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Autore: Claralala    02/04/2014    1 recensioni
Harry Potter ha urgente bisogno che qualcuno lo aiuti ad adempiere ai suoi compiti da Capo Auror. E se quel qualcuno fosse la signorina Pansy Parkinson in cerca di lavoro disperatamente???
Dal capitolo 4:"Ah si? E perché mi avresti assunta allora?"
"Perché ti ha scelta il Ministro, non io!"
"Ah, l'ho sempre detto che quell'uomo sa riconoscere una persona valida!"
"Persona valida? Parkinson tu sai i valori che contraddistinguono gli Auror?"
"Verità, giustizia e fratellanza Potter, non mi presento ad un colloquio se non conosco il lavoro che dovrò fare qualora fossi successivamente assunta!"
"Ecco vedi? Quindi non sei adatta Parkinson! Avrai sicuramente mentito nel tuo curriculum per rendere così entusiasta Kingsey e quando mai hai agito secondo giustizia? Ma soprattutto che razza di fratellanza potresti avere qui dentro? La mia di certo no e questo penso che basti."
Prima fan fiction in assoluto sui miei preferiti Harry e Pansy. Spero vi piaccia! Clara
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Pansy
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Sweet Violet - Chapter Eight -
Ciao a tutti!!! Perdonatemi per la lunga assenza, ma purtroppo ho avuto non pochi grattacapi (tipo il computer che muore, la linea adsl che non funziona, problemi di cervicale, università ecc...), ma nonostante tutto, eccovi l'ottavo capitolo, che spero leggerete e recensirete in molti, anche se a mio parere non è venuto molto bene.
Passiamo ora ai ringraziamenti che vorrei fare soprattutto alla mia beta Lumamo64 per aver betato questa parte di storia (così come le altre del resto), a chi ha aggiunto la mia storia tra le seguite, tra i preferiti e tra le ricordate, a chi ha recensito (non mi abbandonerai mai, vero Pekai? *-*) e chi ha anche solo letto questi primi capitoli!
Ora che ho detto tutto, vi lascio alla storia mandandovi un bacio insieme a un grosso augurio di buona lettura!
Vostra... Clara.
 




Diagon Alley n° 481




"Che significa che ti sono arrivate delle lettere minatorie?"
"Esattamente quello che ho detto Malfoy. La settimana scorsa mi sono state recapitate
tre lettere in tre giorni diversi; sono state portate da un Condor di quella nuova agenzia privata... la G.I.P.S... Pensavo fosse solo uno dei tuoi stupidi scherzi e così non vi ho dato peso!"
"E ora dove sono queste dannate lettere?"
"Le ho tutte a casa... Del resto, come ti ripeto, fino a stamattina pensavo ad uno scherzo!"
"Certo che chi ti ha definita la strega più intelligente deve averti sopravvalutata Granger!"
Come al solito non si era risparmiato: le parole di Malfoy risultarono dure e insopportabili per la mente già spossata di Hermione, che non voleva essere trattata come la vittima di un tentato omicidio, soprattutto dal suo nemico di sempre.
Lei era perfettamente in grado di difendersi e di badare a se stessa, anche con più di una persona che la voleva morta, perciò non era per nulla disposta a limitare la sua vita e cedere al gioco meschino di chi voleva ucciderla quella mattina.
Si sedette su uno degli alti sgabelli del laboratorio di Malfoy stravolta dalla stanchezza.
Avrebbe dovuto essere a casa da un pezzo, invece era lì a pregarlo di aiutare Harry e la Parkinson con l'indagine, perché era certa che non c'era nessuno migliore (e più discreto) del serpeverde che in quel momento la guardava con il solito sguardo sprezzante chele rivolgeva da sempre per rimarcare la sua superiorità.
Non sapeva perché solo con lei dovesse comportarsi in quel modo burbero e altezzoso: per quanto ne sapesse era stimato da molti colleghi del dipartimento per i suoi modi gentili e perché svolgeva il suo lavoro al meglio, ma con lei era sempre scortese, le faceva almeno uno scherzetto a settimana e la chiamava ancora Mezzosangue (cosa che ancora la faceva ribollire dalla rabbia).
Poco prima di essere eletta Presidente del Wizengamot aveva saputo dal suo predecessore, Griselda Marchbanks, i trascorsi di Malfoy e della sua famiglia: Narcissa e Lucius Malfoy, avevano pagato con la vita la scelta sbagliata di seguire Voldemort nella sua seconda ascesa e nonostante l'amore per il loro unico figlio li aveva salvati da Azkaban, erano stati perseguitati da coloro che invece errano usciti vincitori da quel conflitto, che probabilmente non avevano capito il vero motivo per il quale avevano combattuto.
