Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: _Backpack_    05/04/2014    0 recensioni
Lui era ancora lì, perfetto come sempre. Mi guardava con un'espressione divertita e teneva, come suo solito, le mani nelle tasche lasciando che i pollici fuoriuscissero accarezzando il tessuto dei suoi jeans. I suoi occhi neri come le tenebre mi squadravano da capo a piedi. Un brivido percorse la mia schiena, ne avevo abbastanza.
-Cosa vuoi lurido demone?!- sussurrai a denti stretti sostenendo il suo sguardo sporco dei suoi innumerevoli peccati. Lui alzò le spalle inclinando di poco la testa da un lato senza mai staccare lo sguardo dal mio.
-Voglio te, piccolo angioletto- sussurrò sogghignando e sorridendo in modo terrificante. Serrai la mascella assottigliando gli occhi e scossi la testa.
-Non sono legata all'inferno come te- sussurrai a mia volta sorridendo e alzando le spalle come aveva fatto poco prima lui.
-Sei troppo sicura di te, angioletto- cantilenò il biondo per poi avvicinarsi a me a passo svelto. Lo guardai confusa. Mi stampò un bacio sulla fronte per poi darmi le spalle e io feci un passo indietro sgranando gli occhi. Stavo per urlargli contro ma la sua voce mi bloccò. -Ci vediamo presto- disse per poi scomparire in una nube di fumo nero.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                            Chapter four

Nicole

Era passata una settimana dall'arrivo dei nuovi alunni ed era esattamente una settimana che continuavo a fare sempre lo stesso sogno, anzi, incubo: un bosco. I raggi del sole. La pace. Lo scricchiolio dei miei passi sul terreno. Un volto sfocato. Uno scatto. Il buio. 
Mi svegliavo tutta imbrattata di sudore e avevo un forte nodo alla gola; non avevo ancora raccontato l'incubo ad Amber, non credo che sia importante. I professori continuavano a trattarmi come una principessa, e così anche tutta la scuola, Amber continuava a ripetermi che lo facevano solo perché son molto carina e perché ho un bel carattere ed io la cosa la trovo alquanto noiosa, anche perché non credo di essere poi tanto diversa dai mondani. Jack aveva stretto uno strano legame con Justin ed i suoi amici, ma è ancora tutto nel mistero: Corinne crede che lo stia facendo solo per tenerli tutti sotto la sua osservazione. Le lezioni erano sempre più noiose e il mese di ottobre era alle porta e continuava a bussare ma nessuno voleva farlo entrare, insomma, a nessuno piace il freddo. Justin continua a frequentare i miei stessi corsi ma non parliamo molto, cerco di evitare la maggior parte delle volte il suo sguardo, ma a mensa si siede nel nostro stesso tavolo, sempre allo stesso posto: accanto a me. 
Quella domenica mattina decisi di andare a fare un bel giro a Central Park, era da troppo tempo che non andavo. Mi infilai un pantaloncino sfilacciato di jeans ed una giacca rossa che mi arrivava quasi sotto al sedere, insomma, era maschile; afferrai un paio di convers rosse e mi legai i capelli in una treccia di lato fermata con un elastico alla base, infine misi un po' di matita nera all'interno dell'occhio ed un po' di mascara. Mi guardai attorno per poi afferrare il mio cellulare e le mie cuffiette; Amber dormiva beatamente, quindi, decisi di scriverle un biglietto: 'Sono uscita per una passeggiata, torno prima di pranzo! xo '.
Uscii di casa e cominciai a camminare sul marciapiede al lato opposto degli alberi, mi piaceva un casino camminare per strada mentre il sole sorgeva alto nel cielo: le strade erano completamente vuote, eccetto per due o tre macchine che passavano ogni due e tre, c'era un profondo silenzio portatore di pace e gli uccellini cinguettavano beatamente. Decisi che sarebbe stata una buona idea andare in chiesa, ma mi ricordai subito le parole di Amber - 'La chiesa è piena di peccatori, staresti solo male sentendo tutte le loro urla nella loro mente, siamo angeli Nicole, non riusciamo a sopportare il peccato e il dolore in modo eccessivo, potresti morire!'- quindi scacciai subito il pensiero. Non portavo crocifissi addosso, nessuna medaglietta, nessun simbolo religioso e questo non mi faceva stare per nulla bene.
Era strano come, dopo soli pochi mesi, mi fossi riuscita ad ambientare così in fretta. Era tutto così strano, così … tecnologico. Mi fermai ad aspettare il bus che non arrivò poi così tardi, e decisi di scendere una fermata prima delle 5th Avenue. Le strade non erano ancora affollate, dopotutto erano sole le sei di mattina, ma i taxi gialli continuavano a passare senza sosta forniti di piccoli cartelloni pubblicitari. Alcuni negozi cominciarono ad aprire mentre tutti gli altri erano già aperti, forse lo erano da tutta la notte. 
Quando passai davanti all'enorme negozio degli m&m non resistetti all'impulso di entrarci dentro. Comprai una busta enorme di quei piccoli cioccolatini colorati e dopo aver pagato corsi da Starbucks che si trovava poco più avanti, a prendere uno Starbucks al Caramello con tanto di crema caramellata sopra. Amo il cibo, mi piace da impazzire e le cose dolci mi fanno sentire euforica, Amber diceva che era una cosa normalissima. 
Quando arrivai a Central Park, la gente correva beatamente sui sentieri in pietra mentre coppiette di fidanzatini, probabilmente lì già dalla sera prima, stavano sedute su delle coperte a guardare l'alba. Mi andai a sedere al mio solito posto: sotto una quercia dalle foglie scure. Appoggiai la mia schiena al tronco e, dopo aver preso le mie cuffiette e l'Ipod, misi in riproduzione l'album 'The Heist' di Macklemore sulla plylist. 

