche offeso.

Ginny avrebbe riso volentieri di quell'espressione inebetita ma era troppo presa dai suoi pensieri anche solo per muovere un muscolo.

Che ci faceva Draco a scuola? Come mai non era andato ad Hogsmade con gli altri? E sopratutto, sapendo che lei non era a conoscenza della sua presenza nella scuola, perché mai non ne aveva approfittato per starsene da solo tenendola almeno qualche ora alla larga da se?

Si, aveva decisamente troppe cose in mente per riuscire a rispondere alle sue offese inutili.

-Weasley, il gatto t'ha mangiato la lingua?- insistette lui non ricevendo alcuna risposta. S'imbronciò maggiormente arrivando al punto di inginocchiarlesi difronte per essere certo di essere visto, udito e risposto. -Buongiorno! C'è nessuno lì dentro?- chiese mettendo le mani a cono intorno alla bocca riferendosi alla sua testa. -Se ci sei batti un colpo!-

Ginny si ritrovò a ridacchiare di quella scenetta inconsueta. -Si, si ci sono.- confermò poi essendosi accorta di averlo ignorato a sufficienza, senza contare che a lungo andare l'avrebbe sul serio fatto arrabbiare. Doveva anzi apprezzare la volontà che aveva avuto nell'insistere a cercare un dialogo con lei.

-Non hai battuto un colpo però...- le fece notare lui levando un sopracciglio con fare sapiente.

Ginny roteò gli occhi per poi portare una mano alle sue spalle dov'era la panchina di pietra e battere un colpo con le nocche. -Soddisfatto?- gli chiese voltandosi ancora nella sua direzione.

Draco fece spallucce. -Diciamo.- si limitò a dire.

Ginny appoggiò il libro e la pergamena sulle ginocchia. Se già aveva fatto fatica a studiare fino a quel momento, adesso che sapeva di non essere sola nella scuola e di avere la compagnia proprio del ragazzo che aveva il compito di pedinare a vista, le sarebbe risultato impossibile.

Draco abbassò lo sguardo notando forse per la prima volta da che era arrivato i libri. -Che fai?- le chiese d'istinto senza però aspettarsi una risposta di ritorno visto che ci pensò da sé a darsi una risposta afferrando i libri che giacevano per terra. Erano libri di pozioni. Draco levò gli occhi su di lei continuando a reggere il libro tra le mani. -Studi?- le chiese arrivando al punto di ridacchiare sotto i baffi.

A Ginny non era piaciuto per niente quello sguardo derisorio in cui aveva atteggiato gli occhi, tanto meno le era piaciuto il modo in cui l'aveva chiaramente canzonata. Perché si stupiva così tanto? Cosa c'era di strano in lei che studiava? -Certamente.- gli rispose riprendendosi il libro, strappandoglielo letteralmente dalle mani.

Draco ridacchiò ancora.

-Be che c'è di strano?- gli chiese vedendolo così divertito della cosa.

-No, no, fai pure.- rise ancora.

-Adesso smettila, non sarò una secchiona come te ma ogni tanto ci provo anche io.-

Draco smise di ridere. -Io sarei un secchione?- chiese quasi cadendo dalle nuvole. Ginny annuì vigorosamente con lo sguardo di chi la sapeva lunga. -Ma come ti permetti? Io non sono un secchione...- Ginny continuava ad annuire contraddicendolo. -Ma che... ma io non...- Ginny oltre ad annuire prese a ridere di gusto. -Non sono una secchione!- le inveì contro.

Ginny intanto aveva preso a ridere forte. -Si certo... a dire il vero a volte mi sembri Hermione.-

Draco si arrestò di colpo apparentemente ferito da quelle parole. Dalla sua espressione Ginny dedusse che molto probabilmente ne era rimasto anche a dir poco disgustato. Se da un lato le dispiaceva sapere che il pensiero della sua amica lo disgustasse tanto, dall'altro era quasi divertita da quell'espressione imbronciata che aveva assunto.