"Malfoy, non sono né una damigella in difficoltà né una povera vittima indifesa, so difendermi da sola! E poi non volevo che Harry si preoccupasse inutilmente!"
"Invece sarebbe stato contento, secondo te, di ritrovare il tuo cadavere sapendo di non aver potuto far nulla per impedire la tua morte?" Esclamò Malfoy con ironia, appoggiandosi sul piano da lavoro con i gomiti: nonostante le costasse molto ammetterlo, in quel frangente l'uomo che aveva di fronte aveva completamente ragione, ma se erano solo dei falsi avvertimenti, si sarebbe messa in gabbia da sola per niente:"Certo che non sarebbe stato contento, ma quello che conta è che per fortuna sono ancora viva e faccio ancora in tempo a dirglielo! Adesso ti vado a prendere le lettere nel mio appartamento, non ci metterò molto!"
"Bene, intanto rimpicciolisco due o tre banconi o la tua scorta non entrarà tutta qui dentro! Potter deve averti messo alle calcagna un esercito dopo stamattina, almeno non rischi di inciampare come tuo solito Granger!"
"Spiritoso! Io non ho una scorta, anche se per legge è prevista è c'è quasi l'obbligo di accettarla, io non l'ho fatto."
"Mezzosangue, ma chi ti credi di essere? Non sei mica immortale! Non è che a forza di stare con Potty pensi anche tu di poter sopravvivere a tutto!?"
"Malfoy ho combattuto in prima linea e affrontato decine di trappole durante la ricerca degli Horcrux, credi veramente che non sappia difendermi da qualcuno che pensa di riuscire a uccidermi con delle Puffole Pigmee?"
"D'accordo Mezzosangue, ma io non voglio sentire i lamenti di Potter quando colui che tenta di ucciderti riuscirà nell'intento perché tu hai abbassato la guardia!"
"Ok allora visto che tieni cosaì tanto alla mia salute, puoi accompagnarmi tu... O hai paura Malfoy?" Chiese sarcastica mentre lui, momentaneamente spiazzato dalla domanda la guardava con stupore, che tuttavia non durò che pochi secondi perché un istante dopo era già tornato il solito strafottente sprezzante:"D'accordo Granger, perché no!? Desideravo tanto vedere casa tua dopo che un pazzo assassino l'avrà disseminata di trappole per ucciderti!"
"Seguimi allora..." Disse tendendo la mano verso di lui, aspettandosi come minimo che la rifiutasse per il disgusto che provava nei confronti del suo sangue.
Tuttavia Malfoy non si ritrasse e, dopo essersi tolto i guanti in lattice e il camice che indossava durante il lavoro, afferrò con una stretta decisa la sua mano e con un sonoro "crack" si smaterializzarono nell'appartamento.



Dopo l'attacco di quei cagnacci rognosi e dopo essersi di nuovo messa in cammino insieme a Potter verso l'appartamento della Granger, Pansy aveva i primi ricordi felici della sua prima missione: il primo era senza dubbio l'aver salvato il suo capo da morte certa senza neanche affaticarsi più di tanto e l'altro era che quest'ultimo, FORSE (e non c'era da esserne convinti per niente visto il soggetto) aveva iniziato a comprendere che non era l'oca giuliva che tutti pensavano.
Il numero tre di Mounmouth street era un edificio che spiccava rispetto agli altri per l'assoluto rispetto delle simmetrie tipiche dello stile Georgiano con cui era stato costruito: le alte mura in pietra erano segnate dal tempo, ma questo non diminuiva affatto la monumentalità dell'edificio, perché donavano quell'aspetto antico e prezioso che gli altri palazzi del quartiere non avevano, tanto che Pansy ebbe la netta sensazione che fosse incantato in modo da risultare invisibile ai babbani.
L'entrata era costituita da un grosso portone verde scuro incassato in un arco a tutto sesto, su cui non vi erano maniglie, ma una serratura per bacchette e un batacchio a forma di testa di leone dorata, riprodotto cosi bene da sembrare quasi reale
Potter vi si avvicinò lentamente e disse rivolgendosi al possente animale:"Siamo Harry Potter e Pansy Parkinson, ospiti di Hermione Granger."
"Bacchetta prego." Rispose quello con voce metallica al suo capo, che con un gesto meccanico prese la sua bacchetta e ne inserì con sicurezza la punta nel buco della serratura facendo per un istante brillare d'arancione gli occhi della creatura, che però tornarono quasi immediatamente color oro come prima.