Justin

-Sveglia, è domenica!- urlò Chaz  improvvisamente saltando sul letto con una padella ed un cucchiaio. Lo guardai con un sopraccigli alzato per poi mettere la testa sotto al cuscino. 
-Oh, ma andiamo!- si aggiunse anche Ryan. -Sono solo le sei del mattino, che sarà mai!- a quel punto Chaz cominciò a battere il cucchiaio sulla padella ripetutamente. Le sei del mattino! Erano le sei del mattino e quei due erano già in piedi a spadellare e a dare di matto, ma in che posto ero capitato?!
-Se non la smettete vi vaporizzo- annunciai a denti stretti ancora sotto al cuscino.
-Nono, non puoi vaporizzare nessuno, puoi farlo solo in caso di bisogno necessario: quando stai per morire- urlò Chaz.
-A-AH! Uno a zero per noi!- urlò anche Ryan. Il rumore di uno schiaffo mi fece subito pensare che si erano dati il cinque.
-Ma che cazzo sta succedendo qui?!- Christian, il mio eroe, entrò improvvisamente sbattendo la porta e io tolsi subito la testa da sotto al cuscino per vedere la scena. -Ma siete drogati? Perché non fate le persone normali?! Sono le sei del mattino ed è domenica, dovremmo stare rilassati, non dobbiamo andar e a vendere il latte!- esclamò agitando le mani. 
-Ma stavamo scherzando, dai brò, tranquillizzati- cercò di sdrammatizzare Chaz. 
-Comunque, tu- ammiccò Christian puntandomi un dito contro. -Il tuo angioletto è a Central Park-
-Come fai a saperlo?-
-Ho le mie fonti- 

Venti minuti più tardi ero già sull'autobus per arrivare a Central Park. Non era affollato e riuscii addirittura a trovare un posto libero, cosa mai successa. La gente si muoveva tranquilla  senza alcuna preoccupazione ed era buffo! Insomma, stava per cominciare una lotta fra gli Angeli e i Demoni, fra il Paradiso e gl'Inferi, ma nessuno sapeva nulla, nessuno si procurava di ciò che sarebbe successo da lì a pochi mesi, forse settimane. Passeggiavano con i loro Starbucks in mano e chiacchieravano della serata precedente, del sabato sera dove tutti erano andati in discoteca oppure erano andati in un bar a sballarsi di brutto. Un bambino cominciò a piagnucolare, la mamma cercava di farlo stare zitto e lo coccolava tra le sue braccia. Mi piaceva il suono del pianto, quello delle urla, il rumore di uno schiaffo, di un pugno, di un osso rotto o di un colpo di pistola, erano cose che mi rendevano felice, c'ero troppo dentro, quei rumori erano un toccasana per la mia mente e per il  mio umore. Il male era sempre qualcosa di bello, di vivo, di ardente come una fiamma, qualcosa che difficilmente si distruggeva ma alcuni dei nostri si erano schierati dall'altra parte, dalla parte nemica perché alcuni angeli avevano un potere, qualcosa di innaturale che ti cambiava completamente. La vista della fermata per Centra Park mi fece risvegliare dai miei pensieri, aspettai l'apertura delle porte per scendere dal bus per poi avviarmi verso il centro del parco alla ricerca della mia meravigliosa preda.