-Non c'è niente di male nell'essere paragonati ad Hermione.- Draco pareva di un'altra opinione anche se stranamente non espresse a voce i suoi pensieri. -E' la strega più intelligente dei nostri tempi, è meglio di un'enciclopedia portatile. Se hai bisogno di sapere qualcosa basta chiederlo a lei e puoi star sicuro che riceverai una risposta...-

Draco atteggiò le labbra ad un sorriso sbieco. -Quindi vuoi dire che a questo punto io sarei il mago più intelligente dei nostri tempi.-

Ginny rimase un attimo in silenzio a riflettere su quello che aveva appena udito, poi scoppiò in una fragorosa risata.

-Che hai da ridere adesso?- le chiese lui ancora una volta ferito nell'orgoglio.

-Ma non farmi ridere...- riuscì a dire tra un respiro e l'altro. -Tu? Ma dai Malfoy sarai anche bravino a scuola e sei certamente un topo di biblioteca, ma da lì a considerarti il mago più intelligente dei nostri tempi ce ne vuole...-

-Ah si certo, perché per ovvie ragioni è il nostro Harry Potter, il paladino della giustizia, il difensore dei più deboli, il nostro nobile di cuore... È il vero genio qui...- si sporse verso di lei quasi accostando il suo viso a quello della ragazza. -O mi sbaglio?- le chiese con tono chiaramente provocatorio.

Ginny per un attimo rimase muta quasi si fosse persa nei meandri di quelle iridi grigie dalle sfaccettature indecifrabili. Quegli occhi che non vedeva mai tranquilli adesso parevano essere più tormentati del consueto. -No, ti sbagli.- gli rispose poi con naturalezza. E quegli occhi mutarono ancora, adesso parevano confusi, quasi avessero perso la sicurezza che avevano poco prima. -Harry è un gran mago, e sarà anche il paladino della giustizia, ma nello studio è una capra quasi quanto Ron.- Ginny gli sorrise con una dolcezza spontanea che per un'istante aveva messo in agitazione quelle iridi che erano improvvisamente diventate più chiare.

-Bene.- affermò poi lui riprendendosi da quel torpore. -Se la tua cara “Hermione” è il genio del tuo mondo magico, allora questo vorrà dire che io sarò per te il tuo genio del male.- le sorrise sornione mentre lei lo guardava quasi senza parole.

Era decisamente convincente quando parlava non c'era che dire. Anche il modo stesso di porsi era più che mai convincente, eppure qualcosa le diceva che c'era più di qualcosa che non conosceva di quel ragazzo e che una volta scoperto avrebbe potuto darle una visione totalmente differente di lui.

Ginny in cuor suo credeva nella sua innocenza, in quel poco di buono che poteva scorgere in quei rari momenti in cui era naturale, in cui non aveva idea che due grandi occhi nocciola lo stessero spiando.

In tutti quei momenti in cui Draco Malfoy, era solo Draco.

-Non mi fai paura caro genio del male.- gli disse dandogli uno spintone per allontanarlo da se.

Questa volta fu Draco a ridacchiare. Ogni volta che lo sentiva ridere per davvero Ginny abbassava lo sguardo quasi avesse il timore che sentendosi osservato lui potesse in qualche modo fermarsi o limitarsi nell'esprimere quelle emozioni. Non voleva che si limitasse in sua presenza, a questo punto tutto quello che le serviva era che lui si sciogliesse con lei.

Lo guardò di sottecchi.

Si stava sedendo sul prato difronte a lei. Malfoy che si sedeva sul prato era già tutto un dire, non si era minimamente preoccupato dello sporco o delle macchie com'era solito fare. Lui che era così tanto schizzinoso.

Nel guardarlo si ricordò del suo piano, dell'unico piano che aveva una minima speranza di riuscita. Arrossì e abbassò lo sguardo sulla pergamene fingendo di leggere.

Come avrebbe mai potuto avvicinare il ragazzo così tanto al punto di riuscire a vederlo a torso nudo? E pensare che a lei bastava che lui sollevasse leggermente la manica della camicia per avere la sua conferma e finirla con tutte quelle idiozie...

-Che studi?- le chiese, quasi volesse rompere il ghiaccio.

-Pozioni.- gli rispose non troppo convinta.

-Dai un po' qua fammi dare un'occhiata...- le porse una mano aspettando di ricevere il libro. Dopo un attimo di esitazione fece come le era stato chiesto.

Mentre lo vedeva leggere una strana ma forse sufficientemente brillante idea le venne alla mente.

Era una splendida giornata e iniziava a sentire caldo con quei raggi di sole tiepidi che le infuocavano la testa.