Probabilmente il felino era incantato per riconoscere chiunque fosse gradito dalla persona che si diceva di conoscere, in modo tale che se 
uno sconosciuto o un malintenzionato avesse provato ad introdursi nel palazzo, il batacchio avrebbe subito risucchiato la sua bacchetta impedendogli di entrare, cosa molto comune nel mondo magico.
Dopo aver riposto la bacchetta, Potter diede una leggera spinta al portone che si aprì, lasciandoli entrare nel palazzo: non c'erano ascensori né babbani, né come quelli del Ministero, quindi seguì il suo capo sulle scale che dovettero salire fino al sesto piano dell'edificio, che raggiunsero con non poca fatica.
Appena arrivati sul pianerottolo, quel genio di Harry "sono così imprudente da non pensare affatto che la Granger potrebbe aver messo delle protezioni aggiuntive" Potter, si avvicinò subito alla porta dell'interno ventitre, ma non appena appoggiò la sua mano per bussare, una forte scossa lo fece balzare indietro, facendolo rovinare a terra:"Potter per Merlino, possibile che debba fare tutto io?" Disse scocciata, chiedendosi contemporaneamente come avesse fatto il suo Capo a sconfiggere l'Oscuro Signore, mentre il suddetto la guardava dal pavimento ancora scombussolato dalla scossa, in una posizione scomposta.
Così prese la bacchetta e richiamò il suo Patronus per mandare un messaggio alla Granger: uno splendido esemplare di Augurey venne plasmato dalla nube argentea fuoriuscita dalla sua bacchetta e attraversò la pesante porta blindata illeso, dopo aver ascoltato le sue istruzioni.
Un minuto più tardi, aiutato Potter ad alzarsi e dopo strani rumori e litanie provenienti da dentro l'appartamento, la Granger aprì finalmente la porta di casa sua:"Harry stai bene? Venite dentro presto!"
Entrarono velocemente, trovandosi di fronte un grande salotto tipicamente babbano: il divano di pelle rossa era posto di fronte a uno strano oggetto quadrato di colore scuro su un mobiletto a scomparti, nei quali si trovavano due strane scatole nere retttangolari.
A destra del divano una grande poltrona sempre in pelle rossa, le dave le spalle, mentre a sinistra si trovava il grande caminetto che riscaldava l'ambiente, anche se il tutto era illuminato dalle sei braccia del lampadario in ferro battuto, forgiato come a formare un intreccio di rami d'edera:"Harry, queste sono sciocchezze da Ronald, non da te! Come hai fatto a non pensare che io avrei preso qualche precauzione in più dopo stamattina? Vieni, siediti sul divano, per fortuna che il contatto è stato breve!" Disse la Granger, mentre agguantava un braccio del suop capo e lo faceva sedere sul divano.
"Di certo non hai una bella cera Potty..." Pansy si stupì nel sentire la voce di Draco Malfoy da dietro la poltrona e, sentendosi esclusa da quello strano quadretto si lasciò alle spalle l'uscio della porta e si accomodò sul divano accanto al suo capo, che nel frattempo aveva ricevuto un bicchierone di pozione ricostituente dalla Granger e si stava riprendendo.
"Draco che ci fai qui?" Chiese rivolgendosi all'uomo placidamente seduto sulla poltrona:"Perché non lo chiedi alla nostra Presidentessa? Ho come la sensazione che abbia nascosto qualcosa che tu e Potter forse avreste dovuto sapere!"
"Cioè?" Domandarono lei e Potter contemporaneamente, 
l'una incuriosita e l'altro scandalizzato, prima di girarsi verso la Granger che nel frattempo fece apparire dei fogli sul basso tavolino di cristallo di fronte al divano:"La settimana scorsa, ho ricevuto delle lettere minatorie, non ve ne ho parlato prima perché non volevo creare allarmismi, visto che fino a ieri pensavo fossero uno scherzo di Malfoy, quindi le stavamo analizzando per vedere se c'era qualche prova, anche se fino ad ora non abbiamo trovato nulla..."
"Dannazione Hermione! Potevi morire!" Nel dire quella frase, Potter si era alzato dal divano e aveva cominciato a camminare per il salotto avanti e indietro, facendo innervosire a livelli esponenziali Pansy, impedendole così di ragionare.
Tuttavia prima che potesse spedirlo a fare compagnia al Signore Oscuro, Potter prese la sua bacchetta e con un gesto repentino del polso fece fluttuare i fogli dal tavolinetto, fino a sotto il suo naso: gli occhiali tondi dalla montatura ramata scintillavano alla luce artificiale del bel lampadario della Granger mentre esaminava nei minimi dettagli le prove di quello strano tentato omicidio.
