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Autore: Axelle_    03/04/2014    1 recensioni
[Sequel di Breathin' in a snowflake]
Ero stanca di tutti quei segreti. E dopo averne parlato così tante volte, questa storia mi pareva sempre meno assurda.
Non che fosse normale trovare il fantasma di un ragazzo in coma da tre anni, chiacchierarci e innamorarcisi (anche se omettevo sempre questo dettaglio).
Per non dire che dopo averlo scoperto, i genitori avevano deciso di staccare lui la spina, ma grazie a non so cosa (ancora) si era risvegliato appena in tempo e ora era vivo e vegeto. Ah, e ovviamente non c’era da dimenticare che il cosiddetto ragazzo era il fratello della mia migliore amica e inquilina, e adesso viveva con noi senza ricordare nulla di ciò che era accaduto.
Forse avrei potuto aiutare Adam con quel suo stupido libro. Insomma, esiste una storia migliore di questa?
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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[ XX ]

 
Somewhere we belong.
[ Epilogo ]
 
 
10 mesi dopo – oggi.
 
Dakota.
 
Che cos’è il tempo? Me lo sono chiesta tante volte.
Quando venni informata della morte di Logan, pochi secondi mi sembrarono un’eternità.
Questi dieci mesi invece, sono passati in un battito di ciglia.
Forse il tempo siamo noi. Noi che con i nostri gesti, le nostre azioni, andiamo avanti, cresciamo, cambiamo.
Noi siamo il tempo.
Ecco che ricomincio con i miei discorsi complicati, mi rimprovero mentalmente.
Ma fortunatamente ogni qualvolta che mi perdo nel mio mondo, le labbra di Harry sono sempre lì pronte a riportarmi a casa.
E questa volta non fanno eccezione.
“Ti avevo persa per un momento” ridacchia.
Arrossisco e mi scuso.
Non posso fare a meno di fissarlo.
 
Harry è cambiato tanto in questi mesi. Cioè, fisicamente.
Dentro c’è ancora il poeta che mi aveva fatto innamorare all’inizio.
Ora i capelli non gli cadono più sugli occhi e si è iscritto in palestra.
Allora mi aveva chiesto di iscrivermi con lui, ma io sono fedele al mio divano. E in più odio sudare.
Così ogni mercoledì pomeriggio lo perdo per un paio d’ore, che riempio passando da Alexa.
Alla fine ci siamo trasferiti tutti. Io e Harry abitiamo insieme in un altro appartamento, un po’ più grande del precedente.
Alexa non se la sentiva di vivere da sola, quindi l’appartamento sopra il nostro è il suo.
Louis invece è temporaneamente in vacanza in Italia per il suo sesto mesiversario con il suo ragazzo Michael.
Forse Al non aveva tutti i torti quando scherzava sul suo essere gay.
Comunque, Mich è simpatico a tutti e finchè Lou è felice, lo siamo anche noi.
Ogni tanto usciamo tutti insieme: io e Harry, Louis e Michael e Alexa con il suo nuovo ragazzo del momento.
Ah, e finalmente sono riuscita a trovare un lavoro fisso. Ora sono l’aiuto-gestore in una delle numerose gallerie d’arte a nome Styles.
Ci sono volute cinque settimane, una grande cena e un paio di battibecchi per risolvere la situazione tra Harry e i suoi genitori.
Ora il loro rapporto è migliorato, ma non al punto di trascinare il mio ragazzo a lavorare nell’impresa di famiglia.
Lui fa il personal trainer nella palestra dove si è iscritto.
Alexa invece ha trovato la sua vocazione perfetta: la maestra d’asilo.
Goffa com’è, si diverte più lei che i bambini.
Una volta sono andata a trovarla e mi ricordo ancora bene il suo viso  e i suoi capelli biondi imbrattati di pittura per le dita.
Me ne sono andata prima che mi accadesse la stessa cosa.