Si, si rendeva perfettamente conto di stare ad auto convincersi troppo e che la giornata non era poi così calda, ma aveva bisogno che lo fosse per riuscire.

Ginny iniziò a sventolarsi con la mano ripetendo come fosse un mantra le parole “che caldo”. In fine si levò il giacchetto e si arrotolò le maniche della camicetta. Quando Draco levò lo sguardo per vedere cosa stesse combinando lei si limitò a chiedergli: -Non senti caldo?- lui fece spallucce e allora lei calcò la mano. -Se hai sangue nelle vene allora dovresti perché qui fuori si mure di caldo...- lui però la guardava senza muovere un muscolo. Lei si sventolò ancora. -Ma dai Malfoy togli quella giacca... solo a guardarti mi sento soffocare...- lui era quasi indeciso sul da farsi e allora Ginny decise di usare il tutto per tutto. -Se proprio una femminuccia.- fece finta di sussurrarlo più a se stessa che a lui, ma fece ben attenzione che lui la udisse.

E infatti ancora una volta punto nell'orgoglio afferrò la giacca togliendola e appoggiandola ad un cantone. Ad un tratto lo vide sbottonarsi il bottoncino del colletto della camicia.

Ginny si sporse leggermente mentre sentiva l'ansia crescere nel petto. Quella poteva essere la volta buona.

Per sua delusione però Draco non sollevò le maniche riprendendo invece da dove aveva interrotto.

-Ecco è qui l'errore.- le fece notare riportandola tra l'altro alla realtà. Ginny si sporse per guardare meglio. Draco parve rendersi conto di essere troppo distante e forse senza neanche rendersene pienamente conto si portò di fianco a lei appoggiandole il libro sulle ginocchia puntandole con l'indice l'errore di cui parlava.

Ginny avvertì una strana sensazione di disagio al suo fianco. Lo attribuì subito all'idea di star sbagliando dando tutta quella confidenza ad una persona che solo fino ad un paio di mesi prima nella sua vita non era nessuno, anzi peggio ancora era il suo nemico.

Levando lo sguardo sul suo viso diafano intento a spiegare con paroloni assurdi quella che era la strada giusta da seguire per portare a termine la pozione, iniziò a vagare con la mente portandosi avanti di qualche tempo, a quando la guerra sarebbe definitivamente scoppiata e loro sarebbero stati avversari sul campo.

Avrebbe facilmente corso il rischio di trovarselo difronte un giorno o l'altro, bacchetta contro bacchetta,...

E cosa avrebbero fatto allora?

Il suo sguardo si rattristò al pensiero che in quel momento alla mente le sarebbero di certo tornati tutti quei momenti trascorsi insieme in tranquillità. Forse stava sbagliando nel creare tutti questi presupposti per avere un'esitazione sul campo di battaglia che le avrebbe potuto causare la perdita della vita.

E lui... lui cosa avrebbe fatto allora?

In quel momento Draco alzò lo sguardo puntando quegli occhi di ghiaccio nei suoi. Un brivido le percorse la schiena.

-Mi stai ascoltando?- le chiese ad un soffio da lei.

Ginny annuì ma lui non parve cascarci. Afferrò una piuma abbandonata al suolo e prese a scrivere degli appunti che in teoria le sarebbero serviti per il test del lunedì successivo.

-Ti trascrivo alcune cose, con questi non dovresti avere problemi.- sentendosi osservato aggiunse -Così la smetterai di dire che la Grenger è la più intelligente.-

Ginny sorrise appena, l'aveva buttata così su Hermione, stava tentando di mascherare la sua evidente voglia di aiutarla.

In quel momento abbassando lo sguardo Ginny vide che nello scrivere la manica si stava sollevando da sola.

Sgranò gli occhi mentre il cuore le mancò d'un battito. Avrebbe finalmente saputo...

Ingoiò a vuoto nella speranza di riuscire a mettere fine a tutti quei dubbi risparmiandosi così anche il problema di riuscire a sedurlo.

Nell'istante prima che la manica giungesse a metà avambraccio però lui terminò di scrivere lasciando la piuma e risistemandosi la camici abbottonandosi i bottoncini aggiungendo che in realtà iniziava a far freschetto.

Ginny rimase in parte delusa.

