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Autore: Jade Tisdale    02/04/2014    0 recensioni
Mi chiamo Moon e vivo in un piccolo paesino nel New Jersey assieme a mio nonno fin da quando avevo tre anni. Sono orfana e l'unica ragione del mio sorriso è da sempre Sarah, la mia migliore amica, a cui ho sempre chiesto aiuto quando avevo qualche problema. Ma il giorno del mio quindicesimo compleanno, venni a conoscenza di un segreto che cambiò la mia vita completamente. Un segreto che non potevo rivelare a nessuno, tanto meno a Sarah. Un segreto che, piano piano, avrebbe compromesso sempre di più la nostra amicizia.
Genere: Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo.

 

 

Mia figlia nacque, ovviamente, lo stesso giorno di Sarah. Tutta la mia famiglia rimase al mio fianco durante la gravidanza, in particolare Adam.
Decisi di chiamarla Zoe, un nome greco che significava vita. Perchè quel nome? Beh, perchè mia figlia era una vampira.
Anche se si trattava di una reincarnazione, Saioa trovava strano che, essendo partorita da un lupo, non ci fossero state delle mutazioni del suo dna. Eppure, niente era andato storto e la mia bambina era una vampira al 100%.
Più cresceva e più dimostrava di essere tale e quale a sua madre. Ci somigliava in una maniera incredibile. Certo, Sarah non era esattamente sua madre, ma io preferivo dire così. Stessi capelli, stessi occhi, stesso sorriso angelico, stesso carattere, stessi gusti. 
La fotocopia perfetta.
Riguardo a me, dopo la nascita di Zoe, decisi di prendermi un anno sabbatico, dopodiché presi il diploma e mi laureai in biologia.
Mi ero convinta che il sogno della mia migliore amica non doveva andare sprecato. Ed è per questo che decisi di andare all'università e fare tutte le cose che Sarah avrebbe desiderato compiere.

 

A distanza di otto anni dalla nascita di Zoe, dovevo ammettere che la nostra vita procedeva di bene in meglio.
Robert era diventato direttore di un'azienda importante. Adam era divenuto un avvocato di successo. Corinne e zia Dorothy avevano aperto, insieme, un asilo con più specie magiche diverse a Magixland. Mia madre lavorava in una panetteria vicino a casa. Nonno Alfred, invece, si era spento da ormai tre anni e mezzo. Era stata una perdita dolorosa, considerando il fatto che mi aveva cresciuta, ma Zoe riusciva sempre a farmi stare bene anche nei momenti più bui. Un po' come faceva Sarah, dopotutto.

 

Mia figlia quel giorno era più bella del solito. I capelli castani erano raccolti in una lunga treccia, aveva un cerchietto blu che le faceva risaltare la frangetta, indossava un vestitino celeste a pois bianchi e come tocco finale, aveva al collo la collana a forma di cuore di Sarah.
«Tesoro, sei bellissima!» dissi dandole un bacio sulla guancia.
«Ti ringrazio.» rispose lei, arrossendo un po'.
«Sei pronta, vero?»
«Certo!» disse entusiasta.
Grazie a Saioa, quell'anno, per i suoi otto anni, avrei potuto fare a Zoe un regalo indimenticabile: farle conoscere sua madre.
La cosa mi era sembrata impossibile, ma in base ad alcune ricerche fatte dalla strega riguardo a quando Tani e Samir si erano ma
terializzati davanti a noi, con un incantesimo, anche se per poco tempo, ci saremmo potute mettere in contatto anche con Sarah.
Ci dirigemmo al cimitero magico e una volta davanti alla tomba della mia migliore amica, mentre Zoe creava un contatto fisico tra la collana e sua madre, io pronunciai quelle parole che avevo faticato ad imparare.
«Exius malandur, gendivol castimes!»
L'ambiente attorno a noi mutò fino a diventare quello che c'era nei miei sogni di quasi nove anni prima.
La figura di Sarah si fece sempre più nitida, fino a diventare completamente chiara.
«Sarah...» sussurrai sporgendomi verso di lei, cadendo tra le sue braccia.
«Oh Moon... Quando tempo...»
Entrambe avevamo gli occhi lucidi ed eravamo pronte per piangere. Era trascorso così tanto tempo dall'ultima volta che c'eravamo viste...
«Non sei cambiata di una virgola!» dissi.
«Beh, mi pare ovvio! Tu invece sei diventata uno splendore, molto più di quello che eri già.» Sorrise. «E lei è...» disse indicando la bambina, ma non riuscì a terminare la frase, perchè io la bloccai.
«Si chiama Zoe.»
La bambina si nascose dietro di me, ma poi si fece vedere lentamente.
«Tu sei mia madre?» chiese ingenuamente.
Sarah allungò la mano verso di lei. «Sì, tesoro. Sono io.»
Zoe scoppiò in un pianto talmente rumoroso che riuscì a colpirmi. Non l'avevo mai vista sfogarsi in quel modo.
Si lanciò tra le braccia di Sarah e le guardai commossa.
Negli ultimi dieci anni erano successe un sacco di cose, belle e brutte, che aveano scombussolato completamente la mia vita.
Avrei tanto voluto tornare indietro nel tempo e fare in modo di non vivere mai certi episodi della mia vita, ma sapevo che era impossibile. Mi limitai a guardare le mie due ragioni di vita che si incontravano per la prima volta e ringraziai mio nonno per avermi dato l'opportunità di conoscere un'amica unica come Sarah. Un'amica che, malgrado ci dividesse una distanza grande come il cielo, mi aveva dimostrato che la nostra amicizia si sarebbe tramandata di generazione in generazione. Ma non solo: grazia a Sarah avevo capito che la nostra amicizia era davvero speciale come ci avevano detto in tanti. E nonostante le cose accadute, tutto ciò che avevamo fatto, non era andato sprecato.

   
 
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