 
“Sai che giorno è oggi?” mi stuzzica Harry con gli occhi che brillano.
Appoggio la testa sul suo braccio e scuoto la testa.
“Il venti dicembre.” M’informa. La sua voce è dolce e profonda.
Venti dicembre.
“Facciamo un gioco” mi propone.
“Spara” dico allegra.
“Cosa facevi un anno fa a quest’ora?”.
So già dove vuole andare a parare.
D’istinto controllo l’ora: le nove e ventisette del mattino.
Cavolo, quasi la stessa ora.
“Un anno fa a quest’ora, fammici pensare” mi fingo pensierosa e mi guardo in giro, come se la risposta fosse nascosta qui da qualche parte.
“Ah sì, ero in un caffè di Parigi col mio ragazzo Jared a festeggiare il nostro anniversario!” rispondo annuendo con la testa per sembrare più convinta.
Harry mi rifila un’occhiataccia. “Sbagliato, riprova” borbotta assottigliando gli occhi.
“Giusto, quello era due anni fa” porgo le mie scuse.
“Un anno fa io e Jared eravamo in Spagna per scappare dal freddo londinese” non riesco a soffocare una risata.
Harry sbuffa.
“Perché continui a nominare questo Jared? Devo iniziare a preoccuparmi?” avvicina il suo viso imbronciato al mio, e d’istino mi sporgo per lasciargli un bacio sulle labbra.
“Un anno fa” ricomincio, questa volta guardandolo negli occhi.
“Ho lasciato tutto per inseguire uno strano tizio con un cappellino verde”.
Finalmente Harry sorride, e di riflesso lo faccio anche io.
“E tu? Cosa facevi un anno fa?”
“Beh, escludendo il fatto che il mio corpo era in ospedale” sospira.
“Il mio fantasma andava in giro a rimorchiare ragazza” scherza.
Gli rifilo uno schiaffetto sul braccio e rido.
Nessuno dei due sa come sia possibile, ma ora si ricorda tutto. E non potrei essere più felice. I nostri momenti non sono andati perduti.
“Però solo quelle carine” aggiunge poi.
“Carine?” chiedo inarcando un sopracciglio e facendo un’espressione a metà tra il serio e l’offeso.
“Bellissime” si corregge, arrossendo un pochino.
“E disperate” aggiunge a voce bassa. Sorrido.
Rimaniamo entrambi così per un po’, sdraiati sul divano arancione di casa nostra, col sorriso sulle labbra e il silenzio che ci avvolge.
Non un silenzio imbarazzante, ma un silenzio che non ha bisogno di essere riempito da altre parole.
“Comunque” dice Harry dopo un po’. “Ho preparato una giornata speciale” sul suo viso si fa largo un sorrisetto malizioso.
Sgrano gli occhi. Amo le sorprese che mi prepara.
“Allora cosa stiamo aspettando?” mi alzo pimpante e mi precipito verso la porta.
Le sue braccia mi circondano da dietro facendomi emettere un urletto di sorpresa.
“Calmati Flash, non vorrai andare fuori in mezzo alla neve senza scarpe né cappotto.
Arrossisco ancora una volta ( una delle tante cose che Harry ha il potere di fare su di me è farmi arrossire, ma ormai ci ho fatto l’abitudine ) e mi fermo.
Infilo di fretta gli scarponcini e Harry mi aiuta col cappotto.
“Aspetta” alza l’indice per bloccarmi ancora prima che possa fare qualcosa.
Mi avvolge la sciarpa rossa intorno al collo.
“Mi sento una bambina” borbotto imbarazzata.
“La mia bambina” mi da’ un veloce bacio sul naso, facendomi ridacchiare.
Lui si infila il suo cappellino verde tra i ricci, mette il giaccone e usciamo.
Mi mordo il labbro inferiore, cercando di non pensare a cosa abbia preparato, ma non mi riesce molto bene.
“Alloooora” allungo la ‘o’ cercando di darmi un tono. Mi schiarisco la voce.
“Dove stiamo andando?”.
Lui mi guarda con la coda nell’occhio, intreccia le nostre dita e scoppia a ridere.
“E’ inutile che fai così, lo so che sei curiosa”.
Metto su il broncio e decido di stare in silenzio per non dargli la soddisfazione di aver ragione.
Guardo la neve cadere e stendersi sulle strade come un lenzuolo.
Un anno. Ancora non mi sembra possibile che sia passato così tanto tempo.
Continuo a guardarmi intorno e lascio che Harry mi trascini dove vuole lui.
Ogni tanto mi sporgo verso qualche vetrina, magari in questo modo mi verrà in mente cosa regalargli per Natale.
Sì, lo so che è fra cinque giorni e sono una fidanzata pessima.
Arriviamo al nostro parco. Non so perché ma questo è l’ultimo posto in cui mi aspettavo che mi portasse.
Lo guardo interrogativa, ma lui non si lascia sfuggire una parola.
Andiamo verso il salice  e ci sediamo.
Chiudo gli occhi e mi lascio avvolgere dal silenzio, dal freddo che mi accarezza la pelle e dalle mani di Harry intorno a me.
Poi mi lascia per un attimo. Lo guardo interrogativa mentre lo vedo sparire dietro il tronco del salice per ripresentarsi con in mano la chitarra.
Subito mi si scalda il cuore al pensiero di sentirlo cantare, dato che non succede più o meno da…dieci mesi, già.
A parte quando è sotto la doccia, e lì sì che da sfogo alla sua voce.
Lui non canta, si esibisce.
Abbozzo un sorrisetto mentre lui si mette di fronte a me a gambe incrociate e le dita sulle corde.
Mi guarda dritto negli occhi “Ho finito la canzone” annuncia.
E non ha bisogno di dire altro che io capisco, e lui attacca a suonare.
 
