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Autore: Notteinfinita    03/04/2014    9 recensioni
La guerra è finita, Harry ha vinto. Hermione torna ad Hogwarts per finire gli studi ma la pace non fa ancora parte della sua vita...
*****
Erano passati due mesi dall'inizio della scuola, eppure non riusciva ad abituarsi ad essere ad Hogwarts senza Harry e Ron. Certo, loro erano molto più felici al corso per Auror ma lei non poteva fare a meno di sentirne la mancanza.
Con un sospiro Hermione riprese a camminare lungo il corridoio, in direzione della Presidenza.
La scuola era stata ricostruita eppure, ai suoi occhi, appariva ancora come l'aveva vista la terribile notte della battaglia finale. Ad ogni passo nella sua mente alle immagini reali si sovrapponevano quelle di quella notte:le mura smembrate, i vetri in frantumi, i corpi degli amici e dei nemici a terra privi di vita.
Portando le mani alla testa e chiusi gli occhi, scosse violentemente il capo per cacciare via quelle immagini così deleterie per il suo equilibrio.
Sapeva che non doveva indulgere in quei pensieri, che la indebolivano, ma a volte non riusciva ad evitarlo.
Intanto, dalla direzione opposta, sopraggiunse uno studente. Appena la vide, un ghigno divertito si aprì sul suo volto.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Minerva McGranitt, Poppy Chips | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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NDA:Eccoci all'ultimo capitolo, spero che il finale non vi deluderà. Buona lettura!   ^___^

Capitolo 10: Impossibile tornare indietro.

«Andiamo in biblioteca.» propose la rossa, allontanandosi con la sua amica.

Quelle parole suonarono dolci alle orecchie di Draco, se Ginny era impegnata con quella ragazza non sarebbe potuta andare da Hermione, il che voleva dire che lui avrebbe avuto campo libero.

Col cuore in tumulto, stentò a mantenere un'andatura dignitosa mentre raggiungeva l'ufficio della McGranitt.

Aveva appena svoltato l'angolo, intravvedendo la statua che indicava il punto d'ingresso per la Presidenza, quando avvistò la Professoressa Sprite dirigersi nella stessa direzione.

Impossibilitato a fare altro, si nascose dietro un'armatura e, con sua somma disperazione, la vide entrare nell'ufficio della Preside.

In attesa che la donna uscisse, si sistemò in un angolo, fingendo di leggere il libro di Trasfigurazione.

Passata mezz'ora, finalmente, la strega lasciò l'ufficio e, trotterellando, si avviò verso le sue amate serre.

Con fare circospetto, Draco si avvicinò alla statua e, pronunciata la parola d'ordine, salì sulla strana scala mobile.

Giunto davanti la porta dell'ufficio bussò.

La voce pacata della professoressa lo invitò ad entrare.

«Buon pomeriggio, professoressa.»

«Ben arrivato.» lo salutò la donna. «Quando è venuta qui la professoressa Sprite ho temuto che lei arrivasse mentre era ancora qui, sarebbe stato un po' problematico giustificare la sua visita al mio ufficio.»

«Per fortuna ho visto la professoressa che entrava e così ho atteso in corridoio che lei uscisse.» spiegò Draco.

«Lei però non è venuto per vedere me. Vada pure ma faccia attenzione.» disse la McGranitt indicando la libreria.

Con una certa agitazione, Draco enunciò la parola d'ordine e, appena la libreria si fu aperta, entrò nella camera nascosta. Portatosi davanti al passaggio segreto che la collegava al dormitorio di Grifondoro, appoggiò l'orecchio alla parete e ascoltò per essere certo che dentro non ci fosse nessuno, tranne Hermione.

Dal silenzio che vi regnava si chiese se la ragazza fosse in camera.

Fattosi coraggio, aprì il passaggio e entrò.

Appena lo ebbe attraversato, la vide. Era in piedi, vicino alla finestra. Indossava un maglione a collo alto blu pervinca e un paio di jeans. Aveva il viso rivolto verso il passaggio, forse l'aveva sentito aprirsi. Sembrava sorpresa di vederlo.

«Ciao!» disse Draco, un po' a disagio, evitando di guardarla negli occhi.

«Ciao, non mi aspettavo di vederti.» rispose Hermione, avvicinandoglisi. «Come hai fatto a passare?»

