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Autore: Viviane Danglars    08/07/2008    3 recensioni
8 - Vesper
- Non c’è sangue, Nanao – le rivelò con dolcezza.
» [Shunsui/Nanao] [raccolta di one-shot: non sempre l'acqua fa sentire puliti]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un pò tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Questa è la traduzione del brano cantato da Orihime, una strofa dalla canzone, appunto, La la la della Bleach Beat Collection.
I wanna set out many time with you all
I wanna be with you always from now on
I really love all of these dreams
They're super super magnificent!


La la la
[IshiHime]




- La… -
Non ha smesso un attimo.
- La… la… -
Uryuu gira la manopola e il fruscio dell’acqua si arresta con qualche ultimo sgocciolio. Meticoloso come è sempre, si avvicina alla piccola vasca bianca e antiquata, e intinge un dito appena sotto la superficie azzurrina.
La temperatura è buona…
- … la… la… -
Il ragazzo si volta, esitante. Non ha più scuse per rimandare – è già tutto pronto: l’accappatoio appeso dietro la porta, due asciugamani puliti piegati sul lavandino, ed uno ai piedi della vasca per posare i piedi.
Lei si troverà benissimo, si dice.
Plic.
- La… -
Continua imperterrita, e il Quincy deve fare un grosso sforzo, chiudendo gli occhi e prendendo un ampio respiro, per trattenersi dallo scuoterla. Come se non bastasse, il lavandino gocciola ancora e il rumore si sovrappone alla voce di lei.
- La… -
Plic.
No, non ha più scuse.
- Orihime… -
Si china in avanti, mormorando il suo nome e sperando che lei reagisca nella maniera giusta; ma la ragazza si limita a voltarsi verso di lui e fissarlo per un istante con i grandi occhi spalancati, come se fosse incuriosita dal suono della sua voce. Uryuu non è neppure certo che abbia riconosciuto il proprio nome.
- Mi dispiace, - le dice, anche se non ha senso. Di cosa si dovrebbe dispiacere? Ha chiesto lui di farlo, in ogni caso. E non è come se lei potesse rendersene conto.
Gentilmente, le prende un polso e la spinge a sollevare il braccio. Lei obbedisce e poiché lui non parla più si limita a distogliere lo sguardo senza più prestargli attenzione. Continua a canticchiare, ma a voce più bassa, mentre Uryuu le fa alzare entrambe le braccia e le sfila gentilmente quel che rimane dell’abito bianco da Arrancar.
Non appena gliel’ha tolto, lo getta via con disprezzo. Detesta quel bianco e nero, detesta quelle linee fin troppo familiari.
Orihime è ancora accovacciata sul pavimento, le gambe piegate davanti al corpo come una bambina, e fa passare un dito su una delle piastrelle rovinate del piccolo, povero e ordinato bagno di Uryuu, disegnando cose che conosce solo lei.
Uryuu ha una fitta di tenerezza nel ripensare ai disegni che Orihime faceva una volta; allora, lei era più che felice di spiegarli a chiunque volesse starla ad ascoltare. Erano di solito dei disegni assurdi.
Lui avrebbe passato giorni interi a farseli mostrare.
Dopo aver a lungo esitato, si decide infine a sollevare lo sguardo su di lei, imponendosi di non mostrare il proprio imbarazzo. E’ orrendo che debba vederla nuda, in questo modo, senza che lei ne sia neppure consapevole; è orrendo che invada la sua intimità proprio quando l’unica cosa che vorrebbe è aiutarla. E’ orrendo quello che le hanno fatto. Uryuu stringe i pugni per la rabbia e per la disperazione, desiderando per un istante di poter gridare il suo dolore, come farebbe Kurosaki.
Ma è inutile, non lo farà. Non è da lui.
Kurosaki non è lì; è nella sua casa a farsi curare le ferite di una guerra finalmente conclusa, con Kuchiki al suo fianco. Lui non è Kurosaki; lui è solo Uryuu Ishida e ha chiesto di potersi prendere cura di Orihime finché le cose non andranno meglio.
Anche se era suonata tanto come un’ultima richiesta prima della fine.
Uryuu lo sa e questo fa quasi nascere lacrime d’impotenza nei suoi occhi nascosti dagli occhiali. Poi la rabbia scema in commozione quando, nonostante tutto, il ragazzo non può fare a meno di osservarla.