Now you were standing there right in front of me

I hold on scared and harder to breath

All of a sudden these lights are blinding me

I never noticed how bright they would be
I saw in the corner there is a photograph

No doubt in my mind it’s a picture of you
It l
ies there alone on its bed of broken glass
T
his bed was never made for two
I’ll keep my eyes wide open
I’ll keep my arms wide open
Don’t let me

Don’t let me

Don’t let me go

‘Cause I’m tired of feeling alone
I promised one day I’d bring you back a star

I caught one and it burned a hole in my hand oh

Seems like these days I watch you from afar

Just trying to make you understand

I’ll keep my eyes wide open yeah
Don’t let me

Don’t let me

Don’t let me go

‘Cause I’m tired of feeling alone

Don’t let me

Don’t let me go
‘Cause
I’m tired of sleeping alone.

Non mi accorgo neanche di aver iniziato a piangere fin quando la sua mano si appoggia sulla mia guancia per asciugare le lacrime.
“Ti odio, Harry Styles” dico singhiozzando leggermente.
Lui ridacchia.
“Odio te, odio i tuoi ricci, la tua voce, e i tuoi discorsi importanti. Odio quando mi porti la colazione a letto per farti perdonare qualcosa, odio i tuoi regali, odio il fatto che quando sono triste mi fai trovare in giro i miei fiori preferiti.
Odio il fatto che trascorri troppo tempo sotto la doccia, odio i tuoi cappellini e odio che tu mi conosca meglio di quanto non mi conosca io stessa.
E soprattutto odio quando canti per me.” Dico, e alla fine sospiro profondamente per riprendere fiato.
Harry sorride come un’idiota e molla la chitarra per prendermi entrambe le mani.
“Anche io ti odio. Odio i tuoi capelli sparsi sul cuscino la mattina, odio il fatto che mi rubi le coperte anche se dormo a petto nudo, odio il fatto che ti alzi sempre presto.
Odio i tuoi pancake a forma di cuore, odio quando indossi le mie magliette e odio quando dobbiamo fare la lotta per il telecomando.
Odio tutte queste piccole cose di te, Dakota Johnson. Tutti queste piccole cose che rendono te (e la nostra relazione) perfetta”.
Sorrido ancora una volta e non riesco proprio a trattenermi dal dire “Odio quando mi fai piangere in questo modo”.
“Peccato, perché invece io lo amo. E amo te”.
Rimango in silenzio, non sapendo più cosa aggiungere. Poi scuoto la testa in segno negativo.
“Io non ti amo affatto Haz.” La sua espressione si fa strana. Spero di non aver rovinato il momento, ma quello che sto per dire è troppo importante per tenerlo per me.
“Dire che ti amo è troppo riduttivo” sospira impercettibilmente e abbozza un sorrisino.