Christian


Vivere in una casa con quei cretini era un trauma, insomma, non è poi così facile cercare di stare al loro passo. Sono il più piccolo, di qualche mese,  ma ragiono sicuramente meglio di loro. Mi guardai attorno, la mia camera era un completo disastro: indumenti per terra, il sandwich della sera prima sul comodino, rollini di alcune mie canne sul letto e qualche bottiglia di birra qua e là. Sospirai passandomi una mano sulla faccia 'Prima o poi dovrò pulirla' borbottai afferrando una maglia ed un jeans dall'armadio. Mi cambiai in fretta dopo aver fatto una doccia e aver lavato i denti, per poi dirigermi fuori a respirare un po' di aria fresca. Quando passi da un mondo all'altro non riesci mai a ricordare come ci sei arrivato, insomma, io non ricordo di aver fatto nulla di male per scendere all'inferno. Vorrei tanto ricordare com'era prima la mia vita, cosa facevo, se avevo una ragazza o se avevo una madre ed un padre. Nessun demone sapeva come ci fosse arrivato in quel posto pieno di sofferenza dove solo i più forti riuscivano a guadagnarsi la stima del capo e a salire sulla terra per alcune missioni. Prendiamo in esempio Hitler, prima di diventare un Dittatore, lui non era nessuno, non aveva nessun potere e voleva assolutamente diventare un famoso pittore, nonostante il fatto che all'epoca fosse un semplice imbianchino. Cosa lo avrà mai spinto a fare ciò che ha fatto? Noi, mi sembra ovvio. Il nostro Signore continuava a ripetere che c'era bisogno di una svolta, che bisognava fare qualcosa ma poi, entrò in scena il Signore del cielo che subito mandò uno dei suoi a spingere gli Americani a salvare la razza ebrea, e nessuno fu contento di quell'intervento. Mi limitavo a starmene zitto, a ridere quando vedevo che lo facevano tutti. Non sono mai stato sicuro del mio posto. 
Mentre i miei complessi continuavano, qualcuno mi andò a finire addosso, oppure ero stato io che non avevo guardato avanti.
-Dio mio fratello, ma ci vedi?- esclamò la ragazza ancora seduta per terra. Feci una smorfia a quell'esclamazione ma cercai di non darle peso.
-Ero distratto- mi giustificai. Lei alzò lo sguardo e io sollevai un sopracciglio. Stavo quasi per mettermi a ridere.
-Christian?- chiese lei scuotendo la testa e poggiando una mano sulla fronte.
-Amber!- esclamai io per poi porgerle una mano che lei accetto senza esitazione. Era tutta la settimana che continuavamo ad incontrarci, nei modi più assurdi possibili: andandoci a sbattere contro, chiudendoci le porte in faccia e cadendo nel bel mezzo del corridoio. 
-Grazie- mi sorrise aggiustandosi la maglia. La osservai per bene. Quei capelli neri le ricadevano fin sopra i fianchi e quei suoi occhi color cioccolato erano qualcosa di meraviglioso, avrei potuto guardarla per tutta la vita se solo avessi potuto. Un ricciolo ribelle le si posò sul viso ed io non esitai a scostarglielo accarezzandole, di proposito la guancia. La ragazza sollevò lo sguardo, lo incrociai col suo solo per pochi secondi, ma sembrava un'eternità. 
-Dove vai di bello?- le chiesi rompendo quel silenzio imbarazzante e scostando gli occhi dai suoi.
-Non lo so, mi annoiavo e volevo fare un giretto- ammiccò facendo spallucce. Ridacchiai.
-Ti va uno Starbucks?- le chiesi poggiandole un braccio sulle spalle ridacchiando. Ogni volta che lei non mi guardava lo facevo io.
-Ma certo che mi va!- rise anche lei toccando la mano del braccio che penzolava sulla sua spalla. Non riuscivo a capire per quale motivo stavo facendo questo, ma era una cosa a me piaceva, sì, mi piaceva la compagnia di Amber, mi piaceva lei e … E nulla, non potrò mai stare con lei e questo mi distrugge. 

 
Bene! Eccoci ancora una volta.
Qui abbiamo una Nicole nei panni di un'osservatrice alla quale manca molto la sua parte spirituale,
un Justin leggermente irritato dai suoi stupidi amici
ed un Christian molto pensieroso.
Ci sono ancora tante cose da rivelare,
ci vediamo al prossimo capitolo, recensite, spero vi piaccia!
  
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