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Autore: Kat_188    02/04/2014    0 recensioni
«Ai. Che fai?» «Scusa non ti avevo vista.» «Ma come diavolo hai fatto a non vedermi? Ero davanti a te.» Qualcuno mi era venuto a doso. Volevo prenderlo a sberle, mi aveva fatto un male cane. Ma quando alzai gli occhi e lo vidi, e vidi i suoi occhi verdi, le parole non mi uscirono più dalle labbra. In quel momento non mi interessava più il libro, di leggere, di stare in solitudine, mi interessava solo sapere chi era, perché se c’eravamo incontrati un motivo c’era.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Hey? Va tutto bene?» Mi chiese preoccupato per il fatto che ero persa nei miei pensieri. « Si, si.» «Scusa davvero, ero distratto e non ti ho vista.» «Non preoccuparti, fa niente.» «Davvero? A, wow, per fortuna vedendo la tua faccia quando ti sono venuto a doso pensavo che mi avresti sbranato.» Feci una piccola risata, una di quelle che non si capisce se sono vere o false, beh, la mia era vera, ero davvero divertita da quello che aveva detto. «Piacere, David Lewis.» «Davvero? Come Clive Staples Lewis, lo scrittore delle cronache di Narnia.» «Em, si, ma, credimi non ho niente a che fare con lui, non siamo parenti. Magari.» Feci un’altra piccola risata, prima che lui con faccia divertita mi dicesse: «E il tuo nome è..» «A, si, giusto, scusa Caterina, Caterina Hamilton» Gli dissi diventando bordò in faccia, mi imbarazzavo facilmente. «Caterina! È un nome italiano?» Mi chiese incuriosito. «Si, si lo è.» «Vado molto spesso in Italia, è un bel paese.» «Non lo so, non ci sono mai stata, mia madre viene dall’Italia, ma non ha un buon rapporto con i suoi genitori, e quindi non mi ci ha mai portata.» «Davvero? Peccato, penso che l’Italia sia piena di città magnifiche e che almeno una volta nella vita valga la pena andarne a vedere una.» «Ora devo andare. Ciao.» Gli dissi. «Si, no, aspetta, non è che ti va di uscire.» Io, molto stupidamente, ero così imbarazzata che visto che ero già corsa via faci finta di non sentirlo e me ne andai. Entrai dalla finestra di camera mia. Mia madre non mi aveva scoperta, meglio così. Mi misi in velocità il pigiama e andai al piano inferiore per la cena. «Eccoti servita. Bon apetìt » Mi disse mia mamma. «Bon appetito. » «C’è qualcosa che non va? Parlami se hai bisogno.» Mi disse lei incuriosita dalla mia espressione pensosa. «No, no niente. Sta sera lavori?» Dissi per cambiare argomento «Si. Dalle 5 alle 13. E tu domani sei da Kris?» Kris è una mia amica, anche se hai un paio di anni in più di me ne ha 25, anzi forse è l’unica mia amica. «Si. Mi ha detto che devo assolutamente darle una mano al bar.» «Allora io esco alle 12 da scuola, ti preparo il pranzo e poi vado da Kris, dalle 2 alle 7, là farò i compiti. Così mangi e poi ti riposi. Ok?» «Perfetto Amore, ma tu quando ti riposi?» «Non ne ho bisogno» «Come no tra scuola, studio, allenamento ad atletica, bar e tutto il resto non ti riposi mai.» «Credimi non ne ho bisogno ora vai a dormire fino alle 4 mamma, qui pulisco io.» «Grazie amore.» Andai a dormire dopo aver pulito tutto. La mattina seguente presi su dall’armadio un paio di jeans e una felpa. Mi lavai la faccia, mi pettinai i capelli, feci colazione e per tenermi allenata corsi fino a scuola. Le lezioni furono uno schifo, come sempre dopo tutto, a scuola tutti i maschi mi trovavano una figa assurda e tutte le femmine mi odiavano per questo e mi trovavano una sfigata. Andai a casa sempre correndo preparai il pranzo a mia madre e andai da Kris.
  
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