«La McGranitt mi ha concesso di usare il passaggio per venire a trovarti.» spiegò il ragazzo. «Come ti senti?»

«Bene, direi. Madama Chips ha detto che domani potrò tornare a frequentare le lezioni.» rispose Hermione, con voce malferma mentre l'agitazione stava prendendo il sopravvento.

«Bene.» commentò Draco, sentendosi un po' stupido ma incapace di trovare qualcosa da dire.

«Sono libera, Draco finalmente sono libera! Grazie!» esclamò all'improvviso la ragazza, con le lacrime agli occhi per l'emozione.

Incapace di trattenersi oltre, Hermione gli gettò le braccia al collo per la gioia, iniziando a piangere di felicità.

Draco, che per tutto il tempo aveva lasciato vagare lo sguardo per evitare d'incrociare i suoi occhi, venne letteralmente travolto e spiazzato dal suo gesto.

Per alcuni secondi sembrò che il tempo si fosse fermato, Hermione riuscì solo a piangere e ridere contemporaneamente rimanendo stretta a lui.

D'un tratto, quasi si fosse resa conto di quello che stava facendo, mollò la presa e cerco di scostarsi. Enorme fu la sua sorpresa quando si accorse che non poteva farlo perché Draco la stava trattenendo stretta a se.

Stupita, alzò gli occhi verso di lui, in una muta domanda. Draco si limitò a sorriderle mentre lentamente avvicinava la bocca a quella di lei.

Hermione non poté o, meglio, non volle sottrarsi e, istintivamente inclinò il capo per facilitare il contatto.

Baciarsi fu per entrambi come esplorare un territorio sconosciuto, un lento, cauto scoprirsi, conoscersi.

Quando si staccarono, Hermione si morse le labbra in un gesto automatico quando era nervosa.

«Perché mi hai baciato?» gli chiese, tenendo lo guardo basso e ritraendo le braccia dal suo collo ma lasciandole appoggiate all'altezza del petto.

«Quando sono con te mi sento vivo.» spiegò Draco. «La notte della battaglia di Hogwarts è come se fossi morto anch'io, insieme alle convinzioni che avevano accompagnato tutta la mia vita. Da allora è come se fossi vissuto in uno stato di coma vigile, almeno finché non sono venuto in contatto con te e sono tornato a sentirmi vivo.»

Le parole di Draco ebbero il potere di stupire Hermione che rimase a fissarlo senza proferire verbo per alcuni minuti.

«Dovevo immaginarlo, prima avevi bisogno di me ma adesso vuoi che tutto torni come prima, è giusto.» affermò Draco, equivocando il silenzio della ragazza.

Lasciata andare Hermione, si diresse verso il passaggio nascosto. Il viso tornato una maschera di ghiaccio.

«Aspetta!» urlò Hermione, raggiungendolo e afferrandolo per un braccio. «Le tue parole mi hanno sbalordito.»

«Lascia stare, non c'è bisogno che ti giustifichi.»

«Non hai capito, anch'io mi sono trovata bene con te!» spiegò. «Tu non sei più quello di una volta. Mentre stavo male tu rappresentavi ciò che ero riuscita ad affrontare, la tua vicinanza mi dava forza.»

«Ma?» chiese lui, dubbioso.

«Ma ho bisogno di capire cosa ha significato per te quel bacio.» spiegò Hermione, con voce malferma.

«Non voglio mentirti, perciò non ti dirò cose come “ti amo alla follia”.» specificò, guardandola negli occhi. «Ti ho baciato perché mi piace come mi fa sentire averti tra le braccia. Vorrei poter continuare a sentirmi così.»

«In pratica vorresti continuare a frequentarmi come cosa? Siamo stati nemici per tanto tempo che definirci amici mi sembrerebbe assurdo.» commentò Hermione.

«E poi ad un'amica non mi viene voglia di sdraiarla su quel letto per sentirla gemere di piacere.» affermò lui, ghignando, nonostante tutto adorava metterla a disagio.

A quelle parole Hermione avvampò e gli mollò un lieve schiaffo sul braccio.

«Draco!» lo redarguì, imbarazzato.

«Pensavo che la sincerità fosse una qualità apprezzata tra i Grifondoro.» protestò, scherzosamente. «Mi piace quando mi chiami per nome.»