D'un tratto, come se fosse stato colto da chissà quale rivelazione, Potter tornò a sedersi accanto a lei e dopo aver poggiato i fogli sul tavolinetto si rivolse alla Granger:"Hermione mi presteresti una matita?"
"Certo te la procuro subito!" E così dicendo sparì in un corridoio della sua casa, per riapparire alcuni secondi dopo con l'oggetto chiesto da Potter.
"Grazie Hermione... Dunque, è ovvio che le parole in tutte e tre le missive sono state composte con lettere ritagliate dal Profeta e incollate a mano senza nessun incantesimo, ma considerato che dalla vostra analisi, o almeno così mi pare di aver capito, non avete trovato alcuna traccia di magia, sono propenso a credere che possano esser state spedite da qualcuno senza poteri magici, da un magonò, oppure da un mago che non conosce l'incantesimo adesivo o che non sappia eseguirlo..."
L'ex Serpeverde aveva seguito il discorso del suo capo con attenzione, ma c'era qualcosa che le sfuggiva. Dove diavolo voleva arrivare? Quelle erano tutte indicazioni vaghe, così definitivamente spazientita interruppe il suo capo:"D'accordo Potter, ma ci sono migliaia di magonò nel mondo magico, come facciamo a scoprire chi è?"
"Beh... Dal materiale che abbiamo è impossibile, ma fortunatamente chiunque abbia attentato alla vita di Hermione potrebbe averci inconsciamente lasciato un indizio.
Le prime due lettere sono state scritte su una spessa carta da lettera che si può trovare facilmente ovunque, anche in negozi babbani, ma la terza è scritta su un comune foglio di carta bianca, che dalle quasi invisibili tracce di colla sul bordo superiore, sembrerebbe appartenere ad un blocco per appunti."
"Ho capito! Pensi che qualcuno possa aver scritto qualcosa sul foglio che si trovava sopra di questo nel blocco!" Esclamò la Granger frenetica, strappando letteralmente dalle mani dell'uomo seduto affianco a lei il foglio e la matita.
Pansy si chinò, 
curiosa di vedere cosa stesse facendo
l'ex caposcuola Grifondoro, che si era inginocchiata per poter utilizzare il basso tavolino, e con stupore la vide scarabocchiare tutto l'angolo destro del foglio, per poi ridarlo al bambino che è sopravvissuto, per permettergli di esaminarlo.
Le lunghe dita di Potter, tenevano il foglio in una presa salda, come se avesse dovuto sfuggirgli da un momento all'altro, e un minuto più tardi decretò, allentando finalmente la presa:"Per fortuna il nostro uomo ci va giù pesante con la penna e ci da l'indizio che cercavamo: Diagon Alley n° 481"
"Beh almeno potremmo scoprire anche chi ha incantato quei cani per attaccarci, lungo la strada per venire qui!" Disse Pansy, compiaciuta di essere un passo avanti nella ricerca di un potenziale assassino che voleva toglerli di mezzo, così quando avrebbero scoperto chi fosse, lo avrebbe interrogato e torchiato di persona per farsi rivelare chi lo avesse assoldato o perché voleva togliere di mezzo lei e gli altri tre nella stanza.
"Se hanno attaccato anche voi due abbiamo l'obbligo assoluto di avvertire il Ministro, sapete quali sono le regole!" Disse Malfoy, che aveva ascoltato Potter, fino a quel momento senza proferire parola.
"In ogni caso credo che per stasera dovreste rimanere tutti a casa mia. Ho eretto incantesimi protettivi ad ogni spiffero e poi non possiamo correre rischi, due attentati in un giorno sono decisamente troppi per i miei gusti! Domattina andremo insieme al Ministero e sistemeremo la faccenda." Decise la Granger, mentre pragmatica guardava il suo orologio da polso.
Lo guardò anche lei, erano ormai le sette del pomeriggio e i suoi probabilmente l'avrebbero già data per dispersa, se non li avesse avvertiti il giorno prima che sarebbe andata a lavoro.
Il pensiero dei suoi genitori, le riportò alla mente che doveva esplorare assolutamente la biblioteca del Ministero: aveva voluto quel lavoro apposta e doveva assolutamente trovare un modo per annullare il contratto di matrimonio o il fatidico giorno sarebbe arrivato e lei non avrebbe potuto più esimersi da una vita infelice e disgustosa.

  
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