E’ così bella.
- Vieni… - mormora, stringendole con forza le dita per spingerla a mettersi in piedi. La guida cautamente verso la vasca e quasi non si accorge più dell’imbarazzo, concentrato com’è nel controllare che si sieda nell’acqua calda senza scivolare.
Le punte dei capelli di Orihime si allargano sul pelo dell’acqua, asciutte, a malapena impigliate nella superficie come pulci d’acqua. Uryuu si sporge per prendere la spugna e il sapone mentre lei allarga le dita, osservando affascinata il modo in cui il liquido le deforma alla vista.
Il suo corpo è così piccolo e morbido. Dalla sommità della sua testolina assurda, alle punte dei piedi che sono quanto di più tenero Uryuu abbia mai visto, non c’è nulla che non lo seduca, non c’è un dettaglio che non sia perfetto per lei, e per lui. Anche se è la prima volta che può vederla in questo modo, Orihime è perfetta. Non la avrebbe mai immaginata diversa. E’ dolce, buffa e bella. E’ splendida.
Uryuu potrebbe quasi illudersi che vada tutto bene. Solleva il braccio che regge la spugna e con il dorso della mano scosta una ciocca di capelli scuri che gli oscura la vista, e, senza che se ne renda conto, ingentilisce il suo profilo sottile.
- Minna de… ippai odekake shitai… -ricomincia a canticchiare la ragazza, mentre Uryuu con immensa cautela inizia a insaponarle le spalle in movimenti circolari. Lei sembra ancora non prestargli attenzione, alzando solo un filo di voce che l’acqua e le pareti del bagno riempiono di echi.
- Shitai… kore… kara itsu demo… issho ni itai… -
Le parole gli stringono il cuore. Quanto vorrebbe che smettesse. E’ una canzone buffa, proprio del genere che Orihime avrebbe potuto gradire. Uryuu si chiede per un istante se l’abbia cantata anche a Las Noches, quando era completamente sola, magari nel tentativo di aggrapparsi a qualcosa di familiare per non impazzire.
Uryuu stringe inconsapevolmente le dita sulla spalla di Orihime, e lei ha un sussulto impercettibile, silenzioso. Lui rilassa immediatamente la mano e le deposita sulla scapola una goffa carezza, come per rassicurarla, ma lei già non gli presta più attenzione.
- Subete no yume ne hontou ni suki de… -
Se lei continua a cantare in questo modo, Uryuu si chiede se sarà in grado di arrivare fino alla fine. E’ solo un bagno, si dice – solo un bagno per lavarle di dosso la polvere e il sangue non suo e l’odore dell’Hueco Mundo.
Non è sicuro che l’Hueco Mundo abbia un odore, ma, che ce l’abbia o no, lui è sicuro di sentirlo su di lei.
Va lavato via.
Poi le darà dei vestiti puliti e asciutti – i suoi vestiti, che Tatsuki gli ha portato – e le permetterà di dormire in un letto caldo. Questo le farà bene, si dice.
Dopo starà senz’altro meglio.
- Tottemo… tottemo… tottemo… - Sembra che persino nella sua inconsapevole concentrazione, Orihime faccia fatica a ricordare tutte le parole. – Tottemo… - Quando la sua voce si inceppa, Uryuu si ferma e solleva lo sguardo su di lei. La ragazza sembra totalmente ignara del fatto che lui le stia passando la spugna bagnata sul braccio, pulendo i graffi che le adornano le mani; tutta la sua attenzione è rivolta alla canzone che non riesce a ricordare, la fronte corrugata e i piccoli denti che mordicchiano un labbro, finché non arriva la parola che stava cercando. - …subarashii! -
Che canzone assurda, pensa Uryuu. Che canzone assurda da cantare proprio in un momento come quello. Le lascia andare il braccio insaponato, che Orihime abbassa di nuovo. Sembra soddisfatta della sua strofa, e si rilassa appoggiando la schiena contro la parete della vasca.
Uryuu le prende l’altro braccio mentre lei ricomincia a muovere appena le labbra, a voce bassa, lo sguardo puntato davanti a sé.
- La la la… -





Grazie a Helen Lance, AllegraRagazzaMorta, Tsunade_91 e Ino_Chan per le recensioni alla prima fic! *___*
   
 
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