Con un sorrisino furbo, Hermione si avvicinò e si sollevò sulle punte dei piedi.

«Draco.» gli sussurrò all'orecchio con voce bassa e sensuale.

Preso alla sprovvista, non poté nascondere il brivido che quel bisbigliò gli aveva procurato alla schiena.

«Hey, ma questo è sleale!» protestò, afferrandola scherzosamente per le braccia.

«Pensavo che la slealtà fosse una qualità apprezzata dai Serpeverde.» rispose lei, lasciandosi andare ad una risatina divertita.

«Se fai così potrei pensare che sei d'accordo su quanto ho detto.» disse Draco, tornando serio.

«La tua capacità di riportarmi indietro quando ero vittima del demone mi ha stupito. C'è qualcosa che ci lega, qualcosa a cui non so dare un nome ma che vorrei approfondire.» spiegò.

«Quindi?»

«Voglio conoscerti meglio.»

«Come amici?» chiese ancora lui, sospettoso.

«Nessuna definizione...ma gli amici non hai voglia di baciarli sulle labbra.» confessò lei, arrossendo leggermente.

A quelle parole, un sorriso sincero e sollevato si aprì sul viso del ragazzo estendendosi anche agli occhi.

Senza perdere altro tempo, le passò le braccia intorno alla vita e la strinse a se mentre lei si alzava di nuovo in punta di piedi per raggiungere le sue labbra.

«Sorpresa!» urlò Ginny, spalancando la porta proprio mentre le labbra dei due stavano per sfiorarsi.

Per un attimo sembrò che il tempo si fermasse.

Draco e Hermione volsero il capo verso la porta, rimanendo abbracciati.

Sulla soglia, Ginny li fissava con la mano ancora sulla maniglia e, dietro di lei, Harry e Ron osservavano la scena basiti.

Presto, però, si ripresero, sguainando le bacchette e puntandole contro il Serpeverde.

«Protego!» urlò Hermione, parandosi davanti al ragazzo e spalancando le braccia mentre una cupola protettiva si espandeva per la stanza.

Lo shock causato da quel gesto per poco non fece cadere di mano le bacchette ai due ragazzi.

«Riesci ancora a fare magie senza bacchetta?» chiese Draco, stupito.

«Solo quando reagisco d'istinto.» spiegò Hermione, continuando a mantenere la barriera protettiva.

«Cosa vuol dire?» domandò Harry, esterrefatto.

«Vi spiegherò tutto ma riponete le bacchette.» ordinò loro.

«Lui deve rimanere?» chiese Ron, guardando Draco in cagnesco.

«Ha una parte importante in ciò che devo raccontarvi, perciò si, deve rimanere.» rispose la ragazza, severamente. «Comportiamoci da adulti.»

Vista la decisione nelle parole della ragazza, i due misero via le bacchette, in segno di resa.

Sollevata, Hermione fece sparire la barriera protettiva e, presa la sua bacchetta dal comodino, trasfigurò le due poltrone poste ai piedi del letto in due comodi divanetti che potessero ospitarli tutti.

«Sedetevi.» disse la ragazza, prendendo posto su uno dei divani.

Come immaginabile, i fratelli Weasley ed Harry sedettero sull'altro divano, mentre Draco si accomodava di fianco ad Hermione con un sorrisetto divertito.

«Quello sarebbe il tuo modo di comportarti da adulto?» lo redarguì.

Il ragazzo alzò le braccia, in segno di scusa, e intrecciandole dietro la testa, atteggiò il viso ad un'espressione seria.

«Innanzitutto, ci terrei a dirvi che vi avrei raccontato tutto durante le vacanze di Natale.» precisò. «Non è qualcosa che si può raccontare via gufo.»

«Ma io ero qui!» protestò Ginny.

«Non potevo costringerti a mantenere il segreto con loro, non sarebbe stato giusto.» si giustificò. «Anzi, come avete fatto a venire qui?»

«Ginny ci ha detto che stavi male, così abbiamo approfittato del pomeriggio libero per venire a trovarti.» spiegò Harry.

«Non siamo noi a doverci giustificare. Vogliamo sapere cosa diavolo ci fa lui qui!» sbraitò Ron, perdendo le staffe.

«Anche lui è venuto a vedere come stavo.»