-Bene Weasley, hai capito qualcosa di tutto quello che ho detto fin ora?- le chiese levando il capo chino fino a quel momento ritrovandosi a pochi centimetri dal viso di lei.

Ginny avrebbe voluto rispondergli con maggior vigore. Il “si” che le era uscito dalle labbra infatti non era certo una degna risposta, tanto più che era anche falsa considerando che aveva avuto troppo a cui pensare per occuparsi di ciò che lui si affannava a spiegare.

Ma in quel momento otre alla menzogna qualcos'altro gravava sulla sua coscienza.

Erano i suoi occhi che ad un passo da lei la fissavano senza mai smettere. Non si muoveva neanche d'un centimetro rimanendo così vicino al suo viso che a tratti avrebbe giurato di riuscire ad udire il suono dei suoi respiri.

Lo vide umettarsi le labbra guardando poi quelle di lei alternando ad un punto tra labbra e occhi.

Il cuore di Ginny parve fare una capriola nel momento in cui si rese conto che s'erano create le circostanze favorevoli per un primo bacio.

L'idea di baciare Malfoy a dire il vero non le aveva ancora sfiorato la mente, eppure sapeva bene che se avesse sul serio voluto sedurlo questo era parte del prezzo da pagare.

Per una frazione di secondo il viso del ragazzo era sembrato avvicinarsi pericolosamente al suo. Tirò il vento in quel momento costringendola a socchiudere gli occhi inspirando quel odore che ormai le era in qualche modo divenuto famigliare. Era certamente il suo dopobarba, una miscela di muschio e pino, o almeno così le era parso. Quello che sapeva per certo era che sapeva di fresco.

Per un istante poi aveva sperato di avere l'alito fresco.

Si rese conto che i pensieri nella sua mente erano ormai affollati e, perché no, anche un po' sciocchi. L'agitazione la portava sempre a blaterare cose insensate.

D'un tratto le sembrò che lo sguardo del ragazzo s'indurisse, come se avesse preso una decisione. Lo vide appoggiare una mano sul prato sfiorando la sua, e poi prendendo un respiro avvicinarsi a lei quasi di slancio.

A quel punto Ginny chiuse gli occhi. Era ormai certa che sarebbe successo.

Nel momento in cui le loro labbra era così vicine da sfiorarsi un enorme frastuono li fece come immobilizzare all'istante.

Riaprirono gli occhi ritrovandosi così vicini da riuscire a malapena a distinguere le loro sagome.

Riconobbero in quel baccano le voci dei loro compagni di ritorno da Hogsmade.

Si divisero di colpo e senza il bisogno di dare spiegazioni ognuno di loro iniziò a raccogliere le proprie cose.

-Ti ringrazio per il tuo aiuto...- gli disse mentre infilava i libri nella borsa.

Lui intanto era già in piedi. -Non devi ringraziarmi, non l'ho fatto per te, era un modo come un altro per dimostrarti che io non sono paragonabile a nessuno.- la lasciò lì senza aggiungere altro.

Ginny capì subito l'allusione ad Hermione, ma in quel momento era troppo frastornata per riuscire a ragionare chiaramente.

Tutto quello che aveva voglia di fare era tornarsene in dormitorio, farsi una bella doccia e cercare di lavare via tutte quelle sensazioni sgradevoli che la sua pelle in quel momento le mandava come input direttamente alla testa.





 

Ciao a tuttiiiii!!!!

Ragazzi miei ormai sto postando come una matta... non ho più un giorno giusto!!! Ma comunque posso dirvi che tra il martedì e il giovedì è sicuro che un capitolo vi arrivi perché sono gli unici giorni in cui posso finire di scrivere e rileggere quello che la mia mente malata ha buttato giù XD

Spero vivamente che questo capitolo vi sia piaciuto. Come avete potuto vedere è anche più lunghetto degli altri... diciamo che la mia immaginazione si sta rendendo più ricca (o almeno per questo capitolo è stato così) e se tutto va bene anche i prossimi dovrebbero essere lunghetti :)

Questa volta però l'ho scritto tutto d'un getto quindi non so bene come sia venuto fuori per cui perdonatemi i probabili errori :)

Bene, allora recensite in tanti mi raccomando!!! La vostra opinione è sempre importante non dimenticatelo mai ;)
un bacione a tutti!!!!

  
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