“Non dopo tutto quello che abbiamo passato” aggiungo metà scherzando e metà no.
“Io non ti amo, Harry, assolutamente no” ripeto, e avvicino il mio viso al suo.
“Io ti vivo” lo bacio.
“Ti vivo” ripete lui, stringendomi di più.
Dopo un anno, siamo tornati qui. E avvolti dal calore del nostro amore, noi ci viviamo.
 













 
Aloha.
No, no, no, no did I mention NO?
That’s it.
Siamo arrivati alla fine. La fine vera.
Di tutta la storia. Certo, la fine per noi ma sicuramente l’inizio per Dakota e Harry.
My babieeeeeeesss. I’m dying inssssside.
Scusate, ma quando sono sconvolta divento così.
Insomma, sono su questa storia da o t t o b r e,
non avrei mai pensato di arrivare tanto lontano.
Uno speciale ringraziamento va ovviamente a tutte voi che
mi avete sempre supportato e dato quella spinta in più per non smettere.
Neanche quando aggiornavo una volta al mese * eeeeeehm *
Appunto, volevo anche scusarmi per averci messo tanto con l’epilogo
ma questo sarà tipo il sesto che scrivo e sono
pienamente soddisfatta del mio lavoro, finalmente.
Spero di aver soddisfatto tutti voi
(tranne le Louexa shippers (?), lo so hahahah)
anche perché ho voluto fare un finale un po’ diverso dai soliti.
Aaaapunto, che ne dite? Voglio sentirvi tutti. Anche voi, lettori silenziosi!
Mi mancheranno tanto gli Hakota, ma chissà forse in futuro
mi verrà un altro colpo di testa e scriverò ancora su di loro. Forse.
Boh, questa è la mia prima vera long e mi sono attaccata
emotivamente ai personaggi, non so se capite çç.
Vabbè (questo spazio autrice sta diventando un papiro) un ultima cosa:
come avevo annunciato tempo fa sto scrivendo una nuova long, sempre su Harry.

[ INTRODUZIONE: Hayley Scotts avrebbe dato qualsiasi cosa al mondo
per essere un po' meno invisibile.
Le sembrava di essere un fantasma vacante nella sua vecchia e grigia Amsterdam.
Harry Styles avrebbe dato qualsiasi cosa al mondo
per liberarsi di tutta quella gente falsa che gli girava intorno.
Hayley e Harry erano completamente diversi,
ma entrambi avrebbero dato qualsiasi cosa al mondo
pur di avere l'opportunità di amarsi. ]
 

La domanda è: dato che ho scritto solo i primi due capitoli
volete che inizio subito a pubblicare anche se non ci saranno
aggiornamenti regolari, oppure preferite aspettare finchè non ne scrivo un po’?
Go ahed!.
Okay, questa era l’ultima cosa.
VI AMO TUTTI, LETTORI.
GRAZIE PER AVER LETTO LA MIA STORIA.
NON VI LIBERERETE TANTO FACILMENTE DI ME, SAPPIATELO.

Tra le lacrime,
Flake.
 
Twitter: @_fredek
Ask: TheFredek
  
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