«Temevo la tua non fosse semplice influenza ma adesso mi sto preoccupando davvero. Avevo notato anche che eri strana da quando siamo tornate a scuola, c'entra lui?» chiese Ginny, agitata.

«Se ti ha fatto qualcosa, lasciamelo per due minuti e lo concio per le feste!» esclamò Ron, battendo il pugno sul palmo della mano.

«Sai che paura!» disse Draco, sghignazzando.

«Basta!» urlò Hermione balzando in piedi. «O vi date tutti una calmata o vi Pietrifico.» minacciò.

Istantaneamente, Harry e Ron assunsero un'espressione allarmata.

«Coraggiosi, i due futuri Auror.» ironizzò Draco.

«Oh, se avessi visto la freddezza con cui ha Pietrificato Neville al primo anno anche tu saresti spaventato.» commentò Harry, guadagnandosi un'occhiata falsamente minacciosa da parte di Hermione.

Draco la osservò stupito ma, visto lo sguardo intimidatorio di lei, evitò di commentare.

«Ginny, mi dispiace di averti fatto preoccupare ma la tua famiglia ne aveva passate così tante che prima di parlarvene volevo trovare una soluzione al mio problema. Non potevo sopportare l'idea di infliggervi altro dolore.» spiegò Hermione.

Sentendo quelle parole, i tre ragazzi assunsero un'espressione allarmata.

«Hermione, per favore spiegaci di cosa si tratta, non lasciarci sulle spine!» la pregò Harry, con i nervi a fior di pelle.

«Quando Bellatrix mi torturò, a Malfoy Manor, un demone, che era imprigionato nel pugnale, si è impossessato del mio corpo.» raccontò. «All'inizio era debole ma poi si è fatto sempre più forte e se Draco non mi avesse aiutato avrebbe preso il sopravvento e avrebbe annientato la mia anima.»

«Brutta stupida,sono o non sono tua amica? Non dovevi affrontare tutto questo da sola!» la rimproverò Ginny avvicinandoglisi e scuotendola per le spalle.

«Maledetto, è sempre colpa della tua famiglia!» urlò Ron, cercando di lanciarsi su Draco mentre Harry tentava di trattenerlo.

«Ron, lui ha rischiato la sua vita per salvare la mia.» affermò Hermione, con tono fermo e serio.

Quelle parole, più delle braccia di Harry, ebbero il potere di fermarlo.

«Non ci credo, è impossibile.»

«Invece è così. Per liberarmi dal demone si è dovuto ferire e poi mi ha dovuto colpire col pugnale imbrattato del suo sangue. Durante il Rito il demone avrebbe potuto ribellarsi e ucciderlo o avrebbe potuto prendere possesso del suo corpo.»

«Come mai hai deciso di aiutarla?» chiede Harry, colpito dalle parole della ragazza.

«Che tu ci creda o no, la guerra ha cambiato anche me.»

Alla mente di Harry, tornarono le immagini di quando lo aveva scoperto a piangere nel bagno, durante il loro sesto anno. Allora aveva provato solo rabbia nei suoi confronti, col tempo aveva compreso la disperazione che doveva aver provato.

«È la verità?» chiese Ron, scrutando lo sguardo di Hermione.

«Si, se lui non mi avesse aiutato a quest'ora Oscurità di cristallo mi avrebbe già annientato.»

«Oscurità di cristallo? Quello che ruba le anime e trasforma in statue di cristallo?» domandò Ron. «Fred e George mi raccontavano le storie su di lui per spaventarmi.»

«Si, proprio lui. Ormai era diventato così forte che la McGranitt ha dovuto usare l'Anatema che uccide per fermarlo.»

«Che cosa?» chiesero i tre, in coro, con gli occhi sbarrati per lo stupore.

«Era un demone immortale, l'Anatema poteva solo stordirlo.» spiegò Draco. «Solo che io ancora non ne sapevo nulla quando lei mi ha ordinato di accompagnarla dalla Preside, quindi ho pensato che fosse uscita di senno e l'avesse fatta fuori.»

I ragazzi spostarono il loro sguardo da Draco ad Hermione alla ricerca di una spiegazione.

«Ho avuto una crisi, lui era l'unica persona presente così gli ho detto di portarmi in Presidenza. Appena entrati la Preside lo ha allontanato da me e mi ha lanciato l'Anatema, gli ho fatto prendere un bel colpo.» raccontò, sorridendo al ricordo.

