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Autore: Rio Kastle    04/04/2014    3 recensioni
Dal libro:
"Stranamente, quel giorno le lezioni finirono in fretta. Passai l’ora di grammatica a disegnare un paio di occhi come quelli di Kite. Non riuscii a trovare il colore adatto, quindi li lasciai bianchi. Erano molto inquietanti. Lasciavano un sacco di dubbi sulla persona. Era forte immaginare come solo un paio di occhi potessero dire tutto e niente su una persona. Io ormai conoscevo molto bene quelli di Kite. Erano per la maggior parte delle volte inespressivi. Le uniche emozioni che lasciavano trapelare erano la rabbia e il dolore. Eppure come quel disegno,mi lasciavano un sacco di dubbi. Mi sembrava impossibile che degli occhi non dimostrassero emozioni. Qualcosa doveva averle bloccate, o sostituite con quelle altre. I suoi occhi sembravano volerti raccontare una storia, ma allo stesso tempo, tenertela nascosta."
Questa storia l'ho scritta a quattro mani con una mia amica... io nei panni di Rio e lei nei panni di Kite.
Ho pubblicato due storie, questa è da Rio e una chiamata "Un nuovo amore" scritta da kite. Vi consiglio di leggerle tutte e due! E' la mia prima storia e quindi spero che vi piaccia! Baciii
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Tenjo/Kite Tenjo, Kotori /Tori, Rio, Yuma/Yuma
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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  CAPITOLO 2: Un incontro inaspettato… Andavo a correre tutti i pomeriggi, mi faceva bene. Da quando ero uscita dal coma ero molto scossa. Era un modo per sfogarmi. Quel pomeriggio avevo scelto una strada nuova, per visitare un po’ i dintorni di casa mia. Era una strada deserta, non c’era anima viva. Era molto piccola e stretta ed era costeggiata da viali alberati di pini. Avevo appena deciso di aumentare la velocità, perché i muscoli iniziavano a scaldarsi, ma non feci in tempo a percorrere 100 metri che la mia corsa fu brutalmente interrotta. I miei pensieri erano altrove, avevo la testa tra le nuvole, quando davanti a me vidi una persona. Era troppo vicina e non feci in tempo a rallentare. Le andai addosso e cademmo entrambe. Ma non ostante questo, il ragazzo (avevo capito che era un lui) lanciò un braccio rosso, che sembrava il prolungamento del suo ed afferrò un uomo che gli stava davanti (evidentemente prima mi era sfuggito). L’uomo protestava: « No! Ti prego! Non puoi farmi questo! Io non ti ho fatto niente, neanche ti conosco! » Il ragazzo sembrava non sentire le proteste dell’uomo. Dopo che il braccio lo ebbe afferrato da lui uscì una carta numero: numero 57 Drago Polvere Tricefalo. Dopo di che, l’uomo cadde a terra privo di sensi. Il ragazzo mi disse senza voltarsi: « Cosa ci fai qui? Vattene, non è un posto per le ragazzine » « Come hai detto, scusa?! E poi che razza di persona sei? Non vai a soccorrere quell’uomo?! » « Non fingere di non aver sentito. Quell’uomo non ha assolutamente bisogno del mio aiuto, e tantomeno del tuo. Vattene » Il ragazzo non si mosse, in attesa che io me ne andassi; quando vide che mi stavo allontanando se ne andò via senza voltarsi. Tornai a casa, camminando a passo svelto. Avevo proprio bisogno di una doccia fresca. Mentre mi lavavo, i mie pensieri andarono al fatto accaduto poco prima. Era strano ma avevo l’impressione che quel ragazzo non volesse farsi vedere da me. Se quello era il suo scopo, gli era riuscito perfettamente. E poi nella mia mente… rimanevano fissi quei penetranti occhi di ghiaccio. Erano lì, e si infiltravano in tutti i miei pensieri. Era l’unica cosa che avevo visto del suo viso. Quegli occhi che ti congelavano fino all’osso. Non riuscivo a pensare ad altro. Era come impresso nella mia mente, un passaggio dopo l’altro. Il braccio, la carta numero, l’uomo svenuto a terra… “ Che razza di persona sono, quell’uomo stava male e io non sono andata ad aiutarlo!” “E poi… quel ragazzo… era così strano…” Spero che vi sia piaciuto! Alla prossima Rio Kastle TORI: « Oh, Rio! E’ bellissimo questo capitolo! Non vedo l’ora che scriverai il prossimo quando parlerai di me e te e di quando… » IO: « Tori basta! Stai zitta! Se ogni volta che finisco un capitolo tu dici di cosa parlerà il prossimo non c’è più la suspence! Che scrivo a fare altrimenti? » SHARK: « Mia sorella ha ragione per una volta! Non ti impicciare! » YUMA: « Rio, Tori, io ho fame!!! Andiamo a mangiare!!! » IO: « Yuma ma come?! Adesso basta! Tutti fuori da casa mia! Ieri te e Tori mi avete addirittura picchiato! FUORI!!! » Ecco ragazzi, finalmente sola! Ieri Yuma e Tori mi hanno picchiata perché non mi volevano nella loro “pacifica discussione” come la chiamano loro!
  
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