Spiazzati da quanto l'amica gli aveva confessato, i tre ragazzi continuarono a bombardarla di domande per tutta l'ora successiva.

«Spero riuscirete a perdonarmi.» disse Hermione, al termine delle spiegazioni.

Immediatamente, Ginny si alzò e strinse l'amica in un abbraccio quasi stritolante.

Uno dopo l'altro i tre amici abbracciarono la ragazza, felici che tutto fosse finito bene.

«A quando pare, ti dobbiamo la vita della nostra Hermione.» disse Harry, porgendo la mano a Draco in segno di ringraziamento.

Un po' stranito, il ragazzo la strinse, guadagnandosi un sorriso da Hermione.

Pur se riluttante, anche Ron gli porse la mano, riservandosi però il piacere di stringergliela più del necessario.

«Ma allora adesso state insieme?» chiese a bruciapelo Ginny, sciogliendo finalmente l'amica dall'abbraccio per guardarla negli occhi.

Sotto quello sguardo scrutatore, Hermione non poté fare a meno di arrossire.

«Mi è stato vicino quando stavo male, mi è stato di conforto. Adesso voglio conoscerlo meglio» spiegò Hermione.

Ginny si volse verso Draco e gli porse la mano.

«Falla soffrire e assaggerai una delle mie Fatture Orcovolanti.» lo minacciò sorridendogli.

«Mi sa che me la passavo meglio quando avevo a che fare con il demone.» commentò Draco, con aria rassegnata.

Una risata liberatoria si levò dal gruppo.

Certo un paio d'ore trascorse insieme non li aveva trasformati in amici ma, inconsapevolmente, con quel sorriso condiviso, avevano appena gettato le basi per un nuovo inizio.

«Ora dovremmo scendere per la cena.» disse Hermione, guardando la sveglia posta sul comodino. «Voi potete rimanere o dovete rientrare?»

«Dobbiamo andare via subito dopo cena.» rispose Harry. «Ma non ci dispiace goderci di nuovo un banchetto qui ad Hogwarts, ne approfitteremo anche per rivedere i vecchi amici.»

«Bene, allora scendiamo!» propose Ron, cui l'idea di una lauta cena sorrideva ancora.

«Draco deve passare dal passaggio segreto.» ricordò loro Hermione.

«Vi immaginate il caos che si verrebbe a creare se lo vedessero in Sala Comune?» disse Ginny, ridendo. «Noi vi precediamo, così potete salutarvi.» annunciò, mentre spingeva Harry e Ron verso la porta.

«Ginny!» urlarono in coro i tre amici, mentre anche le guance di Draco assumevano una colorazione più intensa.

«E dai, quando mi ricapita l'occasione di mettere in imbarazzo la Serpe!» protestò, facendo l'occhiolino all'indirizzo suo e della sua amica.

Visto lo sguardo che lei gli lanciò, decise fosse più prudente uscire in fretta dalla stanza, non voleva certo rischiare che la affatturasse.

Appena la porta si fu chiusa, i due si guardarono, imbarazzati.

«Ti accompagno.» disse Hermione, per spezzare il silenzio.

«Ci vediamo in Sala Grande.» rispose lui, avvicinandosi al camino.

Hermione aprì il passaggio e si volse per salutarlo ma si scontrò con le sue labbra che la coinvolsero in un bacio appassionato che le tolse il respiro.

Quando la lasciò andare, un sorriso sornione aleggiava sulla labbra del ragazzo.

«Quei rompiscatole ci avevano interrotto.» disse per giustificarsi, per poi sparire dentro il passaggio segreto, prima che la ragazza avesse il tempo di ribattere.

Hermione si ritrovò a sorridere al camino, da sola.

Una ridda di emozioni le esplodeva nel cuore.

Non sapeva dare una definizione a ciò che provava ma non le importava perché vedeva il futuro rischiararsi di una nuova luce.

Fine.

Angolo dell'autrice: anche questa storia è giunta al termine. Mille grazie a tutti coloro che hanno recensito la storia, a coloro che l'hanno messa tra le seguite/preferite/ricordate ed anche ai lettori silenziosi, grazie per aver intrapreso questo viaggio insieme a me.

Baci,

    Notteinfinita.

  
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